abodi gravina malagò

"DALLE POLTRONE CI SI DEVE ALZARE" – IL MINISTRO DELLO SPORT ABODI TIRA STOCCATE A GRAVINA E MALAGO’: “GRAVINA HA DETTO A ME CHE INTENDE FARE UN PASSO INDIETRO, MA NON ACCETTA IMPOSIZIONI E SOPRATTUTTO VUOLE PRIMA CAPIRE IN CHE MANI LASCIA LA FEDERCALCIO. È COMPRENSIBILE" – "MALAGO’? E’ ALLA FINE DI UN PERCORSO” - IL RUOLO DI GIORGETTI, IL PESO DI LOTITO E IL RAPPORTO GOVERNO-CALCIO

Ivan Zazzaroni per corrieredellosport.it

 

andrea abodi foto mezzelani gmt028

Il mare è a venti minuti dall’intervista telefonica. «Cos’è, un agguato?» Abodi mi accoglie così. Prime ore di vacanza del Ministro per lo sport e i giovani che ha scelto la Sardegna meridionale. «Sono scappato».

 

Scappato mi sembra la parola giusta.

«Ma è una fuga attiva. Devo recuperare energie per risultare più performante al rientro. (Sorride). Per rendere al massimo bisogna volersi bene».

 

E lei se ne vuole tanto.

«Non sempre, penso di averlo dimostrato».

 

Il Ministro per lo sport che va in vacanza durante le Olimpiadi è una contraddizione in termini.

«Sono stato a Parigi una settimana, inoltre devo rispettare i tempi del Parlamento».

 

Sensazioni olimpiche?

abodi lollobrigida gravina

«Il fascino esercitato da un enorme impianto sportivo a cielo aperto. Per l’esattezza, i Giochi sono concentrati nel centro di una città già splendida di suo, ma se soltanto ci si allontana da quella zona si trova la Parigi di sempre. Dal punto di vista sociale questo straordinario evento, anziché ridurre le distanze, le ha addirittura aumentate. Numerose gare si svolgono in luoghi iconici, è un’edizione che non lascerà eredità. Parigi non aveva certamente bisogno di iniezioni impiantistiche poiché è all’avanguardia.

 

andrea abodi e giancarlo giorgetti foto mezzelani gmt030

Tuttavia, una volta smontato il tendone, non resterà nulla di utilizzabile dalle periferie. Playground e altro, intendo. Del resto l’input del Cio era evitare gli sprechi, e la bandiera della sostenibilità è continuamente sventolata dagli organizzatori. Immagino che Parigi 2024 aprirà solo a nuove candidature... Dei Giochi io continuo ad avere un’idea diversa: i venti giorni dovrebbero essere una piattaforma di lancio, o rilancio, infrastrutturale e sociale, per produrre sviluppo, crescita, benessere».

 

Per Macron tutto si può risolvere con un bel tuffo nella Senna apparentemente bonificata.

«Un miliardo e mezzo hanno speso. L’altro giorno ho fatto una battuta dicendo che, osservando la Senna, non mi era sembrata tanto diversa dal Tevere».

abodi lollobrigida gravina

 

Nel quale lei non si tufferebbe mai.

«Nel Tevere ci sono finito una ventina di anni fa. Caduto dal canoino, per fortuna era d’estate e il fiume era tranquillo».

 

(...)

Indistruttibile. A Parigi vinciamo medaglie ma il clima interfederale è sempre pesante, ostilità diffuse.

«A cosa o chi ti riferisci?».

 

gravina abodi e lollobrigida

Binaghi, ad esempio, non ha gradito il comportamento del presidente del Coni Malagò che si è complimentato con i tennisti solo sui social.

«Differenti sensibilità e posizioni storicamente divergenti».

 

Quand’era dirigente federale come giudicava gli interventi della politica nello sport?

«La politica trova spazio dove lo sport glielo lascia. L’autonomia deve sempre contemplare contenuti. Io vorrei dare un senso a questo mio passaggio, ho quarant’anni di esperienza e il dovere di fare, anche toccando frammenti di autonomia altrui. Evitando sempre - sia chiaro - le invasioni di campo.

 

abodi mattarella malagò europei atletica roma

Le prime righe dell’emendamento Mulé lo confermano: “Nel rispetto degli statuti delle federazioni di riferimento al fine di garantire una adeguata rappresentanza nei sistemi federali di cui al presente articolo… eccetera». Più rispettoso di così! Poi che il calcio, lo sport dia visibilità è un fatto, naturale che risulti un territorio interessante».

 

Quando dopo gli Europei disse, e in seguito lo ripeté, di essere «rimasto sorpreso dalla ricerca di responsabilità altrui» e che «proprio lo sport insegna ad assumersi responsabilità» inseguiva l’autocritica pubblica o, più semplicemente, chiedeva la testa di qualcuno?

«Rispondo così: alle parole seguono i fatti. Mancati le une e gli altri. M’era sembrato che nessuno si fosse messo in discussione, come se fossimo usciti dal torneo per una serie di circostanze sfavorevoli».

andrea abodi e angelo binaghi foto mezzelani gmt305

 

«Le dimissioni di un uomo non cambiano le cose nel sistema». Sono parole sue. Di un anno e mezzo fa.

«Le confermo. Però quando non fui eletto mi dimisi e avevo un mandato di quattro anni, rinunciai all’ultimo e restai senza lavoro, né consulenze o altro. Anche economicamente non fu una passeggiata di salute».

 

Come finirà la partita del calcio?

«Dipende da una serie di fattori».

 

Anche dal campo? Dalla Nations League, intendo?

«Dagli equilibri delle Leghe. Gravina ha detto a me che intende fare un passo indietro, ma vuole essere libero di decidere, non accetta imposizioni e soprattutto vuole prima capire in che mani lascia la Federcalcio.

 

malagò abodi

È comprensibile. Nelle contrapposizioni palesi nessuno lascia spazio all’altro. Quello che realmente conta è il benessere del sistema, serve una visione più ampia e complessiva. Non si può sempre aspettare che le cose succedano, a volte bisogna farle succedere. La formula “fin che la barca va lasciala andare” non funziona».

 

Si dice che dietro l’attivismo dell’onorevole Mulé ci fossero Giorgetti da una parte e Lotito dall’altra.

«Assolutamente no. Giorgetti è un uomo di notevoli cautele, non c’entra nulla con tutto questo, ha altro a cui pensare. Lotito? Avere posizioni diverse fa parte del gioco. In Parlamento sono presenti un presidente e un amministratore delegato di società, circostanze che possono verificarsi. Lotito esercita le sue funzioni in un certo modo internamente e esternamente, Galliani in un altro sia dentro sia fuori».

 

Lei da che parte sta? È di ostacolo a Gravina?

malagò abodi

«Né ostacolo, né avversario proprio per il ruolo che ricopro. Vorrei aiutare a portare soluzioni».

 

Per questo sta riscrivendo la legge Melandri.

«La vecchia stesura non regge più, le cose sono cambiate e si è reso necessario un aggiornamento sostanziale per dare un assetto stabile al sistema. Mutualità, diritti tv, tutto va attualizzato».

 

Ministro, il Governo vuole prendersi anche il calcio?

«Assolutamente no! L’obiettivo del Governo, collaborando con il Parlamento, è di creare le condizioni per facilitare una indispensabile e indifferibile stagione di riforme nel calcio e, in generale, nello sport, per rendere il nostro sistema più credibile, competitivo e sostenibile.

 

andrea abodi e giancarlo giorgetti foto mezzelani gmt029

L’autonomia nello sport è un valore da rispettare, ma il modo più efficace per difendere l’autonomia, comunque relativa e non assoluta, dipende dalla capacità dello sport, e quindi anche del calcio, di non essere autoreferenziale, di rispettare a ogni livello i suoi valori e di saper svolgere efficacemente la sua funzione, anche sociale e culturale. Il Governo darà ogni supporto a questa prospettiva, nel rispetto dei ruoli, e non sarà mai complice dell’inerzia e del Gattopardo. Tutto questo al di là delle vittorie e delle sconfitte sportive».

 

Alé. E Malagò è in uscita nonostante i successi olimpici?

«Le norme dicono che i mandati, negli enti pubblici, possono essere al massimo tre. Malagò è alla fine di un percorso».

 

Fare il ministro in questa fase la diverte?

andrea abodi foto mezzelani gmt025

«Più che divertente, è stimolante, ho anche i giovani e grosse responsabilità e voglia di fare».

 

Se le dico poltrona?

«Dalla poltrona ci si deve anche alzare, la sedentarietà diventa un habitat mentale, uno schema di pensiero che alla lunga può produrre solo danni».

Ultimi Dagoreport

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…