
“E’ COLPA MIA, NON DEI GIOCATORI”, GATTUSO SI PRENDE LE RESPONSABILITA’ DELLA PARTITA DA ORATORIO DEGLI AZZURRI CONTRO ISRAELE. MAI NELLA STORIA DELLA NAZIONALE UNA PARTITA ERA FINITA 5-4: NON È STATO UNO SPETTACOLO MA UN FESTIVAL DEGLI ORRORI - DAL MODULO (IL 4-1-3-2) IMPROVVISATO AGLI SVARIONI DIFENSIVI FINO AL RACCAPRICCIANTE LOCATELLI, TUTTO QUELLO CHE E’ STATO SBAGLIATO A DEBRECEN. CON LA NORVEGIA SEMPRE PIU’ SALDA AL PRIMO POSTO E’ BENE CHE FIN DA SUBITO GATTUSO INIZI A LAVORARE PER GLI SPAREGGI-PLAYOFF, GARE DA NON SBAGLIARE PER ANDARE AL MONDIALE…
MArco Azzi per "la Repubblica" - Estratti
Una roba del genere non s'era mai vista in 115 anni di storia della Nazionale, sovente impreziositi da indimenticabili successi, ma di recente mortificati pure da sconfitte dure e due qualificazioni di fila per i Mondiali fallite.
La rocambolesca vittoria di Debrecen contro Israele è invece destinata all'agrodolce limbo di una categoria a parte, tutta sua, perché sulla ruota azzurra è saltato fuori per la prima volta il 5-4, un risultato di cui non esistono precedenti nelle sfide ufficiali disputate dall'Italia, nemmeno nei tempi eroici dell'inizio del Novecento.
Un inno allo spettacolo? La versione aggiornata del mitologico 4-3?
Macché, al Nagyerdei Stadium è andato in scena un festival della scelleratezza e non del genio, in cui sono stati gli errori grossolani dei giocatori di Gattuso a dare una dimensione epica al punteggio finale.
Ci ha messo molto di suo pure il nuovo ct, schierando un modulo (il 4-1-3-2) inedito e improvvisato, che nel piano tattico studiato dalla panchina avrebbe dovuto esaltare — come in effetti è successo — l'attacco pesante formato da Retegui e Kean.
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L'Italia ha rinnegato la sua tradizionale natura, fatto e disfatto, spedendo il pallone per cinque volte nella porta degli avversari e altre due alle spalle di Donnarumma, con gli svarioni nel primo tempo di Locatelli e nel caotico finale di Bastoni. Il centrocampista della Juve è stato il principale animatore della folle giostra, cavalcandola anche con la traversa colpita e un salvataggio disperato sulla linea.
I gol segnati e subiti lunedì sera potevano essere persino di più, insomma. Ma i numeri che rendono meglio l'idea della anomala follia della sfida con Israele sono altri, tenendo conto che nella sua lunga storia la Nazionale ha una robusta media partita di 1,8 reti segnate e 0,9 subite (amichevoli escluse).
Il nostro calcio è sempre stato un'altra cosa ed è questo che in prospettiva allarma di più, al di là del pericolo miracolosamente scampato in Ungheria grazie al tiro cross di Tonali.
Nelle ultime 4 tappe del girone, tra ottobre e novembre, potrà continuare la caccia al primato della Norvegia, ma sarà necessario un passo falso degli scandinavi, che hanno battuto 11-1 la Moldova.
Gli azzurri hanno smarrito il loro Dna (confermato dalla maggioranza di successi per 1-0 e 2-1 nella lunga storia di partite ufficiali) e ora tocca a Gattuso ritrovarlo in fretta, per evitare la terza esclusione di fila dai Mondiali.
Lo 0-0 secondo i puristi è il risultato di un match perfetto, perché all'origine di ogni gol c'è perlomeno un errore da parte degli avversari. Pure per questo il punteggio di Debrecen si è preso un posto nella storia, riscrivendola in modo poco lusinghiero per Donnarumma e compagni, a prescindere dei tre punti conquistati.
In azzurro non s'era mai visto nulla di simile e all'autocritica di Ringhio («Colpa mia, non dei giocatori») dovrà seguire un immediato cambio di rotta. Il made in Italy nel pallone è sempre stato l'equivalente di un vino corposo, talvolta con le bollicine dello spumante. Ma questo 5-4, frutto degli errori e non di una conversione filosofica consapevole, sa di tappo.
ITALIA ESTONIA - RINO GATTUSO
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