aurelio de laurentiis rudi garcia napoli

"C’È UN UOMO SOLO RESPONSABILE DEL DISASTRO, IL SUO NOME È AURELIO DE LAURENTIIS" (NO, CE NE SONO DUE: L’ALTRO E’ RUDI GARCIA) – IL NAPOLISTA: "LA SCONFITTA TRA I FISCHI CON L’EMPOLI CERTIFICA IL CROLLO DEI QUATTRO MESI DI MONARCHIA ASSOLUTA DI DE DE LAURENTIIS CHE HANNO PRODOTTO UNA SQUADRA CONFUSA, UN ALLENATORE DELEGITTIMATO E COMMISSARIATO, IL QUARTO POSTO E LA QUALIFICAZIONE CHAMPIONS IN BILICO. RUDI GARCIA PROBABILMENTE È ALL’ULTIMA APPARIZIONE SULLA PANCHINA DEL NAPOLI..."

Massimiliano Gallo per ilnapolista.it

napoli empoli de laurentiis

C’è un uomo solo al disastro, il suo nome è Aurelio De Laurentiis. Prendiamo in prestito la frase più importante del giornalismo sportivo italiano e ci scusiamo con gli eredi di Fausto Coppi. Ma oggi domenica 12 novembre, il presidente del Napoli – seduto in tribuna preoccupantemente al fianco dei fratelli Cannavaro – raccoglie i frutti degli ultimi sei mesi di presidenza. In cui fondamentalmente ha rinnegato i principi base della sua ultradecennale gestione illuminata. Mai ispirata da canonici criteri aziendali ma comunque basata su una sia pur minima ripartizione di compiti e responsabilità. E da una ferma distanza dalla città.

 

La sconfitta interna con l’Empoli penultimo in classifica dovrebbe a questo punto spingere anche i più riottosi a comprendere che c’è un responsabile del disastro, l’uomo che a Napoli hanno odiato per oltre dieci anni (quando era un grandissimo presidente) e ora osannano perché lo sentono affine a loro. Finalmente napoletano.

 

 

aurelio de laurentiis rudi garcia 4

Senza soffermarci di nuovo su principi che ripetiamo da tempo, dal momento della sua fotografia con gli ultras (foto che ha sancito l’inizio della ahilui napoletanizzazione di De Laurentiis), via via il Napoli è arretrato nel familismo più spinto, ispirato dalla politica di un uomo solo al comando. Adl appunto. Che ha assunto via via più ruoli: direttore sportivo, motivatore, suggeritore in conferenza stampa e finanche allenatore. Corrado Guzzanti lo definirebbe De Laurentiis transformer.

 

Mesi di monarchia De Laurentiis hanno prodotto una squadra che a novembre ancora non si capisce che cosa sia. E non è questione di nostalgia di Spalletti. Basterebbe sapere dove si stia andando. Con un allenatore (Garcia) pubblicamente delegittimato e commissariato in maniera che possiamo considerare ai limiti dell’offensivo. Certamente entro i parametri del mortificante (sia pure con 3,2 milioni netti di stipendio, ricordiamolo). Con i calciatori più importanti – Osimhen e Kvaratskhelia – con situazioni contrattuali precarie. Quarto in campionato, a sette punti dalla vetta (ora c’è la Juventus) che stasera potrebbero diventare otto e con la prospettiva poco allettante di giocarsi la qualificazione in Champions all’ultima partita contro i portoghesi del Braga.

napoli empoli

 

Non sappiamo cosa sia accaduto a De Laurentiis. La nostra tesi è che la vittoria dello scudetto e la successiva ribalta mediatica gli abbiano fatto perdere la lucidità e il pragmatismo che lo hanno sempre contraddistinto. Avrebbe potuto reagire in altro modo agli addii (per lui molto dolorosi, equiparabili a due tradimenti) di Spalletti e Giuntoli. Come peraltro aveva fatto in passato quando era stato “abbandonato” da Mazzarri e Sarri. Invece ha voluto lanciare la scommessa: vi dimostrerò che lo scudetto è stato tutto e solo merito mio. Una scommessa che al momento sta naufragando.

 

 

Di Napoli-Empoli c’è poco da dire. Il Napoli ha perso all’ultimo minuto, pochi istanti prima Kvara ha avuto il pallone buono per il vantaggio ma ha sbagliato.

 

Garcia ha dato vita a una sorta di rivoluzione. Cambio modulo, fuori Zielinski e Kvaratskhelia; Simeone in campo con Raspadori, Elmas esterno e Ostigard al posto del neoacquisto Natan l’uomo che avrebbe dovuto rimpiazzare Kim. In camposi è vista solo molta confusione.. Non sappiamo dire se il Napoli abbia mai messo in fila quattro passaggi riusciti di fila. Ha sfiorato il gol in un paio di occasioni, è sempre stato bravo il portiere Berisha. Ma l’Empoli non è stato a guardare. Ovviamente i toscani sono molto più scarso, penultimi in classifica e hanno segnato prima di oggi appena quattro gol, però sono notevolmente più organizzati.

aurelio de laurentiis rudi garcia 2

 

Dopo 53 minuti di nulla, Garcia è tornato sui suoi passi: ha tolto Simeone ed Elmas e ha messo in campo Kvaratskhelia e Zielinski. A dire il vero non è cambiato granché. C’è stato un tiro in porta di Lindstrom, prima di quello di Kvara. Si respirava una strana atmosfera allo stadio,il gol dell’Empoli era nell’aria. Come sono lontane le passeggiate presidenziali estive a petto in fuori tra gli osanna della folla. Folla che comunque anche oggi non lo ha contestato. Né il pubblico né gli ultras. Il nemico oggi è Rudi Garcia probabilmente all’ultima apparizione sulla panchina del Napoli.

aurelio de laurentiis in lega calcionapoli empoliaurelio de laurentiis rudi garcia 1

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO