valentina baldini andrea pirlo riccardo grande stevens

PIRLO, “UN COSTO MINORE” - ANDREA AGNELLI GLI HA AFFIDATO LA PANCHINA DELLA JUVENTUS PER RISPARMIARE: I CONTI SONO IN SOFFERENZA - L’EX CENTROCAMPISTA MAL VISTO DALLA TORINO BENE PER LA SUA STORIA CON VALENTINA BALDINI, EX DI RICCARDO GRANDE STEVENS (UNA FAMIGLIA CHE SOTTO LA MOLE PESA PARECCHIO) - IL PROBLEMA INGAGGI, LE SCELTE TECNICHE, LA SQUADRA VECCHIA E LE ASPETTATIVE SU PIRLO GONFIATE DAI GIORNALI PRONI ALLA JUVE…

andrea pirlo andrea agnelli

1 - DAGOREPORT

I quotidiani hanno già intinto la penna nella saliva per incensare la (prematura) epopea di Andrea Pirlo sulla panchina della Juventus. E’ una scommessa, sia chiaro. Anzi una scelta per “costo minore”. Andrea Agnelli ha le casse in sofferenza e l’investitura dell’ex centrocampista è stata una manovra per risparmiare. Una scelta che, però, non è piaciuta ai tifosi bianconeri della Torino bene, quelli che storcono il naso quando la forma non è linda, pinta e ipocritamente rispettata. Pirlo ha una “macchia” nel suo curriculum.

 

ANDREA PIRLO VALENTINA BALDINI

Non calcistico, sia chiaro, ma amoroso. Nel 2013 lasciò la moglie, Debora Roversi, dopo 13 anni di matrimonio e due figli, per la pr Valentina Baldini nota per essere stata fidanzata con Riccardo Grande Stevens, figlio di Franzo Grande Stevens, storico avvocato della famiglia Agnelli e un tempo amico intimo dell’Avvocato.

Non si è mai capito se la biondina abbia iniziato la storia con l'ex calciatore quando ancora stava ufficialmente con Grande Stevens. Corna o non corna?

 

In un'intervista a "Chi", l'avvocato, tra un dico e non dico, lasciò intendere che la storia d'amore finì - dopo dieci anni - proprio per colpa del calciatore. Anche se alla domanda precisa rispose con un giro di parole: "La storia è finita: punto. Io non do peso alle cose che si sentono raccontare. Ricordate che tutto dipende sempre dalla qualità del chiacchiericcio: per star male, deve valerne la pena". Insomma il mite Pirlo ha “beccato” in un recinto da cui avrebbe dovuto tenersi alla larga. E c'è chi, al di là delle dichiarazioni ufficiali, non dimentica il torto subito...

riccardo grande stevens

 

E poi c’è il lato tecnico. La Juventus è una squadra vecchia, economicamente provata dagli investimenti degli ultimi anni e che non riesce a smaltire gli ingaggi pesantissimi riconosciuti a Cristiano Ronaldo e Higuain (a cui la società ha proposto la rescissione del contratto a costo di una pesante minusvalenza in bilancio). I limiti della gestione bianconera, nella programmazione, sono nuovamente emersi dopo aver visto trionfare Kingsley Coman in Champions league: il francese è stato venduto a 19 anni al Bayern per 28 milioni incassati in tre anni.

 

Nel frattempo, in vista della prossima stagione, sono stati rinnovati i contratti rinnovati a nonno Buffon (42 anni) e Chiellini (36), mentre si cerca di ingaggiare Dzeko (34). E poi c’è la grana Dybala. Il talento del futuro, che la Juventus è disposta anche a vendere in presenza di offerta congrua, batte cassa per il rinnovo: vuole passare dagli attuali 7,3 milioni a stagione a 15. E’ un’esternalità negativa dell’ingaggio di CR7: strapagare il portoghese 31 milioni all’anno spinge gli altri campioni a chiedere di più.

riccardo grande stevens con la ex di pirlo

 

2 - PIRLO: «PREDESTINATO? DIPENDE DAI RISULTATI»

Paolo Tomaselli per il “Corriere della Sera”

 

Pensare a un calcio di «possesso palla, dominio del gioco e veloce recupero del pallone» sulla scia di Maurizio Sarri, ma puntando sulla flessibilità, il dialogo, l'empatia. Ovvero l'esatto contrario di quello che la Juventus aveva scelto un anno fa, salvo poi pentirsene, non certo per esclusiva colpa del tecnico dalla gavetta infinita. Il nuovo allenatore dalla gavetta inesistente deve innanzi tutto spazzare i cocci da terra e poi penserà al resto. Perché in casa bianconera c'è da «riportare entusiasmo e voglia di sacrificarsi uno per l'altro per raggiungere gli obiettivi».

 

GONZALO HIGUAIN LA FINALE DI COPPA ITALIA PERSA DALLA JUVENTUS CONTRO IL NAPOLI

Prima dei moduli («a 4 difensori ma anche a 3 quando si attacca»), della permanenza di Dybala («Mai stato sul mercato») o dei nuovi innesti da concordare con la società («Voglio un certo tipo di giocatori»), la missione da non fallire è una soltanto: rimettere spogliatoio e allenatore sulla stessa lunghezza d'onda. Per farlo, bisogna riconquistare Cristiano Ronaldo, mettendogli a disposizione un centravanti più adatto al suo gioco e anche ovviamente a quello del resto della squadra: Dzeko potrebbe essere la soluzione migliore nel rapporto qualità-prezzo.

 

higuain dybala 1

Scaricare Higuain, anche a costo di fare una minusvalenza di 18 milioni, era il primo passo in questo senso e Pirlo lo ha già fatto: «Con lui ho parlato, è una persona che ammiro tantissimo. Ha fatto un ciclo importante, però i cicli finiscono e abbiamo deciso che le strade si devono separare. Ci siamo guardati negli occhi e abbiamo preso questa decisione». Pirlo è stato annunciato dal club (per bocca del direttore dell'area tecnica Paratici) come un allenatore «predestinato». Un modo per rendere più nobile la pressione enorme che attende il nuovo arrivato.

 

cristiano ronaldo

Ma lui sembra pronto a dribblarla, come quando giocava: «Io un predestinato? Dipenderà dai risultati: mi è stato detto da calciatore e spero possa esserlo ancora. Credo nelle mie possibilità e di poter raggiungere questo obiettivo anche da allenatore. Sono al posto giusto nel momento giusto». Personalità e idee chiare non sembrano mancare. E il dialogo può essere il vero punto di (ri)partenza - e di rottura con Sarri e l'ultimo Allegri -. Non a caso Pirlo vuole «riportare l'entusiasmo che si era un po' perso, lavorare e parlare tanto con i giocatori. Fargli capire situazioni e dinamiche del gioco, renderli partecipi negli allenamenti per fargli entrare in testa ciò che vogliamo effettivamente: un lavoro sul campo, ma anche un lavoro di rapporti umani, parlando di cose tattiche e psicologiche».

gigi buffon cristiano ronaldo scudetto 2019 2020

 

Andrea va alla ricerca del tempo perduto nella costruzione del gruppo, sfruttando una parte del lavoro fatto da Sarri sul campo, con l'obiettivo di ricreare l'energia dei primi anni di Conte, l'allenatore che più di tutti ha segnato l'approccio di Pirlo alla nuova professione: «Magari poter raggiungere quella voglia, quella coesione e quello spirito di sacrificio...». Lo spirito di nove anni fa, per il decimo scudetto. Per adesso è più facile a dirsi che a farsi. Ma dentro a un gruppo anche le parole pesano. A seconda di chi le dice. E di come le dice.

andrea pirlo andrea agnellipirlo e agnelli almost kisscomanagnelli sarri

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