art basel

LO STATO DELL’ARTE – PARTE IN SVIZZERA IL 14 GIUGNO L’OVERDOSE DI "ART BASEL" – LA FIERA, PUNTO DI RIFERIMENTO DEI COLLEZIONISTI E DEI JET-SETTER PROVENIENTI DA TUTTO IL MONDO, OSPITA 290 GALLERIE CON OPERE DI PIÙ DI 4.000 ARTISTI – BREVE GUIDA AGLI ARTISTI DA NON PERDERE ASSOLUTAMENTE

DAGONEWS

 

“death star ii” di robert longo

Gagosian e Acquavella ci saranno, ovviamente insieme a Marian Goodman, Matthew Marks e Paula Cooper. Ma non saranno le sole visto che alla fiera saranno presenti gallerie provenienti da 35 Paesi.

 

Art Basel, che si svolge a Basilea, in Svizzera, è, come la chiamavano una volta le guide turistiche di Fodor, “the big cheese”: e quest’anno, quando la 49esima edizione sarà aperta al pubblico dal 14 al 17 giugno, si potrebbe avvertire un senso di imbarazzo per l’enorme scelta.

 

Pensare di visitare tutte le 290 gallerie dedicate a oltre 4.000 artisti potrebbe essere scoraggiante. Anche trascorrendo tutti e quattro i giorni lì, si tratta di oltre 70 gallerie al giorno.

"crocifisso" di lucio fontana

 

C’è però un segreto svelato dai professionisti del settore. Gianni Jetzer, curatore della sezione Unlimited, suggerisce di non fare piani: «Provate a seguire solo il vostro sguardo. Questo significa non leggere e non essere influenzati dal nome dell'artista e scegliere solo grazie all’impatto visivo».

 

Gallerie

Lo stand della Galleria Tega punta sul 1958. Guardando indietro alla Biennale di Venezia di quell'anno, l’espositore milanese si sta concentrando su due dei suoi protagonisti, Lucio Fontana e Osvaldo Licini. E il clima riflette quel tempo, quando il mondo dell'arte si allontanava dal figurativo.

 

Aspettatevi almeno un esempio di "Crocifisso" di Fontana, tra i tanti bizzarri e meravigliosi crocifissi in ceramica che ha realizzato molto prima che la parola "psichedelici" li descrivesse in questo modo.

 

Barbara Kasten è l'headliner di Kadel Willborn (Düsseldorf, Germania). Kasten, influenzata dal Bauhaus, ha realizzato tre nuovi lavori. Le sue stampe di “Fujiflex Crystal Archive”, spiega Moritz Willborn, sono un mix di fotografia, scultura, architettura e pittura.

 

barbara kasten’s “triptych i"

Unlimited

Si tratta di progetti su larga scala, monumentali, tra cui quest’anno spicca "Death Star II" presso lo stand di Metro Pictures: l'enorme globo d'acciaio di Robert Longo, costellato di 40.000 proiettili di metallo, si ispira «alle sparatorie di massa», ha detto Jetzer, il curatore del settore.

 

I proiettili rappresentano «tutte le persone che sono state uccise per mano armata». Basti pensare che per la "Morte Nera" (1993), Longo ha usato circa la metà dei proiettili rispetto a “Death Star II”.

 

Jetzer ha descritto il video di Candice Breitz, in cui i lavoratori del sesso parlano del loro lavoro, come «un'opera rock». La signora Breitz, 42 anni, sudafricana, è sponsorizzata da Goodman Gallery, Kaufmann Repetto e KOW.

etel adnan’s “wool tapestry"

 

Statements

L'installazione di Doreen Garner, nello stand di JTT, prevede forme dall'aspetto umano appese ai ganci. "Red Rack of Those Ravaged and Unconsenting" racconta i brutali esperimenti medici eseguiti senza anestesia sulle donne di colore nel 19° secolo.

 

Tra i materiali usati ci sono silicone, fibra di vetro e perline. All’Art Basel ci sarà anche Christine Sun Kim, artista americana del 1980, sorda sin dalla nascita.

 

Film, fotografia, “Parcours” e panel 

Gli appassionati di cinema troveranno pane per i loro denti alla Stadtkino Basel, mentre gli appassionati di fotografia troveranno esposte le opere di Irving Penn e Helen Chadwick.  

 

La grande festa sarà sabato sera. Arte, attrazioni speciali e un esercito di camion di cibo convergeranno in una sola notte a Münsterplatz, la piazza della città sul Reno. Infine, durante la quattro giorni si susseguiranno quasi due dozzine di conferenze e gruppi, tra cui un confronto sul sessismo nel mondo dell'arte.

gallery marina pinsky, strata of the slow, buried trench, 2018

 

di Daniele Perra per “www.gqitalia.it”

 

Art Basel non è una fiera come tante, è un marchio consolidato su scala mondiale. Ma la sfida del mercato dell’arte contemporanea porta a fare i conti sempre più con l’economia globalizzata, con i  mercati in crescita, con i nuovi ricchi.

 

Per questo, oltre all’originaria edizione a Basilea, negli ultimi anni il modello Art Basel si è spostato a Miami Beach (6-9 dicembre 2018) e ad Hong Kong (29-31 marzo 2019), considerata quest’ultima dall’intraprendente e determinatissimo direttore Mark Spiegler, l’unica vera Global World Class Fair.

 

Per le gallerie internazionali, corporation o meno, dopo una rigida selezione, avere lo stand a Basilea significa vendite (quasi) assicurate perché, rispetto ad altre manifestazioni come Frieze, Armory Show o le centinaia di fiere sparse per il mondo, da Madrid a Dubai, da Milano a Chicago, quella svizzera rimane oggi il punto di riferimento dei collezionisti e dei jet-setter provenienti da tutto il mondo. I numeri parlano chiaro: 290 gallerie internazionali che presentano le opere di più di 4000 artisti.

 

metro pictures, nina beier, beast, 2018

Da tradizione, una delle ragioni che spingono i collezionisti a visitare Art Basel è la sezione Unlimited. Come dice il titolo si tratta di progetti su larga scala, monumentali. Quelli che una volta si sarebbero chiamati museali.

 

Oggi invece sono i musei privati, i collezionisti milionari degli Emirati Arabi Uniti o i cinesi ad accaparrarsi con disinvoltura opere importanti, di grandi dimensioni, che i musei pubblici, a eccezione di quelli statunitensi, supportati ancora da donatori particolarmente generosi, non possono più acquistare per mancanza di risorse.

 

Un’altra delle ragioni, soprattutto per i collezionisti alle prime armi o con budget più (relativamente) modesti, è la presenza in contemporanea di numerose altre fiere come Liste, valida alternativa, dove generalmente partecipano per qualche anno di “rodaggio” le gallerie prima di entrare ad Art Basel, Volta, Scope e Photo Basel dedicata alla fotografia.

helen chadwick’s “wreath to pleasure no 5,” a cibachrome photograph

 

Per non parlare dei tanti musei di qualità intorno alla cittadina svizzera: dallo Schaulager, istituzione privata che quest’anno dedica una vasta mostra all’artista americano Bruce Nauman (fino al 26 agosto) alla Fondazione Beyeler, spazio straordinario progettato da Renzo Piano oggetto di un progetto di ampliamento firmato da Peter Zumthor che ospita una mostra che mette in dialogo due maestri indiscussi come Bacon e Giacometti (fino al 2 settembre).

 

Dal Museo Tinguely, a due passi dalla fiera, al Vitra Design Museum, nella vicina Weil am Rhein, dal kunstmuseum Basel, con una mostra di Martha Rosler e Hito Steyerl (fino al 2 dicembre) alla Kunsthalle Basel, collocati a poca distanza tra loro, nel centro della città.

 

E ancora talk, presentazioni di collezioni private, brunch, cicli di film… Per un lungo weekend a Basilea l’arte la fa da padrona. Pronti per una sana overdose d’arte?

 

 

 

 

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