1. MONDIALE DA LIBIDINE ASSOLUTA. CHE CI HA STREGATO, INVASO, SEQUESTRATO. ARBITRI E PORTIERI, I MIGLIORI. COME RIABITUARSI ALLE MUTANDE DEL NOSTRO CORTILE? 2. IL MEGLIO. DELLA GERMANIA MANUEL NEUER, POLIPESCO, UNO E TRINO. DELL’ARGENTINA QUEL MAGNIFICO TEPPISTA DI MARADONA. A DIFFERENZA DI PELÈ CHE S’È FATTO IMBALSAMARE DA VIVO, IL TEPPISTA HA MENATO BOTTE DA VIVO, SU TUTTI: DA BLATTER A SCOLARI. RIZZOLI CHE SI AGGIUSTA IL CIUFFO QUANDO SI RICONOSCE SULLO SCHERMO. ILARIA D’AMICO CHE SI LASCIA DIRE: “E’ IL MONDIALE DEI PORTIERI” 3. IL PEGGIO: L’ITALIA. PRANDELLI, PIÙ DA CODICE ETILICO CHE DA CODICE ETICO. IL BRASILE. QUEL 7 A 1. LA DISFATTA ESEMPLARE. UNO DEI PIÙ GRANDI FUNERALI DELLA STORIA. DUECENTO MILIONI DIETRO IL FERETRO. DILMA ROUSSEFF, NATA E MORTA A BELO HORIZONTE. LEO MESSI. CHE NON NE PUÒ DI ESSERE MESSI. COLUI CHE NON SARÀ MAI MARADONA. IL MONDIALE DI SKY. COSTACURTA, DEL PIERO E MAURO. POLENTINA, PISCIATINA E SACCENTINA. INASCOLTABILI. VOCI SENZA CORPO

Giancarlo Dotto per Dagospia

 

robben clavado brasilrobben clavado brasil

Mondiale da libidine assoluta. Che ci ha stregato, invaso, sequestrato per più di un mese. Arbitri e portieri i migliori in campo. Rivomitiamolo a piccole scosse convulse, come piccoli Messi sull’erba che sparisce sotto i nostri piedi. E ora, come riabituarsi alle mutande del nostro cortile?

 

IL MEGLIO. Della Germania prendo Manuel Neuer, polipesco, uno e trino. Mettere due guanti a un camion di vitamine. La vita che scoppia dentro e para le mosche. Il fanciullone che è dentro ma soprattutto fuori di noi, Giovanni Pascoli riscritto da Friedrich Nietschze.

 

neymar scolarineymar scolari

Quando gli parte il braccio destro alla Dottor Stranamore e stoppa da due metri la botta di Benzema, tipo riflesso meccanico degli androidi settecenteschi alla Jaquet Droz o la più recente CyberHand, la protesi cibernetica al silicone che si apre e si chiude, perfettamente capace di grattarsi le ascelle, di masturbarsi ascoltando Ornella Vanoni o di strangolare l’amante subito dopo aver assaggiato la sua crostata ai mirtilli o appena fatto il saluto nazista.

 

Dell’Argentina prendo quel magnifico teppista di Diego Armando Maradona con la sua faccia eternamente schifata dietro l’occhiale extrasize nero. Un mascherone che ha dominato la scena. Magnifico e fermo come una vacca sacra. A differenza di Pelè che s’è fatto imbalsamare da vivo, il Teppista ha menato botte da vivo.

 

neuer e higuainneuer e higuain

Da “quel tappetaro” di Muller, che sembra uno “stracciarolo”, che vende vestiti per strada, alla Fifa che “si è mangiata il pallone”, a cominciare da Blatter “mangiapane a tradimento”, Beckenbauer e Pelè “due utili idioti”, la squalifica di Suarez “una vergogna totale” e la Selecao di Felipao Scolari, buona solo per essere giocata a tennis. Il capolavoro? Pietrificare il rivale Messi pronosticandolo autore di due gol nella finale.

 

E poi, in disordine sparso, algerini e cileni che mangiano l’erba, la Costarica dell’ottomano Navas, la Merkel che batte le manine con la grazia di un pinguino, la trance di Jorge Sampaoli, lo svenimento retroattivo dell’imbranatissimo Sabella, Indy Martins, l’olandese che s’imbufalisce perché Rizzoli gli imbratta lo scarpino con la schiuma,

 

muller esultamuller esulta

Yaya Toureè che si stropiccia un paio di volte i genitali in mondovisione, il ragazzino bombardone che oscura quel nano di Valbuena, la cavalletta gigante che si posa sulla maglia di James Rodriguez mentre calcia il rigore al Brasile, le sei dita di Ochoa, ma anche il tifoso svizzero con due etti di groviera in testa e quello brasiliano, l’icona del mondiale, il vecchietto baffuto aggrappato dopo la batosta alla similcoppa come a una pinta di birra vuota.

 

Gisele Bundchen che danza scalza sull’erba del Maracanà, Rizzoli che si aggiusta il ciuffo quando si riconosce sullo schermo uguale scherno in mondovisione. Ancora. Le volate asimmetriche di Robben. Krul, lo sbruffone olandese pararigori. L’enorme bluff di Lucifero Van Gaal, come assaltare la banca Costarica con una pistola ad acqua.

 

I mondiali di Sky. Ilaria D’Amico che si lascia dire: “E’ il mondiale dei portieri”. Daniele Adani, il migliore in assoluto. Una rivelazione solo per chi non lo conosceva. Più ossessione che vanità, animale raro in un teatrino di pupazzetti cool.

muller esulta muller esulta

 

Lui e Buffa, i due rapper del calcio parlato. Federico Buffa, lo Schizzato che non ti lascia tregua. Per capire quanto è schizzato, bisogna guardarlo quando parla l’altro. Una tempesta permanente di tic e di affioramenti. Salvatelo da se stesso.

 

IL PEGGIO: L’Italia. Tanto magone per nulla. Prandelli, più da codice etilico che da codice etico. Quello che alla fine s’incazza, non per la figuraccia al mondiale, ma perché lo hanno paragonato a Schettino. Che dice “Io pago le tasse”, come aspettandosi una standing ovation. Che scappa a Istanbul dove farsi impalare è, almeno, un’esperienza mistica.

 

Trasforma il nostro calcio in una sacrestia, sparge incenso e affida la missione in Terra Santa, alias lo stellatissimo resort di Mangaratiba, a due come Cassano e Balotelli. Il primo si fa notare solo perché strapazza la serva che bussa per pulirgli la stanza. Il secondo, una mammoletta per tutto il mondiale, ritrova il suo Fallo solo tornando a casa nell’estensione di un fucile.

 

muller esulta  muller esulta

Il Brasile. Quel 7 a 1. La disfatta esemplare. Uno dei più grandi funerali della storia. Duecento milioni dietro il feretro. Il massimo del godimento per un popolo sempre a caccia del suo diapason ideale per piangere e per pregare. Più si esaltano e più si svuotano. Più trascendono e più scendono, all’inferno.

 

Julio Cesar e compagni che piangono a catinelle, come i clown che hanno la pompetta sotto l’ascella. Felipao Scolari, con il suo nome da osteria. La vertebra di Neymar. Lui che esce lacrimando nella tinozza. La gaffe di Neymar. Lui che sospira lacrimando: “Vorrei Messi campione del mondo”.

 

Dilma Rousseff, in tribuna nella finale, nata e morta a Belo Horizonte.

mourinhomourinho

Leo Messi. Che non ne può di essere Messi. Colui che non sarà mai Maradona. Che vomita e sputa più di quanto giochi a calcio. La Spagna. I mondiali mai così uscenti. La pappagorgia di Del Bosque. Le palleggianti furie rosse, molto rosse e zero furie attaccate alla giugulare prima da Robben e poi dai nanetti cileni.

 

E poi, in disordine sparso, le papere di Akinfeev che affondano Capello, il morso di Suarez, la ginocchiata di Zuniga, i pronostici di Mourinho (non ne ha azzeccato uno). David Luiz che prima si genuflette in preghiera e poi, con la scusa di consolare in mondovisione l’inconsolabile James Rodriguez, gli sfila la maglietta.

 

Il mondiale di Sky. Costacurta, Del Piero e Mauro. Polentina, Pisciatina e Saccentina. Inascoltabili. Voci senza corpo. Come azzerare l’epica dell’evento con il birignao da salotto. Con quella voce non possono dire quello che vogliono. Del Piero ai mondiali, come Paperino alle Termopili.

messi vomita in campo anche durante la finalemessi vomita in campo anche durante la finale

 

Della Rai non parlo. Quel senso di strazio e di ospizio. Manca solo la copertina sulle gambe. Un freddo atavico. Persino i più giovani, salvo un paio di eccezioni, portano in video la mestizia della fine, ma anche la sazietà degli inizi.

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