federer clerici

"SONO UN ‘GIORNATORE’, UN GIORNALISTA-SCRITTORE" - LETTERATURA DELLA RACCHETTA BY GIANNI CLERICI: "MCENROE? UNO SBRUFFONE. BORG? VITTIMA DI TUTTO E DI TUTTI. L’ITALIANO MIGLIORE? PIETRANGELI. FEDERER? L’ESSENZA DEL TENNIS" – IL RISCHIO NOIA PER COLPA DELLE RACCHETTE E I DUETTI STRACULT CON RINO TOMMASI – “MERITO ANCHE DI BERLUSCONI, CHE IMPORTÒ GLI SPORT AMERICANI DOVE LA DOPPIA CONDUZIONE ERA OBBLIGATORIA. NACQUE UN GENERE” – VIDEO

 

https://m.dagospia.com/lo-sbruffonemcenroe-borg-il-genio-sampras-federer-e-l-innovazione-di-berlusconi-parla-gianni-clerici-146758

 

 

 

 

Giorgio Gandola per La Verità pubblicato da Dagospia il 28.04.2017

gianni clerici

È più importante la notizia o il modo di raccontarla? Per scrivere sull' epopea dei contrabbandieri è meglio travestirsi da parroco? Perché oggi anche il grande Roger Federer finisce per annoiare? Perché un libro non ha chance di vendere se non ti fai invitare da Fabio Fazio? Perché per salvaguardare il dialetto lombardo bisogna andare in Svizzera? Perché tutti potremmo rimpiangere Silvio Berlusconi, non solo i tifosi del Milan? Perché oggi le telecronache migliori sono a 2 voci?

 

Domande random per rispondere alle quali servirebbero quattro docenti universitari con l' autostima a pieno regime. A meno che, nella sala da pranzo dell' hotel Tre Re, il più antico di Como, non hai di fronte Gianni Clerici. Allora quel domino sconclusionato di quesiti si trasforma in armonia, quel coacervo di pensieri diventa una conversazione antica fra un piccolo scriba e un profeta della parola, della racchetta, della comunicazione e della cultura popolare.

«Ti rispondo facile perché sono un "giornatore". L' ho spiegato stamattina alla mia dentista che mi chiedeva cosa faccio nella vita. Il giornatore, giornalista-scrittore. E questo mi dà il diritto di spiegare ciò che ho vissuto, soprattutto una volta girato l' angolo degli 80 anni. Però devi darmi tempo perché mi ha detto il medico che ho l' ipotalamo pigro. Tu hai l' iPad, io un' irrorazione sanguigna insufficiente di quella parte del cervello che incide sulla memoria. Ero una persona colta, adesso faccio figure».

 

CLERICI TOMMASI

Il giornatore che ha scritto saggi, romanzi, commedie e una bibbia dello sport come 500 anni di tennis non è ancora sazio. È appena uscito per Mondadori Diario di un parroco del lago. Vogliamo confrontarci con un gigante come Georges Bernanos?

«Giammai, l' ho letto ed è inavvicinabile, troppo intellettuale per me. Volevo raccontare storie di contrabbandieri sul lago di Como. Ho conosciuto le storie messe insieme in una vita e ritrovate dentro alcuni taccuini in un trasloco. Sono andato a trovarne uno di 93 anni che si chiama Canzani e che a quella veneranda età passeggia ancora su quei sentieri fra Italia e Canton Ticino. Mi ha detto "Vemm su a pè", andiamo su a piedi. Ma non ho avuto il coraggio e mi sono fatto portare con l' idrovolante a guardare quei posti dall' alto».

 

Va bene, ma il parroco del paese di Lezzeno, lungo 7 chilometri come una infinita biscia d' acqua spiaggiata, cosa c' entra?

gianni clerici

«Avevo le storie, ma non avevo la spina dorsale, il filo della collana, insomma l' io narrante. Allora Basilio Luoni, un genio della pittura citato da Giovanni Testori, che fa pagare i quadri a seconda della tua dichiarazione dei redditi, mi ha consigliato di usare il parroco. Confessione, misericordia e consolazione: mi è sembrata una buona idea. Mi sono dovuto immedesimare, ho riletto tutti i Vangeli e ho messo a frutto una laurea in storia delle religioni presa a Urbino».

 

Perché è affascinato dalla storia delle religioni?

«Perché mi interessa molto sapere dove andrò a finire una volta morto. Sul libro sono sereno, l' ho fatto leggere a monsignor Gianfranco Ravasi. Sul mio destino riguardo al dopo, molto meno».

 

È vero che per scrivere si ritira in un paesino del Canton Ticino, in una casa senza telefono?

«A Roveredo, che loro chiamano Rorè, 2.000 abitanti, domina il silenzio. Lì sto bene, parlano tutti in dialetto senza la vergogna che contraddistingue gli italiani. La loro tv propone tre trasmissioni in dialetto alla settimana, da noi è quasi proibito. Il dialetto è un valore primario, mia nonna parlava francese e dialetto. I dialoghi del mio libro sono in dialetto. Lo fa anche Camilleri. A Rovè sto bene e mi sfogo a battere sui tasti. Anche perché oggi i giornali ti chiedono sempre meno. A Repubblica sono gentili: "Gianni, hai scritto 40 righe, sono troppe. Per favore ce ne mandi 35?". È la società dello smartphone che detta tempi e lunghezze».

 

gianni clerici

Un libro resta un oggetto di culto, lo si ama, lo si coccola. Ma bisogna anche venderlo.

«Vorrei raggiungere la mia media di 10.000 copie, ma non è facile. Per vendere devi andare a presentarlo in tv da Fabio Fazio. Ho chiamato Massimo Gramellini, un ragazzo che avevo lanciato io al Giorno, e gliel' ho proposto. Forse si farà e forse no. Loro hanno già prenotato Naomi Campbell e Matteo Renzi, mi devo mettere in coda».

 

I contrabbandieri di Lezzeno. Perché proprio quelli lì?

«Perché a Lezzeno negli anni Settanta ci trovavamo noi del Club del giovedì. Andavamo al Crotto del misto con Gianni Brera, Giovanni Arpino, Mario Soldati e Giorgio Bassani. Non potevo esimermi dall' imparare a scrivere. Una squadra da Champions league, loro. Ma il più speciale era l' oste, il Bondi, che Brera definì l' italiano più intelligente privo di licenza elementare.

Poi arrivò anche l' Ottavio Missoni che portò il club a Milano, al Boeucc. Ma con lui tutto diventò più mondano».

gianni clerici

 

Il suo bestseller resta 500 anni di tennis, l' avrebbe mai immaginato?

«Sono stato fortunato. Devo ringraziare Dennis Rhodes, che lo ha amato e diffuso. Lui era bibliotecario alla Northern library del British museum. Quando stavo a Londra andavo lì a imparare l' inglese e a guardare le turiste. Un giorno mi dice: "Lei è Clerìci, scrive sul tennis".

 

Aveva imparato l' italiano nell' Ottava armata durante la seconda guerra mondiale. È stato gentile, anche se gli ho smontato un mito: il tennis non l' hanno inventato loro. Ne parla già un filosofo italiano, Antonio Scaino da Salò, nel primo libro su questo sport nel 1552. Poi loro hanno fatto finta di reinventarlo nel 1870 grazie alle palle di caucciù importare dal Sud America».

E arriviamo ai gesti bianchi. Una battaglia fisica e mentale con una rete in mezzo per non sbranarsi. Ma adesso domina la noia. Colpa del sublime (ed eterno) Roger Federer?

gianni clerici

«Lui è un fenomeno, riassume in sé l' essenza del mio sport. Se rischiamo la noia non è colpa sua, ma delle racchette. Quando si passò dal legno al metallo si sbagliava molto meno. Ora carbonio, strumenti spaziali. I giocatori non sbagliano più e dal campo esce la variabile più affascinante della vita umana, l' errore. In laboratorio stanno provando racchette con microchip che comunicano al computer ogni impatto per azzerare gli errori. Tutto ciò è disumano e lo pagheremo».

 

Perché finisce il fascino o perché vinceranno sempre gli stessi?

«Qualche anno fa il baseball commise la stessa imprudenza. Negli Stati Uniti vennero adottate le mazze di plastica e per una stagione si videro solo fuoricampo. La gente si annoiò e gli spettatori si dimezzarono. Allora la Lega decise di tornare indietro, e lo fece di corsa. Business is business, altro che tecnologia».

Oggi non c' è tv che non trasmetta lo sport a due voci. Lei e Rino Tommasi inventaste un format.

GIANNI CLERICI 22

«Merito anche di Berlusconi, che importò gli sport americani dove la doppia conduzione era obbligatoria. L' uomo era avanti, nella comunicazione aveva visioni premonitrici. Il resto l' abbiamo messo noi, raccontando ciò che accadeva come se fossimo in diretta da una tribuna stampa. Tommasi snocciolava le statistiche e io provavo a trasformarle in conversazioni. Nacque un genere».

 

 

C' è chi oggi, davanti al ventesimo palleggio, rimpiange la follia di John McEnroe.

«Non io, era uno sbruffone. Mi spiace dirlo perché ero amico di suo padre. Un giorno mi presentò la mamma di quel fenomeno e io non riuscii a trattenermi. Le dissi: signora, perché quando era bambino non gli ha mai dato quattro sberle? Lei mi rispose: "C' era da avere paura già allora"».

 

Preferiva Bjorn Borg?

«Un bravissimo ragazzo, un tennista immenso che non riuscì mai a sostituire il campo con la vita. Una sera, poco prima di ritirarsi, andammo a cena a Las Vegas con Rino Tommasi. Borg ci chiese: cosa fareste al mio posto? Era terrorizzato. Fu vittima di tutti e di tutto. Ricordo quando andai all' ospedale Fatebenefratelli di Milano e lo trovai distrutto da un cocktail di oppio e alcool. Firmò per uscire il giorno dopo e contenere lo scandalo».

GIANNI CLERICI 22

 

Il giocatore che più l' ha impressionata?

«Eravamo agli Open degli Stati Uniti. Il giornalista Bud Collins mi disse di correre al campo 16 dove giocava la più grande speranza americana di sempre. Io vado e vedo due ragazzini, uno sembrava un cinese e l' altro un messicano. Uno era bravo e l' altro un fenomeno. Torno da Collins e lui mi chiede: visto il cinese? Si chiama Michael Chang, sarà numero uno. Per me il genio era l' altro. Era Pete Sampras».

 

E l' italiano più bravo di sempre?

«Nicola Pietrangeli. Due Roland Garros, grande personalità. E poi è l' unico che ho battuto».

 

Secondo un giornatore è più importante la notizia o il racconto?

«La scrittura tutta la vita. Le notizie sono dentro il telefono, sono solo un punto di partenza. Mia nipote Anita ha 7 anni, qualche mese fa mi ha detto: "Nonno, se mi insegni a giocare a tennis, io ti insegno a usare lo smartphone". Abbiamo il dovere di dare a chi legge qualcosa di più».

 

Alla fine della storia, l' uomo dei gesti bianchi è soddisfatto del suo lavoro?

«Lasciamo stare. Io mi sono divertito, ma non ho mai lavorato neppure un giorno. Ero allergico alle polveri sottili della tipografia».

 

GIANNI CLERICI 22

 

Ultimi Dagoreport

ferragni city life

CHE CRASH! DA CASA FERRAGNI ALL’INSEGNA DI GENERALI, LA CADUTA DELLA MILANO CITY LIFE - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: ‘’SI È PASSATI DALLA MILANO INDUSTRIALE A QUELLA DEI CREDULONI DEL PANDORO, PER FINIRE ALLA CADENTE MILANO FINANZIARIA ORA CHE MPS VUOL PRENDERSI MEDIOBANCA PER PRENDERSI GENERALI - NEL BANDO PER CITY LIFE L’ACCORDO IMPONEVA CHE “IL 50% DELL’AREA FOSSE DESTINATA A VERDE PUBBLICO”. ECCOME NO! RENZO PIANO PRESENTÒ UN PROGETTO METÀ VERDE E METÀ CON UN GRATTACIELO E QUALCHE CASA. LO BOCCIARONO. SI SPALANCARONO COSÌ LE PORTE AD ALTRI ARCHISTAR: LIBESKIND, HADID E ISOZAKI. E COSÌ CITY LIFE È DIVENTATA UN NON-LUOGO, UN DUBAI SHOPPING MALL DIVENUTO UTILE ALLA COLLETTIVITÀ GRAZIE AL COVID, PERCHÉ LÌ CI FACEVANO LE VACCINAZIONI...

mediobanca mediolanum massimo doris nagel

MEDIOSBANCA! – BANCA MEDIOLANUM ANNUNCIA LA VENDITA DELLA SUA QUOTA DEL 3,5% IN MEDIOBANCA A INVESTITORI ISTITUZIONALI. E A NAGEL, ALLE PRESE CON L’OPS DI MPS, VIENE MENO IL PRIMO SOCIO DELL'ACCORDO DI CONSULTAZIONE TRA AZIONISTI – ERA UNA MOSSA PREVISTA DAL MOMENTO CHE L’EVENTUALE FUSIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI TRASFORMEREBBE IL CORE BUSINESS DI PIAZZETTA CUCCIA NELLA GESTIONE DEL RISPARMIO, ANDANDO A SBATTERE CON L’IDENTICA ATTIVITÀ DELLA BANCA DI DORIS E BERLUSCONI….

mattarella nordio meloni giorgia carlo sergio magistrati toghe giudici

DAGOREPORT - MENTRE ELLY SCHLEIN PENSA DI FARE OPPOSIZIONE VOLANDO A BUDAPEST A SCULACCIARE ORBAN PER I DIRITTI DEI GAY UNGHERESI, GIORGIA MELONI E I SUOI FRATELLI D’ITALIA SI RITROVANO DAVANTI UN SOLO "NEMICO": LA COSTITUZIONE - SE DALLA CORTE DEI CONTI ALLA CASSAZIONE C'E' IL MATTARELLO DI MATTARELLA, LA MUSICA CAMBIA CON LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA DI NORDIO - UNA VOLTA CHE IL PARLAMENTO APPROVERÀ LA “SEPARAZIONE DELLE CARRIERE” DI GIUDICI E PM, S’AVANZA IL RISCHIO CHE LE PROCURE DIPENDERANNO DAL MINISTERO DI GIUSTIZIA - ULTIMA SPES È IL REFERENDUM CONFERMATIVO CHE PER AFFONDARE UNA LEGGE DI REVISIONE COSTITUZIONALE NON  STABILISCE UN QUORUM: È SUFFICIENTE CHE I VOTI FAVOREVOLI SUPERINO QUELLI SFAVOREVOLI - ECCO PERCHE' IL GOVERNO MELONI HA LA COSTITUZIONE SUL GOZZO...

malago meloni abodi fazzolari carraro

DAGOREPORT - CHE LA CULTURA POLITICA DEI FRATELLINI D’ITALIA SIA RIMASTA AL SALTO NEL “CERCHIO DI FUOCO” DEL SABATO FASCISTA, È STATO LAMPANTE NELLA VICENDA DEL CONI - QUANDO, ALLA VIGILIA DELL’ELEZIONE DEL SUO CANDIDATO LUCIANO BUONFIGLIO ALLA PRESIDENZA DEL CONI, QUEL DEMOCRISTIANO IN MODALITÀ GIANNI LETTA DI GIOVANNINO MALAGÒ SI È FATTO INTERVISTARE DA “LA STAMPA” ANNUNCIANDO DI ESSERE UN “PATRIOTA” CHE “FA IL TIFO PER IL GOVERNO MELONI”, HA INVIATO AI MUSCOLARI CAMERATI DISDEGNOSI DELLE REGOLE DELLA POLITICA (DIALOGO, TRATTATIVA, COMPROMESSO) IL SEGUENTE MESSAGGIO: ORMAI È TARDI PER FAZZOLARI DI INCAZZARSI CON ABODI; DA TEMPO VI HO DETTO CHE AVETE SBAGLIATO CAVALLO QUANDO AVEVATE A DISPOSIZIONE UNO CHE È “PATRIOTA” E “TIFA MELONI”, CHE HA ALLE SPALLE IL SANTO PATRONO DEGLI INTRIGHI E COMBINE, ALIAS GIANNI LETTA, E DOPO DODICI ANNI ALLA GUIDA DEL CONI CONOSCE LA ROMANELLA POLITICA COME LA SUA FERRARI…(SALUTAME 'A SORETA!)

giorgia meloni matteo salvini difesa riarmo europeo

DAGOREPORT - SALVATE IL SOLDATO SALVINI! DA QUI ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, SARANNO GIORNI DA INCUBO PER IL PIÙ TRUMPUTINIANO DEL BELPAESE - I DELIRI DEL “BIMBOMINKIA” (COPYRIGHT FAZZOLARI) SU UE, NATO, UCRAINA SONO UN OSTACOLO PER IL RIPOSIZIONAMENTO DELLA DUCETTA VERSO L'EURO-CENTRISMO VON DER LEYEN-MERZ, DESTINAZIONE PPE – AL VERTICE DELL’AJA, LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” HA INIZIATO INTANTO A SPUTTANARLO AGLI OCCHI DI TRUMP: SALVINI È COSÌ TRUMPIANO CHE È CONTRARIO AL RIARMO E PROFONDAMENTE OSTILE AI DAZI... - MA SE DA AJA E BRUXELLES, SI SCENDE POI A ROMA, LA MUSICA CAMBIA. CON UNA LEGA SPACCATA TRA GOVERNATORI E VANNACCI, SALVINI E' UN'ANATRA ZOPPA. MA UN ANIMALE FERITO È UN ANIMALE PERICOLOSO, CAPACE DI GETTARE ALLE ORTICHE IL SUO GOVERNATORE ZAIA E TENERE STRETTO A SE' PER ALTRI DUE ANNI IL POTERE IN LOMBARDIA - IL BIG BANG TRA I DUELLANTI È RINVIATO ALL’ESITO DELLE REGIONALI (E CALENDA SI SCALDA PER SALIRE SUL CARRO DELLA FIAMMA...)

FARE SESSO A 40 GRADI (ALL’OMBRA): COSA SUCCEDE AL NOSTRO CUORE? - IL SALVA-VITA DEL PROF. COSIMO COMITO: “IN CONDIZIONI NORMALI E CON LA GIUSTA TEMPERATURA, UN RAPPORTO SESSUALE EQUIVALE A FARE 2-3 PIANI DI SCALE A PASSO SVELTO. LO STESSO RAPPORTO IN UN AMBIENTE CALDO-AFOSO, LO SFORZO EQUIVALE A FARE 4-5 PIANI DI SCALE A PASSO SVELTO. IN TAL CASO, GLI UOMINI CHE HANNO PIÙ DI 50 ANNI COME FANNO SCIENTIFICAMENTE AD ESCLUDERE LA POSSIBILITÀ DI AVERE UN INFARTO O UN ICTUS AL POSTO DELL’ORGASMO? (ATTENZIONE ALL’”AIUTINO”)…”