arte dipinti trafugati dai nazisti

QUANDO L’ARTE E’ MEGLIO DI UN THRILLER - DOPO 72 ANNI RECUPERATI TRE CAPOLAVORI TRAFUGATI DAI NAZISTI: ERANO FINITI NEI SALOTTI DI RICCHI COLLEZIONISTI MENEGHINI - I 3 DIPINTI DI “VALORE INESTIMABILE” AFFIDATI ALLA PINACOTECA DI BRERA

LA CIRCONCISIONE DI GESULA CIRCONCISIONE DI GESU

Cristina Bassi per “il Giornale”

 

Erano naufragati nel mare della storia, sono riemersi dopo 72 anni. Tre capolavori del Quattrocento, trafugati dai nazisti durante la Seconda guerra mondiale, sono stati recuperati dai carabinieri e affidati alla Pinacoteca di Brera.
 

I tre dipinti sono «di valore inestimabile» secondo i carabinieri del Nucleo tutela del patrimonio culturale di Monza che li hanno ritrovati appesi nelle case di due famiglie di collezionisti milanesi. Sono stati presentati ieri alla Pinacoteca, dove verranno esposti dopo il restauro.

LA MADONNA CON BAMBINOLA MADONNA CON BAMBINO

 

Si tratta di un olio su tela attribuito a Giovanni Battista Cima, detto Cima da Conegliano (1460-1518) raffigurante una Madonna con Bambino. Un dipinto a tempera su tavola a fondo oro attribuito ad Alesso Baldovinetti (1425-1499) raffigurante la Trinità. E un olio su tela firmato «Jeronimus ex libris», Girolamo Dai Libri (1474-1555), raffigurante Circoncisione/Presentazione di Gesù al Tempio.
 

La vicenda delle opere somiglia a quella di un romanzo. Erano sparite quando i nazisti saccheggiarono Villa delle Pianore a Camaiore, vicino a Lucca, del principe di Lussemburgo Felice di Borbone Parma. Da lì il tesoro di circa quaranta pezzi fu portato nel castello di Dornsberg, nella zona di Merano, la roccaforte del comandante delle Ss in Italia, generale Karl Wolff.

 

Alla fine della guerra la collezione Borbone Parma fu recuperata dai soldati americani della Quinta armata, i celebri Monuments Men. Ma non i tre quadri presentati ieri. Solo nel dicembre del 2014 i carabinieri durante un' indagine negli archivi hanno scovato il capolavoro di Cima da Conegliano. Per poi rintracciare anche gli altri due.

I NAZISTI E LE OPERE D ARTEI NAZISTI E LE OPERE D ARTE

 

Il sequestro è del luglio 2015. Le tele sono state affidate alla Pinacoteca di Brera. «Un passaggio tecnico in luogo idoneo - spiega il capitano Francesco Provenza, che guida il Nucleo di Monza - per limitare ulteriori deterioramenti fisiologici e in attesa dei successivi sviluppi investigativi».

 

Due persone sono state iscritte nel registro degli indagati per ricettazione. Sono gli eredi delle famiglie di collezionisti che fin dal Dopoguerra tenevano in casa i quadri. Anche se l' accusa è destinata a cadere, visto che non c' è dolo di queste persone. I dipinti entreranno nel patrimonio artistico dello Stato.

 

LA TRINITALA TRINITA

Dai recenti «proprietari» erano infatti possedute in violazione delle leggi emanate tra il 1946 e il 1950 che obbligano a restituire i beni sottratti con violenza dalle truppe tedesche durante la Seconda guerra mondiale negli Stati delle Nazioni unite. I proprietari originari invece erano già stati risarciti. Tutto risale alle leggi razziali fasciste del 1938, quando gli ebrei stranieri furono costretti a lasciare l' Italia. Un anno dopo venne istituito l' Ente di gestione e liquidazione immobiliare, per acquisire i beni sottratti agli ebrei e, successivamente, per sequestrare quelli degli stranieri di nazionalità nemica.

 

Nell' agosto 1940 il prefetto di Lucca ordinò il sequestro dei possedimenti dei Borbone Parma. È così che le tele, insieme a molte altre opere, furono poi requisite dalla 16esima Divisione corazzata Ss. I Borbone Parma ottennero nel 1949 la restituzione del tesoro ritrovato dagli americani. Tranne i tre dipinti, su cui non hanno più diritti.

 

CAPOLAVORI TRAFUGATI DAI NAZISTICAPOLAVORI TRAFUGATI DAI NAZISTI

Alla presentazione hanno partecipato il vice comandante dei carabinieri tutela del patrimonio culturale, il colonnello Alberto Deregibus, il capo del Dipartimento reati contro il patrimonio della Procura di Milano, Riccardo Targetti, e il soprintendente delle Belle arti Antonella Ranaldi. «Le proprietà dello Stato - ha detto Targetti - vanno rivendicate per il bene della collettività».

 

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