coca cola

RUTTO LIBERO (DI ESPATRIARE) - MI HAI MESSO LA SUGAR TAX? E IO ME NE VADO IN ALBANIA. LA COCA-COLA TAGLIA LA PRODUZIONE IN SICILIA DOPO LA MISURA DEL GOVERNO GIALLO-ROSSO CHE COLPISCE CHI PRODUCE BIBITE ZUCCHERINE. LA SIBEG DI CATANIA ANNUNCIA ESUBERI PER 151 PERSONE

Micaela Cappellini per www.ilsole24ore.com

 

COCA COLA

Nei giorni delle proteste dell’industria delle bevande zuccherate si è arrivati a parlare di blocco dei nuovi investimenti in Italia, oppure di riduzione della produzione, per colpa della sugar tax. Ma di delocalizzazione “vecchia maniera”, in un Paese emergente, è la prima volta. Eppure, è proprio questo che si sono sentiti dire i 350 lavoratori della Sibeg di Catania, di proprietà della famiglia Busi, che da oltre cinquant’anni produce, imbottiglia e distribuisce le bibite del marchio Coca Cola. 

 

Allo stabilimento i sindacati sono stati convocati prima di Natale, racconta Tonino Russo, segretario generale della Flai Cgil Sicilia: «Inizialmente la proprietà ci ha quantificato in una ventina di milioni di euro l’aggravio dei costi dovuti alla nuova tassa e per questo motivo ha avanzato una richiesta di esuberi pari al 40% dei lavoratori, cioè 151 persone». Gli annunci successivi, però, hanno preso una piega ancora peggiore, con il management che minacciava di spostare in Albania tutti gli investimenti che erano stati pianificati per Catania. Non solo gli esuberi, dunque, ma anche il trasferimento all’estero di una parte della produzione.

 

coca cola

A Tirana, in verità, la Sibeg possiede già da tempo uno stabilimento per l’imbottigliamento della Coca Cola. Il che rende la minaccia della delocalizzazione ancora più concretamente attuabile. La famiglia Busi, proprietaria del gruppo, lo ha fondato 25 anni fa e le sue linee oggi sfornano circa 10 milioni di casse all’anno - contro i 27 milioni di casse prodotte a Catania - per un fatturato di 35 milioni di euro all’anno. Le due realtà, quella catanese e quella di Tirana, sono talmente legate che la presidentessa della Sibeg, Maria Cristina Elmi Busi, è allo stesso tempo vicepresidentessa di Confindustria Catania e di Confindustria Albania.

 

Finite le feste, in Sicilia le parti sociali si sono incontrate di nuovo. E ieri, in un comunicato congiunto, sindacati e azienda hanno chiesto un tavolo al premier Giuseppe Conte per vedere se esistono compensazioni in grado di attutire il colpo. Un abbassamento dell’Iva, per esempio, che sulle bevande gassate è al 22% anziché al 10. Ma qualsiasi rimodulazione del piano industriale, fanno sapere dalla Sibeg, non potrà prescindere dal riposizionamento dei costi alla luce delle nuove imposte. Che a conti fatti incidono ben 18 milioni di euro, su un fatturato dell’azienda pari a 115 milioni di euro: 16 milioni in più all’anno calcolati per la sugar tax, e 2 milioni per la plastic tax.

coca cola 1

 

In Albania, oggi, il gruppo Sibeg impiega 330 dipendenti, più o meno lo stesso numero di quelli di Catania. «Con una differenza - spiega l’amministratore delegato Luca Busi - che a Tirana paghiamo soltanto una flat tax del 15%, mentre in Italia la tassazione complessiva sulle aziende ormai supera il 60%. Per questo ho deciso di spostare a Tirana i due investimenti che avevo previsto di fare sullo stabilimento siciliano da qui a tre anni: quello per la linea di produzione dei formati piccoli e quello per l’imbottigliamento asettico». Significa che, per questi due segmenti di prodotto, quando le linee saranno pronte anche l’Italia verrà servita dall’Albania. «L’impianto di Catania rimarrà, certo, ma depotenziato - dice Busi - e per questo dobbiamo ringraziare la sugar e la plastic tax».

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…