bradley birkenfeld

IL CRIMINE PAGA! - COMINCIA IL PROCESSO PARIGINO A UBS, ACCUSATA DI AVER FATTO EVADERE AI SUOI CLIENTI DECINE DI MILIARDI DI DOLLARI. SI BASA SULLE RIVELAZIONI DEL BANCHIERE 'WHISTLEBLOWER' BRADLEY BIRKENFELD, CHE DEFINÌ IL SISTEMA BANCARIO SVIZZERO ''IL DIAVOLO'', E DOPO LA GALERA HA RICEVUTO 104 MILIONI DI DOLLARI DAL FISCO AMERICANO COME PREMIO PER LA SUA OPERA DI PENTITO

Da www.tio.ch

ubs

 

«Il sistema bancario svizzero è il diavolo»: lo afferma Bradley Birkenfeld, l'ex banchiere di UBS che con la sua testimonianza ha permesso alla giustizia americana di mettere in ginocchio la più grande banca elvetica.

 

«Ero il banchiere di Lucifero e sono l'unico ad essere finito in cella per questa storia», afferma il 53enne intervistato dall'agenzia Afp a Parigi, dove si trova per presentare - giovedì - il suo libro già peraltro uscito anche in italiano ("Il banchiere di Lucifero. Come ho distrutto il segreto bancario svizzero").

 

bradley birkenfeld

I tempi non sono scelti a caso: lunedì comincerà a Parigi il processo contro il gruppo UBS, la filiale francese e singoli ex dipendenti. Sono accusati di riciclaggio e frode fiscale. La banca è già stata costretta a versare una cauzione di 1,1 miliardi di euro.

 

Il caso ricorda la vertenza che l'istituto ha avuto con gli Stati Uniti, conclusasi con il pagamento di una multa di 780 milioni di dollari nel 2009 per aver aiutato facoltosi clienti americani ad evadere il fisco. Testimone chiave era stato proprio Birkenfeld: condannato nel 2009 a 40 mesi di carcere, era stato scarcerato nel 2012 per buona condotta, dopo avere passato in cella due anni e mezzo. Per il suo operato ha ricevuto anche una enorme ricompensa dalle autorità americane: 104 milioni di dollari.

 

Alla vigilia dei dibattimenti a Parigi è tornato a raccontare la sua storia e a rilasciare interviste, stando all'Afp prestandosi in modo indulgente ai servizi fotografici, con l'orologio di lusso al polso e il sigaro Avana fra i denti.

bradley birkenfeld

 

Birkenfeld descrive la sua attività come un gioioso gioco di blackjack dove le mani vincenti si susseguivano per tutti e dove anche la banca si garantiva sempre di recuperare la sua posta. Entrato nel team di gestione patrimoniale UBS a Ginevra nel 2001, il banchiere era assurto a responsabile del desk America, diventando uno dei "cacciatori": personaggi che viaggiavano per il mondo con carta di credito senza tetto massimo, che frequentavano regate e serate in ambienti altolocati, il tutto per trovare nuovi clienti americani il cui denaro doveva finire nelle casseforti elvetiche.

bradley birkenfeld il banchiere di lucifero

 

Birkenfeld descrive la banca come un sistema criminale, un "vero cartello", una "mafia": computer criptati, un pulsante di emergenza ("panic button") sui telefoni per cancellare tutti i contatti e messaggi, manuale per evitare di essere scoperti alla dogana.

 

L'America era una terra di opportunità e la Francia «un mercato in crescita», spiega il 53enne, che è stato ascoltato come testimone nell'indagine francese sulle pratiche di UBS. A suo avviso non vi è alcun dubbio che la "caccia al cliente" in cui era impegnato negli Usa si svolgesse contemporaneamente anche in Francia. «Perché pensa che i cacciatori andassero a Parigi? Amavano i croissant, ma anche a Zurigo ci sono i croissant».

 

bradley birkenfeld

Ora Birkenfeld si impegna a favore dei whistleblower, gli allertatori civici. «Distruggere la banca vuol dire distruggere se stessi. Dobbiamo proteggere gli informatori pagandoli, perché non troveranno mai più un lavoro», sostiene il milionario. Birkenfeld dice di non capire perché la Francia - che ha creato nel 2016 uno status che garantisce una certa immunità, ma vieta qualunque remunerazione - non ricompensi quelli che considera «eroi».

 

Birkenfeld afferma quindi di essersi posto come obiettivo di creare una fondazione per consigliare e sostenere tutti gli Edward Snowden (che ha rivelato la portata della sorveglianza di massa praticata dal governo americano) o le Stéphanie Gibaud (ex quadro di UBS in Francia), per «vivere in una società migliore».

UBSUBS

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…

maurizio belpietro giorgia meloni galeazzo bignami francesco saverio garofani sergio mattarella

GIORGIA MELONI NON ARRETRA! DOPO L'INCONTRO AL QUIRINALE CON MATTARELLA, LA DUCETTA HA RIBADITO LA VERSIONE DEL CAMERATA GALEAZZO BIGNAMI: “RAMMARICO PER LE PAROLE ISTITUZIONALMENTE E POLITICAMENTE INOPPORTUNE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI” – AL CONSIGLIERE DI MATTARELLA SARÀ SFUGGITA UNA PAROLA DI TROPPO, MA DA UNA BANALE OSSERVAZIONE POLITICA SUL CENTROSINISTRA AL GOLPE QUIRINALIZIO, CI PASSA UN OCEANO – PERCHÉ BELPIETRO NON PUBBLICA L'AUDIO IN CUI GAROFANI EVOCAVA UN “PROVVIDENZIALE SCOSSONE” (AMMESSO CHE LO "SCOSSONE" NON SI RIFERISSE AL CENTROSINISTRA)? SE LO FACESSE, LA QUESTIONE SAREBBE CHIUSA: PER GAROFANI SAREBBE DIFFICILE RESTARE AL SUO POSTO – IL QUIRINALE AVEVA FATTO SAPERE CHE DOPO L’INCONTRO CI SAREBBE STATO UN COMUNICATO. PER ORA L’HA FATTO LA MELONI: CI SARÀ UN’ALTRA NOTA DAL COLLE? - BIGNAMI INSISTE: "CI HA SORPRESO LA REAZIONE SCOMPOSTA DEL PD, GAROFANI HA CONFERMATO I CONTENUTI E NON HO VISTO PIATTI VOLARE DAL QUIRINALE..."