ARTE DA RICOVERO! – L’OSPEDALE PUBBLICO LONDINESE “CHELSEA AND WESTMINSTER HOSPITAL NHS” ESPONE NELLA SUA STRUTTURA CIRCA DUEMILA OPERE D'ARTE CONTEMPORANEA, CON CREAZIONI DI DAMIEN HIRST, ALICIA PAZ, FRANK BOWLING, SIAN TUCKER, ALLEN JONES E JULIAN OPIE – ANTONIO RIELLO: “LA PRESENZA DIFFUSA DI ARTE CONTEMPORANEA CREA UN'ATMOSFERA CAPACE DI ‘DISTRARRE’ IN MANIERA VIRTUOSA I PAZIENTI E DI RILASSARE L'ANSIA. IL MUSEO DEL FUTURO PROBABILMENTE È QUI: IN UN-NON-MUSEO. LONTANO DALLE BOLLE SPECULATIVE, DALLE MODE E DAI CAPRICCI DEL MERCATO...”
Antonio Riello per Dagospia
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Che futuro ha il museo di Arte Contemporanea nella società avanzata e digitalizzata di una grande metropoli? Il dubbio minaccioso suggerisce una triste irrilevanza. Oggi, anche un "museo vivo" (ovvero che non sia solo un accumulo inerte di opere) davvero serve a qualcosa? E se sì, a cosa serve?
Nel migliore di casi dovrebbe offrire ai più giovani ispirazione e istruzione. Una istituzione - se ben diretta - avrebbe il dovere di costruire schemi di "identità condivisa" per una comunità più ampia possibile. E ovviamente anche implementare importanti occasioni turistiche per la città.
In subordine, produrre pure glamour e consenso: un meccanismo in grado di creare pretesti sociali appetibili per le elite impegnate. Come si può facilmente immaginare sull'argomento c'è una infinità di dotti, specialistici, interminabili e noiosetti dibattiti. Ma per fortuna una possibile risposta c'è ed è a portata di mano (per tutti).
chelsea and westminster hospital nhs
Londra. Per un attimo dimenticatevi della Tate, della Saatchi, delle varie fondazioni d'Arte (più o meno à la page). Andiamo invece all'ospedale. Sì, avete capito bene, proprio in un ospedale. Nel cuore di Londra. Entriamo dall'ingresso principale che da sull'affollata Fulham Road. Per le parti comuni non sono richiesti permessi d'entrata.
Siamo al Chelsea and Westminster Hospital NHS (NHS sta per Servizio Sanitario Nazionale, parliamo di Sanità Pubblica e non di una esclusiva clinica privata). Iniziamo dalla cappella al primo piano. Chi si raccoglie in preghiera viene accolto da una imponente (e preziosa) tela di Paolo Veronese: la "Resurrezione" (1587, in origine dipinta per la chiesa di San Giacomo a Murano). Il Miracolo dei Miracoli. Difficile pensare ad un migliore auspicio chi implora la guarigione dei propri cari.
Anche se notevole, è l'unica opera d'Arte antica. Il nosocomio londinese, per precisa scelta, espone in permanenza circa 2000 (sì, duemila! e la faccenda è in progress) opere d'Arte Contemporanea. Sono coinvolti un po' tutti gli spazi: atrii, corridoi, ambulatori, sale d'aspetto, stanze di degenza, zone comfort.
chelsea and westminster hospital delafield cook
I nomi spaziano da giovanissimi artisti appena usciti dalla scuola (specialmente dal Royal College) a nomi di chiara fama. Nel piano inferiore campeggia una grande installazione "The Acrobat" di Allen Jones (indiscusso campione della Pop Art britannica). E poi ci sono le ben note immagini in movimento di Julian Opie.
All'entrata del piano terra si nota subito una scultura di Eduardo Paolozzi (1824-2005, italiano di nome ma scozzese di fatto, un'altra star della stagione Pop). Procedendo si incrociano le fatiche di Damien Hirst, Alicia Paz, Frank Bowling e Sian Tucker. Molto bello il rinoceronte (carboncino su carta) di Jonathan Delafield Cook.
Si salgono le scale e troviamo Isaac Julien con i suoi lavori digitali in mezzo a tante altre magnifiche opere. Edward Baeden ha realizzato uno dei lavori più grandi: "Fantasy on Islamic Architecture". E lì vicino la scultura "Seraphim" di Richard Smith. Le diverse componenti della società contemporanea sono in qualche modo bilanciate.
chelsea and westminster hospital damien hirst
Al terzo piano una imponente e colorata installazione murale di Adam Furman: "Radiance". Tra i big names ci sono anche Tracey Emin e Mary Fedden. La collezione è gestita dalla CW+, una apposita organizzazione no profit. Si occupa di organizzare mostre temporanee e residenze d'artista (sì, nell'ospedale).
La sua missione principale è una complessa serie di attività di Art Therapy. I pazienti più giovani sono coinvolti in veri e propri workshop che spesso vedono la presenza di artisti. I creativi fanno parte - a modo loro - della squadra dell'ospedale. Altri artisti hanno prodotto delle edizioni che vengono vendute da CW+ per raccogliere fondi. C'è parecchio volontariato. E concorsi (con premi) per giovani.
chelsea and westminster hospital nhs paolo veronese
Il punto essenziale? La presenza diffusa di Arte Contemporanea crea un'atmosfera immersiva capace di "distrarre" in maniera virtuosa i pazienti e di rilassare (almeno un po') l'ansia. Si respira un senso di "total care" (anche visuale ed intellettuale) che è di grande conforto. L'Arte funziona come un ammortizzatore subliminale che permette ai degenti di affrontare meglio lo stress e le dure prove alle quali sono sottoposti.
Già entrando si prova la sensazione - solo in apparenza banale - di non essere necessariamente in un luogo di sofferenza. Ci si concentra - potere dell'Arte - su altro. Le statistiche provano che qui i pazienti reagiscono prima e meglio alle stesse terapie effettuate in altri ospedali del Regno Unito dotati degli stessi identici standard qualitativi.
Determinati ambienti sono stati pensati e progettati da designer apposta per diminuire angoscia e paura (oltre che per migliorare l'ergonomia). Le luci, i colori delle pareti, i pavimenti, i soffitti, i mobili e le procedure stesse. Tutto viene valorizzato esteticamente e migliorato da un punto di vista funzionale. Questo è la forma di attivismo delle Arti che, alla prova dei fatti, riesce meglio.
Il Museo del Futuro probabilmente è qui: in un-non-museo. Lontano dalle bolle speculative, dalle mode e dai capricci del mercato. Sono i benedetti, sorprendenti e insondabili paradossi dell'Arte Contemporanea.
L'Art Museum del Futuro
369 Fulham Road
Londra SW10 9NH
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sempre aperto
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chelsea westminster hospital front fulham road
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