tim open fiber

SI SGONFIA LA RETE - LA PROPOSTA DI SPACCARE TIM IN DUE SOCIETÀ NON PIACE AD ALCUNI ANALISTI: “CI SONO RISCHI COMPETITIVI E DI EXECUTION SU UN PIANO DI SPIN-OFF” - L'ULTIMO A DIRE “NO” AD UNA RETE CONTROLLATA DAL GRUPPO È STATO IL VICEMINISTRO DELLO SVILUPPO, STEFANO BUFFAGNI - DELRIO APPOGGIA I CINQUESTELLE: “TUTTE LE RETI DEVONO ESSERE PUBBLICHE E TIM NON PUÒ FARE DA SOLA…”

1 - RETE UNICA, SUBITO BOCCIATA IN PIAZZA AFFARI LA PROPOSTA DI SPACCARE TIM IN DUE SOCIETÀ

L. Ram. per “il Messaggero”

 

SIMONE VALENTE STEFANO BUFFAGNI

Una scissione di Tim con la società della rete da una parte e quella dei servizi dall'altra. È l'ultima ipotesi rilanciata nell'ambito del dibattito sulla rete unica per portare la fibra nelle case di tutti gli italiani. Un'idea non nuova, che rispolvera un vecchio progetto e che costituirebbe un cambio di rotta radicale rispetto al percorso che Tim sta invece cercando di finalizzare con la creazione di FiberCop, sulla quale però non c'è ancora la convergenza di tutto il governo, soprattutto sul tema del controllo che l'ad Luigi Gubitosi ritiene debba spettare a Tim. Anzi, a pochi giorni dal 31 agosto indicato quale deadline per il progetto FiberCop, è in pieno svolgimento un braccio di ferro che vede i due partiti di governo, Pd e M5S, spaccati anche al loro interno.

luigi gubitosi foto di bacco

 

GUBITOSI NON SI FERMA

L'ultimo a dire «no» ad una rete controllata da Tim è stato il viceministro dello Sviluppo, Stefano Buffagni. «È un progetto parziale no, limitato sia in termini di perimetro della rete conferite sia in termini di tecnologia utilizzata», ha osservato il parlamentare grillino ricalcando posizioni espresse più volte dai vertici di Open Fiber sulla necessità di mantenere verticalmente integrata la nuova società. Secondo Buffagni, sulla cui competenza in materia è però lecito nutrire non pochi dubbi, il progetto di Tim «non risulta idoneo a cogliere le sfide tecnologiche» del paese.

 

IL VIDEO DI BEPPE GRILLO SULLA RETE UNICA

Di qui il rilancio dell'ipotesi di una scissione, con da una parte la rete e dall'altra i servizi. Il progetto di scissione era stato studiato già qualche anno fa ed è stato riproposto nei giorni scorsi da Beppe Grillo, che ha tratteggiato l'idea di una rete unica partendo da Tim ma con Cassa depositi e prestiti come primo azionista e un progetto che preveda appunto di dividere in due la società, con le infrastrutture tutte da una parte e i servizi dall'altra. La posizione di Tim, però, resta immutata: il gruppo vuole fare la rete unica, ma mantenendone il controllo, «pronti ad andare avanti con o senza Open Fiber».

open fiber fibra ottica

 

E' superfluo aggiungere che sul governo sta crescendo il pressing della politica a fare presto, con la Lega che evidenzia «l'ennesima spaccatura» in seno all'esecutivo. Intanto si avvicina la data del 31 agosto, quando il cda di Tim si riunirà per deliberare sulla creazione di FiberCop. In quell'occasione si valuterà se si è arrivati ad una «convergenza su come questa operazione possa confluire nel disegno più ampio di rete unica». Nel frattempo Tim ha fatto sapere di aver presentato la propria posizione a Cdp e di essere in attesa di una risposta.

 

open fiber fibra ottica

«Apprezziamo la posizione costruttiva del governo nei confronti della società anche se pensiamo che sarebbe preferibile seguire un percorso per gradi, che porti fin da subito a condividere la rete fissa (in un veicolo con una governance condivisa tra Tim e Cdp) per poi valutare successivamente gli step successivi», commentano gli analisti di Equita, che vedono invece «rischi competitivi e di execution su un piano di spin-off della rete». Un sentimento molto diffuso in Piazza Affari.

 

2 - DELRIO "TUTTE LE RETI DEVONO ESSERE PUBBLICHE TIM NON PUÒ FARE DA SOLA"

Estratto dell’articolo di Conchita Sannino per “la Repubblica”

 

«La banda larga? Spero che di tutto questo, intanto, si possa discutere in Parlamento. Com' è giusto che sia. Per me, la nuova società non può essere controllata da un privato. Sono princìpi importanti, io non ho cambiato idea, non c'entrano governi o alleanze, è sempre stata questa la mia posizione».

GRAZIANO DELRIO

 

Presidente Delrio, anche lei quindi pensa che la Rete unica non debba essere in mano a un azionista verticalmente integrato.

«Ma sì. Io pensavo sei anni fa e continuo a ritenere oggi che le reti principali, specialmente quelle su cui viaggiano i dati sensibili, devono essere di proprietà e di pertinenza dello Stato».  […] Io continuo a rimanere dell'idea che lo Stato deve avere il controllo completo della rete».

 

Quindi niente mano libera a chi, come Tim, essendo già operatore di servizi, diventi anche operatore e controllore della Rete.

«Ecco. Non può esserci il controllo da parte dell'operatore verticalmente integrato. Ma questo lo dimostra anche l'esperienza sulle reti infrastrutturali. La rete ferroviaria deve essere, per varie questioni, di pertinenza e proprietà dello Stato».

 

roberto gualtieri

Ma il 31 agosto dovrebbe nascere questa nuova società.

«Che questa società possa avere il 90 per cento di pubblico e il 10 di privato, ok. Ma ripeto, le reti, specie quelle dover scorrono dati sensibili, devono restare in mano allo Stato».

 

E come la mette col ministro del suo partito, Gualtieri, che appare molto meno netto su questo punto?

«Adesso discuteremo con il ministro Gualtieri, vedremo. Certo che io vorrei che parlassimo anche in Parlamento di tutto questo». […]

Ultimi Dagoreport

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…