orcel draghi mps

MPS, UN OSTAGGIO DELLA POLITICA - LA CESSIONE DELLA BANCA E' BLOCCATA FINO ALLE ELEZIONI AMMINISTRATIVE - MA UNICREDIT NON E' PIU' L'UNICA POSSIBILITA': C'E' ANCHE BPER - ORCEL HA ALZATO LA POSTA MENTRE PD E LEGA SONO CONTRARIE A "SPEZZATINI" PUNITIVI DELL'ISTITUTO (SALVINI È TORNATA PARLARE DI UNA GRANDE "BANCA NAZIONALE" CHE METTA INSIEME SOTTO IL CAPPELLO PUBBLICO POP BARI, CARIGE E MPS) - IL NODO SONO I 6-7 MILA ESUBERI PREVISTI - L'EFFICIENZA DEL "MONTE" RISPETTO AI SUOI CONCORRENTI È PEGGIORATA NEGLI ULTIMI ANNI DI CONTROLLO STATALE…

1 - MPS, UNICREDIT NON È L'UNICA POSSIBILITÀ IL TESORO PREPARA UN PIANO B PER LA BANCA

Gianluca Paolucci per "la Stampa"

Andrea Orcel

 

«La situazione è diversa dal 30 luglio, quando Unicredit era l'unica strada percorribile. Adesso non è più così». È la sintesi di una fonte governativa sulla complessa trattativa in corso per il futuro di Monte dei Paschi. Che aggiunge anche però che «tutto è congelato fino alle elezioni» del 3 e 4 ottobre. La consapevolezza che sta maturando al Tesoro, secondo quanto ricostruito, è l'effetto combinato di due fattori distinti.

 

pier carlo padoan dario scannapieco

Da un lato, Unicredit - unico soggetto che sta negoziando con via XX Settembre, dall'inizio di agosto impegnato nella due diligence sull'istituto senese - che ha alzato la posta delle sue richieste per farsi carico dei destini della banca controllata dallo Stato. Dall'altro le pressioni convergenti della politica, con Pd e Lega che seppure mossi da motivazioni opposte premono per una soluzione che non sia «punitiva» per il territorio, per i dipendenti e per il tessuto economico della Toscana.

 

enrico letta a cosenza

Proprio la variabile politica, con le elezioni suppletive nel collegio di Siena che vendono candidato Enrico Letta per il seggio che fu di Pier Carlo Padoan, attuale presidente di Unicredit, spingono innanzitutto a rinviare ogni decisione: fino alla prima metà di ottobre non succederà nulla, è il giudizio unanime delle varie fonti politiche e finanziarie interpellate.

 

Di fatto, soggetti diversi da Unicredit che si siano fatti avanti non ce ne sono. Anche se negli ultimi giorni tra i possibili interessati a uno spezzatino del Monte si è fatto avanti Bper, che potrebbe farsi carico di 100/150 sportelli nel Nord e in Emilia che dovessero risultare di troppo per Unicredit in chiave Antitrust. Ma potrebbe anche contribuire a una «alternativa di sistema», ipotesi esaminata e poi accantonata dal Tesoro nei mesi scorsi. In ambienti finanziari è circolata anche, nelle settimane scorse, l'indiscrezione di valutazioni in corso da parte di Generali.

PIER CARLO PADOAN

 

Indiscrezioni che non hanno trovato conferma, anche alla luce dei complessi rapporti tra i soci e difficilmente e della partita in corso sulla governance del Leone che rendono poco probabile l'impegno del Leone in una operazione comunque complessa come una acquisizione, anche parziale, di Mps. A complicare ulteriormente il quadro ci sono le pressioni della politica. Letta, che giovedì scorso ha incontrato i delegati della Fiba-Cisl di Mps, ha ribadito più volte che l'opzione Unicredit non vada perseguita «a tutti i costi».

 

MATTEO SALVINI

Dal versante opposto la Lega, che con Salvini è tornata parlare di una grande «banca nazionale» che metta insieme sotto il cappello pubblico Bari, Carige e Mps. Mentre Giorgetti, più concretamente, ha spiegato come sul futuro di Mps «ci sono tante idee, dopodiché bisogna vedere quali siano quelle praticabili perché il contesto di regole e di impegni è particolarmente gravoso».

 

Giorgetti venerdì scorso ha incontrato a Siena il sindaco Luigi De Mossi il quale nei giorni scorsi aveva fatto appello al governo di «guardare oltre Unicredit». «Ne parlerò con Draghi sicuramente», ha detto ai giornalisti il ministro leghista. Non trovano riscontro le preoccupazioni espresse della politica sugli aspetti occupazionali del caso Mps. Gli esuberi, spiegano fonti sindacali, saranno gestiti con il fondo esuberi del settore bancario, per il quale si prevede si prevede un apposito contributo pubblico nell'ordine di circa un miliardo di euro.-

andrea orcel

 

2 - I DATI RISERVATI SULLA VENDITA MPS

Gianluca Paolucci Francesco Spini per "la Stampa"

 

L'incertezza sulle trattative tra Unicredit e il Tesoro sul destino del Monte dei Paschi, riportata ieri da La Stampa, comincia ad essere guardata dal mercato con sospetto. I titoli subordinati emessi da Siena, così scivolano: si tratta di bond per complessivi 1,75 miliardi di euro. In una sola seduta cedono tra il 2,7% e il 6%, arrivando a inanellare in 5 giorni cali fino al 17%. La domanda resta la stessa: cosa succede a Siena?

giuseppe castagna banco bpm

 

Al tavolo delle discussioni tra il governo e la banca guidata da Andrea Orcel le cose vanno a rilento in vista delle elezioni suppletive del il 3 e 4 ottobre che vedono candidato anche il segretario del Pd, Enrico Letta. Ma mentre parte della maggioranza punta su strade alternative non meglio definite, ciò che emerge dalle discussioni fin qui portate avanti sulla linea Roma-Milano è una debolezza di Mps che, in tema di efficienza, lascia poche carte negoziali in mano al Tesoro.

 

BPER BANCA POPOLARE DELL EMILIA ROMAGNA

Uno dei temi che scalda la politica sono i 6-7 mila esuberi previsti, peraltro tutti prepensionamenti finanziati col Fondo di Solidarietà (e circa un miliardo di contributo pubblico). In queste settimane è stato evidenziato che, anche in ottica solitaria, Mps avrebbe 7 mila dipendenti in eccesso. 3.200 sono già stati riconosciuti dalla banca senese. Il resto deriva dalla comparazione dell'efficienza del Monte rispetto ai suoi concorrenti in una situazione che, a quanto emerso, è peggiorata negli ultimi anni di controllo statale. Il calcolo è presto fatto.

 

Andrea orcel

A Siena, mediamente, lavorano 15 dipendenti per sportello, 5 in più che in Bper e Credem, 2 in più che al Banco Bpm. Quello che conta però è la redditività per dipendente. Intesa Sanpaolo ne impiega 18 per filiale. Tantissimi, si dirà: ma, anche in virtù delle sue fabbriche prodotto, ciascuno porta a casa margini medi, nei primi sei mesi 2021, per 141 mila euro. Banco Bpm arriva a 114 mila, Credem a 103 mila, Bper a 88 mila. Mps è fanalino di coda con 73 mila euro per dipendente. Primato negativo che difficilmente soddisferebbe qualunque azionista privato.

 

banca popolare di bari 5

Da questi 4-5 dipendenti in eccesso per sportello (su 1400 filiali) derivano i 6-7 mila esuberi. Una combinazione con Unicredit, per come se ne è parlato ai tavoli, porterebbe a un numero limitato di ulteriori esuberi, visto che la maggior parte delle sovrapposizioni tra sportelli sarebbero assorbite da altre banche (si è parlato di Mcc-Popolare di Bari, ma anche Bper, secondi indiscrezioni, potrebbe prendere parte agli acquisti, se li ritenesse strategici).

 

DANIELE FRANCO E MARIO DRAGHI

Praticare l'opzione «stand alone» è complicato perché, come è emerso nelle trattative, comporta tre rischi. Il primo è che l'Ue non lo permetta e ciò comporti la liquidazione della banca col licenziamento di tutti i dipendenti. Secondo scenario: la Ue dice di sì, ma pretende un ridimensionamento della banca con l'uscita di ben oltre 7 mila dipendenti. In ogni caso, terza eventualità, la banca rimane a rischio per via dei recenti stress test negativi. Unicredit, chiamata in causa dal governo, non ha nulla da perdere.

 

daniele franco a cernobbio

Per Mps, invece, una strada alternativa è tutta da inventare. In questo scenario, proprio le subordinate rappresentano il termometro migliore della trattativa e lo strumento privilegiato delle scommesse del mercato: se entreranno le perimetro di Unicredit, il rischio si riduce sensibilmente. Se L'Ue decidesse per il burden sharing, proprio questi titoli saranno i primi a pagare.

Ultimi Dagoreport

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...