LA GUERRA DEL FUMO - ARRIVA UNA MAZZATA SULLE SIGARETTE ELETTRONICHE, DOPO L’AUMENTO DELLE ACCISE SUL TABACCO RISCALDATO - MENTRE PER LE SIGARETTE TRADIZIONALI, IN CUI SI RAGGRUPPANO NICOTINA E COMBUSTIONE, IL TOP DELLA NOCIVITÀ NON CI SARÀ NESSUN AUMENTO - COME MAI? UNA SCELTA INCOMPRENSIBILE SE SI PENSA CHE IN ITALIA LE SIGARETTE HANNO UNA DELLE TASSAZIONI PIÙ BASSE IN EUROPA E PROPRIO DURANTE L’EMERGENZA COVID, 600 MILA PERSONE LE HANNO ABBANDONATE…

-

Condividi questo articolo


Dagonews

 

philip morris 2 philip morris 2

Le guerre lasciano sempre morti innocenti sul campo. Succede anche in campo figurato, con la “guerra del tabacco” avviata da British American Tobacco contro Philip Morris, accusata di beneficiare di uno sconto fiscale eccessivo. In mezzo, il governo che nella notte decide di innalzare le accise non solo sul tabacco riscaldato (in cui Philip Morris è leader), ma anche sulle sigarette elettroniche, nulla invece sulle sigarette (di cui BAT vuole arrestare il declino).  

 

BAT BRITISH AMERICAN TOBACCO BAT BRITISH AMERICAN TOBACCO

Il governo Conte ha infatti approvato un emendamento alla Legge di Bilancio che prevede per il tabacco riscaldato un aumento di 15 punti percentuali in tre anni, portandolo molto oltre la media europea e per i liquidi per sigaretta elettronica con nicotina, un aumento della tassazione dal 10% al 25%, cioè + 150% in tre anni; per i liquidi senza nicotina, la tassazione passerebbe dal 5% al 20%, ovvero + 300% in tre anni.

 

sigaretta elettronica sigaretta elettronica

Cioè, inali un liquido senza nicotina? Il tuo prodotto pagherà il 300% in più di accise! E le sigarette tradizionali, in cui si raggruppano nicotina e combustione, la sintesi della nocività, zero di aumento. E per il tabacco trinciato con cui, soprattutto i più giovani, si possono fare “manualmente” le sigarette? Zero, ovviamente. A conti fatti, a vincere, nell’anno del Covid sono le sigarette che, grazie a tasse più alte sui prodotti alternativi, riusciranno per il primo anno dal 2017 a non calare, anzi forse addirittura ad aumentare stando alle analisi di alcuni esperti di questi giorni.  

 

IQOS PHILIP MORRIS IQOS PHILIP MORRIS

Una ratio difficilmente comprensibile (o forse sì?) se si pensa che proprio durante l’emergenza Covid, 600 mila persone hanno lasciato le sigarette. Di questi 500mila sono passati a sigaretta elettronica e dispositivi a tabacco riscaldato, mentre 100mila hanno smesso del tutto. Come difficilmente comprensibile è stato il dibattito politico di queste ultime settimane, tutto centrato sui prodotti senza combustione e zero sulle sigarette.

rollare una sigaretta rollare una sigaretta

 

Non si capisce perché proprio gli onorevoli Fioramonti e Muroni i quali, insieme alla Binetti, hanno fatto della tassazione del tabacco riscaldato una vera campagna politica per trovare le risorse economiche per la salute pubblica, in otto mesi non abbiamo mai proposto di alzare neanche di un centesimo le tasse sulle sigarette che rappresentano l’85% del mercato.  Eppure le sigarette in Italia hanno una delle tassazioni più basse in Europa, al contrario dei nuovi prodotti che sono in media europea.

 

sigarette sigarette

Il risultato finale, che è già un paradosso contro ogni logica dal punto di vista della salute, rischia di avere gravi conseguenze sul panorama produttivo delle sigarette elettroniche, composto quasi esclusivamente da piccole e medie imprese italiane, che occupano decine di migliaia di lavoratori e che nel corso degli ultimi anni sono riuscite a sviluppare una filiera e un mercato virtuoso.

TABACCO RISCALDATO TABACCO RISCALDATO

 

L’aumento del 300% rischia di dare una mazzata insostenibile al settore, per di più in un anno caratterizzato dalla pandemia da Covid-19. Anche dal punto di vista finanziario la norma ha poco senso: il 99% delle entrate fiscali arrivano dalle sigarette tradizionali o dai tabacchi, ipertassare quelle elettroniche non comporterebbe impatti significativi sul bilancio, se non su quello delle piccole e medie imprese che ci lavorano.

 

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT – JOE BIDEN VUOLE CHE GIORGIA MELONI METTA ALL’ORDINE DEL GIORNO DEL G7 L’USO DEI BENI RUSSI CONGELATI. PER CONVINCERE LA DUCETTA HA SPEDITO A ROMA LA SUA FEDELISSIMA, GINA RAIMONDO, SEGRETARIO AL COMMERCIO – GLI AMERICANI PRETENDONO DALL’EUROPA UN'ASSUNZIONE DI RESPONSABILITÀ DOPO TUTTI I MILIARDI CHE WASHINGTON HA POMPATO A ZELENSKY. MA METTERE MANO AI BENI RUSSI È UN ENORME RISCHIO PER L’UNIONE EUROPEA: POTREBBE SPINGERE ALTRI PAESI (CINA E INDIA SU TUTTI) A RIPENSARE AI LORO INVESTIMENTI NEL VECCHIO CONTINENTE…