arte guerra

AH, POVERA ARTE CRIVELLATA - TRA LE "VITTIME" DELLE GUERRE CI SONO STATI ANCHE ALCUNI CAPOLAVORI DELL'ARTE - I BOMBARDAMENTI ALLEATI DEL 1944 DISTRUSSERO GLI AFFRESCHI DI MANTEGNA A PADOVA - LE OPERE TRAFUGATE DAI NAZISTI, I 15MILA REPERTI FATTI SPARIRE DAL MUSEO DI BAGHDAD DURANTE L'INVASIONE DELL'IRAQ – IL CASO DEL “POLITTICO” DI GAND, SMONTATO E RIMONTATO PIÙ VOLTE E POI RESTITUITO AL BELGIO. E SUI BRONZI DEL BENIN…

Stefano Bucci per “La Lettura – Corriere della Sera”

ritratto di giovane uomo di raffaello

 

Ci sono opere d'arte nate per parlarci della guerra e del suo orrore: La Battaglia di San Romano di Paolo Uccello (1348); 3 maggio 1808 di Goya (1841); Der Krieg di Otto Dix (1932); Guernica di Picasso (1937); Infiltrazione omogenea per pianoforte a coda di Joseph Beuys (1966).

 

E ci sono opere d'arte che quello stesso orrore l'hanno vissuto «sulla propria pelle»: opere rubate (il Vaso di fiori di Jan van Huysum prelevato dalle truppe della Wehrmacht da Palazzo Pitti a Firenze e tornato a casa solo nel 2020); opere smontate (la stupefacente Camera d'ambra del palazzo di Caterina la Grande a Carskoe Selo, a sud di San Pietroburgo, rimontata nel 2003); opere distrutte (i Buddha di Bamyan cancellati nel 2001 dall'iconoclastia talebana); opere ufficialmente disperse (la Vergine circondata da santi e Angeli di Lorenzo Monaco sparita nell'incendio della Flakturm Friedrichshain del maggio 1945, definito il più grande disastro artistico della storia moderna dopo la distruzione nel 1734 del Real Alcázar di Madrid).

 

statua decapitata re entemena

In guerra l'arte (da rubare, smontare, distruggere) diventa emblema di un potere che si è conquistato o che si è perduto. Come i quattro cavalli in origine appartenuti a una quadriga in trionfo collocata all'ippodromo di Costantinopoli traslati nella Basilica di San Marco a Venezia all'inizio del XIII secolo in seguito al saccheggio della città ad opera dei crociati.

 

«Affermo che in tutta la Sicilia, in una provincia così ricca e così antica, in tante città e in tante famiglie così facoltose, non c'è vaso d'argento, corinzio o di Delo, gemma o perla, manufatto d'oro o d'avorio, non c'è statua bronzea, marmorea, eburnea, non c'è dipinto su tavola o su stoffa, che l'imputato non abbia accuratamente cercato, esaminato e, se gli piaceva, portato via»: con queste parole un giovane Cicerone accusa nelle sue orazioni In Verrem (70 a. C.) l'ex governatore della Sicilia, Gaio Licinio Verre, di avere spogliato la provincia di tutti i suoi tesori artistici.

 

nozze di cana paolo veronese

Il «museo universale» immaginato da Napoleone (che nel 1796 arriva in Italia con il preciso intento di trovare capolavori d'arte, ori, statue, dipinti e tutto quel che fosse necessario per dare al neonato Louvre le opere più prestigiose di ogni epoca e renderlo un vero «museo universale») è quello delle opere vittime della guerra.

 

Un museo che idealmente riunisce l'Ercole seduto di Lisippo (fuso in monete dai crociati nel 1204); i dipinti per la Camera dorata del municipio di Bruxelles di Rogier van der Weyden distrutti dal bombardamento del 1695 (di loro rimane solo un arazzo-copia); gli affreschi di Andrea Mantegna per la Cappella Ovetari nella Chiesa degli Eremitani cancellati da un altro bombardamento, quello alleato di Padova l'11 marzo 1944. E le gigantesche Nozze di Cana di Paolo Veronese vittime nel 1797 proprio delle spoliazioni napoleoniche e poi ricomposte al Louvre (dove oggi si trovano face to face con la Gioconda ).

gruppo scultoreo cavalli di san marco

 

In Cambogia la guerriglia dei Khmer rossi, tra il 1979 e la fine degli anni Novanta, si finanziava esportando in Thailandia e da lì altrove manufatti angkoriani recuperati nei territori sotto il loro controllo. Nel caos successivo all'invasione dell'Iraq, tra marzo e aprile 2003, dal Museo nazionale di Bagdad furono rubati almeno 15 mila reperti; di questi, solo settemila sono stati recuperati e restituiti, gli altri ancora non si sa dove siano: nel luglio 2006 è stato annunciato dalla Ice Immigration and Customs Enforcement il ritrovamento della statua sumerica in diorite del re Entemena di Lagash, tra i pezzi più importanti dell'Iraq Museum rubato nel 2003. Anche se la portata reale del saccheggio resta sconosciuta: successivamente, infatti, migliaia di altri reperti erano stati prelevati direttamente dai siti.

buddha di bamiyan

 

Al Markk (Museum am Rothenbaum. Kulturen und Künste der Welt), il museo etnologico di Amburgo, una mostra racconta oggi la storia e le origini dei bronzi del Benin, il loro arrivo nella città anseatica ma anche i motivi per cui questi bronzi torneranno in Africa.

 

La collezione del Benin di Amburgo è una tra le più grandi in Germania (la più estesa, circa 520 oggetti, è conservata nell'Ethnologisches Museum di Berlino) e raccoglie una parte dei pezzi razziati nel 1897 nel Palazzo Reale di Benin City (in Nigeria), durante una spedizione punitiva delle truppe britanniche e oggi sparpagliati in almeno 160 musei. La mostra certifica l'intesa firmata dal governo tedesco e dalla Commissione nigeriana per i musei e i monumenti, che (al pari di quelle stipulate dal Musée Quai Branly di Parigi o dello Smithsonian di Washington) stabilisce la «fine di una guerra».

 

Altra opera simbolo dell'arte «rubata» dalle guerre è il Ritratto di giovane uomo di Raffaello Sanzio, databile tra il 1516 e il 1517 circa e in origine conservato presso il Museo Czartoryski a Cracovia di cui si sono perse totalmente le tracce durante la Seconda guerra mondiale quando sarebbe stato trafugato dai tedeschi: un dipinto a olio di 75 per 59 centimetri che figura nel catalogo nazionale polacco delle opere d'arte perdute nel conflitto, numero di inventario V-239. Ma per molte di queste opere d'arte trafugate al tempo della guerra la scomparsa non è mai ben definita, se ne perdono semplicemente le tracce e ricompaiono, se ricompaiono, in un museo o in una collezione dopo infinite peripezie.

allestimento gioconda rifugio chambord

 

Più fortunata, per quanto sempre assai complicata, è la storia dell'Agnello mistico , il polittico dipinto tra il 1426 e il 1432 da Jan van Eyck, rubato addirittura sette volte durante la sua esistenza nonché ripetutamente smontato e spostato (nel 1781 vennero persino riposti in sagrestia i «troppo conturbanti» nudi di Adamo ed Eva). Nel 1816 i suoi pannelli laterali furono comprati dal collezionista inglese Edward Solly, residente in Germania, e poi alienati al re di Prussia, finendo a fare parte delle collezioni dell'Altes Museum alla sua apertura nel 1830.

 

Durante la Prima guerra mondiale altri pannelli sarebbero stati spostati dalla cattedrale di Gand per ragioni di sicurezza, ma con il trattato di Versailles del 1919 (articolo 247, seconda clausola) tutti gli scomparti, anche quelli legalmente acquistati da Solly, vennero restituiti per contribuire al risarcimento che la Germania doveva versare agli Stati vincitori e in parziale compensazione per i danni inflitti al Belgio, venendo a così a ricomporre l'insieme del polittico nella cattedrale di San Bavone a Gand.

polittico di gand

 

Nel 1942 il Polittico venne sequestrato da Hitler e destinato al suo mai nato museo di Linz (in Austria) ma poi, anche qui per ragioni di sicurezza, fu nascosto prima nel castello di Neuschwanstein, in Baviera, e successivamente in una miniera di Altaussee, in Austria. A ritrovarlo furono i Monuments Men, gli ufficiali anglo-americani incaricati di proteggere e recuperare il patrimonio artistico europeo delle zone di guerra celebrati nel film di George Cloney (2014). Alla cerimonia di restituzione del Polittico al Belgio nessuna rappresentanza francese. Il motivo? La mancata opposizione della Repubblica di Vichy al sequestro del dipinto da parte dei tedeschi.

placca in bronzo

Ultimi Dagoreport

cdp cassa depositi e prestiti giovanbattista fazzolari fabio barchiesi giorgia meloni giancarlo giorgetti dario scannapieco francesco soro

DAGOREPORT - QUALCOSA DEVE ESSERE SUCCESSO IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE. CHE VIRUS HA COLPITO PALAZZO CHIGI PER PASSARE DA AMATO E LETTA A TALE GIOVAMBATTISTA FAZZOLARI, UN TIPINO CHE FINO AL 2018, RICOPRIVA IL RUOLO DI DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA ALLA REGIONE LAZIO? - CHE È SUCCESSO A CASSA DEPOSITI E PRESTITI (CDP), HOLDING PUBBLICA CHE GESTISCE I 300 MILIARDI DI RISPARMIO POSTALE DEGLI ITALIANI, PER RITROVARCI VICEDIRETTORE GENERALE, CON AMPIE DELEGHE, DAL PERSONALE E GLI INVESTIMENTI ALLA COMUNICAZIONE, IL 43ENNE FABIO BARCHIESI, CHE ORA ASSUME ANCHE LA CARICA DI AD DI CDP EQUITY, LA PIÙ IMPORTANTE SOCIETÀ DEL GRUPPO? - COME SI FA A RICOPRIRE DI RUOLI NEVRALGICI DI POTERE L’EX FISIOTERAPISTA DI MALAGO' CHE NON HA MAI RICOPERTO IL RUOLO DI AMMINISTRATORE NEMMENO NEL SUO CONDOMINIO, CHE BALBETTA UN INGLESE APPENA SCOLASTICO E HA ALLE SPALLE UNA LAUREA IN ECONOMIA OTTENUTA, PRESSO LA SELETTIVA UNIVERSITÀ TELEMATICA UNICUSANO, A CUI SI AGGIUNGE UNA CATTEDRA, A CONTRATTO, ALLA LINK, L’ILLUSTRISSIMA UNIVERSITÀ DI VINCENZO SCOTTI? - ALL’ANNUNCIO DELLA NUOVA CARICA DI BARCHIESI, LO SCONCERTO (EUFEMISMO) È PIOMBATO NELLE STANZE DEL MEF, PRIMO AZIONISTA DI CDP, MENTRE PER LE FONDAZIONI BANCARIE L’ULTIMA PRESA DI POTERE DEL DUPLEX FAZZO-BARCHIESI, IN SOLDONI, E' “IL PIÙ GROSSO SCANDALO POLITICO-FINANZIARIO MAI VISTO NEL BELPAESE...”

maurizio landini giorgia meloni

IL SESSISMO È NELLA CONVENIENZA DI CHI GUARDA – LA SINISTRA DIFENDE LANDINI CHE HA DEFINITO “CORTIGIANA” GIORGIA MELONI: PENSATE COSA SAREBBE SUCCESSO NEL "CAMPO LARGO" E NEI GIORNALI D'AREA SE L’AVESSE DETTO SALVINI DI UNA BOLDRINI QUALSIASI. AVREMMO AVUTO PAGINATE SUL SESSISMO DEL BIFOLCO PADANO. MA IL SEGRETARIO DELLA CGIL È "UN COMPAGNO CHE SBAGLIA", E ALLORA VA DIFESO: “È SOLO UN EQUIVOCO” – NON CHE LA DESTRA DIFETTI DI IPOCRISIA: GIORGIA MELONI SI INDIGNA PER "CORTIGIANA" EPPURE E' LA MIGLIORE ALLEATA DI TRUMP, UNO CHE SI VANTAVA DI "AFFERRARE TUTTE LE DONNE PER LA FICA”

flavio cattaneo ignazio la russa giorgia meloni carlo calenda matteo salvini

DAGOREPORT - IL CONTESTO IN CUI È ESPLOSO LO SCONTRO-CON-SCAZZO TRA CARLO CALENDA, E L’AD DI ENEL, FLAVIO CATTANEO, HA COLPITO GLI HABITUÉ DEI PALAZZI ROMANI - IL DURO SCAMBIO NON È AVVENUTO IN UN TALK DE LA7, BENSÌ A UN GALLONATISSIMO CONVEGNO DI COLDIRETTI, LA FILO-GOVERNATIVA ASSOCIAZIONE CHE RAGGRUPPA 1,6 MILIONI DI IMPRENDITORI AGRICOLI (LA PRIMA USCITA PUBBLICA DI MELONI PREMIER FU A UN CONVEGNO COLDIRETTI) - L’INVITO AL CALENDA FURIOSO, DA MESI SMANIOSO DI ROMPERE LE OSSA A CATTANEO, È STATO “LETTO” NEI PALAZZI ROMANI COME UN SEGNO DI “DISTACCO” TRA LA STATISTA DELLA SGARBATELLA E L’AD DI ENEL, IL CUI MANDATO SCADE LA PROSSIMA PRIMAVERA DEL 2026 – E QUANDO IN UN SUCCESSIVO TWEET CALENDA COINVOLGE I GRAN MENTORI DELL'INARRESTABILE CARRIERA DI CATTANEO, LA RUSSA E SALVINI, SI ENTRA IN QUEL LUNGO E SOTTERRANEO CONFLITTO DI POTERE CHE FECE SBOTTARE ‘GNAZIO: “GIORGIA VUOLE CONTROLLARE TUTTO: PALAZZO CHIGI, IL SUO PARTITO, QUELLI DEGLI ALTRI, MA È IMPOSSIBILE’’ -  ORA IL DESTINO CINICO E BARO VUOLE CHE SUL CAPOCCIONE DI CATTANEO, OLTRE ALLA MANGANELLATA DI CALENDA, SIA ARRIVATO UNO SGRADITO OSPITE, UN NON IDENTIFICATO SPYWARE CHE L’HA SPIATO NOTTE E DÌ... - VIDEO - LA VIGNETTA ANTI-CALENDA DI "OSHO": "A PROPOSITO DE UTILI, VOLEMO PARLA' DELL'UTILITÀ DI AZIONE?"

chiara appendino roberto fico giuseppe conte vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - GENTILE CHIARA APPENDINO, È CONSAPEVOLE CHE IN POLITICA, COME NELLA VITA, ‘’NON SI PUÒ AVERE LA SIRINGA PIENA E LA MOGLIE IN OVERDOSE”? MA E' DAVVERO CONVINTA CHE, CON UN M5S “PIÙ AUTONOMO DAL PD”, IL PARTITO DI CONTE SAREBBE RIUSCITO A SVENTOLARE LE CANDIDATURE DI TRIDICO IN CALABRIA E DI FICO IN CAMPANIA, DOVE NEL 2020 M5S HA PRESO IL 9,9% MENTRE DE LUCA INTASCÒ IL 69,4%? – OGGI LA VITTORIA DI FICO, FINO A IERI DATA PER SICURA, STA TROVANDO UNA STRADA ACCIDENTATA - A SALVARE LA BARACCA CI DOVRÀ PENSARE LO SCERIFFO DI SALERNO – COME ELLY, CHE DOPO AVERLO DISPREZZATO, E' SCESA A MITI CONSIGLI, ANCHE FICO DEVE ACCETTARE LE “PRIORITÀ” DI DE LUCA OPPURE VERRÀ ABBANDONATO AL SUO DESTINO DI PERDENTE, FACENDO FELICE IL CANDIDATO DI FRATELLI D’ITALIA, EDMONDO CIRIELLI...

elly schlein giuseppe conte roberto fico vincenzo de luca eugenio giani

DAGOREPORT - PARAFRASANDO NANNI MORETTI, CON LEADER DEL CALIBRO DI ELLY SCHLEIN E DI GIUSEPPE CONTE, ''IL CENTROSINISTRA NON VINCERA' MAI'' - IN TOSCANA, I DUE "GENI" HANNO TENTATO DI ESTROMETTERE IL “CACICCO” EUGENIO GIANI, REO DI SANO RIFORMISMO, CHE SI È DIMOSTRATO CAVALLO VINCENTE – IN CAMPANIA, INVECE, RISCHIANO DI ANDARE A SBATTERE CON IL CAVALLO SBAGLIATO, IL FICO DI GIUSEPPE CONTE, CHE TRABALLA NEI SONDAGGI: URGE UN FORTE IMPEGNO DI RACCOLTA VOTI DEL "CACICCO" TANTO DISPREZZATO DA ELLY: VINCENZO DE LUCA (CHE A SALERNO SE LA DEVE VEDERE CON IL CONCITTADINO E CANDIDATO DEL CENTRODESTRA, CIRIELLI) – CON L’INCONSISTENZA STORICA DEL M5S A LIVELLO LOCALE, IL “CAMPOLARGO” VA AL PIU' PRESTO ACCANTONATO: TROPPI "PRINCIPI" DIVERSI TRA PD E M5S PER UN'ALLEANZA, MEGLIO UNA COALIZIONE IN CUI OGNUNO CORRE COL SUO PROGRAMMA CERCANDO DI MASSIMIZZARE IL CONSENSO - SOLO DOPO IL VOTO, IN CASO DI VITTORIA, SI TROVA L'ACCORDO (E COME DIMOSTRA LA COALIZiONE DEL GOVERNO MELONI, LA GESTIONE DEL POTERE È IL MIGLIOR PROGRAMMA...) - VIDEO

giorgia meloni guido crosetto

IL "FRATELLASTRO" CROSETTO FA BALLARE GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI: “SE GLI STATI EUROPEI NON RINUNCIANO ALLA LORO SOVRANITÀ IN ALCUNI SETTORI, SONO MORTI. SULLA DIFESA DOBBIAMO METTERE ASSIEME I 27 PAESI UE IN UN SOLO PROGETTO COMUNE” – LA POSIZIONE DEL MINISTRO DELLA DIFESA È ALL’OPPOSTO DI QUELLA SOVRANISTA DELLA DUCETTA, CHE PIÙ VOLTE IN PASSATO HA REMATO CONTRO IL PROGETTO DI UN ESERCITO UNICO EUROPEO: “SAREBBE UNA INUTILE DUPLICAZIONE. IL SISTEMA DI DIFESA OCCIDENTALE È BASATO SULLA NATO, E NELLA NATO CI SONO ESERCITI NAZIONALI CHE COOPERANO TRA DI LORO. IO VOGLIO PIUTTOSTO UNA COLONNA EUROPEA DELLA NATO” – CHISSA' CHI ALLA FINE DIRA' L'ULTIMA PAROLA... - VIDEO