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CALCIO DOTTO - BUONE NOTIZIE PER SARRI. NON SOLO I TRE PUNTI. AL SUO DEBUTTO SOTTO IL VESUVIO MILIK NE FA DUE, COME IL MIGLIOR HIGUAIN. SI PROFILA L’ENNESIMO AFFARONE PER AURELIO - LA JUVENTUS È DIVENTATA NEGLI ANNI QUELL’ENTITÀ PARANORMALE CHE SONO IL BAYERN IN GERMANIA, IL PARIS ST GERMAIN IN FRANCIA, BARCELLONA E REAL IN SPAGNA

Giancarlo Dotto per Dagospia

 

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L’errore pacchiano e puntuale è pensare (illudersi) che la Juventus venda i suoi pezzi migliori. Semplicemente non è vero. Vende ogni anni grandi giocatori, belle bestie da combattimento o da vetrina, vende Tevez, Vilas, vende Pirlo, Pogba e Morata, e ogni volta ti dici, eccola qui si schianta, frana, e invece niente, perché non vende mai nulla d’essenziale, non vende il suo “phallus power”, il Fallo che la sostiene.

 

Che non sono soltanto quei quattro obelischi dietro, ai quali, tanto per ammazzare quello che già ammazzano da cinque anni, aggiungono anche Benatia, titolare in qualunque club del mondo. La Juventus non vende, nemmeno volendo, la sua tremenda missione a vincere. Arrivi qua che sei uno sparuto coniglietto e diventi una iena. Arrivi Allegri e diventi il generale Patton e ora fai pure gli spot glamour.

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Aggiungi, tanto per sigillare il feretro su questo campionato già morto, che vendono bene (Pogba, l’affare del secolo) e acquistano strabene. Non sbagliano nulla. Li hai visti anche con la Lazio. Di Benatia si è detto. Dani Alves è ancora fenomeno. Pjaca ha giocato cinque minuti e quelli hanno visto le streghe. Pjanic e Higuain sono certezze a cui concedono il lusso di capire (dove sono finiti) e dimagrire.

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Questo per dire che la Juventus è diventata negli anni quell’entità paranormale che sono il Bayern in Germania, il Paris St Germain in Francia, Barcellona e Real in Spagna. Tutto il resto condannato all’odore dei calcagni. Dentro una fornace da liquefazione, la Lazio ha spremuto anche quello che non aveva. Li hanno fatti sfogare e svanire, per colpire con un chirurgico calcio di Khedira (lui, Dybala, Alex Sandro, altri exploit di mercato). Così vincono le squadre per cui vincere è un destino.

 

Non so come fanno i tifosi juventini a sopportare tutto questo, voglio dire questa tediosa coazione del trofeo, del fallo eternamente tenuto su da dosi micidiali di viagra, ma, a quanto pare, lo sopportano benissimo.

 

L’altro splendido match della serata avvisa una cosa. Buone notizie per Sarri dal San Paolo. Non solo i tre punti. Il Napoli ha perso Higuain, e sembrava che lui sì avesse perso il suo totem dispensatore di potenza, e invece no, almeno così devi dedurre se al suo debutto sotto il Vesuvio Arcadius Milik ne fa due, come il miglior Gonzalo.

 

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 Se questa non è una meteora di fine estate, si profila l’ennesimo affarone di quel bunda enorme che è Aurelio De Laurentiis (vedi precedenti di Cavani e Higuain). Minimo lo rivende tra un paio d’anni al triplo. Benissimo anche Mertens, spaventevole ogni volta che aggancia palla ma più spaventevole di lui il ragazzone, Donnarumma, che gli prende qualunque cosa.

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Sembra ghiaccio sul 2 a 0 alla fine del primo tempo. Milan incorporeo in mezzo e ridicolo dietro, più statico di una mucca sazia (se davvero il Chelsea e Conte per lui hanno l’insana tentazione di sganciare 40 milioni di euro per Romagnoli, consegnare il giocatore posta celere a domicilio con tanto di fiocco, nella tana dello Scialacquatore Russo. Bravino a poggiare palla, l’ex romanista, ma lento e mai affidabile in marcatura).

 

I due capolavori in sequenza di Niang e Suso sono, insieme al bebè gigante tra i pali, oltre che l’illusione, le ottime notizie per Montella nella sera in cui Bacca latita. Tre probabili, quasi certi fuoriclasse. Il francese impressiona, doti calcistiche spaziali, dieci volte Balotelli ma, temono a Milanello, la stessa testa. Due volte Callejon finisce un Milan strafinito in nove.   

 

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