ibra mourinho benitez

IBRA, AU REVOIR - LO SVEDESE, MODESTO COME SEMPRE, ANNUNCIA L’ADDIO AL PSG: “SONO ARRIVATO COME UN RE, ME NE VADO COME UNA LEGGENDA” - NEL FUTURO LA PREMIER O IL RITORNO A MILANO - MOURINHO A UN PASSO DALLA PANCHINA DEL MANCHESTER UNITED - IL DOPPIO FLOP DI BENITEZ: ESONERATO DAL REAL E RETROCESSO COL NEWCASTLE

IBRAIBRA

1. IBRAHIMOVIC ANNUNCIA L'ADDIO AL PARIS SAINT-GERMAIN SU TWITTER

Da “ansa.it”

 

Zlatan Ibrahimovic, 34 anni, scrive sul suo account: "Sono arrivato come un re, me ne vado come una leggenda". A fine contratto con il Paris Saint-Germain, l'attaccante annuncia - anche su Instagram - che questo fine settimana, contro il Nantes, giocherà "l'ultima partita al Parco dei Principi".

 

Arrivato a Parigi dal Milan nell'estate 2012, Ibra è diventato in breve la star più mediatica nella storia del club parigino. Per tre volte di seguito è stato votato miglior giocatore del campionato francese (2013, 2014, 2016), per quattro volte ha vinto la Ligue 1. Soltanto quest'anno, 46 gol e 13 assist per lui in 48 incontri.

 

IBRA TWEETIBRA TWEET

Recentemente, qualche uscita di Ibrahimovic aveva incrinato il suo rapporto con l'ambiente. In particolare, in occasione della trasferta di Champions a Londra contro il Chelsea, aveva dichiarato: "Con tutto il rispetto, al Psg la storia è cominciata con l'arrivo degli emiri del Qatar".

CASTROGIOVANNI IBRAHIMOVICCASTROGIOVANNI IBRAHIMOVIC

 

"Una volta conclusa la sua carriera, Zlatan Ibrahimovic tornerà nel management della società con una carica di responsabilità": lo annuncia il Paris Saint-Germain in un comunicato con il quale conferma "la decisione comune di non rinnovare il contratto" con il giocatore.

 

"Il Psg - si legge sempre nella nota - sarà per sempre profondamente riconoscente a Zlatan per le sue quattro straordinarie stagioni che hanno fatto di lui il più grande cannoniere e uno dei più grandi giocatori della storia del club". Ibra, citato dal Psg, dichiara di essere "molto fiero" del periodo trascorso a Parigi, ma che "è arrivata l'ora di prendere una nuova strada: non è un addio, soltanto un arrivederci".

IBRAHIMOVICIBRAHIMOVIC

 

 

2. MOURINHO, SÌ AL MANCHESTER UNITED: FIRMA VICINA

Da “sport.sky.it”

 

José Mourinho sarà il prossimo allenatore del Manchester United. Lo Special One, reduce dalla sua seconda esperienza (non fortunata) al Chelsea, sarà il successore dell'olandese Lousi van Gaal sulla panchina dell'Old Trafford.

 

MOURINHOMOURINHO

Accostato al club di Manchester ormai da diverse settimane, Mou si prepara a firmare per la sua nuova avventura in Premier League, con il compito di rilanciare i Red Devils (che non vincono il titolo inglese dal 2013) dopo una stagione complicata e che attualmente vede la squadra al quinto posto, quando mancano solo 90' al termine del campionato. Al momento manca ancora l'ufficialità dell'accordo, ma sembrerebbe solo una questione di ore.

IBRAHIMOVIC MOURINHOIBRAHIMOVIC MOURINHO

 

3. BENITEZ, MOU E VAN GAAL

Andrea Sorrentino per “la Repubblica”

 

Del colossale fallimento di Rafa Benitez ora parla tutta Europa, perché è il più fresco, il più umiliante. Non certo l’unico, tra i santoni del calcio internazionale: è stato l’annus horribilis anche di Josè Mourinho, di Louis Van Gaal, di Manuel Pellegrini, e anche se non è franato come gli altri, nemmeno Pep Guardiola è felice, dato che col Bayern si è fermato ancora in semifinale di Champions.

 

Ma il rovescio di Rafa è il più fragoroso. Il 3 giugno del 2015 Benitez veniva presentato in pompa magna al “Bernabeu”, nuovo allenatore del Real Madrid: meno di undici mesi dopo, ha già perso la panchina del Real (esonero il 4 gennaio) ed è pure retrocesso col Newcastle dalla Premier League alla Championship, visto che era andato ad allenare le Gazze l’11 marzo scorso, sostituendo Steve McClaren.

 

IL PANINO DI BENITEZ IL PANINO DI BENITEZ

Senza contare che il Real di Zidane, mantenendo incredibilmente il medesimo impianto di gioco e di uomini (con Casemiro e senza James Rodriguez: le stesse scelte che venivano contestate a Benitez), è arrivato alla finale di Champions e domenica ha ancora una speranza di vincere la Liga. Insomma, se c’è una stagione da cancellare per un tecnico, è stata quella di Rafa, che era pure reduce dalle delusioni di Napoli.

 

Quali oscuri desideri di rivalsa abbiano indotto Benitez ad accettare la panchina del Newcastle, resta un mistero: a marzo era chiaro che i “Magpies”, pur avendo speso 100 milioni sul mercato, erano una squadra sbagliata, infatti neppure il discreto ruolino di marcia con Rafa (2 vittorie, 3 sconfitte e 4 pareggi) li ha salvati, condannandoli alla retrocessione più costosa di sempre nel calcio inglese, l’opposto della storia del Leicester.

 

BENITEZ MOURINHO 1BENITEZ MOURINHO 1

Decisivi per la caduta una sconfitta nello scontro diretto col Norwich, uno 0-0 di pochi giorni fa col già retrocesso Aston Villa e la vittoria per 3-0 del Sunderland (proprio gli arcirivali del Newcastle) mercoledì sera sull’Everton. Non è detto che Benitez se ne vada: la proprietà sa di aver sbagliato strategie a monte e non vuole esonerare lo spagnolo, ma si dovrà discutere del futuro.

 

La figuraccia di Rafa ha ovviamente ringalluzzito il suo nemico Josè Mourinho, che lo sfotte pure dal Messico: «Se Zidane vincerà la Champions League farà un’impresa, perché tutti dimenticheranno che per metà stagione il Real era andato male». Ma anche lo Special quest’anno ha avuto le sue pene, con l’esonero a metà dicembre dal Chelsea, e dopo una sconfitta contro il Leicester allenato da quel Ranieri che Mourinho aveva sempre sfottuto pesantemente in passato: nemesi perfida ma inevitabile.

 

Del resto anche Josè aveva perso il tocco, ovvero quella capacità di farsi seguire da quel gruppo di uomini di difficile gestione che a ogni allenatore di grandi club tocca maneggiare con cura.

 

VAN GAALVAN GAAL

Ha fallito quasi quanto Rafa, perché era anche campione d’Inghilterra in carica, ma ora si sta dirigendo verso il Manchester United, dove rileverà Louis Van Gaal, altro scornato: eliminato da Champions ed Europa League dopo una campagna acquisti enorme, l’olandese dispera di poter agganciare il quarto posto, sa di essere a tempo e sa chi lo sostituirà, sa di aver sbagliato valutazioni e di aver fatto spendere troppo al suo club, tutte cose che un manager a quei livelli non può permettersi.

 

Se ne andrà, come Manuel Pellegrini dal Manchester City: ha raggiunto una semifinale di Champions ed è vicino al quarto posto finale, ma domenica scorsa l’Etihad Stadium ha mostrato il suo disappunto per la stagione.

 

Nessun problema, tanto da mesi si sa che lo sostituirà Guardiola. E da luglio, allenatori reduci da fallimenti impensabili o allenatori reduci da trionfi impronosticabili (do you know Ranieri?) si ritroveranno nel gran carro della Premier League, il torneo più ricco e più divertente che ci sia. Anche se poi la Champions la vincono sempre gli spagnoli, che noia.

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