LA SANA PROVINCIA VENETA - POPOLARE DI VICENZA E VENETO BANCA CHIEDONO IL SALVATAGGIO DELLO STATO - L'OPERAZIONE DI SISTEMA DEL FONDO ATLANTE È STATA UN FLOP BRUCIANTE, E ORA LA BCE VUOLE AUMENTI DI CAPITALE LACRIME E SANGUE (TANTO PAGA L'ERARIO) - ECCO LA LISTA DEI GRANDI DEBITORI DI POP.VICENZA, CHE HANNO RICEVUTO CENTINAIA MILIONI DA ZONIN E NON LI HANNO MAI RESTITUITI. DA ZAMPARINI A TIRRENIA

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1. BANCHE VENETE, CORSA AL SALVATAGGIO «CHIEDIAMO SUBITO L' AIUTO DI STATO»

Fausta Chiesa e Fabrizio Massaro per il ''Corriere della Sera''

 

L' ufficialità è arrivata ieri in serata: Popolare di Vicenza e Veneto Banca hanno chiesto l' aiuto dello Stato per salvarsi.

ALESSANDRO PENATI ALESSANDRO PENATI

«Per andare avanti con la fusione e unitamente a un intervento di rafforzamento patrimoniale» i due istituti hanno comunicato a Tesoro, Banca d' Italia e Bce «l' intenzione di accedere al sostegno finanziario straordinario e temporaneo» dello Stato «nell' ambito delle modalità di reperimento dei capitali necessari». Insomma: cercheremo capitali privati - cioè quelli del Fondo Atlante, ammesso che li versi - ma ci servono anche i soldi pubblici.

 

Il Tesoro interverrebbe utilizzando parte dei 20 miliardi messi a disposizione con il decreto salva-risparmio del 22 dicembre emesso in occasione del salvataggio del Montepaschi. Così come per Mps, la misura richiederà la conversione in azioni dei bond subordinati, pari a 1,2 miliardi, di cui circa 200 milioni in mano ai risparmiatori. È il «burden sharing», la condivisione degli oneri.

 

fabrizio viola fabrizio viola

Adesso partirà la procedura di fissazione del capitale. Secondo alcune indiscrezioni, a PopVi e Veneto Banca servono circa 5 miliardi di euro. Ma l' ultima parola spetterà nei prossimi giorni alla Vigilanza unica guidata da Daniéle Nouy. Ma innanzitutto sarà necessario che la «ricapitalizzazione precauzionale» - in quanto eccezione al «bail in», cioè alla risoluzione - venga autorizzata dalle autorità.

 

Su questo il confronto tra Roma, Bruxelles e Francoforte è ancora in corso e ad oggi non v' è certezza che l' eccezione sarà concessa. Martedì ci sarà un incontro a Bruxelles tra il ministro dell' Economia, Pier Carlo Padoan, e la commissaria Ue alla Concorrenza, Margrethe Vestager, responsabile per gli aiuti di Stato. C' è già sul tavolo la partita Mps, ora si aggiunge il doppio dossier veneto. Ma l' alternativa sarebbe drammatica: il bail in potrebbe coinvolgere anche i creditori senior. Le due banche comunque avrebbero i requisiti minimi per accedere alla misura straordinaria, tra quali l' aver fallito lo stress test 2016 solo nello scenario «avverso».

 

PADOAN GENTILONI1 PADOAN GENTILONI1

L' entità del fabbisogno di capitale dipenderà anche dall' esito della transazione con gli azionisti: misura fondamentale per alleggerire i bilanci dagli enormi rischi legali, stimati in circa 4 miliardi, per la presunta truffa sul prezzo di vendita dei titoli: l' offerta termina mercoledì 22 ed è condizionata all' 80% di adesioni, anche se potrebbe bastare una soglia più bassa. A oggi per PopVi le adesioni sono pari al 49,6% delle azioni, per Veneto al 54%. Gli ultimi giorni saranno decisivi: anche sabato le filiali resteranno aperte.

 

cristiano carrus cristiano carrus

Appena due giorni fa gli istituti guidati da Fabrizio Viola e Cristiano Carrus avevano inviato in Bce le risposte sui piani industriali «stand alone» sulla base di un aumento di capitale tutto privato, che adesso però è considerato impraticabile. Resta da capire quale sarà l' atteggiamento del socio al 99%, il Fondo Atlante, che dopo i 2,5 miliardi della scorsa estate ha versato a dicembre un ulteriore miliardo e adesso ha in cassa ancora 1,7 miliardi , che però sono utilizzabili solo per l' acquisto di crediti in sofferenza (npl) e non per nuovi investimenti nelle banche. La linea degli sottoscrittori di Atlante 2 non è chiara. Potrebbe profilarsi una soluzione mista Atlante-Stato.

 

Ma la condizione posta dal fondo gestito da Quaestio sgr sarebbe di restare in maggioranza. Intanto l' agenzia Fitch ha declassato il rating di PopVi a lungo termine da B- a CCC, e quello a breve da B a C. Significa «rischio di default»

 

 

2. ECCO I GRANDI DEBITORI DELLA POPOLARE DI VICENZA

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ZAMPARINI ZAMPARINI

Molte società immobiliari, tantissime in liquidazione, oltre un terzo hanno sede a Nordest. «La7» ha scoperto il vaso di Pandora dei grandi debitori della Popolare di Vicenza. La lista dei primi trenta insolventi è diventata pubblica e popolare come la banca che oggi paga il conto di un credito facile affidato a chi, forse, non aveva le carte in regola, o meglio il rating, per riceverlo. La conseguenza è un buco da 542 milioni e i tempi di recupero, con le procedure fallimentari in corso, non si prospettano brevi. Nè è oggi certo il rientro.

 

Il debito più grosso della Bpvi è di 57,8 milioni in capo a Monte Mare Grado Srl società di Maurizio Zamparini, imprenditore e immobiliarista friulano presidente del Palermo e prima ancora del Venezia Calcio. Quei 57 milioni dovevano finanziare un villaggio turistico nell’ex Valle Cavarera di Grado sfumato nel 2013. Gli enti locali - si era difeso Zamparini - hanno ritardato l’iter, danneggiando gli investitori. Ora ci rimette Bpvi.

 

francesco caltagirone bellavista francesco caltagirone bellavista

Al quarto posto degli insolventi c’è la Capiterlina, gruppo Lch con 29,5 milioni di Thiene che produce laterizi. Fa parte del gruppo vicentino Stabila in amministrazione straordinaria dal 2015. In liquidazione anche la Compagnia Sviluppo immobiliare di Paese (Tv) debitrice per 19,7 milioni. Nelle carte del Tribunale, Bpvi siede nel comitato creditori.

 

Tra le storie più curiose e forse anche irrecuperabili c’è il debito di 19 milioni dell’Hotel Dolomiti Srl, società titolare dell’omonimo albergo a Cortina. L’imprenditore emiliano titolare, indagato per bancarotta farudolenta, è finito nel mirino della Finanza per aver trasferito in Paesi offshore il denaro sottratto ai creditori dal fallimento.

 

Non va meglio se si guarda dietro al debito da 8 milioni di Aeroterminal Venezia Spa visto che il Tribunale di Trento ha condannato per bancarotta fraudolenta nel 2010 i due fratelli titolari, Arrigo e Ugo Poletti, accusati di appropriazione indebita di 45 milioni dalle casse della società proprietaria di 20 ettari vicino all’aeroporto di Venezia.

 

Potrebbe chiudersi meglio, per la Bpvi, il debito da 13 milioni della Consta, il colosso padovano delle costruzioni che fu di Graziano Debellini. La società aveva firmato una maxi-commessa milionaria per ristrutturare la storica ferrovia d’Etiopia finita poi in un braccio di ferro con il governo etiope. Solo nel 2016 si è pronunciata la Corte internazionale di Giustizia condannando l’Etiopia al risarcimento di un danno da 20 milioni. Ma la Consta è fallita, tranne un ramo d’azienda affittato dalla Sertec dei Mantovani. Con l’asta degli immobili quest’anno dovrebbero rientrare a Bpvi 4,5 milioni, altri 6 sono legati al recupero del credito etiope. Resterebbe quindi, se tutto va bene un buco da 2,5 milioni circa.

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Tra i debitori più noti anche l’ex compagnia statale Tirrenia Navigazione, la Acqua Marcia (17,3 milioni) di Francesco Bellavista Caltagirone che risulterebbe insolvente per 50 milioni anche con Veneto Banca.

Nella parte bassa della classifica dei demeriti c’è perfino un istituto superiore: il Cardinal Baronio di Vicenza. La scuola deve a Bpvi 11,5 milioni.

 

 

 

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