beniamino gavio gian maria gros pietro autostrada viadotto torino savona

OCCHIO A FARSI BELLI, IL KARMA È SEMPRE IN AGGUATO - 5 GIORNI PRIMA DEL CROLLO DEL VIADOTTO, IL GRUPPO GAVIO SI BEAVA DEGLI INVESTIMENTI IN SICUREZZA SULLA TORINO-SAVONA, E MANDAVA ANCHE FRECCIATONE CONTRO LA RIVALE ATLANTIA: ''NOI MANTENIAMO UN APPROCCIO PIÙ INGEGNERISTICO CHE FINANZIARIO AL SETTORE''. POI UNA LUNGA DESCRIZIONE DEI SENSORI (FUNZIONANTI). E INVECE...

 

Filomena Greco per ''Il Sole 24 Ore'' del 19 novembre 2019

 

 Con 1.400 chilometri di autostrada in gestione in Italia, centinaia di viadotti da monitorare, il tema della sicurezza tiene banco in casa del Gruppo Gavio.

ALBERTO RUBEGNI

Il crollo del ponte Morandi ha rappresentato un punto di non ritorno per il settore, «ma il Gruppo Gavio ha da sempre avuto un approccio industriale al tema della sicurezza e su controlli e monitoraggio delle infrastrutture siamo in pista già da molti anni» sottolinea Umberto Tosoni, amministratore delegato di Sias. Il Gruppo gestisce dal 2013 - anno in cui l' ha acquisita da Autostrade - la Torino-Savona, tra i collegamenti a più alta densità di viadotti in Italia: nei 130 chilometri che uniscono il capoluogo piemontese alla città ligure, ce ne sono 210.

 

Ed è qui che il Gruppo Gavio - che ha all' attivo in totale 4.600 chilometri di infrastruttura in gestione, soprattutto in Brasile ed è il secondo operatore al mondo nella costruzione e nella gestione di reti autostradali - ha messo a punto un sistema di monitoraggio delle infrastrutture insieme alla Sacertis, società di ingegneria civile specializzata nello sviluppo di sistemi per la sicurezza e il risk assessment delle costruzioni.

 

GIAN MARIA GROS PIETRO

Sono 3mila i sensori posizionati lungo una ventina di viadotti della Torino-Savona e di altre arterie del Gruppo, che prevede una copertura a tappeto. «Sulla sola Torino-Savona abbiamo investito per la sicurezza 270 milioni, 4,6 miliardi in dieci anni sulla nostra intera rete. Siamo nati nei cantieri e nelle costruzioni, manteniamo un approccio più ingegneristico che finanziario al settore» spiega Tosoni che descrive il sistema di controlli indipendenti costruito dal Gruppo: tre livelli di validazione da parte di società autonome - la Sintecna sulla priorità degli interventi, la Fhecor sulla pianificazione degli interventi e la Edin sulla validazione complessiva di processo - a cui da due anni si è affiancato il lavoro con la Sacertis.

 

«Abbiamo affinato, sul campo, un modello che ci dà ottimi risultati e permette di vedere come si comporta in tempo reale una infrastruttura, come è variata rispetto ad una certa programmazione e se è stata sottoposta a uno stress. Abbiamo messo a servizio delle infrastrutture una intelligenza capace di comprendere da parametri rilevati da sensori lo stato di salute del manufatto, il suo ciclo di vita e programmare interventi in chiave predittiva» spiegano Andrea Cuomo, cofondatore di Sacertis, e Tosoni.

 

Beniamino Gavio

 Il sistema di misura si basa sull' utilizzo di un dispositivo dotato di sensori - per rilevare movimenti, temperatura, carichi - e un processore, con centraline a ridosso dei singoli viadotti. L' elaborazione dei dati è gestita in tempo reale sul cloud Ibm mentre gli ingegneri di Sacertis hanno messo a punto una "intelligenza" in grado di monitorare la situazione dei singoli manufatti, valutarne gli standard di sicurezza in base ad un modello matematico e programmare, in chiave predittiva, gli interventi, di manutenzione o strutturali.

 

«Non basta registrare dei segnali - spiega Cuomo - ma è necessario fare un punto iniziale, ovvero sviluppare un modello strutturale che faccia da riferimento per le analisi successive». Tutte le misurazioni di oscillazioni, inclinazioni e tensioni della struttura vengono trasformate in parametri strutturali e confrontate con il modello teorico per verificare il margine di sicurezza, dato dalla differenza tra «il degrado delle prestazioni nel tempo e i carichi che sono aumentati» aggiunge.

 

AUTOSTRADE GRUPPO SIAS GAVIO

Il sistema di implementazione segue un piano dei lavori serrato, con interventi sui viadotti di tutta la rete, con un approccio capillare che punta a monitorare ogni singola trave del ponte. Sulla Torino-Savona la società negli ultimi anni ha demolito e ricostruito tre viadotti sulla Torino-Savona e adeguato oltre 20 strutture.

 

«La tecnologia - aggiunge l' amministratore delegato Tosoni - rappresenta la nuova sfida per i gestori, per puntare allo sviluppo di nuovi servizi per la sicurezza e per garantire in futuro strade e collegamenti sempre più connessi». Più in generale, argomenta Cuomo - che nasce ingegnere nucleare ma vanta anni di lavoro come responsabile della ricerca per STMicroelectronics - il tema è l' integrazione tra elettronica, matematica, informatica e ingegneria civile, per costruire una soluzione industriale al bisogno di sicurezza delle infrastrutture.

 

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…