exio eziolino capuano

“PRIMA DI OGNI PARTITA NON SO SE USCIRO’ VIVO O MORTO” - EZIOLINO CAPUANO, IL MISTER STRACULT DEL TARANTO (CHE URLA AI GIOCATORI “IO VI SQUARTO!”) SI RACCONTA IN UNA BOMBASTICA INTERVISTA AL "CORSPORT": “QUANDO RIVEDO CERTI VIDEO MI VERGOGNO, NON SONO IO, È IL MIO GEMELLO SCEMO. SE FOSSI STATO DIVERSO ADESSO STAREI SU QUALCHE PANCHINA DI SERIE A. IO HO ANCHE UNA DISCRETA CULTURA" (E CITA LEOPARDI) – E POI MOURINHO E ALLEGRI CHE LO ADORANO E LO SFOGO NELLO SPOGLIATOIO AD AREZZO - “FUI VITTIMA DI UNA CAROGNATA” -VIDEO

 

Estratti dell’articolo di Antonio Giordano per il Corriere dello Sport - https://www.corrieredellosport.it/video/calcio/2023/12/28-119545700/eziolino_capuano_al_corriere_dello_sport_l_intervista_di_ivan_zazzaroni?utm_source=news&utm_medium=video&utm_campaign=click_da_news

 

eziolino capuano

La storia comincia da lontano, nella Provincia brulla e però gioiosa, e poi emerge, esplode, deflagra, cavalcando i social: c’è un uomo per ogni stagione (calcistica) che (in)consapevolmente è diventato un mito, sta fuori dagli schemi pur manipolandoli con cura, e a modo suo è diventato un rivoluzionario del linguaggio corrente. Si può essere Eziolino Capuano soltanto essendo Eziolino Capuano, vivendo in aforismi che gli appartengono o che rimodella a modo suo, scuoiando i luoghi comuni o anche abbracciandoli, attraversando la periferia del calcio però ritrovandosi poi illuminato di luce propria, di quella natura che a volte reclama i sali e altre una brutale riflessione: se non ci fosse, bisognerebbe inventarselo.

 

Eziolino Capuano, un uomo baciato dalla popolarità post-moderna.

eziolino capuano

«E questo succede per il mio modo di essere. La figura del personaggio mediatico non mi ha agevolato, ma sono fiero di me stesso. Mi sono fatto una bella famiglia, ho guadagnato bene e fatto quello che volevo, assecondando la mia vocazione: perché fare l’allenatore è come fare il prete».

 

Tra una metafora e l’altra, Capuano ha fatto pure i capelli bianchi.

«Ho cominciato da ragazzino, quando smisi di giocare per un infortunio. Ma comunque sono nato prima e ho vissuto ciò che altri non hanno vissuto. Io c’ero all’epoca dei gettoni telefonici, stavo in fila per chiamare a casa una ragazza, ora sono schiavi del cellulare».

 

Ecco seriamente un uomo che non si è mai preso sul serio.

«Sono me stesso, con gli errori commessi. Ma il mio nome non è mai finito in alcuna nefandezza, semmai solo in situazioni goliardiche, che sono state amplificate e hanno pregiudicato la mia carriera».

 

A proposito, c’è una pagina su Facebook, «Eziolino Capuano, in ognuno di noi non possono albergare nefantezze», scritto proprio così: ci scherzano su...

rissa sfiorata tra eziolino capuano e antonio ferrara

«Conosco l’amministratore ma io non sono social. Non mi interessano, non mi servono i clic. Io voglio altro: la vittoria più bella per me è stata andare al reparto di Oncologia infantile di Taranto. Sono uscito di là piangendo. E ho chiesto al mio club di mandare la 10 al primario: il vero fenomeno è lui. La sera ho portato la squadra a un quartiere di Taranto che mi sta a cuore, il Paolo VI. Il calcio è aggregazione». 

 

Cerchiamo un aggettivo adatto: empatico?

«Ci sta. Ma sono serio, con grandi principi. Chi parla di Capuano dovrebbe conoscerlo. Non sto simpatico a tutti, ma va bene lo stesso».

 

Un tipo coraggioso.

«Il coraggio non è altro che l’elemento che convive con la paura, dalla quale non bisogna farsi attanagliare».

 

Ha detto di sé: il personaggio è diventato superiore all’allenatore.

«E anche l’uomo è superiore al tecnico. Ho una discreta cultura, che ho ereditato da mio padre. Il calcio per me è l’attesa: l’attesa del sabato del villaggio di Giacomo Leopardi. Lo vivo nella sofferenza. Se sto vincendo tremo, ho l’incubo del pareggio».

eziolino capuano

 

Un uomo del Sud.

«Modena è stato il mio Nord. Coerente anche lì, andai in una situazione drammatica. Poi finisco in Belgio: Paratici lo dice a Imborgia. Un giorno venne il team manager e mi chiese perché facevo giocare un calciatore e non un altro. Gli dissi: aspetta un attimo. Andai in sede e mi dimisi».

 

Mai banale.

«Mi piaccio moltissimo così».

 

Se tornasse a nascere rifarebbe Eziolino Capuano.

«Ma alcune volte no. Vedo cose di cui mi vergogno, come quando rivedo scene del passato. In quel caso, penso a Carletto Mazzone e lo cito: mi sembro il gemello scemo. Ma quello è l’istinto. Però ora ho esperienza e gestisco diversamente situazioni complicate. Io studio, mi applico nella ricerca di innovazioni».

 

Caso mai, rinascendo, farebbe un po’ il “politico”?

«Ma no. Con tutte le ca... che mi sono scappate. Se fossi stato diverso adesso starei su qualche panchina di Serie A, così, impostato, petto in fuori».

 

Ci sono due grandi allenatori, Allegri e Mourinho, che stravedono per lei.

eziolino capuano

«A me piacciono le persone che possono arricchirti. In questo caso, siamo di fronte a due mostri sacri dell’intelligenza umana. Max lo conosco da quando giocava con Camplone, allenatore Galeone; con Mou ci fu il primo contatto ad Appiano Gentile, nell’anno del triplete, quando andai come allievo del Supercorso. José andrebbe clonato, il più intelligente al mondo. Ma io sono amico di Antonio Conte, a Roberto De Zerbi voglio bene come a un figlio».

 

Vivere dentro le etichette limita?

«Mi davano e mi danno del difensivista. Ma il mio calcio è equilibrato e sfido chiunque a dire che io non voglia la riaggressione immediata. Poi se ne escono con l’autobus, il pullman, la Croce Rossa davanti all’area. Tutte stronzate».

 

Che demolisce a modo suo...

EZIOLINO capuano

«Facile: c’è questa moda del tiki-taka, della costruzione dal basso che nel 6,88% dei casi ti consente di riandare su mentre nel restante 93,12% ti fa rubare la palla. Cioè, per rompere le due catene in opposizione ti resta solo meno del 7%. Però se non ci provi sei un allenatore superato, antico. Il calcio è semplice, come dice Allegri, uno tra i più vincenti: e qualcuno si permette di contestare uno dei più vincenti. Pensa tu!».

 

L’allenatore è come un bravo chef, la frase è sua.

«Io non ho mai avuto grandi squadre e quando m’è capitato di avere squadre normali le ho trasformate in grandissime. E non parlo di campioni. La Sambenedettese la presi penultima, arrivo secondo ma il presidente mi nega i playoff: io alleno ancora ma lui è sparito dal calcio. Ad Avellino, storia recente, non c’era nulla, lo porto nei playoff e non sono riconfermato. Io zitto, muto. Poi avranno speso 40-50 milioni e stanno ancora in C, con un presidente che ha potenzialità enormi».

 

Fare il capopopolo le piace.

«Me lo posso permettere, perché vivo in funzione della gente, alla quale i calciatori devono rispetto».

Detesta gli orecchini.

eziolino capuano

«Nella vita privata, ognuno fa quel che vuole. Ma se rappresenti un club e i suoi tifosi, devi rispettarli».

 

Ridirebbe mai più quella frase su Mertens e rifarebbe mai quel “numero” nello spogliatoio di Arezzo?

«Io Mertens non sapevo neanche giocasse al calcio. C’era Insigne all’apice e mi chiedevo: ma quando gioca questo? E venne fuori, in tv, la frase sulle sette-otto partite. Io qualcuno in A e in Nazionale l’ho portato, quando vidi Parisi, per dirne uno, me ne accorsi subito. Ma ogni volta tirano fuori quell’episodio. Ad Arezzo sono stato, invece, vittima di una carognata e quel giocatore che registrò il mio sfogo e lo mandò in circuito ora fa l’allenatore: gli auguro non gli succeda che un suo atleta faccia quel che fece lui. Quella cosa mi fece male».

 

Come si fa l’allenatore?

eziolino capuano

«Devi gestire trenta elementi, devi essere autorevole e autoritario. Devi essere credibile, altrimenti sei un fallito. Ma devi anche essere riconosciuto tale, altrimenti resti una brava persona. Il tecnico si divide in due specie: c’è l’allenatore e c’è l’accompagnatore. Uno non dorme, deve dare una spiegazione al barista, alle famiglie che fanno sacrifici per andare allo stadio; l’altro si siede in panchina e aspetta lo stipendio». 

 

Cosa farà da grande Eziolino Capuano?

«Ho l’entusiasmo di un bambino, cambio, mi evolvo, non sono mai quello dell’anno prima».

 

Sarebbe stata una brutta vita senza essere Eziolino Capuano.

«Senza ombra di dubbio. Conosco la dignità e la coerenza, pure la schiettezza. Se fossi stato quello di adesso all’inizio di questo secolo, avrei fatto una carriera diversa».

 

 

eziolino capuano

(...)

Quinto in classifica, 27 gol fatti e 16 subiti: Allegri si chiede come abbia fatto con numeri così.

«Vince chi ne prende di meno. La Juve Stabia sta stracciando il campionato e ne ha subiti solo 6. Noi siamo attenti nella fase difendente, non solo in quella difensiva: conosciamo la sofferenza. Imbarcate non ne prendiamo e anche farcene due è difficile».

Il calcio le ha dato?

«Soddisfazioni illimitate. E qualcosa mi ha tolto. Prima d’ogni partita lo dico sempre ai ragazzi: sto entrando in sala rianimazione, scherzandoci su: mi fanno l’anestesia e non so se esco vivo o morto».

Ma ci pensa mai alla serie B?

EZIOLINO CAPUANO 11

«Ma no, il calcio è bello ovunque. C’è gente che in B c’è stata, di passaggio, e ora vende le pizze. Meteore».

 

EZIOLINO CAPUANOEZIOLINO CAPUANO 6

 

eziolino capuanoivan zazzaroni eziolino capuano

EZIOLINO CAPUANOEZIOLINO CAPUANO 2

Ultimi Dagoreport

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…