ORSI E RICORSI: L'EX AD FINMECCANICA È STATO ASSOLTO IN VIA DEFINITIVA E ORA, SEMPRE GRAZIE ALLA LEGA, VUOLE TORNARE IN AZIENDA. MA NON COME AD, BENSÌ COME PRESIDENTE AL POSTO DI DE GENNARO, CHE GIÀ PENSAVA DI LASCIARE IN ANTICIPO LA CARICA PER FARE IL CONSIGLIERE MILITARE DI MATTARELLA (IL GENERALE MOSCA MOSCHINI HA COMPIUTO 80 ANNI) - PROFUMO, NOMINATO DA GENTILONI E PER NULLA AMATO DALLA LEGA, ARRIVERÀ A FINE MANDATO? AH, SAPERLO…

 

1. ORSI È STATO ASSOLTO E ORA VUOLE TORNARE IN FINMECCANICA

Giuseppe Orsi

DAGONOTA - L'assoluzione definitiva di Orsi, ex ad di Finmeccanica, potrebbe sembrare una notizia secondaria. Invece è di primissimo piano per l'odierna Leonardo: l'ex manager che era in quota Lega quando la Lega era un quarto di quella odierna, ora, sempre grazie alla Lega, vuole rientrare in azienda, visto che ora la sua fedina penale è immacolata  – e anche come rivalsa per essere finito in carcere nell'inchiesta sugli elicotteri AgustaWestland.

 

Ovviamente stavolta non sarebbe come amministratore delegato, ma come presidente, al posto di Gianni De Gennaro.

GIANNI DE GENNARO

 

L'ex capo della Polizia, celebrato in questi giorni al cinema nel film di Bellocchio come il poliziotto che con Falcone fece parlare Buscetta, aveva già in mente di lasciare in anticipo il suo incarico per prendere il posto di Rolando Mosca Moschini, come consigliere militare di Mattarella. Il generale quest'anno ha compiuto 80 anni, ed è da tempo in pensione. Il braccio destro del presidente, Ugo Zampetti, è d'accordo.

 

Che ne sarà invece dell'ad Profumo? ''Arrogance'' non è amato dai leghisti, anche perché deve la sua nomina al premier Gentiloni in virtù dei buoni rapporti con il gentiloniano Realacci. Profumo scade nel 2021, ma se davvero arriva Orsi la sua poltrona potrebbe traballare ancora di più…

 

 

Da www.repubblica.it

 

Confermato dalla Cassazione il proscioglimento dall'accusa di corruzione internazionale e false fatture per gli ex amministratori delegati di Finmeccanica e Agusta Westland, Giuseppe Orsi e Bruno Spagnolini, in relazione alla vicenda delle presunte tangenti per la fornitura di elicotteri all'India. Respinto il ricorso del procuratore generale di Milano contro la sentenza emessa dalla Corte di Appello di Milano l'8 gennaio 2018.

giuseppe orsi

 

Prima della sentenza di appello-bis risalente all'inizio dell'anno scorso, la procura generale di Milano aveva chiesto la conferma della prima condanna di appello, a 4 anni e 6 mesi per Orsi e a 4 anni per Spagnolini, tenendo conto però che uno degli episodi contestati è caduto in prescrizione. Le difese avevano, invece, chiesto l'assoluzione dei due imputati. La prima condanna in appello era stata annullata con rinvio da parte della Corte di Cassazione nel dicembre 2017.

 

Il processo riguardava il presunto pagamento - attraverso intermediari - di una tangente al capo di stato maggiore dell'aeronautica militare indiana dal 2004 al 2007, Sashi Tyagi, per far ottenere ad Agusta Westland una commessa da 556 milioni di euro per 12 elicotteri AW101 nel paese asiatico. I giudici hanno assolto in Appello i due imputati, Orsi e Spagnolini, indicando del dispositivo che la prova del pagamento della tangente non è stata raggiunta.

 

ORSI E SPAGNOLINI

Secondo l'ipotesi accusatoria, in particolare, grazie all'intervento di Sashi Tyagi fu abbassata la quota di volo indicata nel bando di gara: abbassamento che permise agli elicotteri italiani di poter aver i requisiti per partecipare. Per gli inquirenti, era stato creato un sistema per poter pagare le tangenti realizzando prima dei contratti fittizi di ingegneria con due società, una tunisina e una indiana (Ids Tunisia e Ids India) per "la digitalizzazione in 3D di altri elicotteri".

 

Il denaro sarebbe poi transitato in vari passaggi attraverso intermediari e fiduciari localizzati alle Mauritius, per finire a Singapore e approdare alle destinazioni finali. Questo impianto, tuttavia, non è stato accolto dai giudici di appello di Milano, che hanno assolto i due manager. La vicenda era esplosa il 12 febbraio 2013, quando sono state eseguite due ordinanze di custodia cautelare a carico di Orsi (in carcere) e Spagnolini (ai domiciliari), disposte dal gip di Busto Arsizio Luca Labianca, su richiesta del pm Eugenio Fusco, magistrato della procura di Milano che aveva fatto le funzioni di procuratore capo a Busto Arsizio.

 

luigi di maio con profumo e de gennaro alla leonardo di pomigliano

Orsi è rimasto in carcere per circa 80 giorni, uscendo il 4 maggio 2013 per decorrenza dei termini, dopo che le richieste dei suoi legali di farlo tornare in libertà o di attenuare la misura cautelare erano sempre state respinte. Al momento dell'arresto Orsi era in carica alla guida di Finmeccanica (oggi Leonardo), dimettendosi nei giorni successivi con una lettera inviata dal carcere, mentre Spagnolini era l'amministratore delegato di Agusta Westland, carica che aveva assunto sostituendo lo stesso Orsi che era passato a Finmeccanica.

 

alessandro profumo

Il processo di primo grado nei loro confronti era poi iniziato il 19 giugno 2013 al tribunale di Busto Arsizio, con sentenza arrivata il 9 ottobre 2014. Il tribunale li assolse dall'accusa di corruzione internazionale e li condannò a due anni per le false fatturazioni. Il primo processo di appello era arrivato a conclusione il 7 aprile 2016. Quella sentenza aveva in parte riformato quella di primo grado, condannando Orsi e Spagnolini rispettivamente a 4 anni e 6 mesi e a 4 anni per entrambi i reati contestati.

 

Nel dicembre 2016, tuttavia, la corte di cassazione ha annullato con rinvio quella sentenza, motivando la sua decisione con il fatto che alcune testimonianze che in primo grado erano state lette come favorevoli agli imputati, in secondo grado, invece, erano state viste come contrarie e usate per condannarli anche per il reato di corruzione, senza risentire i testimoni. E' stato così celebrato un secondo processo di appello, che oggi si è concluso con una sentenza di assoluzione.

rolando mosca moschini

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni giampaolo rossi antonino monteleone laura tecce antonio preziosi monica giandotti pierluigi diaco

PRIMA O POI, AFFONDE-RAI! - MENTRE IN CDA SI TRASTULLANO SUGLI ASCOLTI DECLINANTI DI “TG2 POST”, SI CHIUDONO GLI OCCHI SULLO STATO ALLA DERIVA DI RAI2 E DI RAI3 - UN DISASTRO CHE NON VIENE DAL CIELO. LA TRASFORMAZIONE DELLA PRODUZIONE DEI PROGRAMMI DALLE TRE RETI A DIECI DIREZIONI IN BASE AL "GENERE" (INTRATTENIMENTO, INFORMAZIONE, FICTION, ECC.), AVVIATA DA FUORTES NEL 2021 MA IMPLEMENTATA DALL’AD GIAMPAOLO ROSSI (CON LA NOMINA DELLA DIREZIONE DEL "COORDINAMENTO GENERI" AFFIDATA A STEFANO COLETTA) , HA PORTATO ALLA PERDITA DI IDENTITÀ DI RAI2 E DI RAI3 MA ANCHE AL TRACOLLO DEGLI ASCOLTI (E EDLLE PUBBLICITÀ) - LO SCIAGURATO SPACCHETTAMENTO HA PORTATO A UNA CENTRALIZZAZIONE DECISIONALE NELLE MANI DI ROSSI E A UN DOVIZIOSO AUMENTO DI POLTRONE E DI VICE-POLTRONE, CHE HA FATTO LA GIOIA DEI NUOVI ARRIVATI AL POTERE DI PALAZZO CHIGI - PURTROPPO IL SERVILISMO DI UNA RAI SOTTO IL TALLONE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI NON PAGA. LE TRASMISSIONI CHE DOPO UNA MANCIATA DI PUNTATE FINISCONO NEL CESTINO, ORMAI NON SI CONTANO PIÙ. TANTO CHE I DUE CANALI SONO STATI RIBATTEZZATI ‘’RAI2%’’ E ‘’RAI3%’’...

fabio pinelli soldi csm

DAGOREPORT – ALTRO CHE SPENDING REVIEW AL CSM TARGATO FABIO PINELLI – IL VICEPRESIDENTE DI NOMINA LEGHISTA SEMBRA MOLTO MENO ATTENTO DEL PREDECESSORE NELLA GESTIONE DELLE SUE SPESE DI RAPPRESENTANZA – SE NEL 2022, QUANDO ERA IN CARICA DAVID ERMINI, ERANO STATE SBORSATI APPENA 4.182 EURO SU UN BUDGET TOTALE DI 30 MILA, CON L’ARRIVO DI PINELLI NEL 2023 LE SPESE DI RAPPRESENTANZA PER TRASFERTE E CONVIVI SONO LIEVITATE A 19.972 EURO. E NEL 2024 IL PLAFOND DISPONIBILE È STATO INNALZATO A 50 MILA EURO. E PER LEGGE IL VICEPRESIDENTE DEL CSM NON DEVE DETTAGLIARE LE PROPRIE NOTE SPESE DI RAPPRESENTANZA...

giovambattista giovanbattista fazzolari vitti

FLASH – ROMA VINCE SEMPRE: IL SOTTOSEGRETARIO FAZZOLARI, DA SEMPRE RISERVATISSIMO E RESTÌO A FREQUENTARE I SALOTTI, ORA VIENE PIZZICATO DA DAGOSPIA NEL “SALOTTO” DI PIAZZA SAN LORENZO IN LUCINA, SPAPARANZATO AI TAVOLI DI “VITTI”, DOVE POLITICI, GIORNALISTI E POTENTONI AMANO ATTOVAGLIARSI (DENIS VERDINI FACEVA LE RIUNIONI LI' E CLAUDIO LOTITO AMA GOZZOVIGLIARE DA QUELLE PARTI, SPILUCCANDO NEI PIATTI ALTRUI) – ANCHE “FAZZO” È ENTRATO NELLA ROMANELLA POLITICA DE “FAMOSE DU’ SPAGHI”: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO CHIACCHIERA CON UN CANUTO SIGNORE DI CUI VORREMMO TANTO CONOSCERE L’IDENTITÀ. I DAGO-LETTORI POSSONO SBIZZARIRSI: HANNO QUALCHE SUGGERIMENTO PER NOI?

giampaolo rossi rai report sigfrido ranucci giovanbattista fazzolari francesco lollobrigida filini

DAGOREPORT – RAI DELLE MIE BRAME: CHIAMATO A RAPPORTO L'AD GIAMPAOLO ROSSI ALLA CAMERA DEI DEPUTATI DOVE SI E' TROVATO DAVANTI, COL DITO ACCUSATORIO, I PLENIPOTENZIARI RAI DEI TRE PARTITI DI MAGGIORANZA: GASPARRI (FI), MORELLI (LEGA) E FILINI (FDI) CHE, IN CORO, GLI HANNO COMANDATO DI TELE-RAFFORZARE LA LINEA DEL GOVERNO - IL PIÙ DURO È STATO IL SOTTOPANZA DI FAZZOLARI. FILINI SPRIZZAVA FIELE PER L’INCHIESTA DI “REPORT” SUI FINANZIAMENTI DI LOLLOBRIGIDA ALLA SAGRA DEL FUNGO PORCINO - ROSSI, DELLE LORO LAMENTELE, SE NE FOTTE: QUANDO VUOLE, IL FILOSOFO CHE SPIEGAVA TOLKIEN A GIORGIA NELLE GROTTE DI COLLE OPPIO, PRENDE IL TELEFONINO E PARLA DIRETTAMENTE CON LA PREMIER MELONI... - VIDEO

giorgia meloni daria perrotta giancarlo giorgetti

FLASH – GIORGIA MELONI HA DETTO A BRUTTO MUSO AL RAGIONERE GENERALE DELLO STATO, DARIA PERROTTA: “QUESTO È UN ESECUTIVO POLITICO E NON TECNICO”. IL CENTRODESTRA HA GIÀ SILURATO IL DG DEL TESORO, ALESSANDRO RIVERA, HA LIQUIDATO L’EX RAGIONIERE BIAGIO MAZZOTTA E HA ACCOMPAGNATO ALL’USCITA IL DIRETTORE DELLE PARTECIPATE, MARCELLO SALA. ORA SE LA PRENDE ANCHE CON LA FEDELISSIMA DI GIANCARLO GIORGETTI, CHE NON È CERTO UNA PERICOLOSA COMUNISTA, NÉ UNA OSTILE “MANDARINA” IN QUOTA “DEEP STATE”. A DESTRA COSA PRETENDONO DA MEF E RAGIONERIA? CHE SIANO USI A OBBEDIR TACENDO? DAVANTI AI TRISTI NUMERI, NON CI SONO IDEOLOGIE O OPINIONI…

donald trump volodymyr zelensky donald trump nobel pace

DAGOREPORT – DONALD TRUMP È OSSESSIONATO DAL NOBEL PER LA PACE: LE BOMBE DI NETANYAHU SU GAZA E I MISSILI DI PUTIN SULL’UCRAINA SONO GLI UNICI OSTACOLI CHE HA DI FRONTE – CON “BIBI” È STATO CHIARO: LA PAZIENZA STA FINENDO, LA TREGUA NON SI PUÒ ROMPERE E NON CI SONO PIANI B, COME HA RICORDATO AL PREMIER ISRAELIANO MARCO RUBIO (IN GRANDE ASCESA ALLA CASA BIANCA A DANNO DI VANCE) – DOMANI L’ACCORDO CON XI JINPING SU DAZI, TIKTOK, SOIA E NVIDIA (E STI CAZZI DI TAIWAN). IL PRESIDENTE CINESE SI CONVINCERÀ ANCHE A FARE PRESSIONE SUL SUO BURATTINO PUTIN? SE NON LO FARÀ LUI, CI PENSERÀ L’ECONOMIA RUSSA AL COLLASSO…