miss italia non deve morire

LE SERIE DEI GIUSTI - IN “MISS ITALIA NON DEVE MORIRE”, DOCUMENTARIO AFFANNATO, UN PO’ COMPRESSO, MA PIENO DI IDEE, DI SPUNTI, DI PERSONAGGI ASSURDI, STRACULT E STRATRASH, SENTIAMO MONTARE LA POLEMICA NEI CONFRONTI DELLA RAI - OGGI, CHE NON SONO PIÙ I GIORNI DELLA CULTURA WOKE E DELLA “PICCOLA NICCHIA RADICAL CHIC” MISS ITALIA LANGUE NEL NULLA IN ATTESA DI UNA CHIAMATA DELLA NUOVA RAI MELONIANA CHE POTREBBE DARGLI UNA NUOVA VITALITÀ - E’ SOLO IL MARCHIO DELLA RAI A POTER ELEVARE MISS ITALIA DAL TRASH DEL SOTTOMONDO DELLO SPETTACOLO… - VIDEO

miss italia non deve morire 16

Marco Giusti per Dagospia

 

Miss Italia è uno spettacolo. In fondo non così diverso, nel trash e nel glamour, da Sanremo. E capisco la rabbia, diciamo il corto circuito, di chi lo ha fatto nel vedere neanche un mese fa a Sanremo Carlo Conti presentarlo insieme a Miriam Leone, lo stesso Conti che aveva incoronato proprio Miriam Leone come Miss Italia nel 2008.

 

miss italia non deve morire 17

Oggi, che non sono più i giorni della cultura woke e della “piccola nicchia radical chic” che estromise Miss Italia dalla Rai di sinistra, perché Sanremo è uno spettacolo da 70% di ascolti e Miss Italia langue nel nulla in attesa di una chiamata della nuova Rai meloniana che potrebbe dargli una nuova vitalità? E’ soprattutto questa la domanda che si fanno Patrizia Mirigliani, figlia del patron di Miss Italia, Ezio Mirigliani, e erede del marchio, e i suoi vecchi e gloriosi agenti regionali che dalla Sicilia alla Toscana seguitano a fare le selezioni delle ragazze più belle d’Italia.

 

miss italia non deve morire 15

In questo affannato, un po’ compresso, ma pieno di idee, di spunti, di personaggi assurdi, stracult e stratrash, “Miss Italia non deve morire”, documentario diretto da Piero Daviddi e David Gallerano, prodotto da Fremantle e Ring Film, che vedremo il 26 febbraio su Netflix, sentiamo montare la polemica nei confronti della Rai, madre matrigna, che oggi tace, ma che nella sua storia tanto si legò a Miss Italia. Ci passarono in tante, da Ilary Blasi a Caterina Balivo, da Mara Carfagna a Francesca Chillemi, e in tante si videro aprire le porte dello spettacolo, e non solo.

miss italia non deve morire 14

 

Per non parlare dei presentatori, da Baudo a Frizzi a Conti. Proprio la Sanremo della restaurazione telemeloniana, della confort zone post-woke, dimostra quanto Miss Italia potrebbe essere in linea con questa nuova Rai. Pronta anche ai cambiamenti. Apriamo ai trans? Miss Italia già lo fece nel 1992 con Miss Trans. Vogliamo svecchiarlo? Basterebbe chiamare come presidente (cito il documentario) un Gabriele Mainetti, Stefano Sollima, Mimmo Calopresti. Problemi col femminismo di oggi?

 

miss italia non deve morire 13

In fondo, ci dice Patrizia Mirigliani, Miss Italia offriva un modo pulito per entrare nel mondo dello spettacolo dalla porta principale. Oggi le stesse ragazze che possono fare per farsi vedere? Bussare come un tempo alle porte dei produttori più potenti come si faceva negli anni ’50. Il documentario, partendo da un ritratto preciso, senza filtri, di Patrizia Mirigliani, con tanto di figlio con dipendenza di cocaina, un personaggio di rara potenza che a rifarla al cinema ci vorrebbero minimo Lady Gaga o Selma Hayek, si apre poi nelle incredibili situazioni regionali dei suoi agenti, il toscano Genny Stefanelli, la pugliese Carmen Martorana, un siciliano che ci piacerebbe vedere in un film di Franco Maresco.

 

miss italia non deve morire 12

Tutti personaggi di un altro mondo, si dirà, legati ai tempi del vecchio patron, a una visione machista e patriarcale della bellezza femminile. Verissimo. Ma, alla fine, sono quelli della vecchia Rai e del vecchio mondo dello spettacolo italiano. Anche Sanremo si muove tra Marcella Bella e Rose Villain. E offre a Miriam Leone il ruolo di Miss Fallaci. E non credo che il Grande Fratello sia più “elegante” di Miss Italia.

 

miss italia non deve morire 11

Proprio Dino Risi girò per la Rai, come suo ultimo film, una favolosa, cinica, miniserie su Miss Italia, “Le ragazze di Miss Italia”, che non piacque a nessuno, né a Mirigliani, che si offese vedendosi rappresentato sullo schermo da un “troppo brutto” Gianfranco D’Angelo (“ma pensava di essere bello?”, si chiedeva beffardo Dino), né alla Rai che ridusse le due puntate a una sola puntata, perdendosi una marea di partecipazioni interessanti, da Laura Freddi a Caterina Murino. Risi vide il trash che effettivamente c’era, ma lo fece con una naturalezza disarmante.

 

miss italia non deve morire 10

Alla fine capisco bene che tutta l’operazione giri attorno al silenzio dell’azienda e all’ostinazione di Patrizia Mirigliani nel volere la diretta della Rai. E’ solo il marchio – fondamentale - della Rai a poter elevare Miss Italia dal trash del sottomondo dello spettacolo. Un sottomondo che gli autori qui ben documentano non esagerando anche quando potrebbero andarci pesante. E la Mirigliani ha ragione su varie cose. Sul potenziale che ha Miss Italia, sull’invecchiamento anche delle polemiche femministe, sull’indipendenza del marchio. Ma la Rai non risponde.

miss italia non deve morire 7miss italia non deve morire 6miss italia non deve morire 1miss italia non deve morire 2miss italia non deve morire 3miss italia non deve morire 4miss italia non deve morire 5miss italia non deve morire 8

Ultimi Dagoreport

silvia salis giorgia meloni elly schlein matteo renzi

DAGOREPORT - IN ITALIA, DOPO TANTI OMETTI TORVI O INVASI DI VANITÀ, SI CERCANO DONNE FORTI. DONNE COL PENSIERO. DONNE CHE VINCONO. E, NATURALMENTE, DONNE IN GRADO DI COMANDARE, CAPACI DI TENER TESTA A QUELLA LADY MACBETH DELLA GARBATELLA CHE DA TRE ANNI SPADRONEGGIA L’IMMAGINARIO DEL 30% DEGLI ELETTORI, ALIAS GIORGIA MELONI - IERI SERA ABBIAMO ASSISTITO ATTENTAMENTE ALLA OSPITATA DI SILVIA SALIS A “OTTO E MEZZO”, L’EX LANCIATRICE DI MARTELLO CHE DALLA LEOPOLDA RENZIANA E DAL CONI DELL’ERA MALAGÒ HA SPICCATO IL VOLO NELL’OLIMPO DELLA POLITICA, SINDACO DI GENOVA E SUBITO IN POLE COME LEADER CHE SBARACCHERÀ ELLY SCHEIN E METTERÀ A CUCCIA LA CRUDELIA DE MON DI COLLE OPPIO - DOPO MEZZ’ORA, PUR SOLLECITATA DA GRUBER E GIANNINI, CI SIAMO RITROVATI, ANZICHÉ DAVANTI A UN FUTURO LEADER, DAVANTI A UNA DONNA CHE DAREBBE IL PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA ALL'AUTORE DE "IL MANUALE DELLA PERFETTA GINNASTICATA" - ECCITANTE COME UN BOLLETTINO METEO E LA PUBBLICITÀ DI TECHNO-GYM, MELONI PUO' DORMIRE SONNI TRANQUILLI - VIDEO

john elkann donald trump

DAGOREPORT – ITALIA, BYE BYE! JOHN ELKANN NON NE PUÒ PIÙ DI QUESTO DISGRAZIATO PAESE CHE LO UMILIA SBATTENDOLO PER 10 MESI AI "SERVIZI SOCIALI", COME UN BERLUSCA QUALSIASI, E STUDIA LA FUGA NEGLI STATI UNITI - PRIMA DI SPICCARE IL VOLO TRA LE BRACCIA DEL SUO NUOVO IDOLO, DONALD TRUMP, YAKI DEVE LIBERARSI DELLA “ZAVORRA” TRICOLORE: CANCELLATA LA FIAT, TRASFORMATA IN UN GRUPPO FRANCESE CON SEDE IN OLANDA, GLI RESTANO DUE GIORNALI, LA FERRARI E LA JUVENTUS – PER “LA STAMPA”, ENRICO MARCHI È PRONTO A SUBENTRARE (MA PRIMA VUOLE SPULCIARE I CONTI); PER “REPUBBLICA”, IL GRECO KYRIAKOU È INTERESSATO SOLO ALLE REDDITIZIE RADIO, E NON AL GIORNALE MANGIASOLDI E POLITICAMENTE IMPOSSIBILE DA GOVERNARE) - DOPO IL NO DI CARLO FELTRINELLI, SAREBBERO AL LAVORO PER DAR VITA A UNA CORDATA DI INVESTITORI MARIO ORFEO E MAURIZIO MOLINARI – SE IL CAVALLINO RAMPANTE NON SI TOCCA (MA LA SUA INETTA PRESIDENZA HA SGONFIATO LE RUOTE), PER LA JUVENTUS, ALTRA VITTIMA DELLA SUA INCOMPETENZA, CI SONO DUE OPZIONI IN BALLO…

italo bocchino giorgia arianna meloni

DAGOREPORT – PER QUANTO SI SBATTA COME UN MOULINEX IMPAZZITO, ITALO BOCCHINO NON RIESCE A FARSI AMARE DALLA FIAMMA MAGICA DI GIORGIA MELONI: LUI SI PRODIGA NELL'OSPITATE TELEVISIVE CON LODI E PEANA ALLA STATISTA DELLA SGARBATELLA, MA È TUTTO INUTILE: TROPPO CHIACCHIERATO E CON UN GIRO DI AMICIZIE DISCUTIBILI, L'EX DELFINO DI FINI NON ENTRA A ''PA-FAZZO CHIGI'' – LE SUE DICHIARAZIONI SIBILLINE SUL CASO GHIGLIA NON L’HANNO AIUTATO: HA SPECIFICATO, NON A CASO, CHE IL SUO INCONTRO CON  IL COMPONENTE DEL GARANTE DELLA PRIVACY ALLA SEDE DI FDI È DURATO “VENTI MINUTI AL MASSIMO”, METTENDO IN DIFFICOLTÀ ARIANNA MELONI – SE È TANTO "IMPRESENTABILE", PERCHÉ NON LO CACCIANO DA DIRETTORE EDITORIALE DEL "SECOLO D'ITALIA"? SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI ESTROMETTERLO. MA QUANTI SEGRETI CONOSCE L’EX SANCHO PANZA DI FINI, APPASSIONATO DI INTELLIGENCE E VICINO A LOBBISTI CONSIDERATI IMPRESENTABILI DALLA FIAMMA MAGICA DELLA MELONA? - VIDEO

giovambattista fazzolari roberto carlo mele

FLASH – I DAGO-LETTORI HANNO FATTO IL LORO DOVERE: HANNO SCOPERTO L'IDENTITÀ DELL’UOMO CHE DUE GIORNI FA ERA ATTOVAGLIATO CON GIOVAMBATTISTA FAZZOLARI DA “VITTI”, A PIAZZA SAN LORENZO IN LUCINA. SI TRATTEREBBE DI ROBERTO CARLO MELE, ESPONENTE DI SPICCO DI FRATELLI D’ITALIA (FIGURA NELL'ESECUTIVO DEL PARTITO COME SEGRETARIO AMMINISTRATIVO). COME “FAZZO”, DEVE AMARE MOLTO LA RISERVATEZZA, VISTO CHE ONLINE NON SI TROVANO SUE FOTO – ANCHE “L’UOMO PIÙ INTELLIGENTE” CHE CONOSCE GIORGIA MELONI (PENSA GLI ALTRI), SEMPRE RESTIO AI SALOTTI, HA FATTO IL SUO INGRESSO UFFICIALE NELLA ROMANELLA POLITICA DEL “FAMOSE DU’ SPAGHI”…

giorgia meloni donald trump al sisi

FLASH! - LA BOCCIATURA DEL PONTE SULLO STRETTO DA PARTE DELLA CORTE DEI CONTI HA FATTO SALTARE I NERVI NON SOLO A SALVINI MA SOPRATTUTTO ALLA MELONI – LA PREMIER, CHE SI ERA SPESA MOLTO IN EUROPA PER LA REALIZZAZIONE DEL PONTE, SI È TALMENTE INCAZZATA (“E’ L’ENNESIMO ATTO DI INVASIONE DE GIUDICI SULLE SCELTE DEL GOVERNO”) CHE HA CANCELLATO IL VIAGGIO AL CAIRO DI SABATO PER L’INAUGURAZIONE DEL MUSEO GEM - ALLA NOTIZIA CHE AL POSTO DELLA STATISTA, SBARCA IL FARAONE GIULI, ANCHE AL SISI NON L’HA PRESA PER NIENTE BENE…