LA LUNGA CORSA DI ANDREA DE ADAMICH, IL SIGNORE DEI MOTORI – E’ MORTO L’EX PILOTA DI FORMULA 1 E TELECRONISTA MEDIASET: AVEVA 84 ANNI - CORSE 5 STAGIONI IN FORMULA 1 CON FERRARI, MCLAREN, MARCH, SURTEES E BRABHAM (LA SUA CARRIERA FINI' CON UN INCIDENTE IN CUI SI FRATTURO' ENTRAMBE LE GAMBE) – FU POI SULLE RETI DEL BISCIONE CONDUTTORE DELLA TRASMISSIONE "GRAND PRIX" DAL 1982 - ERA LEGATISSIMO ALL'ALFA ROMEO CON CUI AVEVA VINTO NEL GRAN TURISMO – VIDEO
Giorgio Terruzzi per corriere.it
È stata una lunga corsa. Andrea De Adamich, partito da Trieste il 3 ottobre 1941, si è fermato per sempre la notte scorsa a Varano de' Melegari, dove aveva scelto di vivere e lavorare, avviando e sviluppando, dal 1991, un centro di guida sicura, vero e proprio laboratorio di pilotaggio sulla pista intitolata a Riccardo Paletti, pilota milanese morto nel 1982 in un terribile incidente al via del Gp Canada. Una attività condivisa con il figlio Gordon, nato nel 1973.
Andrea, al volante presto, 1963, per infilarsi in un'epoca magnifica e romantica dell'automobilismo sportivo. Monoposto di Formula 3, campione italiano 1965, con immediato passaggio all'Alfa Romeo per dare forza ad una stagione leggendaria, con l'indimenticabile Giulia GTA.
Campione europeo Turismo nel 1966 e 1967. Un traguardo che determinò la chiamata a Maranello. Formula 2, Dino 166, Temporada Argentina. Tino Brambilla come compagno e antagonista interno, un rapporto mai felicissimo con Enzo Ferrari, nonostante un quarto posto al debutto in una gara di F1 non valida per il Mondiale in Spagna, 1967, quindi un ritiro in Sudafrica, prima prova iridata del 1968. Poi, McLaren, March, Surtees, Brabham.
Il bilancio nel Gp comprende 36 partecipazioni e un finale drammatico. Silverstone, 1973, Jody Scheckter sudafricano, talentuoso, allora sin troppo esuberante va in testacoda alla fine del primo giro, pieno rettilineo, innesca una carambola impressionante, 10 macchine coinvolte, De Adamich finisce fuori pista, sbatte, si frattura entrambe le gambe. Servono 52 minuti per estrarlo dalle lamiere della Brabham.
Con le vetture Sport, più gioie e meno dolori. Una lunga stagione di successi con le Alfa 33 con vittorie nella 200 Miglia di Buenos Aires 1970, nella 100 Km di Brands Hatch e nella 6 Ore di Watkins Glen 1971. La prima moglie, Donatella, al cronometraggio; Nino Vaccarella, Piers Courage, Nanni Galli, Henry Pescarolo, Rolf Stommelen i compagni di equipaggio. Celebri e celebrati tutti perché allora, i «mostri» a ruote coperte erano alternative vere e seguitissime ai Grand Prix.
Andrea è stato pilota e imprenditore di successo. Ma la massima popolarità arrivò dal lavoro in tv. Mediaset, telecronista per la F1 insieme a Guido Schittone, opinionista, conduttore della trasmissione Grand Prix dal 1982, una presenza di lungo corso, assidua e competente, molto apprezzata dalla platea.
Era preciso, pretendeva precisione; era polemico, amava discutere. Un atteggiamento che ha conservato sempre, telefonando agli amici sino all'ultimo per commentare con un piglio tipico uomini e fatti da corsa, questa Ferrari che non va.
Amici ai quali inviava ogni anno una bottiglia di champagne, per brindare a distanza, a Natale, per raccontare della piccola Anna, della sua tardiva, felicissima paternità; dell'amatissima Sofia, sposata in seconde nozze nel 2010. L'ha fatto anche lo scorso anno, già afflitto da una operazione all'anca, il primo segnale di resa.
Addio caro Andrea. E vai piano, una buona volta.


