gibellina

UNA MARATONA D’ARTE PER DIRE NO ALLA VIOLENZA - A GIBELLINA, IL PAESE PIU’ COLPITO DAL SISMA CHE DISTRUSSE NEL 1968 LA VALLE DEL BELICE IN SICILIA, 40 VOCI, 12 ORE DI SPETTACOLO, UNA PERFORMANCE DI TEATRO TOTALE NEGLI SPAZI DEL MUSEO DI FRONTE A “LA MONTAGNA DI SALE” DI MIMMO PALADINO - VIDEO

 

 

Carlo Vulpio per www.corriere.it

GIBELLINA PERFORMANCE TEATROGIBELLINA PERFORMANCE TEATRO

«L’infanzia è un terremoto», ha scritto Carola Susani, ricordando il suo arrivo, insieme con i genitori, architetti veneti, nella Valle del Belìce un anno dopo il sisma del 15 gennaio 1968. Era lo sguardo di una bambina su paesi sconosciuti — Partanna, Salaparuta, Menfi, Montevago, Poggioreale, Salemi, Santa Margherita di Belìce, Santa Ninfa — che all’improvviso si riempirono di macerie, di morti (650) e di sfollati (90 mila). Mentre Gibellina, il paese più colpito, fu completamente rasa al suolo.

 

Ricostruire, rinascere, ricominciare, sarebbe stato difficile, complicato, impossibile. Ci sarebbe voluto un miracolo. O forse la forza di un’utopia che soltanto i matti possono coltivare. Soprattutto quando montano la rabbia e la disperazione, e le accuse, spesso ingiuste, per sprechi e malversazioni, avvelenano l’aria ancor più dell’alito della morte.

MOTHERS'COLORSMOTHERS'COLORS

 

«Come se l’intervento dello Stato centrale dovesse limitarsi alla sola ricostruzione delle case, tutto il resto essendo superfluo», diceva qualche anno fa, prima di morire, Ludovico Corrao, sindaco di Gibellina, senatore, uno dei più tenaci sostenitori di quell’utopia di resurrezione concretizzatasi nella nuova Gibellina, che fu salvata dall’arte e dagli artisti, dagli architetti e dagli urbanisti, dagli scrittori e dai poeti, e che al tempo stesso ha salvato la sua gente, diceva sempre Corrao, «dal ripiegamento, dalla depressione, dalla noia, dal fallimento delle vite».

 

MONTAGNA DI SALE GIBELLINAMONTAGNA DI SALE GIBELLINA

Ma lo sforzo di immaginazione doveva continuare anche dopo il terremoto, doveva essere permanente, affinché tutta quella gente non abbandonasse la propria terra e trovasse un senso per rimanervi e prendersene cura, nonostante tutte le tragedie, le ingiustizie, le vecchie e nuove povertà, e la consapevolezza che quasi sempre, nella condizione umana, «l’infanzia è un terremoto».

 

Ecco allora che a Gibellina nasce e si afferma un luogo, il Museo delle Trame mediterranee (ma come, un museo? sì, un museo affatto singolare), di fronte a La montagna di sale di Mimmo Paladino, non lontano dal Cretto di Burri, e in cui è possibile essere trascinati dentro una performance «esagerata» di 40 attori che mercoledì 7 dicembre, in 12 ore non stop di musiche, danze, letture e recitazione di testi classici e storie di cronaca, ha tentato (riuscendoci) di centrare un obiettivo, diciamo così, semplice semplice, e cioè «indagare l’essere umano» attraverso una performance di teatro totale.

MOTHERS'COLORSMOTHERS'COLORS

 

Nello spettacolo Mothers’ Colors 2 (a cura della Fondazione Terzo Pilastro in collaborazione con la Fondazione Orestiadi) i 40 attori del gruppo Esotheatre di Messina diretti da Sasà Neri — tutti ragazzi fra i 20 e i 30 anni, alcuni dei quali con percorsi di vita e familiari non facili — rimettono Gibellina, il Belìce, la Sicilia, con i colori dei suoi dolori, le emozioni dolorose delle sue madri, delle sue donne, dei suoi bambini, al centro del Mediterraneo.

 

Non per scelta autoreferenziale, ma perché i colori e i dolori di Gibellina e della Sicilia sono comuni al resto del Mediterraneo, ora che la cronaca ce lo descrive come un mare di sangue, ma anche allora — 2.500 anni fa — quando Eschilo (nato in Grecia, ma esiliato e morto a Gela) nell’Orestea raccontava di un figlio (Oreste) che uccideva la madre (Clitennestra), che a sua volta aveva ammazzato il marito (Agamennone) in combutta con l’amante nonché cugino (Egisto).

 

BURRI CRETTO GIBELLINABURRI CRETTO GIBELLINA

E poi di nuovo ora, con i ragazzi dell’Esotheatre che interpretano Euripide, la cui Medea uccide i propri figli, come le donne che li gettano nella spazzatura o in un water. Infanticidi, donne e ragazze violentate, bambini mai nati.

 

Da testi classici, ma anche da Brecht, Pasolini, Fallaci, Camus, sulle musiche di De André, Morricone, Eurythmics, e di tutto quanto tra pop, jazz, fusion, riesca il più possibile a creare contaminazione, mescolanza, dissolvimento di ogni pretesa «identitaria», che sarebbe ridicola nel Mediterraneo e specialmente in Sicilia, dove di «identità» ce ne saranno almeno venti, ma dove tuttavia esiste un assessorato regionale all’Identità siciliana (!), benché Apuleio (eccolo qui, un altro cives romanus algerino) già duemila anni fa avvertisse che in Sicilia si parlava greco, latino e anche una terza lingua, il punico o forse l’ebraico.

 

«Tu sei mia madre e il tuo amore è la mia schiavitù», cantato, danzato, sussurrato e gridato dagli attori di Esotheatre, è però anche un urlo rivolto alla propria terra, affinché non sia più matrigna e «proprietaria» dei figli che mette al mondo, ma diventi capace di essere, appunto, soltanto madre: che affianchi i propri figli, ma li lasci camminare da soli.

GIBELLINAGIBELLINA

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - COME DESTABILIZZARE IL NEMICO PIÙ INTIMO? SEGUITE IL METODO MELONI: AD OGNI INTRALCIO CHE SI INVENTA QUEL GUASTAFESTE DI SALVINI, LA MINACCIA DELLA DUCETTA È SEMPRE LA STESSA: ANDIAMO AL VOTO ANTICIPATO E VEDIAMO QUANTO VALE NELLE URNE ‘STO CARROCCIO - QUESTO RITORNELLO MELONIANO DI ANTICIPARE DI UN ANNO LE POLITICHE 2027, PERCHÉ NON LO FA SUO ANCHE ELLY SCHLEIN? ANZICHÉ STAR LÌ A PIAGNUCOLARE DI “SALARIO MINIMO”, DI “POLITICA INDUSTRIALE CHE NON C’È” E DI “CETO MEDIO IMPOVERITO”, SE L’ITALIA VA A PUTTANE, METTA L'ARMATA BRANCA-MELONI IN DIFFICOLTÀ: SI TOLGA L’ESKIMO DA GRUPPETTARA E LANCI LEI A GRAN VOCE UNA BELLA CAMPAGNA FATTA DI SLOGAN E FRASI AD EFFETTO PER CHIEDERE LO SFRATTO DEL GOVERNO, LANCEREBBE COSI' UN GUANTO DI SFIDA ALL’ARROGANZA DELLA DUCETTA, METTENDOLA IN DIFFICOLTÀ E NELLO STESSO TEMPO RIUSCIREBBE A TRASMETTERE AL POPOLO DISUNITO DELL’OPPOSIZIONE UN SENTIMENTO FORTE, AFFINCHE' IL SOGNO DI MANDARE A CASA GIORGIA MELONI POSSA DIVENTARE REALTÀ - SE OGGI, LA STORIA DEI NUOVI MOSTRI POLITICI SI FONDA SULL’IMMAGINARIO, COSA ASPETTA ELLY SCHLEIN A CAMBIARE MUSICA?

orazio schillaci marcello gemmato paolo bellavite ed eugenio serravalle

DAGOREPORT – I DUE NO-VAX NOMINATI NEL COMITATO TECNICO SUI VACCINI SPACCANO FRATELLI D'ITALIA: MONTA IL PRESSING PER FAR DIMETTERE EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE DALL’ORGANISMO – IN MOLTI RITENGONO CHE IL RESPONSABILE POLITICO DELL’IMPROVVIDA DECISIONE SIA MARCELLO GEMMATO, FARMACISTA E POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MELONIANO – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI CHE LO PONGONO DI FRONTE A DECISIONI GIÀ PRESE: NON CONTA NULLA E TUTTI PRENDONO DECISIONI SULLA SUA TESTA. ORA SAREBBE INTENZIONATO A REVOCARE L’INTERO GRUPPO DI LAVORO SE I NO-VAX NON SLOGGIANO. ENTRO 48 ORE…

trump zelensky putin donald volodymyr vladimir

DAGOREPORT – ARMATI DI RIGHELLO, GLI SHERPA DI PUTIN E TRUMP SONO AL LAVORO PER TROVARE L’ACCORDO SULLA SPARTIZIONE DELL’UCRAINA: IL 15 AGOSTO IN ALASKA L’OBIETTIVO DEL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA È CONVINCERE PUTIN AD “ACCONTENTARSI”, OLTRE DELLA CRIMEA, DEL DONBASS, RITIRANDOSI PERO' DALLE REGIONI UCRAINE OCCUPATE DALL'ESERCITO RUSSO: KHERSON E ZAPORIZHZHIA (CON LA SUA CENTRALE NUCLEARE) - TRUMP POTREBBE AGGIUNGERE LO STOP ALLE SANZIONI E CHISSÀ CHE ALTRO – PRIMA DI UN INCONTRO PUTIN- ZELENSKY, TRUMP PORTERA' I TERMINI DELLA PACE ALL'ATTENZIONE DEGLI ALLEATI EUROPEI DI KIEV - PER GARANTIRE L'EX COMICO CHE MOSCA NON SGARRERA', MACRON, MERZ E COMPAGNI PROPORRANNO L'INGRESSO DELL'UCRAINA NELL'UNIONE EUROPEA (CHE FA SEMPRE PARTE DELLA NATO) - PER L’ADESIONE UE SERVE L’OK DEI FILO-PUTINIANI ORBAN E FICO (CI PENSERÀ LO ZAR A CONVINCERLI) - UNA VOLTA FIRMATA, DOPO 6 MESI DEVONO ESSERE APERTE LE URNE IN UCRAINA - LA GAFFE: "VENERDI' VEDRO' PUTIN IN RUSSIA...": TRUMP SULLA VIA SENILE DI BIDEN? OPPURE....

antonio decaro michele emiliano roberto fico giuseppe conte elly schlein vincenzo de luca

DAGOREPORT - SCHLEIN E CONTE FANNO CAMPOLARGO (MA SOLO PER LE REGIONALI, PER ORA): DOPO GIANI IN TOSCANA E RICCI NELLE MARCHE, E' FATTA ANCHE PER I 5STELLE ROBERTO FICO IN CAMPANIA E PASQUALE TRIDICO IN CALABRIA (DOVE NON CI SONO CHANCE DI VITTORIA) - L'ULTIMO OSTACOLO RESTA VINCENZO DE LUCA, CHE CHIEDE DI NOMINARE IL FIGLIO, PIERO, SEGRETARIO DEL PD REGIONALE. MA ELLY NON VUOLE FARE LA FIGURA DA PERACOTTARA: FU LEI A COMMISSARIARE IL PARTITO, COME ATTO OSTILE NEI CONFRONTI DEL "CACICCO" DE LUCA, E A FAR FUORI SUO FIGLIO DA VICECAPOGRUPPO ALLA CAMERA - IN PUGLIA, QUEL CROSTONE DI EMILIANO È INDIGESTO A ANTONIO DECARO PER LA VECCHIA STORIELLA DELL'INCONTRO CON LA SORELLA DEL BOSS CAPRIATI, "PADRINO" DI BARI VECCHIA, RACCONTATA DAL GOVERNATORE URBI ET ORBI - VIDEO!

matteo salvini luca zaia alberto stefani luca de carlo

DAGOREPORT - VIA COL VENETO: LISTA ZAIA? E GIORGIA MELONI S'INCAZZA! - SE IMPORRA' IL SUO CANDIDATO, IL FRATELLONE D'ITALIA LUCA DE CARLO, SI RITROVERÀ UN LISTONE "DOGE" CHE PORTEREBBE VIA UN FIUME DI VOTI (E AVREBBE LA MAGGIORANZA DEI SEGGI, COMMISSARIANDO DI FATTO IL GOVERNATORE MELONIANO) - MATTEO SALVINI SPINGE FORTE SUL GIOVANE ALBERTO STEFANI, MA LA DUCETTA NON MOLLA L'OSSO DI CONQUISTARE LA RICCA REGIONE VENETA - IN BARBA AL SUO GROSSO BOTTINO DI CONSENSI, LA FIAMMA NON HA IN TASCA ALCUNA REGIONE DEL NORD (IN LOMBARDIA NON TOCCA PALLA: E' ROBA DI LA RUSSA...)