astensione

IL PROBLEMA NON È IL REFERENDUM IN SÉ, MA LA DISTANZA DELLA POLITICA DAI CITTADINI – ALESSANDRA GHISLERI: “I CITTADINI VIVONO NELL'INCERTEZZA COME DEI TOPOLINI IN UN LABIRINTO SENZA INDICAZIONI DI USCITA; E DESIDERANO CREDERE NELLA "SPERANZA" DI UNA NUOVA PIANIFICAZIONE CHE LI COINVOLGA E PERMETTA LORO DI ORGANIZZARSI NELLA RICERCA DI UN BENESSERE, NON SOLO ECONOMICO”. ECCO PERCHÉ PREFERISCONO I CANDIDATI CIVICI E CONFERMANO GLI AMMINISTRATORI USCENTI: LE PERSONE RIESCONO A VALUTARE I SINDACI IN BASE AL LORO OPERATO, E VOTANO DI CONSEGUENZA…

Alessandra Ghisleri per “la Stampa”

 

alessandra ghisleri foto di bacco (2)

Perdere, si sa, fa male. E in questa tornata elettorale amministrativa, pur avendo interessato poco meno di 1 cittadino su 5 (8.831.743 cittadini maggiorenni erano chiamati a rinnovare le proprie amministrazioni comunali, fonte Ministero dell'Interno) solo 1 cittadino su 10 a livello nazionale si è recato ai seggi per esprimere le proprie preferenze (in totale i votanti alle amministrative sono stati circa 4,8 milioni).

 

Vedendo questi numeri ci si rende subito conto che chi ha perso realmente è la presenza, o meglio la volontà di voler partecipare alla vita pubblica e di dichiarare la propria scelta. E se si confrontano i dati dell'affluenza alle amministrative con quella ai referendum il rapporto è ancora più impietoso.

astensione

 

In tutti i principali centri in cui si è votato per l'elezione del sindaco, l'affluenza al concomitante referendum è stata inferiore rispetto all'afflusso per le amministrative, fino anche a meno 8 punti percentuali come a Cuneo e Catanzaro. Sicuramente in questi centri la partecipazione al referendum è stata più alta che nel resto d'Italia, tuttavia sempre in minore misura rispetto alle schede richieste per l'elezione del sindaco e del consiglio comunale.

 

referendum sulla giustizia 9

Se ne deduce che, laddove si è votato per il rinnovo del sindaco, in molti hanno rifiutato le schede referendarie. La media stimata per coloro che nei grandi Comuni avevano diritto ad entrambe le votazioni ci dice che il 4,91% ha rifiutato di votare al referendum.

 

Sicuramente le tematiche dei quesiti referendari erano complesse (18,0%) e poco intriganti (13, 2%); e forse qualcuno non ne ha apprezzato politicamente i promotori (13,6%). Tuttavia, analizzando le risposte di chi ha scelto di non esprimere il suo voto al referendum, al di là di coloro che, convinti che il quorum non si sarebbe raggiunto non si sono preoccupati di andare a votare (9,9%), il 16,8% non si è manifestato perché persuaso che non sarebbe cambiato nulla con il proprio voto.

 

referendum sulla giustizia

Il 3,9% ritiene il referendum un metodo "passato", mentre il 6,3% è scontento di non aver potuto partecipare ad un voto per l'eutanasia e la cannabis, sicuramente temi più facili, toccanti e coinvolgenti.

 

Il 37,0% dell'opinione pubblica dichiara che se i quesiti risultano complicati lo strumento del referendum può diventare un inutile spreco di denaro. Un cittadino su 5 (20,5%) lo ritiene ancora un utile strumento di democrazia, mentre per il 21,7% potrebbe diventare utile eliminare il quorum per favorire una maggiore partecipazione popolare.

 

tweet sul flop del referendum sulla giustizia 3

Il problema non è di natura informativa, non si può equivocare, ma comportamentale. Non è che avendo fornito maggiori indicazioni si sarebbe avuto un migliore risultato. Per modificare i convincimenti e le nostre "cattive" abitudini occorre che la spinta sia quella giusta. Ma veramente possiamo illuderci che la maggior parte dei cittadini avrebbe potuto votare per questi referendum convinta che il raggiungimento del quorum avrebbe potuto migliorare la loro vita?

 

Siamo esseri umani rilegati nel nostro piccolo mondo, con le emozioni e i sentimenti relativi a tutto ciò che entra in rapporto con noi. Ebbene se la politica non riesce a penetrare questi universi non ottiene buoni risultati. Oggi i cittadini vivono nell'incertezza - non solo economica - individuandosi come dei topolini in un labirinto senza indicazioni di uscita; e per alleggerire la loro pena desiderano credere nella "speranza" di una nuova pianificazione che li coinvolga e permetta loro di organizzarsi nella ricerca di un benessere, non solo economico.

 

ASTENSIONE

Dal punto di osservazione dell'opinione pubblica il voto di domenica non ha messo in difficoltà il governo (65,2%). Tuttavia ha imposto delle riflessioni importanti per i partiti e la loro classe dirigente. La riconferma di molti sindaci o quanto meno di amministratori di giunte "uscenti", la vittoria al primo turno di molti candidati civici "prestati alla politica" e la forza in termini elettorali delle liste civiche legate al candidato hanno già proposto delle importanti indicazioni.

 

Un candidato sindaco nel momento della sua campagna elettorale è obbligato a raccontare il suo percorso passato, se è in rinnovo, e il suo cammino futuro per i prossimi anni. Non si possono fare promesse vacue e prive di fondamento perché i cittadini riescono a toccare con mano le sue dichiarazioni e possono giudicare il suo operato vivendo nel pieno di quell'universo.

ASTENSIONE

 

Non l'espressione di semplici desideri, ma un cammino definito e scadenzato per i prossimi anni. Non c'è nulla di più politico che occuparsi della gente e dei suoi bisogni. Questa breve campagna elettorale ci ha fatto sentire il "profumo" di quello che sarà il futuro dibattito politico che ci accompagnerà da qui al prossimo anno.

 

L'effetto di questa tornata elettorale lo si è già registrato in queste prime intenzioni di "post-voto" dove ancora una volta si vedono confermate le tendenze in crescita di Fratelli d'Italia e Pd con le contemporanee difficoltà vissute dai loro principali alleati e, ancora stabile e solido quel "terzo polo" imperniato su Calenda e Renzi in cerca di una via o forse di una sponda. Il futuro politico non può che partire da qui: dal fatto che i cittadini sono alla ricerca del loro sindaco d'Italia.

REFERENDUM SULLA GIUSTIZIA BY MACONDO referendum sulla giustizia 6 ASTENSIONE

Ultimi Dagoreport

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...