CHE CI FACEVA DE PUYFONTAINE A ROMA POCO PRIMA DI NATALE? L’EMISSARIO DI BOLLORÈ HA INCONTRATO CONTE, CHE GLI AVREBBE DATO SUGGERIMENTI PER UNA CONVIVENZA PACIFICA DENTRO TIM E MEDIASET - L’OBIETTIVO DELL’AD DI VIVENDI ERA PREPARARE LE GRANDI MANOVRE PER IL RINNOVO DEI DUE CONSIGLI D’AMMINISTRAZIONE: ANCHE IL TESORO VORREBBE CHE FOSSE IL CDA USCENTE DI TIM A FARE LA LISTA (E QUINDI CONFERMARE GUBITOSI), E CHE I FRANCESI RINUNCIASSERO A UNA PRESA MANU MILITARI DEL GRUPPO...

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Rosario Dimito per “il Messaggero”

 

BOLLORE' DE PUYFONTAINE BOLLORE' DE PUYFONTAINE

Vivendi prova a mitigare gli effetti della rovinosa campagna d' Italia. Nelle festività di Natale i suoi vertici hanno consultato il governo sulle possibili iniziative da attuare in Tim e Mediaset, ricavandone indicazioni chiare di rasserenare i futuri assetti societari e di netta contrarietà nei confronti di eventuali ulteriori iniziative bellicose e giudiziarie.

 

GIUSEPPE CONTE ARNAUD DE PUYFONTAINE GIUSEPPE CONTE ARNAUD DE PUYFONTAINE

A Palazzo Chigi, dove il ceo Arnaud de Puyfontaine si sarebbe recato prima di Natale, il premier Giuseppe Conte dopo aver registrato il disappunto per gli oltre 3,2 miliardi di perdite accumulati nei due investimenti (oltre 2 in Telecom, il resto in Mediaset), avrebbe avanzato suggerimenti finalizzati a una convivenza societaria funzionale alla crescita dei business nel rispetto degli interessi.

 

luigi gubitosi foto di bacco luigi gubitosi foto di bacco

L' emissario di Vincent Bollorè avrebbe avuto colloqui anche al Tesoro, ricevendo più o meno le stesse considerazioni. Nel gruppo telefonico e in quello radio-televisivo sono in scadenza i due consigli di amministrazione: per questo nelle settimane centrali di dicembre de Puyfontaine è venuto in Italia, l' obiettivo era preparare le grandi manovre.

berlusconi bollore vivendi mediaset berlusconi bollore vivendi mediaset

 

In poche parole, in Tim, dove Vivendi è dal 2015 primo azionista con il 23,9%, il governo gradirebbe che sia il cda uscente a preparare una lista per il rinnovo del board, come avviene in molte public company (Mediobanca e Unicredit), su cui potrebbe convergere la Cdp (9,8%).

 

bollore de puyfontaine bollore de puyfontaine

Questo significa la probabile riconferma alla guida di Luigi Gubitosi che sulla determinazione a costruire la rete unica si è guadagnato l' appoggio dell' esecutivo, seppur esso non può intervenire sulle decisioni societarie. E il governo avrebbe suggerito a Vivendi, che nel consiglio attuale esprime cinque membri, di sostenere questa procedura, contribuendo alla formazione della lista attraverso le proposte di un head hunter.

cyrill vincent e yannick bollore cyrill vincent e yannick bollore

 

Quindi il primo socio dovrebbe rinunciare a una presa manu militari del gruppo perché il governo considera Tim una public company, non una società a controllo francese come asseverato dalla Consob.

 

LA PIATTAFORMA

mediaset vivendi mediaset vivendi

In Mediaset, invece, basta con la lunga ed estenuante battaglia giudiziaria in piedi dal 2016 come conseguenza dello strappo su Premium e della scalata ostile dei francesi che serve solo a bloccare la crescita del business, danneggiando Vivendi che ha il 28,8% (9,9% diretto, 19,9% attraverso Simon Fiduciaria) e Fininvest (45,8%).

 

Il governo auspica sia raggiunto finalmente un accordo tombale con la nascita della piattaforma multimediale europea tipo MFE che a, causa del braccio di ferro giudiziario, è abortita. La piattaforma potrebbe essere anche ProsiebenSat, che è il secondo gruppo europeo, di cui il Biscione è socio di maggioranza con il 25%.

 

bollore e de puyfontaine assemblea vivendi bollore e de puyfontaine assemblea vivendi

Nella piattaforma, qualunque essa sia, perché il governo non vuole interferire nelle scelte specifiche, dovrebbero convivere i due soci con una governance equilibrata. Sarà possibile, dopo tre tentativi a vuoto, far riporre le armi nello scontro sulla tv di Cologno? Quanto a Tim, a gettare le basi per una governance stabile?

 

giuseppe conte roberto gualtieri giuseppe conte roberto gualtieri

Le prossime settimane saranno un banco di prova soprattutto perché Vivendi dovrà ripiegare rispetto ai propositi di partenza. Il fatto di dover rinunciare a una lista in Telecom, dove sulla carta raccoglierebbe la maggioranza, è un boccone certamente indigesto, considerando che i francesi continuano a esprimere riserve sulla norma salva-Mediaset.

 

Del resto, il vecchio Tusmar (Testo unico dei servizi audiovisivi e radiofonici) è in stand by dopo il verdetto della Corte Ue che ha riconosciuto che la norma non è proporzionale come rimedio delle concentrazioni e mette a repentaglio la libertà di stabilimento, dando sei mesi all' Agcom per l' istruttoria dopo la quale il governo ridefinirà il settore delle comunicazioni.

 

DE PUYFONTAINE BOLLORE DE PUYFONTAINE BOLLORE

L' idea di Parigi era di predisporre una lista propria per il cda di Tim, in maniera che riappropriandosi in pieno della governance avrebbe potuto sedere al tavolo di Mediaset con una posizione di maggiore forza soprattutto nei rapporti con il governo. Una soluzione avrebbe potuto essere la ricerca di sostegni istituzionali per riproporre la combinazione Tim-Mediaset suggerita nel 2016 da Mediobanca, quando nel progetto poteva confluire anche Vivendi saldando la convergenza fra contenuti e rete telefonica sul vecchio modello Comcast-NBC Universal o sul recente Sky-Open Fiber per la fornitura di servizi e banda larga in Sky Wifi.

mediaset vivendi 3 mediaset vivendi 3

 

Le prossime settimane saranno decisive per comprendere gli orientamenti finali di Vivendi; quel che è certo è che ora il governo ha accentuato l' attenzione sulle manovre in corso nei due gruppi.

 

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