ATTENTI AL CIUCCIO - IL NAPOLI NON SOLO È LO SFIDANTE PERFETTO DELLA JUVE, MA NE È L’OPPOSTO. LA JUVE VINCE A MUSO DURO, IL NAPOLI IN ALLEGRIA - PER L’EUROPA MILANESI A RISCHIO

Fabrizio Bocca per "La Repubblica"

La Juve (più Tevez) ha già spaventato il calcio italiano. Anche se il gol vittoria alla Samp più che una genialata dell'argentino sembra uno schizzo sul taccuino di Conte - o alla playstation, come si vuole - poi martellato nella testa dei giocatori (in questo la Juve è identica a un anno fa).

Dopo aver speso molto e imbottito la squadra - sei attaccanti, i nuovi Tevez e Llorente, i vecchi Vucinic e Giovinco, Quagliarella e Matri in esubero) la rincorsa al 3° scudetto consecutivo, impresa mai più riuscita dagli anni 30, è cominciata con grandi fanfare.

E del resto un anno fa la Juve cominciò con 4 vittorie consecutive, per poi dominare dall'8ª alla 38ª giornata. Ribaditi i pregi, l'unico rischio è la "sopportabilità" del martello di Conte, teorico del calcio a muso duro. Ben sapendo di tirare la corda voleva cambiare i tre quarti della squadra per poi essere riportato a più miti consigli. La Juve ha alzato il tiro e costretto le altre a correre da subito. A livello scudetto e molto più sotto.

NAPOLI
Il Napoli non solo è lo sfidante perfetto della Juve, ma ne è l'opposto. La Juve vince a muso duro, il Napoli in allegria. La Juve ha copiato il gioco di Mazzarri, il Napoli di Benitez lo ha smontato per usarne uno più tagliato per i grandi (l'Inter del triplete, il Brasile, il Bayern...);

la Juve per ora ha inserito tra i titolari solo Tevez, il Napoli almeno 4 (Reina, Albiol, Callejon, Higuain) e non ha ancora finito; la Juve è un collettivo assoluto, un collegio svizzero, il Napoli esalta anche le individualità. Soprattutto Hamsik, ultimo dei tre tenori. Ognuno si scelga il calcio che più preferisce.

P.S. - Sullo show del Napoli sarebbe meglio far la tara del 20%, visto le brutte condizioni del Bologna...

INTER
Non è un gran calcio per il momento, va detto chiaro. Ma è quello che all'Inter serviva. Lo ha detto anche Mazzarri, chiamato per uno shock dopo l'anarchia stramaccioniana: c'era da spezzare la sequenza di ko che aveva depresso l'Inter. E dunque difesa, prudenza, gran massa al centro.

All'Inter girano strani e velleitari discorsi scudetto, fatti più che altro per non cancellare del tutto il recente passato. Mancano sicuramente giocatori di qualità a centrocampo, e non è detto che Nainggolan, Fernando o Wellington - posto che ne arrivi uno - alzino il livello.

Pure il ritorno di Eto'o farebbe comodo. Per lo stipendio si può bussare a Thohir o attingere al supercontratto che proprio ieri l'Inter ha firmato con la Nike: 18 milioni l'anno per 10 anni.

P.S. - Anche sullo show dell'Inter serve una tara del 20%, visto il Genoa che non passava la metà campo...

MILAN
Mettetevi nei panni di Allegri impostosi al Milan e soprattutto rimasto sul gozzo a Berlusconi: non è nemmeno finito agosto e già siamo al punto focale. Capire cioè se tutto ciò che ha fatto il Milan in due anni finirà per concentrarsi sul fuoco dello specchio ustorio dove il livornese è legato.

I problemi del Milan non si risolveranno con Honda (o Ljajic), forse di più con uno o due difensori ben più tosti e piazzati di Zapata, Mexes e Constant (magari l'Astori lasciato in panchina dal Cagliari). Che il centrocampo si sia indebolito è evidente, che la coppia El Shaarawy-Balotelli non funzioni lo si sa da sei mesi, che di Balotelli servano i gol non solo su rigore e meno le scenate pure. Lo dice anche Allegri: sono ragazzi...

LAZIO
La novità è il coach Lotito che ha messo sul conto di Petkovic gli schiaffi presi dalla Juve: giocatori dal ruolo stravolto, formazione scombiccherata. Dopo aver versato nella nuova Lazio almeno 20 milioni (supererebbero i 30 se arrivasse Yilmaz per non lasciare solo l'involuto Klose), considera il risultato una conseguenza.

E dunque ordinario battere l'Udinese, doveroso non prenderne altri 4 alla prossima con la Juve. La Lazio ha attraversato l'estate con la convinzione del gran salto. Ma la convinzione da sola non fa punti.

ROMA
Pericolosa la netta vittoria alla prima. La Roma che ha già venduto tanto potrebbe scommettere ulteriormente sull'autosmantellamento, convincendosi che tanto si vince lo stesso. E dunque a un Lamela in partenza non è così sicuro che corrisponda un Ljajic in cambio. Dalla Roma dei talenti e dei giovani si è passati alla Roma dei vecchiotti, il ritorno al gol di De Rossi salutato con sollievo. Una sistemata ai conti e una vita alla giornata è il vero progetto.

P.S. - Anche la Roma deve tarare gli entusiasmi di un 20%, ha vinto in casa del Livorno neopromosso.

FIORENTINA
La grande novità, la squadra più cool. Montella, Rossi, Gomez (quello che fa gol, non che prende pali a porta vuota), magari qualcuno meno volubile di Ljajic e uno stadio viola che fa molto ambiente. Il gol di Giuseppe Rossi dopo due anni di inferno e di ginocchia sacrificate al pallone è una bella notizia anche per la nazionale.

Se lo scudetto è questione Juve-Napoli, andare in Champions significa eliminare Milano e Roma. Ci vuole coraggio e sfacciataggine: la rivoluzione del pallone può cominciare da qui.

 

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