
ZAZA, PELLE’ E LA PREVALENZA DEL RIGORISTA COATTO - CHIAMBRETTI FA A PEZZI I DUE ATTACCANTI AZZURRI: "NELLA TESTA DELLO JUVENTINO C’E UNA PALLINA DI PLASTICA CON DENTRO LA FOTO DI FRED ASTAIRE" - SPIETATO L’EX JUVENTINO HENRY: “I PEGGIORI RIGORI DELLA STORIA DEL CALCIO” - ANCHE LA FIDANZATA DI PELLE’ INFIERISCE - VIDEO
1. LA PREVALENZA DELLO SBRUFFONE
Piero Chiambretti per “la Stampa”
Dopo il dopo c' e' sempre ancora un dopo. Dopo la partita dei 18 rigori c' è il dopo dei pianti sconsolati dei nostri più forti, dopo il fischio finale c' è sempre lo scambio delle maglie, il presidente Tavecchio dopo la fine di tutto ha voluto pure il maglione di Low. Dopo la notte in bianco arriva il giorno dopo dei commenti.
Conte, eroe dell' Europeo, come gli altri non ha chiuso occhio: ha passato la notte a prendere a calci nel sedere Zaza e Pellè mostrando di avere ancora tanta sensibilità nei piedi. Di destro e di sinistro, di collo pieno, al volo e di piattone, San Antonio ha sempre centrato i deretani dei due attaccanti.
Verso le cinque della mattina dopo aver chiamato i suoi fedelissimi Sandreani e Carrera, ha provato il «cucchiaio» imitando nel bene Totti, nel malissimo Graziano. Conte ha preso la rincorsa arrivando un po' affaticato sul bersaglio. L' impatto col sedere del calciatore è stato sbilenco: Pellè è volato dalla finestra direttamente in Inghilterra da extracomunitario senza la possibilità di tornare se non con un referendum.
Il discorso per Zaza è diverso, dopo le sei ore di calci nel fondo schiena a cui ha partecipato anche Oriali, è stato prelevato dallo staff medico della Nazionale e subito dopo venduto ad un centro ricerche internazionali. Il mondo del pallone ma pure quello scientifico si domandano cosa si parcheggi nella zucca di Zaza? Già nelle prime ore del pomeriggio di ieri i primi risultati. Una pallina di plastica con dentro la foto di Fred Astaire: il suo sogno da sempre è ballare, anche tirando i penalty.
I due calciatori a differenza degli altri che hanno perso con onore, dovranno in questo dopo del dopo dopo, farsi perdonare, o meglio, dimenticare. Erano arrivati come Ufo, si erano comportati da marziani, se ne vanno da Lillipuziani. Molti si augurano che per loro non ci sia un dopo in Nazionale, loro, almeno di giocare in un dopolavoro.
2. IL BALLETTO E LO SCAVETTO ZAZA E PELLÈ CHIEDONO SCUSA
Guido De Carolis per il “Corriere della Sera”
Il giorno dopo la prima eliminazione della storia contro la Germania l' accusa è una: c' è modo e modo di sbagliare un rigore. Inaccettabile come l' hanno fatto Graziano Pellè e Simone Zaza. L' involontario ammazzasogni è di prassi chi sbaglia l' ultimo tiro.
Il tempo lo trasforma in marchio registrato del fallimento azzurro: «Serena 90», «Baggio 94», «Di Biagio 98», «Di Natale 08». «Darmian 16» sopporterà l' onta negli almanacchi. Nella memoria di chi ha visto e vissuto resteranno però il balletto di Zaza e lo scavetto di Pellè.
Due tiracci costati un Europeo.
Non perdonano i tifosi: un rigore si può sbagliare, non calciare così. Errori e lacrime hanno fatto il giro del mondo e sono mutati in parodie.
Thierry Henry, il francese non certo campione al merito di sportività (rubò una qualificazione mondiale all' Irlanda con un colpo di mano), ha sentenziato: «I peggiori rigori della storia del calcio». Duro ma giusto.
Con l' Italia già in vantaggio 2-1, il quarto penalty di Pellè poteva decidere il match. Andando sul dischetto l' attaccante del Southampton ha ingaggiato un derby psicologico con Manuel Neuer. Il portiere lo aveva provocato due volte e l' arbitro ungherese aveva minacciato di ammonirlo. L' ha guardato negli occhi Pellè, mimandogli un «ti faccio il cucchiaio» remake del fortunato film di Totti contro l' Olanda a Euro 2000. Ma Pellè non è Totti e ha ciabattato fuori.
La pioggia di insulti via web è partita subito, è diventata in fretta una tempesta con i tifosi a scaricare rabbia e veleno.
«Chiedo scusa agli italiani, mi dispiace sia finita così. Sono venuto che non ero nessuno, me ne vado come sono arrivato», si giustifica Pellè. Ci è rimasta male pure la fidanzata Viky Varga che disperata in tribuna ripeteva «lo sapevo, lo sapevo. È un ...».
Ha pensato quel che hanno pensato tutti. Pellè aveva giocato un grande Europeo e segnato 2 gol. «Non volevo fare lo sbruffone, né offendere o provocare Neuer. Si muoveva tanto e volevo tenerlo fermo.
Per l' adrenalina che avevamo non si è neppure accorto del gesto. Ho segnato altre volte con lo scavetto, se avessi fatto gol sarei diventato un fenomeno, così invece... Alla fine Neuer è venuto anche a farmi i complimenti». E prova anche a difendere l' altro grande imputato, Zaza. «In allenamento facevamo sempre gol e Simone la metteva sotto la traversa ogni volta che provava. Conte ha fatto la lista dei tiratori, noi scelto la sequenza. De Rossi? Non era in condizione».
Zaza non ha trattenuto le lacrime all' aeroporto di Malpensa, in mezzo a una folla di tifosi che lo ha rincuorato. Ha fallito il secondo rigore e l' assolo di tip-tap davanti a Neuer è già ribattezzato la «Zaza-Dance».
HENRY TOCCA IL PALLONE CON LA MANO IN FRANCIA IRLANDA
Il primo ballerino della Scala Roberto Bolle ha infierito. «Gli propongo una sfida: ai rigori forse vinco io, nel ballo di sicuro lui...». L' attaccante della Juventus si è scusato. «Non volevo offendere nessuno, l' avevo preparata così. Cercavo di spiazzarlo e ci sono anche riuscito, ma poi la palla è andata alta. Ero convinto di fare gol.
Quel che è successo non è giusto: non può un episodio cancellare tutto, mi dispiace ma non posso fare niente. È difficile, ora cercherò di riprendermi». Per lui e Pellè passerà, alla storia resterà solo «Darmian 16».
3. L’ATTIMO DI GOFFA FOLLIA CHE MARCHIA ZAZA E PELLE’
Francesco Saverio Intorcia per “la Repubblica”
Il ballo di Simone, la ciabatta di Graziano. La goffa rincorsa di Zaza, con il pallone tirato sulla luna. Il cucchiaio agitato da Pellè a Neuer, per poi centrare i cartelloni. Un minuto dopo l' eliminazione contro la Germania, l' Italia del bar sport aveva già i colpevoli da crocefiggere. E Thierry Henry sentenziava: «Sono i due rigori più brutti della storia».
Contrordine, Nino: è proprio da questi particolari che si giudica un giocatore. Pure Bonucci e Darmian hanno fallito - l' errore del terzino è stato quello esiziale - ma loro sono andati semplicemente incontro al proprio destino. Di Zaza e Pellè non è piaciuto il contorno scenico e spavaldo.
Erano la faccia pulita dei gregari, il simbolo dell' umiltà laboriosa del Meridione. Sono diventati per una sera, agli occhi dei 20 milioni di spettatori alla tv, due sbruffoncelli che volevano fare il solletico al portiere migliore del mondo. Persino la loro beata incoscienza, fin qui alimento della cavalcata azzurra, si è sciolta in apparente presunzione. Il capolavoro di Conte è stato assemblare un ingranaggio perfetto con giocatori a corto di partite internazionali e di doti individuali. Ma sui rigori contava di nuovo l' io e non il noi: e ai rigoristi azzurri sono mancati, ancora, l' esperienza e il talento.
Zaza detto Follia è stato buttato dentro al 120' solo per calciare il rigore. Lui e non De Rossi, che Conte non ha fatto scaldare mai, ma il romanista l' avrebbe tirato pure azzoppato. Zaza doveva fare una cosa sola, l' ha fatta malissimo: 18 passettini di rincorsa in cinque metri, sembrava Fred Flinstone al bowling, come ricordato dai fotomontaggi spietati del web.
pelle e zaza in italia germania
Sperava che Neuer si muovesse prima: non si è mosso. «Ma io la rincorsa la prendo sempre così, e in allenamento li avevo segnati. Tutta la notte non ho dormito. Mi dispiace aver deluso gli italiani, ho sbagliato il rigore più importante della mia vita. Lo porterò sempre con me, ma cercherò di riprendermi. Un episodio non cancella tutto quello che abbiamo dato».
Sui social impazza la "Zaza Dance" e persino Roberto Bolle, primo ballerino della Scala, lo ha canzonato: «Propongo una sfida: ai rigori vinco io, nel ballo forse lui». Pellè è stato la rivelazione del torneo, ma poi, davanti a Neuer, ha esagerato: "Ti faccio il cucchiaio", con gesto della mano. Lo eseguirono, senza dirlo prima, Totti nel 2000 per spegnere Van der Sar, Pirlo nel 2012 perché Hart, secondo lui, "faceva troppo il fenomeno". Solo che Pellè non è Totti né Pirlo, e ha calciato fuori, senza cucchiaio. Le telecamere hanno inquadrato la fidanzata Viky in tribuna: "Lo sapevo!".
Graziano non è rientrato con la squadra, è volato già a Londra. Prima di partire, quasi in lacrime, ha chiarito: «Non volevo offendere Neuer, in quel momento eravamo una nazione contro l' altra e io stavo facendo di tutto per segnare il rigore. Mimando lo scavetto volevo fare in modo che restasse fermo, si muoveva troppo. Lui non ha neanche sentito, a fine gara è venuto a dirmi 'sei un grande'». Il suo rigore, il quarto per l' Italia, è stato quello cruciale e inizialmente era destinato a Giaccherini.
«Conte ha chiesto chi se la sentiva e io ho detto che me la sentivo, purtroppo.
Chiedo scusa all' Italia, a tutti quelli che mi vogliono bene, mi dispiace per loro più che per me. Ero arrivato che non sono nessuno e vado via allo stesso modo.
Avessi segnato, ora sarei un fenomeno.
Tornare in Italia? È un momento particolare, devo vedere, parlare...». Forse però era tutto scritto. In queste settimane, la squadra aveva ripescato una vecchia hit, 'Un' estate italiana', per festeggiare i successi, e Pellè si era immortalato in un video mentre cantava a squarciagola la canzone delle notti magiche. Quelle del '90, dell' Italia di Schillaci che fece innamorare un Paese. La stessa che non prendeva mai una rete, ma poi uscì. Ai rigori.