sgarbi

FERMATE QUELLA MOSTRA! - SONO GIA' DUECENTO DIECI LE AUTOREVOLI FIRME DELL'APPELLO CONTRO LA SUPER RASSEGNA DI VITTORIO SGARBI CHE DA CIMABUE A MORANDI CHIEDE PRESTITI A TUTTA LA PENISOLA. LORO FIRMANO, LUI MINACCIA QUERELE. A' LA GUERRE!

Stefano Luppi “Il giornale dell'arte” 2 dicembre

 

 

Bologna. L’ex rettore Fabio Roversi Monaco, prima in qualità di presidente della Fondazione Carisbo e poi in quella di responsabile dei musei Genus Bononiae, ha affidato nel corso degli anni progetti artistici a critici «extraterritoriali»: da Philippe Daverio a Marco Goldin e ora a Vittorio Sgarbi che da febbraio curerà a Palazzo Fava la rassegna «Da Cimabue a Morandi. Felsina Pittrice».

 

 

Le polemiche non sono mai mancate, ma non erano mai state forti come quelle scatenate da 128 importanti storici dell'arte e accademici che si scagliano contro i prestiti delle opere annunciati per l’esposizione. È partita una raccolta firme in calce a un documento spedito al ministro Dario Franceschini con in testa quella di Daniele Benati, presidente di Italia Nostra Bologna e docente dell’Alma Mater.

Amerigo Bartoli  Amerigo Bartoli "Ritratto di Roberto Longhi"

 

?Hanno firmato questo documento, con il quale si chiede sostanzialmente di bloccare la rassegna perché «Priva di alcun disegno storico e della benché minima motivazione scientifica, un insulto alle opere, trattate come soprammobili, all’intelligenza del pubblico; alla memoria di Longhi e Arcangeli- e naturalmente un attacco ai musei, con la colpevole connivenza di chi li dirige».

 

Gli studiosi lanciano dunque un appello al Mibact e ai suoi funzionari affinché, si legge nella lettera a Franceschini, «Non concedano il prestito di dipinti importanti e di valore “identitario” per le sedi che li detengono» (gli organizzatori hanno già annunciato la presenza nella sede di Palazzo Fava di opere di Morandi del MAMbo, della Madonna in trono di Cimabue conservata nella chiesa di Santa Maria dei Servi, del «San Domenico» di Niccolò dell’Arca dal Museo di San Domenico, dell'«Estasi di santa Cecilia» di Raffaello dalla Pinacoteca Nazionale di Bologna, della grande tela di Ubaldo Gandolfi raffigurante Diana ed Endimione dalle Collezioni Comunali d’Arte, dei due ovali di Marco Antonio Franceschini dal Museo Davia Bargellini, ma anche opere da collezioni private, tra cui la stessa Cavallini Sgarbi - un «San Domenico» di Niccolò dell'Arca - o il «Ratto d'Europa» di Cagnacci di collezione Molinari Pradelli).

Fabio Roversi MonacoFabio Roversi Monaco

 

 

?Oltre a quella di Benati, tra le firme figurano quelle di Carlo Ginzburg della Normale di Pisa, Antonio Pinelli docente all’Università di Firenze, Keith Christiansen capocuratore dipinti del Metropolitan di New York, Bruno Toscano della Fondazione Longhi,  l’architetto Pier Luigi Cervellati, l’ex magistrato Giovanni Losavio, Anna Stanzani direttore Pinacoteca Nazionale di Ferrara, Tomaso Montanari dell’Università degli Studi di Napoli «Federico II», Jadranka Bentini ex soprintendente di Bologna e Anna Ottani Cavina, docente emerito dell’Alma Mater ed ex direttore della Fondazione Federico Zeri.?Insomma, una vera e propria levata di scudi contro Sgarbi e Roversi Monaco. Naturalmente il primo non ci sta e promette battaglia.

C.C.Malvasia_Felsina PittriceC.C.Malvasia_Felsina Pittrice

 

Il critico ferrarese parla di «Lobby bolognese dell'Università, a cui dà fastidio che io agisca su materie che considerano loro» e riceve man forte dal direttore dell’Istituzione Musei di Bologna Gianfranco Maraniello (i musei pubblici cittadini sono partner attraverso i prestiti concessi alla mostra annunciata): «È un linguaggio inaccettabile, una opinione espressa in maniera arrogante. Il progetto è condiviso e apprezzato anche perché rinforza la volontà di fare sistema».

 

Stefano Luppi “Il giornale dell'arte” 6 dicembre

 

 

Bologna. Si alza notevolmente di tono la polemica tra Vittorio Sgarbi, incaricato da Genus Bononiae di curare la rassegna «Da Cimabue a Morandi. Felsina Pittrice. Dedicata a Roberto Longhi» (Palazzo Fava, Bologna, dal 14 febbraio), e Italia Nostra Bologna. L'associazione, presieduta da Daniele Benati, nei giorni scorsi ha lanciato un appello firmato da 128 studiosi d'arte italiani e stranieri affinché quella mostra si cancelli: «La rassegna è priva di alcun disegno storico e della benché minima motivazione scientifica».?

 

 

 Vittorio Sgarbi Vittorio Sgarbi

Sgarbi ieri prima ha spedito ai giornali un comunicato stampa e poi in serata, su Radio 24, nel corso della trasmissione «La Zanzara», ha rincarato la dose. In dialogo con il conduttore Cruciani è stato durissimo contro Benati: «È un mercante che fa perizie a pagamento, è al soldo dell'antiquario Fondantico: perché non ha detto nulla quando due anni fa l'"Estasi di santa Cecilia" è andato in un'altra mostra? Trovo strano che chi fa expertise poi difenda il patrimonio italiano.

 

I 128 firmatari sono solo scimmie, in realtà Benati è disperato perché gli ho scippato la mostra».?Tra gli studiosi che hanno firmato l'appello di Italia Nostra figurano, oltre allo stesso Benati docente dell'Alma Mater, Carlo Ginzburg della Normale di Pisa, Antonio Pinelli dell'Università di Firenze, Keith Christiansen del Metropolitan di New York, Bruno Toscano della Fondazione Longhi, Steven Ostrow dell'Università del Minnesota, Anna Stanzani direttore Pinacoteca Nazionale di Ferrara, Tomaso Montanari dell'Università degli studi di Napoli, Jadranka Bentini ex soprintendente di Bologna e Anna Ottani Cavina, ex direttore della Fondazione Federico Zeri.

 

Roberto LonghiRoberto Longhi

«È una polemica meschina, prosegue Sgarbi, perché non conoscono il progetto. Hanno solo assecondato l'isterica reazione di Daniele Benati. L'"Estasi di santa Cecilia" nel 2012 andò da Bologna a Madrid e Parigi, senza alcuna protesta. Parimenti il Cimabue di Santa Maria dei Servi fu esposto, senza turbamento alcuno, alla mostra del Duecento in occasione di Bologna Capitale Europea della Cultura, mentre il polittico di Giotto della Pinacoteca sarà prestato per una mostra al Palazzo Reale di Milano durante l'Expo 2015».?

 

Stefano Luppi “ IL giornale dell'arte” 6 dicembre

 

Bologna. Sono ormai 210 gli autorevoli studiosi di tutto il mondo che si sono associati all'appello di Italia Nostra Bologna contro l'annunciata mostra «Da Cimabue a Morandi. Felsina Pittrice» prevista a Palazzo Fava il prossimo febbraio.

 

 

Ieri il curatore Vittorio Sgarbi era stato durissimo contro il presidente di Italia Nostra Bologna Daniele Benati e contro l'antiquario Fondantico. Tiziana Sassoli, titolare della attività bolognese, smentisce Sgarbi: «La dichiarazione del dottor Sgarbi che afferma che il professor Benati è "Al soldo di Fondantico" è priva di ogni riscontro reale. Fondantico, nel corso della sua trentennale esperienza e attività, ha collaborato e collabora con stimati e autorevoli storici dell'arte, tra cui appunto Benati, nel pieno rispetto delle reciproche competenze professionali».?

dario franceschini e vittorio sgarbidario franceschini e vittorio sgarbi

 

 

 

Anche Daniele Benati, docente dell'Università di Bologna e cocuratore della rassegna «Giovanni da Modena. Un pittore all'ombra di San Petronio» al Museo Civico Medievale di Bologna dal 12 dicembre al 12 aprile 2015, interviene: «Le farneticazioni di Sgarbi le conosciamo da anni e servono a buttare sul piano dell'insulto personale e gratuito una polemica nata con fini che finge di ignorare. All'intervento di Italia Nostra in difesa dei musei cittadini, espropriati dei loro dipinti più importanti per figurare in una mostra-show di "capolavori" allestita in una sede semiprivata, hanno prontamente aderito accademici, studiosi e curatori di musei di tutto il mondo (ormai 210) che certo non hanno nessun motivo di volersi sostituire a lui nella cura della mostra.

ITALIA NOSTRA - LE FIRME CONTRO LA MOSTRA ORGANIZZATA DA VITTORIO SGARBIITALIA NOSTRA - LE FIRME CONTRO LA MOSTRA ORGANIZZATA DA VITTORIO SGARBI

 

 

 

 

Quanto al rapporto con il mercato, è evidente che lo specialista di un argomento - nel mio caso la pittura bolognese - non può esimersi dal dare il proprio parere a istituti pubblici, galleristi e semplici privati che glielo richiedono».?

Ultimi Dagoreport

villa casa giorgia meloni antonio tajani matteo salvini

DAGOREPORT - AH, CHE STREGONERIA È IL POTERE: TRAFIGGE TUTTI. SOPRATTUTTO I PARVENU. E COSÌ, DA PALAZZO GRAZIOLI, CHE FU LA SEDE INFORMALE DI GOVERNO E DI BUNGA-BUNGA DI BERLUSCONI PREMIER, SIAMO PASSATI A "VILLA GRAZIOLI" CON LA NUOVA DOVIZIOSA DIMORA DELL’EX ABITANTE DELLA GARBATELLA, DOVE OCCUPAVA CON MADRE E SORELLA DUE DISGRAZIATE CAMERE E CUCINA - UN IMMOBILE CHE STA SOLLEVANDO UN POLVERONE DI POLEMICHE: VILLA O VILLINO? COL SOLITO AGOSTINO GHIGLIA CHE AVREBBE SOLLECITATO GLI UFFICI DELLA PRIVACY DI TROVARE UN MODO PER LIMITARE LE INFORMAZIONI DA RENDERE PUBBLICHE ALLA CAMERA, IN RISPOSTA A UN’INTERROGAZIONE DELLA BOSCHI SULLA RISTRUTTURAZIONE DELLA VILLA – LA SINDROME DI "IO SO' GIORGIA E NUN ME FIDO DE NESSUNO!" HA POI TRASFORMATO LA MAGIONE NEL SUO BUNKER PERSONALE, LONTANO DAGLI SGUARDI E ORECCHIE INDISCRETE CHE INFESTANO PALAZZO CHIGI - TUTTO BENE QUANDO VENGONO CHIAMATI A RAPPORTO I SUOI FEDELISSIMI, MOLTO MENO BENE QUANDO TOCCA AGLI ALTRI, AGLI “ESTRANEI” DELLA CONVENTICOLA MELONIANA. DAL CENTRO DI ROMA PER RAGGIUNGERE “VILLA GRAZIOLI” CI VOGLIONO, IN LINEA D’ARIA, BEN 40 MINUTI DI MACCHINA. ANCHE DOTATI DI SIRENE E LAMPEGGIANTI, È “UN VIAGGIO”…. - VIDEO

simone canettieri giorgia arianna meloni

DAGOREPORT - MASSÌ, CON I NEURONI SPROFONDATI NELLA IRRITABILITÀ PIÙ SCOSSA, ARIANNA MELONI AVEVA URGENTE BISOGNO, A MO’ DI SOLLIEVO, DELL’ARTICOLO DI DEBUTTO SUL “CORRIERONE” DI SIMONE CANETTIERI - MESSA DALLA SORELLA GIORGIA A CAPO DELLA SEGRETERIA DI FDI, ARIANNA NON NE HA AZZECCATA UNA - ALLA PARI DI QUALSIASI ALTRO PARTITO DI MASSA, OGGI FDI SI RITROVA ATTRAVERSATO DA UNA GUERRIGLIA INTESTINA FATTA DI COLPI BASSI, RIPICCHE E SPUTTANAMENTI, INTRIGHI E COMPLOTTI – DALLA SICILIA (CASINO CANNATA-MESSINA) A MILANO (AFFAIRE MASSARI-LA RUSSA), FINO AL CASO GHIGLIA-RANUCCI, DOVE IL FILO DI ARIANNA SI È ATTORCIGLIATO PERICOLOSAMENTE INTORNO AL COLLO - CHE LA SORELLINA NON POSSIEDA LA ‘’CAZZIMMA’’ DEL POTERE, FATTA DI SCALTREZZA E ESPERIENZA, SE N'E' AMARAMENTE ACCORTA ANCHE LA PREMIER. E PUR AMANDOLA PIÙ DI SE STESSA, GIORGIA L’AVREBBE CHIAMATA A RAPPORTO PER LE SCELTE SBAGLIATE: SE IL PARTITO VA AVANTI COSÌ, RISCHIA DI IMPLODERE… - VIDEO

carlotta vagnoli flavia carlini

COME SIAMO POTUTI PASSARE DA ELSA MORANTE E MATILDE SERAO A CARLOTTA VAGNOLI? È POSSIBILE CHE SI SIA FATTO PASSARE PER INTELLETTUALI DELLE FEMMINISTE INVASATE CHE VERGAVANO LISTE DI PROSCRIZIONE ED EVOCAVANO METODI VIOLENTI E LA GOGNA PUBBLICA DIGITALE PER “FARE GIUSTIZIA” DEI PROPRI NEMICI? LA CHIAMATA IN CORREITÀ DEL SISTEMA EDITORIALE CHE HA UTILIZZATO QUESTE “VEDETTE” LETTERARIE SOCIAL DA MILIONI DI FOLLOWER PER VENDERE QUALCHE COPIA IN PIÙ – VAGNOLI PUBBLICA PER EINAUDI, FLAVIA CARLINI HA VERGATO UN ROMANZO INCHIESTA SULL’ITALIA DEL GOLPE INFINITO PER SEM (FELTRINELLI) . MA SULLA BASE DI COSA? BASTA AVERE UN MINIMO SEGUITO SOCIAL PER ESSERE ACCREDITATI COME SCRITTORI O DIVULGATORI?

silvia salis giorgia meloni elly schlein matteo renzi

DAGOREPORT - IN ITALIA, DOPO TANTI OMETTI TORVI O INVASI DI VANITÀ, SI CERCANO DONNE FORTI. DONNE COL PENSIERO. DONNE CHE VINCONO. E, NATURALMENTE, DONNE IN GRADO DI COMANDARE, CAPACI DI TENER TESTA A QUELLA LADY MACBETH DELLA GARBATELLA CHE DA TRE ANNI SPADRONEGGIA L’IMMAGINARIO DEL 30% DEGLI ELETTORI, ALIAS GIORGIA MELONI - IERI SERA ABBIAMO ASSISTITO ATTENTAMENTE ALLA OSPITATA DI SILVIA SALIS A “OTTO E MEZZO”, L’EX LANCIATRICE DI MARTELLO CHE DALLA LEOPOLDA RENZIANA E DAL CONI DELL’ERA MALAGÒ HA SPICCATO IL VOLO NELL’OLIMPO DELLA POLITICA, SINDACO DI GENOVA E SUBITO IN POLE COME LEADER CHE SBARACCHERÀ ELLY SCHEIN E METTERÀ A CUCCIA LA CRUDELIA DE MON DI COLLE OPPIO - DOPO MEZZ’ORA, PUR SOLLECITATA DA GRUBER E GIANNINI, CI SIAMO RITROVATI, ANZICHÉ DAVANTI A UN FUTURO LEADER, DAVANTI A UNA DONNA CHE DAREBBE IL PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA ALL'AUTORE DE "IL MANUALE DELLA PERFETTA GINNASTICATA" - ECCITANTE COME UN BOLLETTINO METEO E LA PUBBLICITÀ DI TECHNO-GYM, MELONI PUO' DORMIRE SONNI TRANQUILLI - VIDEO

john elkann donald trump

DAGOREPORT – ITALIA, BYE BYE! JOHN ELKANN NON NE PUÒ PIÙ DI QUESTO DISGRAZIATO PAESE CHE LO UMILIA SBATTENDOLO PER 10 MESI AI "SERVIZI SOCIALI", COME UN BERLUSCA QUALSIASI, E STUDIA LA FUGA NEGLI STATI UNITI - PRIMA DI SPICCARE IL VOLO TRA LE BRACCIA DEL SUO NUOVO IDOLO, DONALD TRUMP, YAKI DEVE LIBERARSI DELLA “ZAVORRA” TRICOLORE: CANCELLATA LA FIAT, TRASFORMATA IN UN GRUPPO FRANCESE CON SEDE IN OLANDA, GLI RESTANO DUE GIORNALI, LA FERRARI E LA JUVENTUS – PER “LA STAMPA”, ENRICO MARCHI È PRONTO A SUBENTRARE (MA PRIMA VUOLE SPULCIARE I CONTI); PER “REPUBBLICA”, IL GRECO KYRIAKOU È INTERESSATO SOLO ALLE REDDITIZIE RADIO, E NON AL GIORNALE MANGIASOLDI E POLITICAMENTE IMPOSSIBILE DA GOVERNARE) - DOPO IL NO DI CARLO FELTRINELLI, SAREBBERO AL LAVORO PER DAR VITA A UNA CORDATA DI INVESTITORI MARIO ORFEO E MAURIZIO MOLINARI – SE IL CAVALLINO RAMPANTE NON SI TOCCA (MA LA SUA INETTA PRESIDENZA HA SGONFIATO LE RUOTE), PER LA JUVENTUS, ALTRA VITTIMA DELLA SUA INCOMPETENZA, CI SONO DUE OPZIONI IN BALLO…