diletta leotta matteo mammi' carolina stramare

“I BROADCASTER CHE IMMETTONO NEL SISTEMA TUTTI I SOLDI DI CUI QUEL SISTEMA HA BISOGNO SONO UN’ILLUSIONE” - IL CONSIGLIO DI MATTEO MAMMI’, CEO DI HELBIZ PER L’EUROPA E IL MEDIO ORIENTE, UNO CHE DI DIRITTI DEL CALCIO SE NE INTENDE, ALLA LEGA: “DOVREBBERO RIMETTERE IN PISTA VELOCEMENTE IL PROGETTO DEL CANALE DELLA SERIE A, DISTRIBUITO IN NON-ESCLUSIVA DA TUTTE LE PIATTAFORME A UN PREZZO ADEGUATO. ALTRIMENTI DA DOVE ARRIVANO I SOLDI PER COMPRARE I CAMPIONI?” - L’ESPERIENZA A SKY, I MONOPATTINI E LA SUA EX, DILETTA LEOTTA: “HA DIMOSTRATO IL SUO TALENTO SULLE ETICHETTE HO SEMPRE RISO…”

Andrea Biondi per “il Sole 24 Ore”

 

helbiz matteo mammì

Parlando di Serie A Matteo Mammì non ha dubbi: le dimissioni del presidente della Lega, Paolo Dal Pino, sono il portato di un quadro in evoluzione.

 

E di un problema. Perché il rischio è di andare a sbattere, se non interviene la consapevolezza «che l'equazione della monetizzazione che ha funzionato per 20 anni ora non regge più.

 

I broadcaster che immettono nel sistema tutti i soldi di cui quel sistema ha bisogno ormai sono un'illusione».

 

La ciambella di salvataggio può essere «un progetto canale Tv della Lega, da portare avanti con un partner finanziario forte che assicuri i flussi di cassa per la fase iniziale».

 

paolo dal pino 2

Questo voleva Dal Pino: l'entrata di fondi di investimento. «Troppo estraneo al sistema. Ho imparato che il "sistema calcio" ha bisogno di persone che non siano outsider, ma che conoscano bene il sistema da dentro. Tanto meglio poi se queste persone sono un po' illuminate».

 

Matteo Mammì conosce entrambi quei mondi, sia quello dei capricciosi presidenti dei club di Serie A, sia quello dei diritti sportivi.

 

Oggi è ceo per l'Emea (Europa, Medio Oriente e Africa) di Helbiz, la piattaforma di micromobilità (monopattini, biciclette e motorini elettrici) quotata al Nasdaq.

 

MATTEO MAMMI'

Pochi mesi fa, alla guida di Helbiz Media, ha deciso di puntare sui diritti della Serie Bkt (il campionato cadetto) da associare come "regalo" ai clienti dei propri servizi.

 

Alla fine, pur con diverse sfumature sul giudizio, nessuno l'ha considerato uno sproposito. Del resto a metterci la firma è un manager che gli anni "ruggenti" dei diritti Tv, quelli in cui i broadcaster hanno investito sempre di più alzando l'asticella e spostando l'asse dei flussi economici dei club, li ha vissuti in prima linea.

 

Soprattutto dal 2011 al 2018, in una Sky allora parte della galassia Murdoch prima di passare alla americana Comcast. Lì si trattava di Sky, del leader di mercato.

 

Ora è Helbiz, società i cui monopattini sfrecciano in varie città d'Italia ma sulla quale si concentrano non pochi interrogativi, soprattutto sulle origini finanziarie di Salvatore Palella, 34enne fondatore del gruppo che vive da anni a New York e che prima di Helbiz, oggi quotata al Nyse grazie alla Spac Greenvision, ha avuto esperienze molto discusse in Italia.

CAROLINA STRAMARE MATTEO MAMMI - HELBIZ LIVE

 

Stando alle comunicazioni alla Sec, nei primi nove mesi del 2021 Helbiz ha accumulato perdite per circa 50 milioni di dollari a fronte di ricavi per 8,7 milioni. «Salvatore è un talentuoso e visionario giovane imprenditore, ed è tra i pochi italiani ad aver quotato un'azienda al Nasdaq.

 

Negli Stati Uniti, come è noto, gli insuccessi fanno curriculum e sono considerati passaggi quasi necessari per fare bene dopo.

 

Oggi Helbiz è tra i leader mondiali della micromobilità, è una azienda trasparente e compliant da tutti i punti di vista, abbiamo più di 250 dipendenti in Italia, per la maggior parte giovani, e come ogni start up siamo ancora nella fase di vita fisiologica dove si brucia cassa perché investiamo molto. Questi sono i fatti oggettivi».

salvatore palella HELBIZ

 

 

In Helbiz Mammì, 45 anni, arriva accompagnato da un percorso lungo e tutto legato ai diritti sportivi. «Sui diritti del calcio avevo iniziato a lavorare nel 2003». Un'era geologica fa.

 

Di quello, al tempo, ci si occupava in Telecom Italia che con il portale Rosso Alice è stata tra i pionieri nel campo dei contenuti in streaming.

 

«Erano ancora diritti individuali, non c'era la legge Melandri. Si facevano i primi test con Inter e Juventus. Iniziammo con un po' di calcio live e basket».

diletta leotta matteo mammi

 

Allora «la gestione non era collettiva. Quindi andavo dai presidenti e, a ripensarci, fanno divertire le cifre. Offrivamo 50 o al massimo 100mila euro.

 

Sembravano cifre spropositate» in quegli anni in cui a iniziare gli italiani al calcio pay erano stati Tele+ e Stream. Altri tempi, consegnati al passato quando nel 2003 arriva Sky.

 

«Nel frattempo Mediaset stava facendo partire il suo digitale pay e anche La7 aveva un business pay.

 

Sky, Mediaset e La7 compravano diritti dalle squadre e lavoravano su scambi di sublicenza. Nasceva una forte competizione e conseguente accelerazione a comprare i diritti».

 

bogarelli

Ecco il colpo dello start della grande corsa. Quella fase Mammì l'ha iniziata a vivere nel 2006 in Img, società internazionale d'intermediazione dei diritti.

 

«Inizialmente arrivai come manager per la parte digitale. E l'anno dopo avevo la responsabilità di Italia e Sud Europa, come vicepresident. A 31 anni».

 

diletta leotta matteo mammì

Tappe bruciate, dopo la laurea «in Lettere e Filosofia alla Sapienza, con un grandissimo intellettuale come Walter Pedullà» e un master in business administration della Profingest a Bologna dopo il quale «mi sono trasferito a Milano e ho iniziato a lavorare in Omnitel-Vodafone prima di passare in Telecom Italia».

 

L'amministratore delegato era Riccardo Ruggiero. «C'era anche un giovane Pietro Labriola (attuale amministratore delegato, ndr.) come direttore marketing, già bravissimo allora.

 

ANDREA ZAPPIA

Io lavoravo con Ramon Grijuela, manager elegante e di grandissima esperienza. E ricordo una squadra di assoluto valore». Poi il lavoro in Img, che significa avere a che fare principalmente con Sky.

 

«Andrea Zappia allora era a capo dello Sport. Ci conosciamo e alla fine mi viene chiesto di passare a Sky. Era il 2011». Da lì si parte con l'ottovolante, in una competizione sempre crescente con Mediaset, passata anche attraverso la perdita dei diritti della Champions League per il 2015-18.

 

«Lo dissi anche in una conferenza stampa: non l'abbiamo persa, ma abbiamo deciso di perderla. Era antieconomico l'affare a quei prezzi. E la storia ci ha dato ragione».

 

Quanto alla Serie A, in quegli anni la lotta fu così serrata che finì sotto la lente dell'Antitrust, con una multa da 66 milioni di euro complessivi a Mediaset, Sky, Lega Serie A e Infront indicando un'intesa restrittiva della concorrenza.

 

matteo mammi helbiz

Quella multa fu poi cancellata dal Tar e dal Consiglio di Stato. «Fu però un brutto momento con l'arrivo della Guardia di Finanza negli uffici».

 

In quegli anni la "controparte" di Matteo Mammì per i diritti della Serie A era Marco Bogarelli, a capo della Infront che faceva da advisor per la Lega.

 

DIRITTI TV SERIE A DAZN AMAZON MEDIASET SKY

E da sempre accusato dal mondo Sky di essere una longa manus della galassia Mediaset. «Non mi spingerei a dire questo. Marco, nel business, aveva uno stile aggressivo, ma era invece sempre ironico e morbido nella vita privata. Io facevo gli interessi di Sky e da Sky si pretendeva sempre di più, essendo la realtà leader.

 

Da qui le negoziazioni infinite, dure e le crescenti difficoltà di quei bandi che poi erano i tre primi bandi della legge Melandri. Poi è vero che Marco aveva ottimi rapporti con il mondo Mediaset, ma era un businessman ed era molto laico, anche nel passare sopra ad antichi rancori».

 

 

luigi de siervo

Ed è quello che succede. Mammì lascia Sky nel 2018. Lo aspetta la sfida per la poltrona di amministratore delegato della Lega Serie A, poi però andata all'attuale ad Luigi De Siervo. Ma il primo a farsi avanti è proprio Bogarelli. «Non mi aspettavo quell'invito a pranzo». Insieme iniziano l'avventura come rappresentanti in Italia di Mediapro per il progetto del canale della Lega Serie A, dopo che Mediapro era uscita perdente dal bando precedente con tanto di 64 milioni di caparra versati e mai ritornati al mittente.

 

«Mai avrei immaginato di lavorare insieme a Marco, siamo stati per 10 anni da parti contrapposte del tavolo. Marco nello sport business è stato un maestro per tutti e ho poi scoperto sue qualità umane incredibili. Per citare l'ultimo Sorrentino: era un uomo che "non si disuniva mai"».

 

diletta leotta matteo mammì

In sottofondo, in questa carriera fulminea più di uno ha visto il peso di quel cognome e l'idea che avesse aperto un po' di porte. Oscar Mammì è stato un esponente di peso del Partito Repubblicano, padre della prima legge sul sistema radiotelevisivo italiano con tanto di accusa di implicito aiuto al polo Tv di Silvio Berlusconi a tal punto da scatenare l'uscita dal governo Andreotti di cinque ministri. Fra questi c'era anche l'attuale capo dello Stato, Sergio Mattarella.

 

«Era un cugino di mio padre. Purtroppo l'ho incontrato poche volte, ma ricordo una personalità di altissimo profilo umano e intellettuale». Finisce comunque per riderci su quando gli vengono ricordate le nomee. È stato legato diversi anni a Diletta Leotta. Che per un po', agli esordi alle previsioni del tempo, era indicata come la compagna del manager Sky. Finché Matteo Mammì ha finito per essere "il compagno di".

gravina dal pino

 

«Diletta ha dimostrato il suo talento all'interno della macchina Sky, tutto lì. Sulle etichette ho sempre riso, rischiano di scadere facilmente nel gossip». Oggi sui diritti sportivi Helbiz, facendo le dovute proporzioni, sta seguendo la falsariga di Amazon: diritti come killer application per supportare il vero core business che va oltre l'audiovisivo. Certo, si tratta della Serie B: taglia imparagonabile rispetto ai miliardi della Serie A.

 

matteo mammi

In generale, però, Mammì non ha dubbi: occorre guardare al tema con un'ottica differente rispetto al passato. «Il value for money, come lo chiamavamo in Sky, è oggi differente. Finora abbiamo avuto un consumatore disposto a spendere per un pacchetto pay come quelli messi in vendita da Sky. Oggi l'intervento degli Ott, le piattaforme di videostreaming, con la diffusione della fibra e dell'Iptv, insieme alla pirateria, hanno messo in crisi un'equazione che ha retto 20 anni e che ha finanziato il sistema».

 

MATTEO MAMMI' ANNA SAFRONCIK

A questo punto, decisivi secondo Mammì saranno i tempi di reazione. «Il prezzo troppo basso e il doppio abbonamento di Dazn (concurrency, ndr.) finiscono per ridurre il valore dell'asset. In Lega dovrebbero considerare con molta attenzione la questione e rimettere in pista velocemente il progetto del canale della Serie A, distribuito in non-esclusiva da tutte le piattaforme a un prezzo adeguato che dia il giusto valore dell'evento premium. Altrimenti da dove arrivano i soldi per comprare i campioni?». Il tutto con una condizione essenziale: «Il prodotto deve essere di qualità. Sky negli anni ha abituato il consumatore a una qualità altissima. Da lì, indietro, non si può tornare. È una legge ferrea del processo evolutivo».

paolo dal pino 4paolo dal pino 1helbiz salvatore palellasalvatore palella HELBIZ

diritti tv serie a

diritti tv serie adiritti tv serie aluigi de siervo

matteo mammi e anna safroncik -2da sinistra matteo mammi beppe bergomi e fabio caressadiletta leotta matteo mammì

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni vox ursula von der leyen santiago abascal

DAGOREPORT - SE I MEDIA DI CASA NOSTRA, DEL VIDEO-MESSAGGIO DI GIORGIA MELONI ALL'EVENTO MADRILENO DI VOX, HANNO RIPRESO SOLO LA PARTE DEL DISCORSO RIGUARDANTE L’ASSASSINIO DI CHARLIE KIRK, SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO COME MARTIRE DELL’ODIO E DELLA VIOLENZA DELLA SINISTRA, I CAPOCCIONI DI BRUXELLES HANNO SBARRATO GLI OCCHI PER UN ALTRO MOTIVO - CHE CI FACEVA LA MELONI, EX PRESIDENTE DEL GRUPPO DEI CONSERVATORI EUROPEI ALL’EVENTO “EUROPA VIVA 2025” DI VOX, IL PARTITO DI ESTREMA DESTRA SPAGNOLO CHE DAL 2023 È STATO ARRUOLATO DA “PATRIOTI PER L’EUROPA”, L’EUROGRUPPO ANTI-UE CREATO DAL DUCETTO UNGHERESE E FILO-PUTINIANO, VIKTOR ORBAN, DI CUI FA PARTE ANCHE LA LEGA DI SALVINI? - ALLA FACCIA DEL CAMALEONTISMO DELLA “GIORGIA DEI DUE MONDI”, BASCULANTE TRA UN VIAGGETTO E UN ABBRACCIO CON I DEMOCRISTIANI TEDESCHI URSULA VON DER LEYEN E FEDRICH MERZ, A CATALIZZARE L’IRRITAZIONE DEI VERTICI DELL’UNIONE È STATO IL TEMA DELL'EVENTO DI VOX CHE, TRA DIBATTITI SU IMMIGRAZIONE ILLEGALE, LAVORO, CASA E SICUREZZA, SPUTAVA IN FACCIA AI POTERI FORTI DI BRUXELLES - LA MANIFESTAZIONE DI VOX HA DIMOSTRATO, PER L’ENNESIMA VOLTA, L’ISTRIONICA PERSONALITÀ DI COMUNICATRICE DELLA PREMIER ALLA FIAMMA. TALENTO LATITANTE TRA I NUMEROSI GALLI DEL  CENTROSINISTRA... - VIDEO

FLASH! – MENTRE SVANISCE LA MILANO DEI ‘’POTERI FORTI’’ E DEI “SALOTTI BUONI”, FINITI SOTTO IL TALLONE DEI “BARBARI ROMANI”, SI ALZA LA VOCE DEL 92ENNE GIOVANNI BAZOLI - IL GRANDE VECCHIO, CHE INSIEME A GUZZETTI HA RIDISEGNATO IL SISTEMA BANCARIO, HA CONSEGNATO ALLA FELTRINELLI LA SUA AUTOBIOGRAFIA (LA FIGLIA CHIARA, NONCHÉ COMPAGNA DEL SINDACO DI MILANO BEPPE SALA, LAVORA ALLA FONDAZIONE FELTRINELLI) – IL LIBRO PARTE DALLA GUERRA AI NAZIFASCISMO E LA PASSIONE PER ALESSANDRO MANZONI, CONTINUA CON LA CELEBRAZIONE DI NINO ANDREATTA, LE VICENDE DEL BANCO AMBROSIANO, FINO ALLA CREAZIONE DI INTESA SANPAOLO…

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...