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ICASTICA GIÀ MISCHIAVA ANTICO E CONTEMPORANEO, DA CIMABUE AD AI WEIWEI, DISSEMINANDO OPERE MODERNE NEL CUORE ANTICO DI AREZZO; GIUNTA ALLA SUA TERZA EDIZIONE SI CONTAMINA DEFINITIVAMENTE CON LA STREET ART PROMOSSA DA FONDAZIONE ROMA

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DAGOREPORT

 

Nonostante i problemi della Popolare dell'Etruria e il fatto che il giovane candidato sindaco che doveva incarnare il renzismo in casa di Madonna Boschi sia stato appena sconfitto alle elezioni comunali da un usato sicuro di centro destra, passate da Arezzo questa estate.

 

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La narrazione interrotta del renzismo vincente nella patria della sua icona mediatica alla fine è piccola cosa di fronte ad una delle manifestazioni culturali italiane più fascinose tra le migliaia di iniziative che cercheranno di animare città e villaggi del Belpaese: si chiama Icastica e alla sua terza edizione si contamina definitivamente con la street art promossa da Fondazione Roma. Cioè dal suo presidente, Emanuele Emanuele, uno dei primi italiani a innamorarsi, ovviamente all'estero, della street art negli anni Sessanta del secolo scorso e ad averla introdotta oggi a Roma nel quartiere popolare di Tor Marancia, diventato per questo meta turistica, e in altri luoghi della Città Eterna.

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Icastica già mischiava antico e contemporaneo, disseminava opere d'arte moderne nel cuore antico del borgo passato tra gli Etruschi e il Rinascimento, ma lasciare per sempre le opere degli artisti di strada a cento metri dal luogo dove lavorava Vasari, dalla casa dove è nata la storia dell'arte, nella città dove Giotto e Piero della Francesca o Cimabue hanno lasciato segni fondamentali nel cammino culturale dell'umanità, e' operazione ardita, coraggiosa e, senza tema di dirla grossa, unica al mondo perché di città d'arte come Arezzo al mondo non ce ne sono altre.

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"Arezzo e' la città che vorrei, l'Italia che vorrei, l'Italia da esportare. Mi occupo di arte da più di sessant'anni - ha detto Emanuele presentando l'iniziativa - ma quando sono andato ad Arezzo sono rimasto sbalordito per Icastica che mette insieme le più alte rappresentazioni di cultura classica e le migliori espressioni di quella moderna e contemporanea e noi aggiungiamo i futuri Klimt e Magritte sulla storia plurisecolare della città. In Italia non abbiamo più nulla, se non la ricchezza della cultura. L'industria non c'è più, l'agricoltura langue, la burocrazia ci soffoca (pensate che. Tor Marancia non siamo ancora riusciti ad avere un permesso per costruire l'ascensore per far salire un abitante disabile a casa sua, perché la riqualificazione si fa con l'arte e con il welfare che lo Stato non è in grado di fare), eppure il nostro paese destina alla cultura solo lo 0,1 del prodotto interno lordo, ultimi in Europa".

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"Roma invece, ha continuato Emanuele, semplicemente non risponde alla mia idea di installare opere monumentali su alcuni percorsi cittadini. Eppure ho proposto Beverly Peppers. Ma non ci arrendiamo e faremo anche a Roma la contaminazione tra la grande arte classica e il contemporaneo che, nel divenire dell'arte, diventa la grande arte del futuro".

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Icastica 2015, diretta da Fabio Migliorati, ha tre sezioni: Iconic (da Cimabue ad Ai Weiwei), Project (dove ci sono gli artisti di strada by 999 contemporary) ed Eventi, parte il 28 di giugno e si chiude il 27 di settembre. Anche senza il renzismo vincente, ne vale la pena.

 

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