coronavirus terapia intensiva

PRONI A TUTTO - ''LA COSA PIÙ SPAVENTOSA DEI MIEI PAZIENTI È QUANDO LI METTIAMO A PANCIA IN GIÙ PER TANTE ORE, SERVE PER AIUTARE I POLMONI, E QUANDO LI GIRIAMO HANNO I VOLTI TRASFIGURATI PER LA PRESSIONE, NON SONO PIÙ LORO''. IL RACCONTO DI UN'INFERMIERA DELLA BRIANZA: ''I PAZIENTI ARRIVANO CON DIFFICOLTÀ RESPIRATORIE E SEMBRANO 'NORMALI' MA UN'ORA DOPO PRECIPITANO, LI INTUBIAMO E IN UN ATTIMO SOMIGLIANO A ZOMBI''

 

Fabrizio Biasin per “Libero quotidiano

 

«La cosa che mi impressiona di più è la "trasformazione repentina"».

 

In che senso?

«Nel senso che i pazienti arrivano con difficoltà respiratorie e sembrano "normali" ma un' ora dopo "precipitano", li intubiamo e in un attimo somigliano a zombi».

 

terapia intensiva

Cioè, così, da un momento all' altro?

«L' altro giorno è arrivato un signore di 81 anni, gli abbiamo messo una "maschera" e ossigenava bene, nel giro di 45 minuti è precipitata la situazione, l' acqua ha invaso gli alveoli e lo abbiamo intubato d' emergenza, è ancora vivo ma...».

 

È spaventoso

«No, la cosa più spaventosa è un' altra, almeno per me. Per farli respirare li "proniamo", li mettiamo a pancia in giù per tante ore, serve per "reclutare" il polmone, quando li giriamo hanno i volti trasfigurati per la pressione, non sono più loro».

 

Carla (nome fittizio) parla dei "suoi" malati, ovvio. Quelli positivi al Coronavirus, altrettanto ovvio. Carla è infermiera di terapia intensiva in un ospedale lombardo («puoi scrivere "della Brianza"») e ci racconta cosa significa affrontare un turno di 12 ore ai tempi del Coronavirus.

«Io in realtà sono una perfusionista, in genere assisto le operazioni di cardiochirurgia, ma ho fatto la scuola da infermiera e vista l' emergenza mi hanno trasferito alla terapia intensiva. È successo a tanti colleghi come me».

 

Praticamente fate un lavoro nuovo.

«Ci si adatta, siamo tutti professionisti. Qualcuno non se la sente e viene mandato in terapia intensiva "bianca", quella dove non ci sono i contagiati, in generale facciamo il massimo per imparare le procedure. Il problema semmai è un altro».

 

RESPIRATORE PER LA TERAPIA INTENSIVA

La mancanza di posti

«Anche, ma non solo. Come tutti seguiamo le direttive dell' organizzazione mondiale della sanità, solo che cambiano una settimana dopo l' altra a seconda di quello che dicono gli studi sul virus e dobbiamo adattarci più in fretta possibile. Si rischia di sbagliare».

 

Com' è la situazione, siete al limite?

«Al momento tutti i posti in terapia intensiva sono occupati, ma ce la caviamo. Erano 10, ne abbiamo "costruiti" altri 6. L' altro giorno è arrivato un paziente da Bergamo in condizioni critiche - ce li manda la Regione - non c' era ancora una postazione pronta e allora un collega lo ha ventilato artificialmente per tre ore. Alla fine era stremato».

 

In che condizioni arrivano i pazienti? Saranno spaventati

«La maggior parte devono superare la polmonite e una volta guariti tornano a casa, per questi abbiamo 50 posti, attualmente tutti pieni. Arrivano terrorizzati, uno mi ha detto "che brutta fine che faccio", aveva 60 anni e per fortuna sta bene. Il problema è che molti arrivano già in condizioni drammatiche».

 

 Età media?

terapia intensiva 6

«55/60 anni, molti più maschi che femmine. E giocoforza sono soli, arrivano in pronto soccorso con i loro vestiti in una sacca, i parenti non possono salire sulle ambulanze, né possono venire a trovarli. Al massimo parlano al telefono con i dottori».

 

Dev' essere durissima affrontare una roba del genere senza sostegno dei familiari...

«Gli intubati ovviamente sono costantemente addormentati, li sediamo, il problema sono gli altri 50. Se uno di quelli "precipita" e ha bisogno di essere intubato non trova posto. Il timore è di dover arrivare a fare delle scelte tra giovani e meno giovani, da altre parti lo stanno già facendo, e comunque dalla terapia intensiva ne torna uno su due».

 

Qual è la sua più grande paura?

«Ce ne sono tante. La visione ripetuta della morte, il fatto di non sapere quando finirà tutto questo, la sensazione costante che la situazione possa precipitare. E poi c' è la paura personale, quella di portare la malattia "a casa". Il primo giorno alla scuola da infermieri ci dissero "se avete paura di ammalarvi questo non è il vostro posto" e ho fatto la mia scelta, nessuno ci aveva detto "un giorno avrete terrore di contagiare i vostri figli". In fondo loro non possono scegliere».

 

Come vi proteggete?

«Abbiamo la tuta chirurgica, tre paia di guanti, lo scafandro che deve coprire tutta la testa per impedire che il virus si attacchi ai capelli, la mascherina, la visiera e i calzari sopra gli zoccoli. Lavorare con tutta questa roba addosso è realmente complicato, ma non si può fare altrimenti. E poi c' è la svestizione, il momento più delicato».

 

Racconti.

 «Il termine del turno di 12 ore andiamo in una stanza e seguiamo la procedura. Ci guardiamo tra colleghi per non sbagliare. Togliamo la tuta "alla rovescia" per non toccare le parti contaminate, buttiamo tutto in un sacco, solo la visiera viene sanificata. Poi cambiamo gli zoccoli, ci laviamo le mani con un gel a base alcolica al 70% e entriamo in un' altra stanza dove facciamo la doccia, poi ancora gel per le mani, quindi ci vestiamo e lasciamo l' ospedale.

 

ospedale reparto di terapia intensiva coronavirus

Di mio, quando arrivo a casa, mi faccio aprire, mi spoglio all' ingresso e faccio un' altra doccia. Del resto da noi in ospedale il virus è ovunque».

 

Inutile dire che i ritmi sono vertiginosi.

«Non ci fermiamo mai, chi si ferma - per mangiare o per fare una telefonata a casa - lascia più lavoro agli altri e deve affrontare tutta la procedura. E comunque anche togliersi la mascherina è un problema: se te la levi e mangi, poi non riesci più a rimetterla.

Il viso si gonfia e ti si taglia la faccia».

 

Vi definiscono "eroi".

ospedale REPARTO DI TERAPIA INTENSIVA coronavirus

«È solo il nostro lavoro. La cosa più importante è poter continuare a farlo nelle condizioni migliori, per questo servono postazioni e rinforzi, anche perché nessuno può sapere quando finirà questa storia».

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”

elly schlein dario franceschini roberto speranza onorato renzi orlando

DAGOREPORT - ELLY SARÀ ANCHE LA "SEGRETARIA DI TUTTI", COME HA DETTO A MONTEPULCIANO, MA NON INTENDE ASCOLTARE NESSUNO - IL "CORRENTONE" DI FRANCESCHINI-SPERANZA-ORLANDO SI E' ROTTO IL CAZZO DEL "QUI, COMANDO IO!" DELLA DUCETTA DEL NAZARENO: CARA SCHLEIN, HAI UN MESE DI TEMPO PER CAMBIARE MUSICA, CONDIVIDENDO CON NOI LA LINEA DEL PARTITO, O ANDIAMO ALLA GUERRA - IN BALLO C'È SOPRATTUTTO LA COMPOSIZIONE DELLE LISTE ELETTORALI 2027, CHE LA SIGNORINA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA VUOLE RIEMPIRE DI CANDIDATI A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA, LASCIANDO A TERRA DINOSAURI E CACICCHI D'ANTAN - ANCHE L'ALTRA FRONDA, QUELLA DEI RIFORMISTI GUIDATI DA GUERINI, GORI, SENSI ECC., E' SUL PIEDE DI GUERRA - MENTRE IL NASCENTE PARTITO DI CENTRO, FORMATO DAI CIVICI DI ONORATO-BETTINI E DAI CATTOLICI DI RUFFINI-PRODI, TEME L'ABILITA' MANOVRIERA DI RENZI – LA PROTERVIA DI ELLY, CON L'ASSEMBLEA DEL 14 DICEMBRE PER OTTENERE I "PIENI POTERI", RISCHIA DI FAR SALTARE IN ARIA UN CENTROSINISTRA UNITARIO... 

federica mogherini stefano sannino putin travaglio belpietro

DAGOREPORT – POSSIBILE CHE FEDERICA MOGHERINI E STEFANO SANNINO, SPECCHIATI ESPONENTI ITALIANI A BRUXELLES, SIANO DIVENTATI DI COLPO DUE MASCALZONI DA ARRESTARE PER "FRODE IN APPALTI PUBBLICI"? - VALE LA PENA SOTTOLINEARE LE PAROLE DELL'EURODEPUTATO DEL PD, DARIO NARDELLA: “NON VORREI CHE SI TRASFORMASSE IN UN FUOCO DI PAGLIA CON L'UNICO EFFETTO DI DANNEGGIARE ANCORA UNA VOLTA L'IMMAGINE DELL'ITALIA” - DEL RESTO, A CHI GIOVA SPUTTANARE L'EUROPA, IN UN MOMENTO IN CUI SI ERGE COME UNICO ARGINE ALLA RESA DELL’UCRAINA CHE STANNO APPARECCHIANDO TRUMP & PUTIN? - A GODERE SONO INFATTI "MAD VLAD" E I SUOI TROMBETTIERI, CHE HANNO ASSOCIATO LO “SCANDALO DI BRUXELLES'' AI CESSI D’ORO DI KIEV DELL'AMICO DI ZELENSKY - BASTA GUARDARE COSA SCRIVONO OGGI BELPIETRO SU "LA VERITA'" (''UE CORROTTA COME L'UCRAINA. FERMATA LA BIONDINA DEL PD") E TRAVAGLIO SU "IL FATTO QUOTIDIANO" ("BASSI RAPPRESENTATI... CI FACCIAMO SEMPRE RICONOSCERE")...

procuratore milano viola procura milano luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

FLASH! – MA GUARDA UN PO’... “EMERGE CHE IN AMBIENTI GIUDIZIARI SI È VALUTATO DI ESEGUIRE LE PERQUISIZIONI SOLO LA SCORSA SETTIMANA E NON A SETTEMBRE PER NON CONDIZIONARE L'ESITO DELL'OPS SU MEDIOBANCA ANCHE PERCHÉ LE INDAGINI NON SONO CHIUSE. ABBASTANZA PER IPOTIZZARE CHE IL RUOLO DELLA PROCURA POSSA DIVENTARE CRUCIALE NELLA FORMAZIONE DELLE LISTE PER IL RINNOVO DEI PROSSIMI CDA. IN PRIMAVERA TOCCHERÀ AI VERTICI DI BPM E DI MPS…” (BALESTRERI E SIRAVO PER “LA STAMPA”)