1. È IL CAMPIONATO DEI SOLITI COGLIONI (PULLMANN DEL VERONA ASSALTATO A ROMA CON LE PIETRE, SCARAMUCCE TIFOSI-POLIZIA ALL’OLIMPICO) ED È IL CAMPIONATO DEGLI ALLENATORI 2. INTER, ROMA, FIORENTINA, JUVENTUS E NAPOLI HANNO OTTIMI TECNICI E GUIDANO LA CLASSIFICA. UNA CLASSIFICA LOGICA. COME ACCADEVA NEGLI ANNI ’80. GLI ATTACCANTI ATTESI, TUTTI A SEGNO. DOPPIETTE E DILUVIO, 43 GOL. GOMEZ, HIGUAIN, TEVEZ, BALOTELLI, GIUSEPPE ROSSI, CASSANO E LJALIC, ANCHE. LE GRANDI IN ALTO, LE ALTRE A SEGUIRE 3. SE IL DUELLO TRA JUVENTUS E NAPOLI SEMBRA DESTINATO A PROSEGUIRE, DIETRO SI INCONTRA LA FIORENTINA, COMODISSIMA GITA LIGURE E GENOA UMILIATO PER 5-2 E SI ASSISTE ALLA RESURREZIONE DI DUE GRANDI DELUSE DELLA SCORSA STAGIONE: ROMA E INTER

DAGOREPORT

È il campionato dei soliti coglioni (pullmann del Verona assaltato a Roma con le pietre, scaramucce tifosi-polizia all'Olimpico) ed è il campionato degli allenatori. Secondo Marcello Lippi non incidevano più del dieci per cento. Si sbagliava. Inter, Roma, Fiorentina, Juventus e Napoli hanno ottimi tecnici e guidano la classifica. Una classifica logica. Come accadeva negli anni '80. Gli attaccanti attesi, tutti a segno. Doppiette e diluvio, 43 gol. Gomez, Higuain, Tevez, Balotelli, Giuseppe Rossi, Cassano e Ljalic, anche.

Le grandi in alto, tutte le altre a seguire. Sono passati solo 180 minuti ed è presto per disegnare fisionomie o stilare giudizi definitivi, ma da quel che si è visto nel fine settimana, griglie e ipotesi sono già definite. Juventus e Napoli un gradino sopra. Le altre in scia, fino al fatidico momento degli scontri diretti, degli impegni più seri, dell'inverno che andrà a delineare lo sprint di primavera.

Sabato sera con nessuna fatica e un certo surplus di spettacolo, Conte e Benitez si sono risposti a distanza. Il primo, abituato, ha ridotto a miti pretese le illusioni di Lotito: «Se in Supercoppa avessimo avuto un'altra formazione non sarebbe finita così» dimostrando che in casa o in trasferta, la differenza tra le due squadre è nell'ordine dei quattro gol.

Benissimo Vidal, Tevez e Bonucci in versione assist-man, molto male la Lazio, impotente e gravata dalla sciocca espulsione che un Hernanes in versione Maradona si procura con un tocco di mano galeotto.

4 a 1 a Torino e 4 reti anche a Verona dove un Napoli superoffensivo con un grandissimo Hamsik, un sorprendente Callejòn e un Higuain a segno e finalmente nel tabellino passa per 4-2 con un dignitoso Chievo tenuto in piedi dall'ostinazione di Paloschi (doppietta) e dalle amnesìe difensive del pacchetto arretrato campano nel quale il portiere Reina, Maggio e Britos non fanno una gran figura.

Se il duello tra Juventus e Napoli sembra destinato a proseguire (e la Juve nonostante le partenze sembra ancora la più forte), dietro si incontra la Fiorentina, comodissima gita ligure e Genoa umiliato per 5-2 e si assiste alla resurrezione di due grandi deluse della scorsa stagione: Roma e Inter.

La prima rulla il Verona piegandolo per 3-0 con un grandissimo Totti, un ritrovato De Rossi e perle varie da Pjanic (splendido lob per il 2-0) all'esordiente Ljalic. Risultato bugiardo perché prima dell'autogol di Cacciatore al 56', provocato da un Maicon che non sembra esattamente l'ex vecchia gloria dipinta dai giornali in estate, la Roma era stata fermata solo dai ripetuti miracoli di Rafael, portiere brasiliano del Verona.

Roma sensata quindi, con una guida in panchina, il sergente Luis Garcia, che pare avere le idee chiarissime. Certo Livorno e Verona sono neopromosse, ma all'improvvisazione dell'ultimo biennio la Roma pare aver contrapposto il raziocinio. Il mercato segna un saldo di 22 milioni. A favore. Sono partiti Osvaldo e Lamela, ma quelli che sono arrivati e tutti gli altri rimasti a Trigoria danno l'impressione di avere un ruolo preciso in quello che finalmente, senza più ridere, si può iniziare a chiamare progetto.

Lucido anche Mazzarri. I tre gol (a zero) con cui l'Inter regola il Catania al Massimino (Palacio su assist al bacio di Jonathan, Nagatomo, Ricky Alvarez) sono figli di un modulo, il 3-5-2 e di una peculiarità del tecnico livornese: il recupero dei casi disperati. Non si spiega altrimenti il prodigioso salto dell'ex bidone Jonathan ora in volo come un gabbiano sulla destra, la riemersione dal nulla di Ricky Alvarez nuovamente tornato Maravilla o la frequenza con cui il piccolo giapponese Yuto con il 55 sulle spalle in profonda confusione l'anno scorso vada in gol ogni domenica come fosse un puntero.

Se l'Inter e il Milan che piega il Cagliari 3-1 e aspetta Kakà recuperano dignità e con l'ottimo Handanovic continua a non subire gol, altri portieri tingono d'horror la domenica delle loro squadre. Mattia Perin affonda il Genoa buttandosi dentro un innocuo passaggio di Giuseppe Rossi. Gianluca Curci riesce a fare persino peggio aprendo la porta e Eder e regalando il vantaggio della Samp a Bologna (finirà poi 2-2 con capolavoro assoluto di Konè, abbonato fisso alla bellezza).

Tremendo anche Rosati del Sassuolo, complice nel sorprendente 4-1 del Livorno di Emeghara (che riprende in Toscana come aveva finito, segnando), non perfetto il numero uno di Donadoni, Antonio Mirante, in Udinese-Parma 3-1 (scenetta cassanesca a uso e consumo dei moralisti con ammonizione del barese nei minuti finali), molto incerto Daniele Padelli nello 0-2 (abbastanza immeritato) subito dal Torino a Bergamo con l'Atalanta e con il terrore negli occhi (stringe il cuore il balletto sul rigore di Lodi) il brasiliano Neto della Fiorentina.

Mancano poche ore alla fine del mercato. Poi pausa per due settimane e nell'attesa, divertimento assicurato da Palermo, dove Zamparini per sconfinare nella leggenda pensa già di esonerare Gattuso. Dopo aver speso tanto (e a volte, vedi Preziosi a Genova, malissimo, sta per partire tra gli altri anche Gilardino) preoccuparsi di prendere gol meno agghiaccianti comprando un buon portiere non sembra una cattiva idea. In giro, per chi ha il portafogli capiente, c'è ancora Julio Cesar. Per tutti gli altri, la semplice fortuna non sarà sufficiente.

 

LJALIC GOL DI PJANICJONATHAN E PALACIO MEXESVIDAL HAMSICKGOMEZAQUILANI

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