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DIAVOLO DI UN PELLEGATTI! LA STORICA VOCE ROSSONERA DOPO L’ADDIO ALLE TELECRONACHE IN TV, RACCONTA SU ‘YOUTUBE’ STORIE DI MILAN - “BERLUSCONI? CHIEDEVA DI ABBASSARE L' AUDIO DELLA TV PER SEGUIRE LA PARTITA CON LA MIA VOCE IN RADIO...” – IL CAZZIATONE PER ‘BASTEN INSTINCT’ – LE SCARAMANZIE DI CAPELLO E ANCELOTTI: "CON LUI HO UN CAVALLO DA CORSA” -SOPRANNOMI STRACULT: IL "MUSAGETE" RUI COSTA, "MAHATMA" BARESI - ''IL MOMENTO PEGGIORE? L'EPISODIO DI CONTE. DOPO IL GOL NON DATO A MUNTARI, PENSAVO CHE IL MICROFONO FOSSE SPENTO, E HO DETTO..." VIDEO

 

 

Arianna Ravelli per Liberi Tutti – Corriere della Sera

 

PELLEGATTI

«Pronto? Sono Rino. Cos' è questa storia che non fai più le telecronache? Niente scherzi: a Milanello devi venire lo stesso». La voce di Gattuso è arrivata finta burbera come sempre, un secondo dopo la Notizia di inizio stagione. L' interessamento dell' allenatore rossonero era sincero, nonostante il sospetto che un po' c' entrasse anche la scaramanzia, perché nel calcio i cambiamenti sono malvisti e Carlo Pellegatti seduto in prima fila a Milanello è stato un must per 35 anni (e ora che invece non c' è, manca. E poi avete visto quanti infortuni?). Qualche giorno dopo a Malpensa atterra, da San Paolo, Kakà, per la sua settimana da stagista al Milan. Prima frase pronunciata: «Carlo ma è vero che non fai più le telecronache?».

 

Terza scena: San Siro, Milan-Roma, dalla Curva rossonera compare uno striscione enorme. «Le tue radiocronache hanno segnato un' era. Pellegatti per sempre voce rossonera». È sufficiente per capire cosa rappresenti Carlo - giornalista gentleman - per il mondo Milan. Ma l' addio è rosso(nero) relativo. Passione: intatta. Parlantina: scioltissima. Fantasia: accesa. Pellegatti è vivo e lotta assieme ai tifosi del Milan.

 

PELLEGATTI

Carlo, dopo 35 anni da cantore delle gesta (e delle cadute) rossonere, decine e decine di soprannomi inventati, come ha preso la fine del rapporto con Mediaset?

«Chi guarda troppo il passato non ha futuro, perciò invece di girare per casa con la barba lunga, ho sfruttato un amico di mio figlio e ho deciso di fare il caporedattore di me stesso. Ho aperto un canale youtube, carlopellegatti.it , che sta avendo un buono e inaspettato successo, ho 40mila visualizzazioni. D' altronde i tifosi - che ringrazio - mi vogliono bene: quando ho annunciato su Instagram che non avrei più fatto le telecronache mi hanno visto in 110 mila. È un affetto incredibile. Le leggo un messaggio: "Senza di te mi pare che giochiamo in inferiorità numerica"».

 

Ma lei che fa sul canale youtube?

«Oltre a dare le notizie, racconto storie di Milan. Di quella volta che Gianni Agnelli, nel viaggio in treno tra Copenaghen e Milano, ci ha scippato Plöger, ma poi come risarcimento ci ha aiutato a prendere Nordahl. E ci ha fatto un grande favore. Plöger: 16 partite, un gol con la Juventus, Nordahl... beh era Nordahl. Oppure quella dell' anatema dei 43 anni».

 

Divagazione irresistibile, racconti per chi non sa.

PELLEGATTI

«Nel 1908, su iniziativa della Gazzetta dello Sport , nasce una campagna contro i troppi stranieri nel calcio. Il Milan protesta, ma per alcuni soci in maniera troppo blanda. Com' è noto, se ne vanno e decidono di fondare l' Internazionale football club, l' Inter. Tra questi ci sono i fratelli svizzeri Hintermann che, uscendo dalla sala, lanciano la loro maledizione: "Siamo in 43 e voi non vincerete lo scudetto per 43 anni". Era il 1908, il Milan non vince lo scudetto fino al 1951: 43 anni dopo».

 

Poi lei di trofei ne ha raccontati tanti, inventando soprannomi che tutti i milanisti ricordano. Quali sono i suoi preferiti?

CARLO PELLEGATTI SILVIO BERLUSCONI

«Mahatma la grande anima, Franco Baresi. Collo d' acciaio, Hateley. Guido Guinizelli, Marco Van Basten. Smoking bianco, Kakà. E poi molti altri... Uno anche per Arrigo Sacchi: Capitano Stubing, quello di Love Boat . Non è uguale? Con Arrigo c' è un buon rapporto. Tutte le volte che mi vede mi ricorda di quella volta che Manzo tirò alta una palla da un metro e io dissi che aveva preso una zolla. Mi dice che solo io potevo giustificarlo...».

 

E gli altri allenatori?

«Fabio Capello era scaramantico: le interviste tv le faceva al venerdì (con i giornali il sabato) e rigorosamente nello stesso angolo davanti alla lavanderia di Milanello.

Sempre lì, qualunque fosse il clima. Ci sono mie immagini sotto la neve. Avevo poi un bel rapporto con Zaccheroni, con Allegri, con cui mi lega la passione per i cavalli, e naturalmente con Ancelotti con cui sono in società nella proprietà di un cavallo da corsa».

 

L' ippica è la sua seconda passione. Se è la seconda...

CARLO PELLEGATTI SILVIO BERLUSCONI

«Devo confessare che quando il mio cavallo è lanciato e può ancora vincere, mi batte il cuore almeno come quando Sheva calcia il rigore decisivo a Manchester o Pasalic a Doha».

 

Addirittura. Come è iniziato?

«Ho cominciato a frequentare l' ippodromo al liceo. Come Proietti in Febbre da cavallo mi tenevo 100 lire da parte, per avere i soldi del metro. Nel '79 ho preso la mia prima cavalla, Afodite, senza la r, famosa perché non entrava mai nelle gabbie, ha abbattuto tre fantini. Nell' 81, con Dutia, a Varese, ho vinto la mia prima gara: correvamo in tre. Ho ancora la foto a casa, con il mitico fantino Carletto Castaldi. Da allora ho sempre tenuto un cavallo da corsa. Oggi ho una piccola quota di una scuderia in Francia, allenatore l' amico Alessandro Botti. La manica della giubba è ovviamente rossonera».

 

CARLO PELLEGATTI

E pensare che il suo sport sarebbe il tennis.

«Certo. Ho giocato a buon livello, ho vinto campionati italiani della mia categoria. Ma poco tempo fa mi si spaccano due tendini della spalla destra.

Che faccio? Smetto? Manco per sogno: inizio a giocare con la sinistra!

L' altro giorno, dopo sei mesi, vinco la mia prima partita. Contro la signora Rosanna, ma è un inizio...».

 

E invece come è diventato la voce del Milan?

BERLUSCONI MILAN

«Liceo classico Manzoni, laurea in Scienze Politiche, poi dal '75 al '92 direttore commerciale di una ditta di spedizioni internazionali. Dalla stagione '81-'82, però, mi presento a Video Delta, di proprietà della Mondadori, che faceva le primissime telecronache del Milan. Mi prendono per le partite in trasferta e sa chi faceva quelle in casa? Nicolò Carosio. Cioè, inizio con un mito accanto. L' anno dopo il Milan va in B e io faccio solo il tifoso, mi diverto come un matto. Peraltro anche ora ho ricominciato ad andare in curva con mio figlio e a organizzarmi le trasferte».

 

paolo berlusconi capello galliani

La popolarità arriva con Telelombardia e «Qui studio a voi stadio ». Un altro calcio e un altro mondo.

«Ho anche vinto un Telegatto per questo. C' erano Tony Damascelli, Michele Plastino. Per il primo scudetto di Berlusconi la diretta è iniziata alle 20 del 14 maggio ed è finita alle 2 del 16 maggio. Ma prima le radio: Radio Panda, che mi pagava 20mila vecchie lire a trasferta: chiedevo di darmele tutte assieme alla fine dell' anno, così mi sembravano di più. E Radio Peter Flowers, perché il proprietario si chiamava Pietro Fioravanti, per la quale ho fatto tutte le trasferte, anche quella di Yokohama. Da qui è nata la leggenda che il presidente Berlusconi chiedesse di abbassare l' audio della tv per seguire la partita con la mia voce in radio...».

PELLEGATTI

 

Non poteva non finire a Mediaset. È vero che era uno dei giornalisti più pagati?

«Non saprei!».

Di sicuro è vero che tutti a Mediaset conoscono i «betoni di Pellegatti». Spieghi.

«Dopo ogni partita del Milan, mi divertivo a comporre il mio archivio. Ora è tutto digitale, ma una volta c' erano i beta, le cassette con le immagini. Io salvavo i momenti che mi sembravano più interessanti. Generazioni di giornalisti li hanno usati per i loro pezzi. In tutto sono 356 da tre ore ciascuno».

 

capello galliani

In tanti anni guidati dalla passione, c' è stato un momento in cui il calcio l' ha stufata?

O delusa?

«Il momento peggiore è stato l' episodio di Conte. Eravamo scossi dopo il gol non dato a Muntari, io pensavo che il microfono fosse spento, ho detto frasi di cui mi sono totalmente vergognato. Mi sono subito scusato con la Juve. Devo dire che, anni dopo, ho visto arrivare a San Siro Conte c.t.: gli sono andato incontro per intervistarlo e solo dopo ho realizzato. Ho pensato: "Adesso chissà cosa mi dice", invece è stato molto gentile. Ma ancora oggi, se ci ripenso, mi viene un fastidio allo stomaco, perché io ero l' esempio di un tifo positivo, avevo un rapporto molto bello anche con i tifosi avversari».

berlusconi milan

 

Allora, è proprio finita con le telecronache?

«Vedremo, ma senza apparire presuntuoso, mi sento di dire che avrei ancora successo».

Carlo Pellegatti

Intervista finita, due passi in via Solferino. Un signore si ferma: «Pellegatti continui a fare le telecronache! E forza Milan!».

BERLUSCONI LE GLORIE DEL MILAN E TEO TEOCOLIberlusconi arrigo sacchiBERLUSCONI MILANBERLUSCONI MILANberlusconi primo raduno del milan in elicottero con cavalcata delle valchirieBERLUSCONI MILANberlusconi gallianiberlusconi sacchiberlusconi milan 8ancelotti gallianiberlusconi 7BERLUSCONI MILANancelotti baresiberlusconi galliani 7berlusconi l elicottero del milanberlusconi riveraruud gullit – marco van basten – rijkaardcapello berlusconiberlusconi primo raduno del milan in elicottero con cavalcata delle valchirieberlusconi sacchi baresiberlusconi gullitgalliani van bastenberlusconi milan

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