PRESTO! UN ECONOMISTA AL “CORRIERE”! IL QUOTIDIANO SBAGLIA IL TITOLO DI APERTURA: “TANTI DISOCCUPATI COME NEL ‘77” - MA ALL’EPOCA IL TASSO DI DISOCCUPAZIONE ERA AL 7%, OGGI È AL 13% ! - SU TWITTER: “SCUSATE, ERRORE NOSTRO”

1. IL "CORRIERE" SBAGLIA IL TITOLO DI APERTURA: NON è VERO CHE NEL '77 CI FOSSERO TANTI DISOCCUPATI COME ORA

Domenico Coiro
‏@superdomer
.@AlbertoBagnai @Rinaldi_euro va bene fare un po' i furbetti (mai dal 77....) ma una balla è una balla accidenti

Alberto Bagnai ‏@AlbertoBagnai 4h
.@superdomer Per questa bugia criminale ci dovrà essere una sanzione. Fra cani non si mordono? Arrotoliamo il giornale...

CorrieredellaSera ‏@Corriereit 49m
@asenalimo @superdomer @AlbertoBagnai @Rinaldi_euro Scusate, errore nostro (nel sommario è spiegato correttamente): grazie per la segnalazione


2. QUELLI CHE ‘LA DISOCCUPAZIONE È TORNATA AI LIVELLI DEL ‘77′
Articolo di Alberto Bagnai dell' 8 ottobre 2013 per www.ilfattoquotidiano.it

Il Secolo d'Italia, ma anche il sito di SEL (trovate le differenze), ma anche l'Unione Sarda, ma anche l'AGI, ma anche Milano Finanza, ma anche tanti altri, hanno diffuso pochi giorni fa la notizia secondo la quale in Italia la disoccupazione sarebbe tornata ai livelli del 1977. Questo a seguito della pubblicazione degli ultimi dati Istat, che indicano come in agosto il tasso di disoccupazione sia arrivato al 12,1%. Sembra quindi di capire (questo almeno suggeriscono i titoli) che nel 1977 la disoccupazione fosse al 12%. Ora, il grafico del tasso di disoccupazione in Italia dal 1960 ad oggi è qui (tutti i dettagli sulle fonti statistiche li trovate qui: http://goofynomics.blogspot.it/2013/07/58-anni-di-disoccupazione-in-italia.html )

C'è però un problemino. È abbastanza evidente come nel 1977 la disoccupazione fosse ben lontana dal 12%: il dato annuale si attestò attorno al 7% (cinque punti in meno di quanto hanno detto o suggerito praticamente tutte le testate italiane).

Caso vuole che in questo periodo del semestre debba parlare nel mio corso dei fallimenti del mercato, fra i quali si annovera la disoccupazione. E così, quando ho mostrato questo grafico in classe, i miei studenti non ci potevano credere: "Ma come! Ma negli anni '70 la disoccupazione non era a due cifre!? Ma se le cose stanno così, bisogna scrivere ai giornali, bisogna chiedere di rettificare...".

Benedetti ragazzi! Quanta foga! In fondo, cos'è successo? Una bazzecola, una banalità. Il cronista di turno ha sbagliato preposizione: avrebbe dovuto dire "ai massimi dal 1977", e invece, ooooops!, gli è scappato un "ai massimi del 1977". Un peccato veniale, non trovate?

No.

Io personalmente non lo trovo tale, e per un motivo molto semplice. Perché, pur non supponendo un'intenzionalità in chi ha commesso questo errore, pur nell'assoluta certezza della sua buona fede e della sua coscienza professionale, devo riconoscere che questo errore si inquadra in un processo molto pericoloso: quello di riscrittura della storia economica italiana in termini totalmente menzogneri e ideologicamente orientati. È esattamente il Bispensiero di Orwell in azione: "Chi controlla il passato controlla il futuro, chi controlla il presente controlla il passato".

Ai giovani che eventualmente mi leggessero, faccio notare che chi controlla il presente, oggi, usa i mezzi di informazione appunto per controllare il passato, cioè per riscriverlo, e questo gli serve a controllare il futuro. In che modo? Semplice: cercando in tutti i modi di darvi l'idea che quando l'Italia aveva un minimo di autonomia monetaria, e quindi fiscale, le condizioni di vita dei suoi abitanti fossero disastrose (disoccupazione a due cifre, impoverimento generalizzato delle classi meno abbienti, ecc.).

Quello che vogliono suggerirvi, in questo modo, è che in fondo vi convenga, cari giovani, rassegnarvi a un futuro nel quale l'Italia sia ancora meno arbitra del proprio destino - che poi, se siete giovani, in effetti sarebbe il vostro. Insomma, vogliono inculcarvi subliminalmente l'idea che il popolo italiano debba cedere definitivamente la propria sovranità, l'idea che l'euro abbia sì dei problemi (solo un cialtrone potrebbe negarli oggi), ma che in fondo quando ne eravamo privi si stesse peggio.

Vogliono cioè convincervi che se oggi soffriamo una crisi economica senza precedenti, la colpa non è di una cosa che prima non c'era (appunto, l'euro), ma nostra: perché siamo corrotti e inadeguati. E quindi, prosegue il ragionamento, se mai riprendessimo in mano il nostro destino, non potremmo che fare disastri, come negli anni '70 (dei quali, quindi, occorre dare una rappresentazione a tinte il più possibile fosche).

Ma chi vuole raccontare questa storia, per privarvi del vostro futuro e della democrazia, un problemino ce l'ha, e avete capito qual è: deve mentirvi. Nel 1977 la disoccupazione era al 7% e non al 12%, e i motivi li sa chiunque abbia passato un triennio di economia.

Cari giovani e non, procurarsi i dati e imparare a leggerli è una grande seccatura. L'alternativa è una vita da schiavi. E chi sono io per dirvi cosa scegliere? Fate voi. Per quel che riguarda me, avrò sempre grosse difficoltà a convincermi della bontà di argomenti che devono essere sostenuti ricorrendo alla menzogna. Gli esempi in questo blog non sono mancati, e certo non mancheranno.


3. LA DISOCCUPAZIONE IN ITALIA È PASSATA A DUE CIFRE NEL 1985
Alberto Bagnai per il suo blog, "Goofynomics" - http://goofynomics.blogspot.it/2013/07/58-anni-di-disoccupazione-in-italia.html


Brevi commenti. La disoccupazione, in Italia, è passata "a due cifre" nel 1985 (i "terribili" anni '70 erano finiti da un lustro, salvo errore), e ci è rimasta fino al 2000, raggiungendo un massimo pari al 12% nel biennio 1988-89. La discesa della disoccupazione si fa evidente dal 1998, anno nel quale cominciano ad avvertirsi gli effetti del discusso pacchetto Treu (al quale oggi si tende ad imputare almeno in parte il calo della produttività del lavoro e quindi il declino dell'economia italiana, come ho argomentato qui e come è stato discusso in questo e in altri seminari). Notate che per raddoppiare dal 6% al 12%, il tasso di disoccupazione, nei "terribili" anni '70, impiegò 17 anni (dal 1972 al 1988). Nell'attuale regime (monetario) europeo ce ne sono voluti solo 7 (dal 2007 al 2013).

 

 

Ferruccio de Bortoli Paolo Mieli Scott Jovane e Laura Donnini, amministratore delegato di RCS Libri.angi42 ferruccio de bortoli alf dellerariotasso di disoccupazione in italia negli ultimi cinquantotto anni di alberto bagnai PRIMA PAGINA GIORNALE DUE APRILE DUEMILAQUATTORDICI PRIMA PAGINA DEL CORRIERE TANTI DISOCCUPATI COME NEL SETTANTASETTE ALBERTO BAGNAI

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…