baggio maradona

CINQUE VOLTE 10: TUTTI IN PIEDI PER ROBERTO BAGGIO: SABATO FA 50 - ZAZZARONI: "3 ANNI FA ROBERTO AVEVA FATTO UN’ECCEZIONE E ACCETTATO LA PANCHINA DEL BOLOGNA DOPO L’ESONERO DI PIOLI, POI LA DIRIGENZA CAMBIÒ IDEA IN MODO INCOMPRENSIBILE. MI DISSE: 'ALLORA È PROPRIO DESTINO CHE IO DEBBA RIMANERE FUORI DAL CALCIO'. OGGI CONTINUA A RIFIUTARE UN SACCO DI PROPOSTE DALLE TV” - VIDEO

Francesco Saverio Intorcia per la Repubblica

 

ROBERTO BAGGIOROBERTO BAGGIO

Il campetto dove tutto ebbe inizio non esiste più, e neppure la vecchia casa comunitaria e il cinema parrocchiale. Al loro posto sorge piazza Europa, il nuovo cuore di Caldogno, il bar, la banca, il porticato che snocciola vetrine. Di qua il campanile, di là la villa del Palladio. Cercando traccia delle origini di Roberto Baggio, che sabato compie cinquant’anni, cinque volte 10, bisogna chiudere gli occhi, immaginarsi la polvere, ascoltare il suo vecchio insegnante di ginnastica, Mauro Aldighieri.

 

«Chi se lo scorda, il primo giorno di Roberto alle medie. Portai i ragazzi su quel campo e diedi loro un pallone. Ce n’era uno che aveva un tocco straordinario, una velocità e una capacità di coordinarsi mostruose. Chiesi al prete chi fosse. “Non lo sai? È Roberto Baggio”. Poteva fare qualsiasi sport, lo convinsi a entrare nella mia squadra di pallamano. Ma per poco, era impossibile sottrarre Baggio al calcio».

ROBERTO BAGGIO 1ROBERTO BAGGIO 1

 

Alla scuola Dante Alighieri c’è un’insegna nuova, dagli archivi di scartoffie sono state ripescate le vecchie pagelle di Baggio, non brillantissime in verità. «Col pallone non si mangia, lo vuoi capire? », lo martellava la professoressa di lettere. «In classe con Baggio - aggiunge Aldighieri - c’era un ragazzo con disabilità motorie, Roberto si prendeva cura di lui e nell’ora di ginnastica giocava solo per farlo segnare. Ha sempre avuto una sensibilità straordinaria, d’animo oltre che di piede. Se vi pare schivo, lo è stato solo con i media. Non ha mai sfruttato la propria immagine più del dovuto. Poteva diventare dirigente all’Inter».

 

Il primo allenatore, Giampietro Zenere, faceva il fornaio, ora ha una cartoleria che vende i giornali, in piazza. Il primo presidente, Mariano Revelin, ristoratore. Il primo mediatore, Paolino Brassale, grossista di formaggi. E papà Florindo gli insegnava il mestiere nella carpenteria di famiglia. Don Lino Bedin, allora cappellano a Caldogno, ricorda: «Mi sembra di vederlo ancora mentre si allena tirando il pallone contro l’ingresso dell’officina. In allenamento calciava le punizioni giocando a colpire il palo. Quando si trasferì a Firenze, mi disse che avrebbe voluto con i primi guadagni comprare il vecchio campetto e realizzare un centro di formazione per i giovani.

ROBERTO BAGGIOROBERTO BAGGIO

 

Roberto è uscito dal calcio per saturazione, mi confessò ”sono sazio, non ho intenzione di tornare, per il momento”. Lui non è uno che media. Ma, per come lo conosco, la cosa più logica sarebbe mettere a disposizione i suoi valori e le sue conoscenze per la crescita dei ragazzi nello sport». Per tre anni è stato presidente del settore tecnico della Figc, si è dimesso polemicamente parlando di un programma di 300 pagine interamente ignorato. Però, parlando in paese con chi lo conosce, emerge che la ferita azzurra più grande non è questa, e neppure il rigore sulla luna di Pasadena, ma il Mondiale 2002 negato dal Trap: «Meritava di giocarlo, aveva fatto di tutto per rientrare, e non sarebbe finita così».

 

Fra gli amici più stretti, «probabilmente l’unico fra i giornalisti », Ivan Zazzaroni svela che «tre anni fa Roberto aveva fatto un’eccezione e accettato la panchina del Bologna dopo l’esonero di Pioli, poi la dirigenza cambiò idea in modo incomprensibile. Mi disse: “Allora è proprio destino che io debba rimanere fuori dal calcio”. Il suo grande timore è di sporcarsi, non è tipo da compromessi. Continua a rifiutare un sacco di proposte dalle tv. Essersi ritirato dalle scene è in fondo la cosa più dolce che Baggio abbia fatto, un atto d’amore per il calcio».

roberto baggioroberto baggio

 

Sono rare ora le tracce di Baggio. Ci sono i gol di suo nipote Nicola, attaccante nei campionati minori. I vecchi manifesti con cui gli animalisti per protesta tappezzarono il paese, furiosi contro il Baggio cacciatore, raffigurato in tuta mimetica.

 

IVAN ZAZZARONI IVAN ZAZZARONI

La maglia biancorossa autografata e regalata al tecnico Bisoli, appesa nello spogliatoio del Vicenza: “Nessuno è più patetico di chi sta sempre a lamentarsi, l’umiltà conduce alla felicità”, ha scritto Roby. Da dodici anni la sua vita è altrove, Altavilla Vicentina, una villa piantata nella roccia, un bosco immenso in cima alla salita fatta per i ciclisti. Il Codino, invece, è riposto a Grado, a casa dell’amico Ferruccio: Baggio lo tagliò prima di andare al Bologna e gliene fece dono. Da allora la ciocca riposa in una teca di vetro. In fondo, è pur sempre qualcosa di Divino.

baggio vicenzabaggio vicenzarecoba baggiorecoba baggiobaggio fiorentinabaggio fiorentinabaggio lippibaggio lippiRoberto BaggioRoberto BaggioBAGGIO PASADENABAGGIO PASADENABAGGIO E BARESI DOPO LA FINALE MONDIALE  PERSA CONTRO IL BRASILEBAGGIO E BARESI DOPO LA FINALE MONDIALE PERSA CONTRO IL BRASILESTEFANO BORGONOVO baggio STEFANO BORGONOVO baggio roberto baggioroberto baggiomaradona roberto baggiomaradona roberto baggioCORIONI BAGGIOCORIONI BAGGIOBAGGIO PISAPIABAGGIO PISAPIAMARADONA E ROBERTO BAGGIOMARADONA E ROBERTO BAGGIOROBERTO BAGGIOROBERTO BAGGIO

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…