lotito putin obama

FIGC NEL PALLONE - LOTITO PROVA A PRENDERE, COL PLACET DI TAVECCHIO, ANCHE LA DELEGA AGLI AFFARI ISTITUZIONALI E DIVENTARE, DI FATTO, “IL TERZO VICEPRESIDENTE FEDERALE”: STOP DA AIC E ASSO-ALLENATORI - ZAMPARINI: “STO CON LOTITO”

Andrea Santoni per “Il Corriere dello Sport

 

lotito ovunque 8lotito ovunque 8

Tutti a domandarsi se Antonio Conte, novello ct, avrebbe resistito di mese in mese, visto il calendario agonistico, senza campo quotidiano. Falso problema. La vera domanda è se ce la può fare la nuova governance federale a passare indenne dagli inciampi che si susseguono, giorno per giorno, senza il proprio costosissimo parafulmine ex bianco-nero in azione.

 

L’ottimo debutto della Nazionale aveva dato momentaneamente lustro all’erede di Abete, anche se accompagnato da una serie di polemiche legate alla presenza di Claudio Lotito, padrone della scena azzurra ben oltre l’ombrellino della carica di consigliere federale, da lui rivendicata come un visto sul passaporto.

 

ANTONIO CONTE E CARLO TAVECCHIOANTONIO CONTE E CARLO TAVECCHIO

La questione ha avuto una coda anche in casa Coni, col presidente Malagò che aveva consigliato al presidente della Lazio, pur timidamente, maggiore sensibilità istituzionale. La risposta è stata nello stile volitivo dell’uomo: al primo Consiglio Federale utile, quello di venerdì scorso, quello delle “riforme”, Lotito ha cercato il lasciapassare mancante, quello che gli avrebbe dato ulteriore forza, e sottolineato la propria capacità di far valere il suo potere di indirizzo anche in Federazione (una mossa che qualcuno legge come necessaria se dalla Uefa dovesse arrivare pane amaro per Tavecchio, dopo il caso Optì Poba): una delega per i rapporti istituzionali, da sommare a quella per le riforme, incassata a urne calde il 18 agosto.

 

MarottaMarotta

Lotito insomma come terzo vicepresidente di fatto. D’altra parte tra Bari e Oslo gli era capitato di spiegare: «Io sono più di un consigliere». Anche in questo caso il passo formale era stato compiuto dal presidente Tavecchio; la sua proposta era finita così sul verbale finale del CF, a questo punto impugnato da Damiano Tommasi, immediatamente. «Io ho condiviso la scelta di delegare Lotito per le riforme, ma per i rapporti istituzionali c’è un presidente che deve mantenere il ruolo per sé».

 

maurizio zamparinimaurizio zamparini

Grande disappunto del presidente Tavecchio con Lotito pronto a richiedere di riascoltare la registrazione audio della seduta che a suo dire avrebbe dimostrato l’iniziale appoggio anche dell’Aic a questa sua nuova delega. Tommasi naturalmente è rimasto contrario alla operazione, e a lui si è poi aggiunta l’Assoallenatori di Ulivieri. Questo dentro il Palazzo.

 

Damiano TommasiDamiano Tommasi

TENSIONI. Fuori, come avete visto, è esplosa fortissima, la polemica tra Lotito e la Juventus, nella persona del suo amministratore delegato, Marotta. Il duro scambio a distanza («Lotito è pericoloso», «Chi è Marotta per parlare?»), avvenuto domenica ha riacceso una guerra calda destinata a durare. Il casus belli, è stato la richiesta da parte del riformatore Lotito della (re)introduzione in Italia della multiproprietà.

 

Questione di cui la Lega di A aveva discusso a luglio, in piena campagna elettorale. La delibera del consiglio (24/7), ribadiscono a Torino, lasciava aperta la strada anche all’opzione seconde squadre, “dimenticata” ora da Lotito, interessatamente. Non deve essere un caso, pensano alla Juve, se a quasi due mesi, né Federazione né alcun club ha avuto copia di quella delibera (articolo 9, comma 14 dello Sta- tuto della Lega).

 

Renzo UlivieriRenzo Ulivieri

PRESIDENTI. Intanto c’è chi si prepara all’eventuale svolta, dopo che la multiproprietà, sconosciuta nel resto di Europa entro i confini di ciascun Paese, era stata eliminata nel 2004 (ricordate Gaucci alle prese funamboliche con Perugia, San Benedettese e Catania?). Si dice che i Pozzo, già proprietari di Udinese, Granada e Watford, siano pronti a rilevare il Pordenone mentre il Toro acquisirebbe l’Alessandria.

 

Se le voci e le tensioni restano per lo più ancora sottotraccia, al netto dello scontro aperto Marotta-Lotito, ieri ha detto la sua apertamente Zamparini: «Lotito deve solamente stare attento a non farsi prendere da un delirio di onnipotenza. Però sono al suo fianco e, se vuole, lo potrò aiutare con la mia esperienza, visto che troverà ostacoli in chi vuole fossilizzare questo calcio per la propria convenienza.

GIOVANNI MALAGO' GIOVANNI MALAGO'

 

Marotta è stato il mio direttore sportivo di tanti anni fa al Venezia. Adesso lavora alla Juventus: hanno provocato loro il problema della sudditanza verso le grandi e ora si lamentano perché un presidente come Lotito si intromette nel loro potere incontrastato». 

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