DOPATA…E PURE COJONA – LA MARATONETA KENIANA RUTH CHEPNGETICH È STATA SQUALIFICATA PER 3 ANNI PER DOPING: SI È “INCASTRATA” DA SOLA DOPO AVER INVIATO SU WHATSAPP LA FOTO DI UN FARMACO CHE CONTENEVA TESTOSTERONE – LA DONNA, DETENTRICE DEL RECORD MONDIALE (HA VINTO LA MARATONA DI CHICAGO 2024 IN 2H09'56"), ERA STATA SOSPESA PER UN TEST POSITIVO A UN DIURETICO. A QUEL PUNTO LE AUTORITÀ HANNO DECISO DI SPULCIARE IL SUO TELEFONINO E HANNO TROVATO IL MESSAGGIO INCRIMINATO, OLTRE A UNA CONVERSAZIONE CON PERSONE COLLEGATE AL DOPING – QUANDO È STATA BECCATA, L’ATLETA HA INCOLPATO LA SUA COLF, CHE AVREBBE…
Estratto dell’articolo di Emanuela Audisio per "la Repubblica"
È stata smascherata da un messaggio WhatsApp dove c'era la foto di un farmaco che conteneva testosterone. Lei ha dato la colpa alla sua domestica (questa come scusa è nuova). Non le hanno (giustamente) creduto. Era la maratoneta e la mamma più veloce del mondo. La spallata della keniana Ruth Chepngetich al record della maratona era stata violentissima. A 30 anni, nell'ottobre 2024 a Chicago, aveva vinto in 2h09'56" e tolto un minuto e 57 secondi al tetto del mondo.
[…] Era stata la prima volta di una donna sotto le 2 ore e 10' nella corsa più lunga. Sembrava fantascienza, ormai la distanza uomo-donna si era ridotta a 9 minuti e 21 secondi. C'era chi aveva […] dubitato: non è che il miracolo a Chicago fosse dovuto al […] doping? Sospesa ad aprile per un test positivo a un diuretico, Ruth rischiava una squalifica di due anni, ne ha presi tre a seguito di un'ampia indagine dell'Athletics Integrity Unit (Aiu), molto incuriosita dalla prestazione straordinaria.
L'atleta, gestita dal manager italiano Federico Rosa, mentre ad aprile si preparava per la maratona di Londra, veniva sottoposta a sei test tra il 28 febbraio e il 26 marzo. Il campione del 14 marzo risultava positivo per l'idroclorotiazide (Hctz), un diuretico e agente mascherante nella lista dei prodotti proibiti dell'Agenzia mondiale antidoping. Ma l'Aiu non si accontentava e richiedeva ulteriori analisi al laboratorio di Losanna sugli altri campioni.
E anche in quello del 28 febbraio scopriva tracce di Hctz. Il 16 aprile l'atleta veniva avvisata della positività e alla richiesta di informazioni sul caso (assunzione di farmaci, integratori alimentari) non forniva spiegazioni, ma accettava la sospensione provvisoria fino alla chiusura dell'indagine. L'Aiu però non si fermava e andava a curiosare sui dispositivi digitali di Ruth dove c'era la foto di un farmaco proibito e una conversazione con persone note per creare programmi di doping.
L'11 luglio l'atleta veniva avvisata di queste nuove prove. E cambiava la sua versione ricordandosi che il 12 marzo, pochi giorni prima del test positivo, si era sentita male (tachicardia, debolezza, sudorazione) e aveva chiesto alla sua donna delle pulizie, che aveva avuto gli stessi sintomi qualche giorno prima, di darle i farmaci che aveva preso per stare meglio. Era, guarda caso, una pillola di Hctz.
[…] Alla keniana, oro mondiale a Doha nel 2019 e tre volte vincitrice della maratona di Chicago, vengono cancellati i risultati da marzo 2025 e resta dunque il record della maratona. Ma anche il dubbio di un miracolo fallato.
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