CLONATE IL SOLDATO RYAN – A 40 ANNI, ‘FEBBRE A 90°’: ANCHE UN ROMANZO CELEBRA RYAN GIGGS, L’ULTIMO CALCIATORE GENTILUOMO, ARTEFICE DELLA RIMONTA DEL MANCHESTER UNITED IN CHAMPIONS

Francesco Persili per ‘Dagospia'

«Ricordo la prima volta che lo vidi: era come se corresse a mezz'aria, un cocker spaniel che rincorre un pezzetto di carta stagnola portato dal vento». Alex Ferguson continua a ripetere che la cosa migliore che abbia fatto al Manchester United è stata mettere sotto contratto Ryan Giggs.

All'Old Trafford lo conoscono dal 1987, quando lo soffiarono alle giovanili del City, mercoledì scorso nel ‘teatro dei sogni', a 40 anni suonati, il ‘mago' gallese è stato il regista della rimonta in Champions del ManUtd contro l'Olympiacos. Adesso Giggs, dopo essersi lamentato per lo scarso utilizzo da parte di Moyes nelle ultime settimane, lancia la sua candidatura ad una maglia martedì sera nel derby contro il City. Clonate il soldato Ryan.

Fiabesco e senza età: per Sir Alex, il più anziano giocatore a disputare la fase ad eliminazione diretta della Champions è quanto di più vicino ci possa essere a Peter Pan. Una creatura speciale, ufficiale (dell'Ordine dell'Impero Britannico) e gentiluomo, anche se, come dice la zia alludendo alle sue amanti, non è capace di tenersi i pantaloni addosso.

Una volta appesi gli scarpini al chiodo cosa sarà il calcio senza di lui? Più di Cantona, Beckham, Cristiano Ronaldo, il simbolo dei Red Devils nell'ultimo quarto di secolo è ormai un personaggio letterario. Rodge Glass lo ha raccontato nel romanzo ‘Voglio la testa di Ryan Giggs' (uscito per i tipi di ‘66Thand2nd') attraverso i sogni e le ossessioni di una promessa immaginaria del Man Utd, Mikey Wilson (che del suo ‘eroe' prende il cognome originario poi cambiato in Giggs dopo la separazione dei genitori in segnò di lealtà verso la madre).

Una storia inventata che sembra più vera del vero, una tragicommedia che mischia cronaca e fiction, gli anni d'oro del Manchester United e la memorialistica fittizia di un prodigio mancato, «Little Giggs» che restò ai margini dell'epopea mancuniana.
Al centro di tutto ‘la generazione del '92' (Giggs, Beckham, Scholes, Butt e i fratelli Neville) di cui entra a far parte per due minuti anche Mikey Wilson che al suo debutto in Premier dopo un passaggio sbagliato dal gallese, si rompe una gamba e finisce ai margini.

Una carriera che nasce e muore nel giro di 133 secondi e un ragazzo che guarda la propria vita deragliare nell'attesa vana di una rivincita tra campacci e città tristi: «Il calcio resta una cazzo di lotteria», si sa, e per un Giggs che ce la fa a diventare leggenda, ce ne sono tanti altri che finiscono sul binario morto della gloria. Giocatori tristi che non hanno vinto mai, come da canto de-gregoriano, che adesso dentro un pub buttano giù l'ultimo bicchierino, e poi corrono a pisciare.

«Non è vero che quando uno finisce a terra, riesce sempre a rialzarsi», per quanto puoi desiderarla la seconda possibilità potrebbe anche non arrivare mai. Così Mikey resterà per sempre un fantasma divorato dall'alcool e dal desiderio di vendicarsi del gallese, il responsabile del suo fallimento che però coincide anche col mito sportivo suo e di ogni tifoso dello United.

‘Giggs, Giggs will tear you apart again'. Sono i Joy Division a fare da colonna sonora al libro insieme a un po' di Stone Roses e a un po' di Smiths, «la santissima Trinità dei gruppi di Manchester»: gli Oasis, naturalmente, non vanno neanche nominati («quegli stronzi tifano City»).

Musica e dolore, puzza di vomito e birra vecchia, e sempre una passione viscerale che si prende tutto: «Lo United è la tua vita sociale, è tutto il tuo mondo. Natale, Pasqua, le cene coi colleghi, le feste e i compleanni, tutto perduto se c'è una partita». Il romanzo di Glass è la risposta mancuniana al ‘Febbre a 90°' del tifoso dell'Arsenal Nick Hornby.

Attese tradite, ambizioni frustrate, ferite che non si rimarginano. Ma anche quando tutto crolla, restano gli odori fish and chips del football inglese, i sandwich allo stadio (sempre meglio che un roastbeef al Ritz), l'amore per la propria squadra e il rumore della vita che ricomincia ogni volta che vedi il Man Utd.

Mentre Ryan Giggs è sempre lì che continua a giocare a pallone, perché come dice lui, è l'unica cosa che al momento gli piace. Così quando lo vedi correre come fosse sospeso a mezz'aria, metti in pausa il tempo e capisci che il calcio può rendere migliore il mondo, almeno per un po'. Poi butti giù l'ultimo bicchierino e un'altra illusione, e corri a pisciare.

 

 

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