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LA ROMA DEI GIUSTI + CAFONALINO - FOTO E RECENSIONI DALLA FESTA, CON ''SE LA STRADA POTESSE PARLARE'' CHE PUNTA ALL'OSCAR, CON UNA GRANDIOSA MESSA IN SCENA, MOLTO CLASSICO, MOLTO MELÒ MA ANCHE MOLTO ELABORATO - E POI IL MERAVIGLIOSO FILM DI PETER JACKSON, ''THEY SHALL NOT GROW OLD'', BASATO SU UNA MONTAGNA DI MATERIALE IN GRAN PARTE INEDITO SULLA PRIMA GUERRA MONDIALE, CHE È STATO RESTAURATO, RICOLORATO, PASSATO IN 3D E SONORIZZATO

Foto di Luciano Di Bacco per Dagospia

 

 

 

Marco Giusti per Dagospia

 

 

 

 

lillo

FESTA DEL CINEMA DI ROMA - IF BEALE STREET COULD TALK DI BARRY JENKINS

 

Roma, quarto giorno. Romantico, elegante, ma anche duro e serissimo questo Se la strada potesse parlare (If Beale Street Could Talk), scritto e diretto da Barry Jenkins, il regista premio Oscar di Moonlight, presentato ieri a Roma e accolto con grandi e sentiti applausi dalla platea. Meritatissimi, perché il film oltre che essere una sontuosa messa in scena della Harlem dei primi anni ’70 narrata nell’omonimo libro di James Baldwin da cui è tratto il film, è anche una grande storia d’amore tormentata tra due giovanissimi, la diciannovenne Tish, interpretata dalla inedita e fenomenale Kiki Layne, e il ventiduenne Alonzo detto Fonny, interpretato da Stephan James.

 

michael moore (1)

Andrebbe tutto bene, i due si amano e si devono sposare, cercano casa e lei aspetta pure un bambino, quando Fonny finisce in carcere accusato di uno stupro che non ha commesso ai danni di una sudamericana. Ma un poliziotto bianco lo ha incastrato e la donna che lo accusa è tornata a Porto Rico. Per giunta il suo avvocato, bianco, non sembra così interessato… Baldwin e Jenkins descrivono un mondo dove la giustizia è un affare solo e esclusivamente dei bianchi. Un mondo razzista che cerco l’America di Trump non può migliorare.

madalina diana ghenea (1)

 

Ma il film, soprattutto, vive di una grandiosa messa in scena, anche più elaborata rispetto a Moonlight, che aveva, magari, un soggetto più originale e più forte. Una messa in scena che si rifà alle grandi fotografie del tempo di Harlem e di New York, dove i personaggi principali, i due amanti, e le loro famiglie si muovono alla perfezione per completare un pieno omaggio alla scrittura di James Baldwin.

 

Grandioso è anche il lavoro che fanno Jenkins e il suo compositore Nicholas Biritell, già candidato all’Oscar per Moonlight, fanno sulla musica e sul suono. E’ tutto molto classico, molto mélo, ma anche molto elaborato, ma come nel film precedente il regista non perde mai di vista lo sguardo in camera dei suoi personaggi, la loro umanità. Ovvio che il film di Jenkins, come molti di quelli presentati a Roma, punti decisamente all’Oscar.

 

 

 

 

FESTA DEL CINEMA DI ROMA  - THEY SHALL NOT GROW OLD DI PETER JACKSON

 

dario ballantini in versione trump (3)

Roma, quinto giorno. Solo nei nostri peggiori incubi possiamo immaginare di ritrovare, come se fossero vivi, a colori, parlanti, con gli occhi piantati verso la camera, i soldati che hanno combattuto e sono morti nel corso della Prima Guerra Mondiale. Solo vederli in trincea, all’attacco con la baionetta, o mentre si tolgono i calzini, o vengono raccolti feriti, è una specie di esperienza che non avevamo mai provato. 

 

isabelle huppert e toni servillo (3)

Questo meraviglioso film di Peter Jackson, They Shall Not Grow Old, ideato per il centenario della fine della Grande Guerra, basato su una montagna di materiale in gran parte inedito degli Imperial War Museums, che è stato restaurato, ricolorato, passato in 3D e sonorizzato, e su centinaia di interviste a reduci fatte dalla BBC e dagli stessi Musei inglesi, è come se ci riportasse intatti questi ragazzi, spesso proprio giovanissimi, che sono andati a morire in Francia contro i tedeschi.

cate blanchett e antonio monda (1)

 

Jackson si concentra, evidentemente, solo sui soldati inglesi, scozzesi, australiani, che ebbero un milione di morti tra il 15-18 e chissà quanti feriti, ma la cosa non cambia di molto quando vediamo inquadrati i soldati tedeschi feriti, che non hanno facce e sguardi così diversi.

 

E’ come se stessimo assistendo a una diretta facebook dal centro della guerra. Ma oggi. Le immagini, ricolorate, e lavorate in modo da poterci soffermare sugli sguardi, le bocche aperte, le battute, le sigarette, i denti, quasi sempre neri, rovinati, ci riportano intatta una umanità che stava andando al macello. E ce la riporta mentre ancora non sa cosa sarebbe accaduto, mentre la sta vivendo e quando viene recuperata profondamente ferita. 

 

cate blanchett (6)

Anche se il tono è celebrativo, lo stesso Jackson dedica il film a suo nonno, che aveva combattuto nella Grande Guerra, e anche se i ricordi dei vecchi soldati ricordano una serie infinita di storie più che reali, sono proprio gli sguardi dei soldati, gli scherzi che seguitano a farsi l’uno con l’altro, le minuzie della vita di tutti i giorni di migliaia e migliaia di ragazzi, il fatto di essere misteriosamente tornati in vita, con i loro volti perduti nel tempo, a dare al film il suo aspetto più incredibilmente spettacolare e misterioso.

 

Peter Jackson compie un doppio salto mortale, parla di una tragedia epocale, di un’apocalisse vera e propria, reale però, non finta come al cinema con le sue battaglie fra Orchi e Nani, e riesce a farcela sentire come se la stessimo vivendo noi stessi insieme a loro. E riesce a parlare di ragazzi morti da chissà quanti anni ridando a loro la vita perduta. Il tutto è riempito dalle voci dei veri soldati, dalla musica dei Plan 9, dal nuovo sonoro costruito sulle immagini mute.

 

antonio monda isabelle huppert toni servillo laura delli colli

E’ un’operazione storica e cinematografica formidabile che potrà non piacere a certi professori, penso, altro che gli attacchi di Ernesto Galli Della Loggia a Antonio scurati per le citazioni sbagliate di “M.”, ma che arricchisce lo spettatore di un’esperienza che mai pensava avrebbe potuto vivere. Visto stamane alla Festa del Cinema di Roma, senza 3D, ma soprattutto senza sottotitoli.

 

 

 

gigi proietti (1)claudia gerini (3)valeria altobelli (2)toni servillo con la moglie manuela (2)michael moore (3)dario ballantini in versione trump (2)novella calligaris enzo musumeci grecotoni servillo (1)isabelle huppert (3)nicoleariadna romeroisabelle huppert (2)isabelle huppert (4)fabrizio corallosabrina knaflitz alessandrogassman con le sorelle vittoria e paola ugo pagliaimarianna di martinogigi proietti (2)antonio monda con la moglie jacqueline greavesbarry jenkins (2)cate blanchett e antonio monda (2)giovanni malagochristian marazziti ariadna romerotoni servillo (2)nathalie rapti gomez (2)edoardo vianelloisabella ferrari (3)fabio rovazzi (1)isabella ferrarifabio rovazzi (3)giulia manetti e ira frontengiovanna ralliisabella ferrari (2)giovanna ralli marco risifanny cadeo (1)chiara contialba pariettifabio rovazzi (2)andrea occhipintichristian de sicaclaudia gerini (2)alessandro gassman con la moglie sabrina knaflitzclaudia gerinimichael moore (5)antonio monda spegne la candelina per il suo compleannobarry jenkins (3)

 

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