halo infinite

DAGOGAMES BY FEDERICO ERCOLE - IL TRIONFALE E AVVENTUROSO RITORNO DI MASTER CHIEF, MAI COSÌ IN FORMA NEL SUO VERDE ESOSCHELETRO DA BATTAGLIA DAI TEMPI DI HALO 3. LA CAMPAGNA DI HALO INFINITE DILUISCE LA FRENESIA MARZIALE DELLO “SPARATUTTO” NELLA QUIETE RIFLESSIVA DELL’ESPLORAZIONE LIBERA, ALIMENTANDO LA QUALITÀ ROMANZESCA DEL VIDEOGIOCO E DELLA SUA FANTASCIENZA… - VIDEO

 

 

Federico Ercole per Dagospia

 

halo

La fantascienza di Halo compone un immaginario vasto e multimediale, espandendosi, dal primo videogame per XBox del 2001, verso i fumetti, la televisione e la letteratura con innumerevoli romanzi, tre dei quali vantano la firma di un veterano della sci-fi come Greg Bear, pluripremiato autore di Egira e La Musica del Sangue. 

 

halo infinite 1

Si tratta di una fantascienza complessa da decifrare nella sua integralità, proprio perché disseminata e rarefatta in così tante opere differenti, talvolta illuminata da preziose intuizioni, altre più pedissequa, poiché limitata a riciclare senza imprudenze le invenzioni di cinquant’anni di letteratura.

 

halo infinite 3

Tuttavia, almeno nei videogiochi e senza dubbio fino al terzo episodio, la narrazione di Halo permane sempre ispirata e potente, emancipando i titoli dalla dimensione di (eccellenti) “sparatutto” per elevarli alla mitologia di un’avventura galattica in soggettiva, sia se esperita in singolo che se condivisa con il suo articolato multiplayer. 

 

halo infinite 4

Dopo la defezione di Bungie Studios, responsabile dell’invenzione di Halo, la serie è decaduta in maniera progressiva e implacabile, senza scadere mai nel brutto, ma smarrendo quell’alone di eccellenza e fantascientifica straordinarietà della quale era circonfusa, divenendo così la stella di XBox come Mario lo è per Nintendo. 

 

halo infinite 5

Un’aureola smarrita dunque, ma solo fino ad oggi; perché malgrado le premesse non certo rosee e i tetri presagi, il nuovo Halo Infinite per la famiglia XBox e Microsoft Windows si è rivelato una sorpresa, un videogame in grado di ripristinare le emozioni ludiche, le estasi fantascientifiche e il sentimento eroico di dolore e grandezza che latitavano (almeno nella modalità “storia”) o solo si intravedevano in ore di noia da quasi quindici anni. 

halo infinite 6

 

NELLA CORAZZA DI MASTER CHIEF

Scrivo qui solo della campagna per giocatore solitario di Halo Infinite già oltremodo ricca, non avendo esperito le modalità in multiplayer perché non mi interessano. Ah, dice l’integralista, ma Halo è soprattutto multiplayer! Non è vero, e Halo Infinite lo dimostra. 

 

Torniamo ad indossare, con gaudio e senso di onnipotenza astrale, l’esoscheletro da combattimento detto Myolnir ( il martello di Thor) dello Spartan John-117, meglio noto come Master Chief. 

halo infinite 7

 

C’è un lungo e riuscito preludio non interattivo nel quale un solitario e triste pilota spaziale ritrova Master Chief vagante da mesi nello spazio dopo essere stato sconfitto da un brutale primate degli Esiliati.

 

halo infinite 8

Dopo un segmento di gioco più convenzionale ma durante il quale già si intuiscono le potenzialità non solo ludiche di quest’ultimo episodio, ecco che si atterra sul pianeta ad anello di Zeta Halo, dove la ritmica del gioco cambia in maniera drastica, allentandosi nella relativa libertà esplorativa di un “open-world”.

 

Esploriamo quindi un mondo che ci consente spazi di quiete tra le sparatorie dinamiche ma non troppo indiavolate e quindi strategiche e spettacolari, esplorando ampli spazi montani e forestali segmentati dalle cubiche geometrie di ancestrali architetture e dai nuovi avamposti degli Esiliati invasori. 

halo infinite 9

 

Possiamo viaggiare a piedi, inerpicandovi con l’aiuto di un preziosissimo rampino, o sfruttando una tra le numerose vetture avveniristiche disponibili. I momenti di pura esplorazione, di stasi, osservazione e scoperta, alimentano l’epica dell’azione combattiva senza diluire il sentimento di disperata urgenza che muove Master Chief. 

 

halo infinite 10

Ci sono tante missioni secondarie, simili eppure affascinanti, da alternare all’avventura principale: eliminare i pezzi grossi degli Esiliati, sgomberare dagli invasori le basi di atterraggio, liberare i prigionieri. La narrazione è valida anche durante queste missioni opzionali, soprattutto quando illustra nemici davvero malvagi, trasformando l’impresa secondaria in categorica.

halo infinite 11

 

Non c’è quindi noia, non c’è lo stress di uno “sparatutto” perpetuo, ma un’alternanza dosata ad arte tra quiete e frenesia, romanzesca.

 

DISTRUZIONE E SENTIMENTO

C’è una dialettica quasi costante in Halo Infinite, tra l’austerità marziale di Master Chief, l’umanità del pilota Echo 216 e l’intelligenza artificiale di una brillante neo-Cortana. Questo dialogo favorisce l’identificazione con Master Chief, rendendolo più possibile e vero, più essere umano e meno armatura.

 

halo infinite 12

Inoltre i nemici si esprimono molto, manifestando non solo violenza e brutale velleità di trionfo, ma paura, evitando così di sembrare le bidimensionali sagome di un poligono da tiro virtuale.

 

La colonna sonora sinfonica si innesta nell’azione e nel panorama senza mai invaderlo, sciogliendosi nei suoni dello spazio di gioco e nelle immagini, crescendo solo quando necessario, così che l’effetto di una perpetua marcia trionfale è totalmente negato. 

halo infinite 13

Già disponibile su Game Pass dal giorno del suo lancio, Halo Infinite è un potente alimentatore della voglia di videogiocare, riuscita illusione di una fantascienza vissuta da protagonisti, il preludio esteso di una nuova storia dalle tante possibilità, una grandiosa space-opera. 

 

 

halo infinite 22halo infinite 14halo infinite 19halo infinite 15halo infinite 16halo infinite 17halo infinite 18halo infinite 23halo infinite 20halo infinite 21halo infinite 25halo infinite 28halo infinite 24halo infinite 27halo infinite 2

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”