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MANTEGNA IL RISERBO! - UN CAPOLAVORO DELL’ARTISTA SCOPERTO A BERGAMO – SI TRATTA DELLA 'RESURREZIONE DI CRISTO' - ANCHE IL PIU’ GRANDE ESPERTO DEL METROPOLITAN CONFERMA: "ESCLUDO CHE SIA UNA COPIA..."

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Donatella Tiraboschi per il Corriere della Sera

 

La vertigine della scoperta. È quella che, lo scorso 8 marzo, ha provato il conservatore dell' Accademia Carrara di Bergamo, Giovanni Valagussa, quando dopo mesi di indagini è riuscito a dare un senso finale, compiuto, ad un particolare che ha svelato il tutto. «Siamo in presenza della più importante scoperta sul Mantegna degli ultimi trent' anni. Quest' opera è senz' altro sua» afferma, quasi commosso. A dare l' imprimatur alla scoperta è il più grande esperto mondiale del Mantegna, Keith Christiansen del Metropolitan Museum di New York, che l' ha definita «una bellissima sorpresa e un' opera di assoluta levatura qualitativa, escludo che sia una copia».

 

Piccola, impercettibile e nascosta da una patina polverosa, quella croce dipinta, rivelatasi la chiave del mistero risolto, era lì, da 526 anni, sul margine inferiore de «La Resurrezione di Cristo», tempera e oro su tavola (48,5 x37,5 cm) uno dei 1.300 dipinti che si trovano nei depositi della pinacoteca bergamasca. Acquistata dal conte Guglielmo Lochis, il podestà cittadino, da una certa signora milanese, Silva, per 24 zecchini nel 1846, la tavola era rimasta per decine di anni dimenticata dopo un valzer di attribuzioni.

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È di Andrea Mantegna? I critici ipotizzavano: sì, no, forse è del figlio, Francesco, o forse di scuola padovana o ancora è una «copia di lavori perduti» così come viene considerata alla fine tanto che, quando l' Accademia viene riallestita nel Dopoguerra, finisce dritta nei depositi. Senza nemmeno avere dignità da esposizione.

 

Riemerge durante gli studi per la redazione di un catalogo scientifico sui dipinti italiani del Trecento e Quattrocento di prossima pubblicazione. Il conservatore adocchia sul margine inferiore della tavola (conservatasi sana nel legno), una croce, identica a quella con cui termina l' asta vessillifera impugnata da Cristo. Che ci fa quella lì in basso, sull' arco di pietra? Valagussa ci ragiona, arrivando alla conclusione che quella croce altro non è che la parte terminale di un' altra asta vessillifera impugnata da un' altra figura in piedi.

 

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«E cioè il Cristo, all' interno del limbo» chiarisce. Non solo la continuità della croce, ma anche la perfetta coincidenza delle rocce dell' arco (che ha inizio nella parte superiore) ha permesso di identificare la metà inferiore di un dipinto sviluppato in verticale. Quella conservata nell' oblio della Carrara, dunque, altro non è che la metà superiore della «Discesa di Cristo al limbo» già appartenuta a Barbara Piasecka Johnson (moglie del magnate americano della multinazionale farmaceutica) a Princeton e venduta poi nel 2003 in un' asta di Sotheby' s a New York dove è stata battuta per 28 milioni di dollari. Assicurato per un importo tra il 20 e i 30 mila euro, ora il capolavoro ritrovato a Bergamo vale mille volte di più: tra i 25 e i 30 milioni di euro. Come l' altra metà.

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