paul singer elliott vivendi bollore

PER UN PUGNO DI MOSCHE – BOLLORE’ RISCHIA DI PERDERE (MALE) LA GUERRA TELEFONICA E NON AVERE NEMMENO UN UOMO NEL CDA DI TIM – IL COLLEGIO SINDACALE DA’ IL VIA LIBERA AI CONSIGLIERI TARGATI ELLIOT – PERCHE' TELECOM HA PAGATO BEN 100 MILIONI A VIVENDI-HAVAS PER L’ACQUISTO DI “BENI E SERVIZI”?

 

Rosario Dimito per il Messaggero

 

vincent bollore

Mentre la grande partita contenuti-tlc si arricchisce di un ulteriore tassello con Fox disposta a cedere Sky News al gruppo Disney nel tentativo di superare le riserve dell’Antitrust nella conquista di Sky, Tim subisce un nuovo colpo dal collegio sindacale: in anticipo rispetto alla riunione del 9 aprile, il cda integra l’ordine del giorno dell’assemblea del 24 aprile con la nomina dei sei consiglieri chiesta da Elliott, messa subito dopo la revoca dei consiglieri di Vivendi. Al terzo punto c’è la conferma di Amos Genish.

 

paul singer

Ieri sono state pubblicate le motivazioni che hanno indotto i sindaci a obbligare il cda Tim a integrare i lavori dell’assise che si terrà a Rozzano con la nomina di Fulvio Conti, Luigi Gubitosi, Massimo Ferrari, Paola Giannotti, Dante Roscini e Rocco Sabelli.

 

I sindaci, corroborati da un parere legale indipendente, sostengono che «non appare inutile né con oggetto impossibile (oltreché ovviamente non illecita)» la richiesta del fondo, nonostante il 22 marzo i consiglieri di Vivendi si siano dimessi, con efficacia il 24 aprile stesso, per far decadere il cda e rinominarlo con una nuova assemblea il 4 maggio.

 

franco bernabe

Contestualmente, è stata pubblicata una lettera inviata a Consob dal fondo Usa che giudica le dimissioni dei sette consiglieri Vivendi «manifestamente abusive in quanto finalizzate ad impedire l’esercizio del diritto di voto degli azionisti Telecom sulle proposte oggetto di integrazione».

 

L’APPUNTO GILIBERTI TRISCORNIA

fulvio conti

 

 

In un corposo appunto predisposto dallo Studio Giliberti Triscornia e Associati, che assiste Elliott, si legge che se l’assemblea del 24 aprile accoglierà le proposte del fondo Usa il cda «sarà legittimamente ricostituito a tutti gli effetti, senza che la clausola 9.10 dello statuto (prevede il decadimento dell’intero cda ”ogni qualvolta la maggioranza dei componenti del cda venga meno per qualsiasi causa o ragione”, ndr) abbia alcun residuo spazio di applicazione». «Per effetto della ”sospensione ex lege”» delle dimissioni dei consiglieri Tim, l’assemblea del 24 aprile «resta competente e legittimata a votare su revoca e sostituzione degli amministratori che, ancorché già dimissionari, non sono ancora cessati dall’ufficio».

 

AMOS GENISH

 

 

Secondo i legali, nell’ipotesi in cui passasse la proposta di Elliott, il cda sarà dunque composto da 6 nuovi consiglieri di fresca nomina assembleare, cinque consiglieri indicati dai fondi e Amos Genish ove l’assemblea abbia votato a favore della sua nomina.

 

Resterà al nuovo cda la «piena facoltà di procedere anche alla cooptazione di due nuovi consiglieri per ricomporre a 15 il numero determinato dall’assemblea 2017». «Si tratta - sostengono gli avvocati - di un percorso che, tramite nomina assembleare, ricostituirebbe una maggioranza consiliare eletta dai soci e rimuoverebbe dunque le condizioni che rendono invocabile la clausola (cessazione della maggioranza dei componenti il cda) prima che si fosse verificata un’effettiva cessazione della maggioranza degli amministratori».

 

franco bernabe

Il risultato potrebbe essere quindi un cda senza neppure un esponente di Vivendi se non, qualora rimanesse, l’ad Genish e, naturalmente, Franco Bernabè. Dal bilancio depositato per assemblea si apprende poi che nel corso del 2017 Tim ha pagato al gruppo Vivendi 100 milioni per l’acquisto di beni e servizi, la gran parte dei quali fatturati da Havas, la controllata attiva nella comunicazione guidata dal figlio di Vincent Bolloré, Yannick, a cui Tim si è affidata per le sue campagne pubblicitarie».

 

cyrill vincent e yannick bollore

Altri 9 milioni pagati a Vivendi per l’«acquisto di contenuti digitali musicali e televisivi e fornitura di giochi cloud». Il mandato ad Havas è stato indicato da Elliott come uno degli esempi di conflitto di interessi della gestione Vivendi. Ora i riflettori sono puntati sul cda di Tim del 9 aprile: non è escluso un ricorso di urgenza ex articolo 700 del codice di procedura civile contro la decisione del collegio sindacale

 

Ultimi Dagoreport

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?

matteo piantedosi khalifa haftar giovanni caravelli

FOLLOW THE MONEY! - DIETRO AL RESPINGIMENTO DI PIANTEDOSI IN LIBIA, PROBABILMENTE, CI SAREBBE IL VIL DENARO! SADDAM HAFTAR, FIGLIO DEL GENERALISSIMO KHALIFA E GOVERNANTE DI FATTO DELLA CIRENAICA, AVREBBE CHIESTO ALL'ITALIA UN SOSTEGNO ECONOMICO PER "GESTIRE" I MIGRANTI (TENERLI IN GABBIA SENZA FARLI PARTIRE), COME QUELLO CHE ROMA CONCEDE AL GOVERNO DI TRIPOLI - L'AISE DI CARAVELLI, CHE HA OTTIMI RAPPORTI CON HAFTAR JR, TANTO DA AVERLO PORTATO IN ITALIA PER UN TOUR DEI MINISTERI (UN MESE FA HA INCONTRATO PIANTEDOSI, CROSETTO E TAJANI), HA CONTATTATO GLI 007 DI GRECIA E MALTA, PER CHIEDERE DI CONDIVIDERE L'ESBORSO. QUELLI HANNO RISPOSTO "NO, GRAZIE" - E COSÌ, È PARTITA LA "RITORSIONE" DEGLI HAFTAR, CHE HANNO ORGANIZZATO LA TRAPPOLA PER LA DELEGAZIONE EUROPEA (COMPOSTA OLTRE A PIANTEDOSI DAI MINISTRI DI GRECIA E MALTA)