luigi suigo

“ESISTE SOLO IL BASKET: IL CALCIO NON MI PIACE, LA F1 MI ANNOIA… CONOSCO SINNER E BRIGNONE DI FAMA” – LUIGI SUIGO È LA NUOVA STELLA DELLA PALLACANESTRO ITALIANA: ALTO 220 CENTIMETRI, CLASSE 2007, GIOCA NELL’ARMANI MILANO ED È CHIAMATO “L’UNICORNO” PERCHÉ UNISCE L’ALTEZZA E LA TECNICA – “ALL’ASILO ERO ALTO QUASI COME LA MAESTRA, IN TERZA MEDIA SFIORAVO I DUE METRI. PER IL MIO CORPO È STATA DURA: MI SONO DOVUTO FERMARE DAI 7 AI 12 ANNI PER UN PROBLEMA AI TALLONI” – “GLI STATI UNITI? SONO OSSERVATO CON ATTENZIONE…”

 

 

Estratto dell’articolo di Francesco Sessa per www.corriere.it

 

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Un pick and roll chiuso con una schiacciata, una virata vincente dopo un rimbalzo offensivo e la sensazione di poter dominare sotto canestro, in appena quattro minuti di partita.

 

Luigi Suigo, 220 centimetri, nato il 29 gennaio 2007 a Tradate (Varese) e giocatore dell’EA7 Emporio Armani Milano, venerdì si è preso l’Unipol Forum di Assago segnando 4 punti nel finale contro la comoda Cremona. Suigo, 18 anni, è detto «l’unicorno», appellativo che identifica i cestisti che uniscono centimetri e tecnica, per un mix potenzialmente letale. Il prototipo dei giocatori del futuro.

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Suigo, chi sono i suoi punti di riferimento? Giannis Antetokounmpo e Victor Wembanyama: il massimo?

«Proprio loro. Ma andando un po’ indietro, penso a Dirk Nowitzki».

 

Giocatori che «sanno fare tutto». È così anche per lei?

«Devo lavorare sul palleggio. È un mio pensiero: per il tipo di giocatore che voglio diventare — un 4 o un 5 completo — è fondamentare migliorare da questo punto di vista».

 

Lei ha esordito con Milano nel gennaio 2024 contro Sassari, segnando con i piedi sull’arco. È sempre stato un buon tiratore?

«Sì, è una caratteristica che ho sempre avuto pur essendo il più alto della squadra».

 

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Quindi non ha avuto un boom improvviso, dal punto di vista della statura?

«No, sono cresciuto costantemente. Ho trovato una foto scattata all’asilo, ero alto quasi come la maestra. In terza media sfioravo i due metri. Per il mio corpo è stata dura: mi sono dovuto fermare dai 7 ai 12 anni per un problema ai talloni causato dall’altezza».

 

Avrà sempre gli occhi puntati addosso.

«Ormai sono abituato. Quando ero più piccolo mi pesava, ora non mi interessa più: il giudizio degli altri è relativo, non è importante. E coach Ettore Messina mi dice di sfruttare meglio il mio corpo, di essere più consapevole di avere 220 centimetri a disposizione».

 

[…] In cosa si sente migliorato?

«Sono cresciuto come giocatore e come persona. Ho più esperienza e sono più strutturato fisicamente: ogni giorno lavoro con i pesi, è un aspetto fondamentale».

 

Si allena con l’Under 19 e con la prima squadra, lavora in palestra e va a scuola.

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«Il tempo libero è poco… Frequento l’istituto paritario Labor di Milano, ogni tanto faccio fatica a stare dietro allo studio».

 

Il lavoro dei suoi sogni, se non fosse diventato un cestista?

«Da piccolo volevo diventare ingegnere aerospaziale. Mio padre mi ha trasmesso la passione per lo spazio, i buchi neri… Infatti, il mio film preferito è Interstellar. Dopo la carriera mi piacerebbe seguire corsi e leggere tanto sull’argomento».

 

Amici? Com’è messo?

«Ho pochi amici, ma fidati: è difficile coltivare tanti rapporti facendo una vita così diversa da quella degli altri».

 

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Che musica ascolta?

«C’è stato un periodo in cui ascoltavo tanto rock, soprattutto Queen e Beatles. Ora sono sul rap americano: Travis Scott, Kendrick Lamar».

 

[…] Dopo il diploma, nel 2026, si potrebbero aprire le porte della Ncaa.

«La voglia c’era già, semmai è aumentata. Diciamo che sono osservato con attenzione, è una prospettiva».

 

Che rapporto ha con gli altri sport? Se le nomino Jannik Sinner e Federica Brignone?

«Esiste solo il basket: il calcio non mi piace, la F1 mi annoia… Conosco Sinner e Brignone di fama».

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Nba, Eurolega, Nazionale: ha dei sogni?

«Preferisco concentrarmi su obiettivi concreti: penso a quest’estate, voglio provare a vincere l’oro con la Nazionale agli Europei Under 18: possiamo farcela».

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