arrigo sacchi

"JUVE O NAPOLI: PER LO SCUDETTO SARA’ UNA SFIDA A DUE" - ARRIGO SACCHI FA LE CARTE ALLA SERIE A: "BIANCONERI ANCORA FAVORITI MA SARRI E’ UN GENIO - SPALLETTI OK MA GIÀ NEGLI ANNI PASSATI ALL' INTER C'ERANO BUONI ALLENATORI, EPPURE... – MONTELLA E’ DIVENTATO PIU’ TATTICISTA. UN ALTRO SACCHI? MAGARI…"

Carlos Passerini per il “Corriere della Sera”

 

Arrigo Sacchi, che dice, partiamo dalla Juve?

«Preferirei dal Napoli, se non le spiace».

 

Come vuole. Lo dà per favorito?

SACCHISACCHI

«No, lo scudetto lo rivincerà la Juve che ha una superiorità caratteriale. Anzi, mi correggo: solo la Juve può perderlo. Il Napoli però è la squadra che preferisco, la più armoniosa, come gioco è fra le tre migliori al mondo. E Sarri è un genio».

 

Però non vincerà.

«Perché il Napoli è condannato alla perfezione. Ha collettivo eccezionale, idee, qualità. Però i singoli mancano di forza fisica, esperienza, storia. Quando c' è da stringere i denti nei momenti bui si perdono, e a un certo livello i momenti bui capitano. La strada però è giusta, ogni mese che passa il Napoli è migliore. L' anno scorso ha perso Higuain e poi anche Milik, eppure ha segnato più gol. Prima o poi sarà da scudetto, magari lo diventa già quest' anno».

 

Cosa intendeva prima con superiorità caratteriale della Juve?

«La forza mentale che, legata a individualità eccelse e a una società fra le prime cinque al mondo, le dà punti in più già in partenza. Anche se a me non piace quel messaggio del "conta solo vincere". Io, sapete, la penso diversamente.

ALLEGRI E SARRI ALLEGRI E SARRI

Però un consiglio ad Agnelli lo darei: di provare a fare un passo in avanti per unire merito, bellezza e vittoria».

 

La Roma?

«Ogni ambiente ha le proprie caratteristiche sociologiche. Quando arrivai a Milano nel 1987 vedendo che per la strada tutti andavano di corsa subito pensai: questo è il posto perfetto per il pressing. Ecco, Roma è una città complessa, esigente. Sono arrivati secondi ma la gente non era contenta».

inzaghi sacchi milano marittimainzaghi sacchi milano marittima

 

A proposito: le milanesi?

«Società, squadra, individuo, in quest' ordine: l' organizzazione è piramidale, in cima c' è sempre il club. Quindi innanzi tutto c' è da capire come si muoveranno le nuove proprietà. Spalletti mi piace molto ma già negli anni passati all' Inter c' erano buoni allenatori, eppure è andata male. Forse il problema era l' Inter, non l' allenatore».

Il Milan ha speso 190 milioni, rispetto a due mesi fa è un' altra squadra.

«Montella lo apprezzavo molto alla Fiorentina, dove aveva cercato di dare un' identità netta.

Ora mi sembra un filo più tatticista. Mi pare che Mirabelli, che non conosco, gli stia fornendo una buona squadra, che si sia mosso positivamente. Mi sembrano acquisti coerenti. Però sapete come la penso, non i soldi ma le idee».

Quindi chissà cosa pensa dei 220 milioni di Neymar.

«Qui ci sono due riflessioni distinte. La prima. Che le società siano più ricche e quindi nel sistema circoli maggior denaro è normale, è l' economia moderna. Non è più sport ma spettacolo sportivo, c' è maggiore audience quindi più denaro. Non mi scandalizzo. L' altra riguarda i giocatori, chi cioè agisce solo per convenienza economica. Beh, penso che sia un errore. Ripenso a Shevchenko e Kakà, mai più stati gli stessi lontano dal Milan. L' avidità ti distrugge, ti schiavizza. Il calcio si nutre di passione, di coraggio. Il coraggio rende liberi, come le idee, come la bellezza».

SACCHI FERRARASACCHI FERRARA

 

Non vede miglioramenti?

«Qualcosa si muove, la globalizzazione aiuta. In tv vediamo spettacoli migliori e così lentamente ci stiamo adeguando. Per emulazione. Oggi c' è un buon gruppo di allenatori che insegnano alle loro squadre a essere dominus delle partite: Giampaolo, Di Francesco, Spalletti, Sousa, Gasperini. E poi alcuni ragazzi stanno crescendo, sono gli effetti del duro lavoro che abbiamo fatto fra 2010 e oggi sulle nazionali. Belotti, Insigne, Immobile, Florenzi, Romagnoli, Rugani: la direzione è quella giusta. Però».

Però?

berlusconi sacchiberlusconi sacchi

«Però continuano a giocare pochi italiani e questo è un problema enorme per la Nazionale.Dov' è l' orgoglio italiano?».

 

Come la vede la sfida crocevia di settembre in Spagna per andare al Mondiale?

«Capello è un grandissimo ma non sono d' accordo con lui quando dice che bisogna andare là a giocarsela chiusi e di rimessa. Non è la strada giusta per crescere. Ma credo anche che non sia la Nazionale a dover tracciare la strada di un movimento, non è possibile. Ventura, che è bravo, fa quel che può con quello che ha».

Anche Ventura a volte usa quella difesa a tre che lei odia.

SACCHI GALLIANISACCHI GALLIANI

«La odio se diventa a cinque, se è la prova della paura di giocare a testa alta. Noi al Milan difendevamo con due uomini, se ne serviva uno in più ecco che l' esterno scalava subito. Invece oggi da noi troppi difendono preventivamente. Giocano solo sull' avversario, sui suoi errori».

capello sacchicapello sacchi

 

Che ne pensa di Zidane?

«Ecco, appunto. Sento molte critiche, dicono che è solo un gestore di fuoriclasse. Però nella finale di Champions con la Juve ha lasciato Carvajal contro Mandzukic senza dar peso ai venti centimetri di differenza. Da noi per evitarlo avrebbero snaturato la formazione cambiando due o tre giocatori. E infatti poi chi ha vinto?».

 

ARRIGO SACCHIARRIGO SACCHI

Certo, però loro hanno Cristiano Ronaldo.

«Una volta sono andato a trovare Ancelotti quando era al Real e sa chi c' era un' ora e mezza prima dell' allenamento in palestra? Cristiano Ronaldo. L' altro Ronaldo, il brasiliano, aveva anche più qualità ma è durato meno perché cercava privilegi, voleva correre poco. Cristiano Ronaldo invece è un professionista esemplare. La psicologia cognitiva insegna che non si nasce col talento ma con un' attitudine che va allenata giorno per giorno. Come fa lui. Lui esalta il Real, il Real esalta lui. Lo diceva anche Brecht».

SPALLETTI E MONTELLASPALLETTI E MONTELLA

Come Brecht?

«Il drammaturgo. Diceva che anche il migliore degli attori ha bisogno degli altri, e che senza un copione c' è solo improvvisazione».

 

Serve anche chi lo scrive, il copione. Oggi in giro vede un altro Sacchi?

«Lo dicevo ieri al mio vicino di ombrellone, qui a Milano Marittima: magari. Se trent' anni dopo mi chiedono ancora l' autografo e le interviste, significa che non siamo andati molto avanti. Purtroppo».

SACCHISACCHISTUDIO CHAMPIONS SABATINI GIORGIA ROSSI SACCHISTUDIO CHAMPIONS SABATINI GIORGIA ROSSI SACCHIberlusconi arrigo sacchiberlusconi arrigo sacchiZIDANEZIDANEVAN BASTEN BERLUSCONI SACCHIVAN BASTEN BERLUSCONI SACCHI

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - COME DESTABILIZZARE IL NEMICO PIÙ INTIMO? SEGUITE IL METODO MELONI: AD OGNI INTRALCIO CHE SI INVENTA QUEL GUASTAFESTE DI SALVINI, LA MINACCIA DELLA DUCETTA È SEMPRE LA STESSA: ANDIAMO AL VOTO ANTICIPATO E VEDIAMO QUANTO VALE NELLE URNE ‘STO CARROCCIO - QUESTO RITORNELLO MELONIANO DI ANTICIPARE DI UN ANNO LE POLITICHE 2027, PERCHÉ NON LO FA SUO ANCHE ELLY SCHLEIN? ANZICHÉ STAR LÌ A PIAGNUCOLARE DI “SALARIO MINIMO”, DI “POLITICA INDUSTRIALE CHE NON C’È” E DI “CETO MEDIO IMPOVERITO”, SE L’ITALIA VA A PUTTANE, METTA L'ARMATA BRANCA-MELONI IN DIFFICOLTÀ: SI TOLGA L’ESKIMO DA GRUPPETTARA E LANCI LEI A GRAN VOCE UNA BELLA CAMPAGNA FATTA DI SLOGAN E FRASI AD EFFETTO PER CHIEDERE LO SFRATTO DEL GOVERNO, LANCEREBBE COSI' UN GUANTO DI SFIDA ALL’ARROGANZA DELLA DUCETTA, METTENDOLA IN DIFFICOLTÀ E NELLO STESSO TEMPO RIUSCIREBBE A TRASMETTERE AL POPOLO DISUNITO DELL’OPPOSIZIONE UN SENTIMENTO FORTE, AFFINCHE' IL SOGNO DI MANDARE A CASA GIORGIA MELONI POSSA DIVENTARE REALTÀ - SE OGGI, LA STORIA DEI NUOVI MOSTRI POLITICI SI FONDA SULL’IMMAGINARIO, COSA ASPETTA ELLY SCHLEIN A CAMBIARE MUSICA?

orazio schillaci marcello gemmato paolo bellavite ed eugenio serravalle

DAGOREPORT – I DUE NO-VAX NOMINATI NEL COMITATO TECNICO SUI VACCINI SPACCANO FRATELLI D'ITALIA: MONTA IL PRESSING PER FAR DIMETTERE EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE DALL’ORGANISMO – IN MOLTI RITENGONO CHE IL RESPONSABILE POLITICO DELL’IMPROVVIDA DECISIONE SIA MARCELLO GEMMATO, FARMACISTA E POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MELONIANO – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI CHE LO PONGONO DI FRONTE A DECISIONI GIÀ PRESE: NON CONTA NULLA E TUTTI PRENDONO DECISIONI SULLA SUA TESTA. ORA SAREBBE INTENZIONATO A REVOCARE L’INTERO GRUPPO DI LAVORO SE I NO-VAX NON SLOGGIANO. ENTRO 48 ORE…

trump zelensky putin donald volodymyr vladimir

DAGOREPORT – ARMATI DI RIGHELLO, GLI SHERPA DI PUTIN E TRUMP SONO AL LAVORO PER TROVARE L’ACCORDO SULLA SPARTIZIONE DELL’UCRAINA: IL 15 AGOSTO IN ALASKA L’OBIETTIVO DEL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA È CONVINCERE PUTIN AD “ACCONTENTARSI”, OLTRE DELLA CRIMEA, DEL DONBASS, RITIRANDOSI PERO' DALLE REGIONI UCRAINE OCCUPATE DALL'ESERCITO RUSSO: KHERSON E ZAPORIZHZHIA (CON LA SUA CENTRALE NUCLEARE) - TRUMP POTREBBE AGGIUNGERE LO STOP ALLE SANZIONI E CHISSÀ CHE ALTRO – PRIMA DI UN INCONTRO PUTIN- ZELENSKY, TRUMP PORTERA' I TERMINI DELLA PACE ALL'ATTENZIONE DEGLI ALLEATI EUROPEI DI KIEV - PER GARANTIRE L'EX COMICO CHE MOSCA NON SGARRERA', MACRON, MERZ E COMPAGNI PROPORRANNO L'INGRESSO DELL'UCRAINA NELL'UNIONE EUROPEA (CHE FA SEMPRE PARTE DELLA NATO) - PER L’ADESIONE UE SERVE L’OK DEI FILO-PUTINIANI ORBAN E FICO (CI PENSERÀ LO ZAR A CONVINCERLI) - UNA VOLTA FIRMATA, DOPO 6 MESI DEVONO ESSERE APERTE LE URNE IN UCRAINA - LA GAFFE: "VENERDI' VEDRO' PUTIN IN RUSSIA...": TRUMP SULLA VIA SENILE DI BIDEN? OPPURE....

antonio decaro michele emiliano roberto fico giuseppe conte elly schlein vincenzo de luca

DAGOREPORT - SCHLEIN E CONTE FANNO CAMPOLARGO (MA SOLO PER LE REGIONALI, PER ORA): DOPO GIANI IN TOSCANA E RICCI NELLE MARCHE, E' FATTA ANCHE PER I 5STELLE ROBERTO FICO IN CAMPANIA E PASQUALE TRIDICO IN CALABRIA (DOVE NON CI SONO CHANCE DI VITTORIA) - L'ULTIMO OSTACOLO RESTA VINCENZO DE LUCA, CHE CHIEDE DI NOMINARE IL FIGLIO, PIERO, SEGRETARIO DEL PD REGIONALE. MA ELLY NON VUOLE FARE LA FIGURA DA PERACOTTARA: FU LEI A COMMISSARIARE IL PARTITO, COME ATTO OSTILE NEI CONFRONTI DEL "CACICCO" DE LUCA, E A FAR FUORI SUO FIGLIO DA VICECAPOGRUPPO ALLA CAMERA - IN PUGLIA, QUEL CROSTONE DI EMILIANO È INDIGESTO A ANTONIO DECARO PER LA VECCHIA STORIELLA DELL'INCONTRO CON LA SORELLA DEL BOSS CAPRIATI, "PADRINO" DI BARI VECCHIA, RACCONTATA DAL GOVERNATORE URBI ET ORBI - VIDEO!

matteo salvini luca zaia alberto stefani luca de carlo

DAGOREPORT - VIA COL VENETO: LISTA ZAIA? E GIORGIA MELONI S'INCAZZA! - SE IMPORRA' IL SUO CANDIDATO, IL FRATELLONE D'ITALIA LUCA DE CARLO, SI RITROVERÀ UN LISTONE "DOGE" CHE PORTEREBBE VIA UN FIUME DI VOTI (E AVREBBE LA MAGGIORANZA DEI SEGGI, COMMISSARIANDO DI FATTO IL GOVERNATORE MELONIANO) - MATTEO SALVINI SPINGE FORTE SUL GIOVANE ALBERTO STEFANI, MA LA DUCETTA NON MOLLA L'OSSO DI CONQUISTARE LA RICCA REGIONE VENETA - IN BARBA AL SUO GROSSO BOTTINO DI CONSENSI, LA FIAMMA NON HA IN TASCA ALCUNA REGIONE DEL NORD (IN LOMBARDIA NON TOCCA PALLA: E' ROBA DI LA RUSSA...)