marco rossi ungheria

“DOPO LA VITTORIA CON L’INGHILTERRA TANTI COMPLIMENTI MA IN ITALIA NON HO MAI RICEVUTO OFFERTE. STAVO PER MOLLARE” – IL CT DELLA NAZIONALE UNGHERESE MARCO ROSSI SI TOGLIE I MACIGNI DAGLI SCARPINI - "NEL 2005 IN UNA PAGINA DELLA GAZZETTA SUGLI EMERGENTI C'ERA LA MIA FOTO GRANDE E QUELLE DI SARRI E BALLARDINI PIÙ IN PICCOLO. CON LORO CI HANNO PRESO, CON ME UN PO' MENO. SONO STATO COSTRETTO A EMIGRARE. IL MIO LIMITE? DIRE CIO’ CHE PENSO E POI NON SO COLTIVARE LE RELAZIONI…” – I COMPLIMENTI DI ORBAN

Paolo Tomaselli per il “Corriere della Sera”

 

marco rossi

L'ultima volta che l'Inghilterra aveva perso in casa con 4 gol di scarto fu nel 1928, contro la Scozia (5-1). Poi a Wembley nel 1953 arrivò la Grande Ungheria a dare una lezione ai maestri anglosassoni con uno storico 6-3. Tre giorni fa, mentre l'Italia veniva presa a pallonate in Germania, la nazionale ungherese allenata da Marco Rossi ha vinto 4-0 a Wolverhampton, pochi giorni dopo aver battuto gli inglesi a Budapest. Ed è rimasta in testa nel girone di Nations.

 

Rossi, suo nonno quando la accompagnava agli allenamenti con il Torino le parlava di Valentino Mazzola e della squadra di Puskas. Adesso anche la sua squadra ha lasciato il segno.

«Sì, ovviamente è un'altra cosa rispetto a quella squadra leggendaria, ma questa vittoria rimarrà nella storia, anche perché nelle ultime tre sfide con loro abbiamo anche pareggiato a Wembley».

 

Questa Inghilterra soffre gli allenatori italiani?

«L'abbiamo preparata come le altre partite, però in effetti hanno sofferto il nostro dispositivo tattico: squadra corta, che difende bene».

Chissà a Budapest.

inghilterra ungheria 6

«C'è stata grandissima euforia, superiore forse a quella dell'Europeo dove siamo arrivati a 5 minuti dalla qualificazione nel girone di Germania, Portogallo e Francia. L'Ungheria vive di calcio, ma in larga parte nessuno ha vissuto i fasti che furono. Per questo c'è grande orgoglio».

 

Il primo ministro Orbàn era presente a Wolverhampton dopo aver visto la partita contro l'Italia a Cesena?

«Sì, è sceso negli spogliatoi subito dopo la partita, per fare i complimenti a tutti».

 

Ormai lei con la squadra comunica in ungherese?

inghilterra ungheria 3

«Qualche parola la uso, ma ho ragazzi svegli, che parlano tutti l'inglese molto bene».

 

Le imprecazioni in italiano le capiscono?

«Al volo. Prima ancora che le abbia terminate...».

 

All'ultima giornata della Nations, il 26 settembre, potrebbe decidere le sorti dell'Italia, che rischia la B.

«Anche noi, che siamo in testa, rischiamo ancora. Per ora abbiamo giocato per gli azzurri, perché abbiamo preso punti a tutte le altre due».

 

Come è andata con l'inno italiano da avversario?

«È stato emozionante: ho cantato i due inni, anche se qualcuno ha detto che quello ungherese lo canto solo perché mi pagano. Ma mi pagano per allenare, non per cantare l'inno: lo faccio per rispetto del mio Paese d'adozione».

 

Comunque cantare in ungherese è un lavoro a sé.

«In effetti non è semplice».

 

Come l'ha vista l'Italia?

marco rossi

«Ci ha messo più in difficoltà di Inghilterra e Germania e abbiamo perso meritatamente. Penso che la strada del rinnovamento sia stata intrapresa e se vuoi rinnovare devi puntare sui giovani, perché sono loro il futuro. A settembre poi torneranno a disposizione altri grandi giocatori».

 

Il quadro com' è?

«Meno catastrofico di quello che sento dire. L'Italia resta temibilissima anche per Germania e Inghilterra, non solo per noi. Capisco lo smarrimento per l'eliminazione dal Mondiale, ma c'è troppo disfattismo».

 

Nel 2012 stava per andare a lavorare con suo fratello commercialista dopo tre anni senza panchina. In Ungheria ha vinto il campionato con la mitica Honved e ha riportato la Nazionale a buoni livelli. La morale qual è?

marco rossi ungheria 5

«Che la mia carriera, iniziata nel 2004 a Lumezzane e mai andata oltre la C, è stata a due velocità. In Italia con le marce ridotte. Poi c'è stata una sterzata, con più fortuna».

 

Troppo traffico in Italia o troppe corsie preferenziali?

«C'è molto traffico, ci sono tanti allenatori bravissimi e quelli che esordiscono in A, più o meno giovani, spesso dimostrano di meritarsela. Io anche quando ho fatto risultati importanti non ho saputo capitalizzarli: nel 2005 in una pagina della Gazzetta sugli emergenti c'era la mia foto grande e quelle di Sarri e Ballardini più in piccolo. Con loro ci hanno preso, con me un po' meno».

 

Si dà delle responsabilità?

«Sono uno che dice ciò che pensa. Ma soprattutto non so coltivare le relazioni, così è difficile che qualcuno ti offra la possibilità di allenare».

 

inghilterra ungheria 4

Chiamate di lavoro dall'Italia ne ha ricevute?

«Zero. Tantissimi complimenti, ma nessuna chiamata da dirigenti o presidenti».

 

È normale?

«Credo di sì: non penso di essere un profilo appetibile per il calcio italiano. Lo dico con serenità e con la consapevolezza che per me è stato obbligatorio andare all'estero.

Ma mi sono ritagliato uno spazio importante e dignitoso che mi soddisfa. Non ho acredine o un senso di rivalsa»

 

I giocatori ungheresi le chiedono informazioni sulla serie A o guardano altrove?

«Tutti ora vogliono andare in Inghilterra, per ragioni economiche ma anche per l'atmosfera che c'è negli stadi. Quel che è davvero grave, è il fatto che l'Italia è molto indietro nelle strutture anche rispetto all'Ungheria. Persino in B da noi quasi tutti gli impianti sono nuovi».

 

marco rossi ungheria 4

Suo figlio pallanotista, che voleva fare il calciatore ma fu sconsigliato da lei, come procede?

«Non farà i Mondiali, ma avrà altri appuntamenti con il Settebello, con il quale ha già esordito. Era il suo sogno».

 

Meglio buoni pallanotisti che calciatori mediocri?

«Meglio un genitore che non pensi che suo figlio sia per forza il migliore. I ragazzi vanno educati, non solo coccolati. L'obiettività sulle potenzialità dei propri figli dovrebbero avercela tutti. Invece è di pochi».

marco rossi ungheriamarco rossi ungheria 2marco rossi sampdoria 1marco rossi ungheria 1conferenza stampa marco rossi 2marco rossi ct ungheriamarco rossi sampdoria 2marco rossi ungheria 3

Ultimi Dagoreport

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…

monique veaute

NO-CAFONAL! – ARCO DI TRIONFO PER MONIQUE VEAUTE, QUELLA VISPA RAGAZZA FRANCESE CHE NEL 1984 GIUNSE A ROMA PER LAVORARE ALL’ACCADEMIA DI FRANCIA DI VILLA MEDICI - DA ABILISSIMA CATALIZZATRICE DI GENIALI E VISIONARIE REALTÀ ARTISTICHE INTERNAZIONALI, DETTE VITA A UN FESTIVAL CHE SCOSSE LO STATO DI INERZIA E DI AFASIA CULTURALE IN CUI ERA PIOMBATA ROMA DOPO L’ERA DI RENATO NICOLINI – L'ONORIFICENZA DI ''COMMANDEUR DE L'ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES'' NON POTEVA NON ESSERE CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE FRANCESE SE NON A VILLA MEDICI, DOVE 40 ANNI FA TUTTO È NATO….

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…

emmanuel macron

DAGOREPORT – MACRON, DOMANI CHE DECIDERAI: SCIOGLI IL PARLAMENTO O RASSEGNI LE DIMISSIONI DALL'ELISEO? - A DUE ANNI DALLA SCADENZA DEL SUO MANDATO PRESIDENZIALE, IL GALLETTO  È SOLO DI FRONTE A UN BIVIO: SE SCIOGLIE IL PARLAMENTO, RISCHIA DI RITROVARSI LA STESSA INGOVERNABILE MAGGIORANZA ALL’ASSEMBLEA NAZIONALE – PER FORMARE IL GOVERNO, LECORNU SI È SPACCATO LE CORNA ANDANDO DIETRO AI GOLLISTI, E ORA FARÀ UN ULTIMO, DISPERATO, TENTATIVO A SINISTRA CON I SOCIALISTI DI OLIVIER FAURE (MA MACRON DOVRA' METTERE IN SOFFITTA LA RISANATRICE RIFORMA DELLE PENSIONI, DETESTATA DAL 60% DEI FRANCESI) – L’ALTERNATIVA E' SECCA: DIMETTERSI. COSÌ MACRON DISINNESCHEREBBE MARINE LE PEN, INELEGGIBILE DOPO LA CONDANNA - MA È UN SACRIFICIO ARDUO: SE DA TECNOCRATE EGOLATRICO, CHE SI SENTIVA NAPOLEONE E ORA È DI FRONTE A UNA WATERLOO, SAREBBE PORTATO A DIMETTERSI, TALE SCELTA SAREBBE UNA CATASTROFE PER L'EUROPA DISUNITA ALLE PRESE CON LA GUERRA RUSSO-UCRAINA E UN TRUMP CHE SE NE FOTTE DEL VECCHIO CONTINENTE (LA FRANCIA E' L'UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E UN POSTO NEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU), COL PERICOLO CONCRETO DI RITROVARSI ALL'ELISEO BARDELLA, IL GALLETTO COCCODE' DI LE PEN, CHE NEL 2014 AMMISE A "LE MONDE" DI AVER RICEVUTO UN FINANZIAMENTO DI 9 MILIONI DA UNA BANCA RUSSA CONTROLLATA DA PUTIN...