richard artschwager domenico bianchi matteo fato

UN MARZIANI A ROMA - QUANDO IL MATERIALE FA IL CONTENUTO (E ANCHE IL CONTENITORE). TRE MOSTRE IN ALTRETTANTE GALLERIE ROMANE: RICHARD ARTSCHWAGER DA GAGOSIAN, DOMENICO BIANCHI DA LORCAN O’NEILL, MATTEO FATO DA MONITOR. TRE ARTISTI DIVERSI PER STORIA, GENERAZIONE, CODICI LINGUISTICI. TRE PERSONALI CON UNA SENSIBILITÀ VERSO IL...

Gianluca Marziani per Dagospia

 

?

matteo fato 02

Giri marziani in una Roma pomeridiana che sparge amabili anticipi di primavera. Pochissimi turisti nei rioni del centro storico, la Capitale sembra ambientata nella celluloide di Maccari-Scola, distante anni luce dalle masnade low-cost di viaggiatori con trolley al guinzaglio. Le regole del caos si sono trasformate in un silenzio cullante che sfida il tempo antico della metafisica urbana. La sospensione affiora ovunque, una lunga attesa in cui le gallerie private diventano soste preziose, approdi di gratuita accoglienza che si alleano ai silenzi echeggianti di chiese e basiliche, regalando ai pedoni il ristoro degli stimoli sinaptici, della carezza saggia, del cibo astratto.  

 

Tre mostre in altrettante gallerie romane.

Tre artisti diversi per storia, generazione, codici linguistici.

domenico bianchi 03

Tre personali con una sensibilità verso il materiale vivo e odoroso, prescelto per speculazione ideativa, lavorato con attinenza concettuale, esposto nella sua filologica essenza: naturale oppure chimica, artigianale ma anche industriale, popolare e al contempo selettiva.

 

La generazione storica. La generazione adulta. La generazione giovane.

 

Richard Artschwager e il suo ruolo innovativo fin dai primi anni Sessanta, quando divenne il cuneo di fusione tra il Minimalismo e la Pop Art, tra le geometrie (minimal) che si scaldavano e i feticci (pop) che si raffreddavano sotto il suo artigianato concettuale.

 

Domenico Bianchi e il ritorno al quadro negli anni Ottanta, quando si parlava di Pastificio Cerere e Nuova Scuola Romana, quando la pittura postmoderna ha riavviato la figurazione dopo anni di clima politico e linguaggio concettuale.

 

Matteo Fato e la sua generazione che sta entrando nella prima vera maturità, cosciente delle vite precedenti, degli archetipi rivoluzionari, della filiazione come essenza evolutiva. Sono i figli che diventano genitori…

 

richard artschwager "sliding doors"

RICHARD ARTSCHWAGER da Gagosian

Grisaille a grana grossa, formica che simula il legno, cornici impiallacciate o in lamiera specchiante: l’opera dell’americano Richard Artschwager (1923-2013), fin dagli anni Sessanta, ha dosato le materie industriali a basso costo con l’aura figurativa d’immagini dirette, visivamente commestibili.

 

Fu in realtà semplificata ma non semplice la miccia ideativa di Artschwager: partì dal Dadaismo per evocare Mark di Suvero con opere che anticipavano Jeff Koons e Damien Hirst; mescolò minimalismi e iperrealismi in un’essenza sovraccarica ma algida; fuse le narrazioni plastiche di Claes Oldenburg e le tautologie di Jasper Johns nella sua archeologia tutta al presente.

 

Lo statunitense guardava la vitalità ordinaria del quotidiano, dagli scaffali dei negozi alle vetrine stradali, dai complementi domestici agli arredi pubblici, dalle cartoline turistiche alle immagini sgranate sui tabloid. Faceva ciò che attraeva molti artisti tra New York e l’Europa, ovvero, ricavare informazioni concettuali dal flusso meccanico del consumismo merceologico.

richard artschwager "double color study"

 

Nulla era superfluo, in particolare le apparenze del banale nascondevano, secondo il nostro, l’essenza di un pensiero trascendente, sorta di neometafisica che si applicava alla vita seriale delle materie da supermarket.

 

La mostra focalizza i suoi archetipi con una selezione da museo: la formica di “Sliding Doors” (1964), “Corner” (1967) e del dittico “Double Color Study” (1965), gli acrilici su Celotex dedicati all’architettura moderna, fino ai dettagli ingranditi che il Celotex rendeva ancor più indecifrabili, non dimenticando il valore linguistico che riservava alle cornici.

 

richard artschwager "corner"

Un pregevole focus su un artista che ancora attiva i sensi in maniera silente ma orchestrale. Le sue opere ipnagogiche toccano gli istinti tattili e olfattivi, stimolando un feticismo per l’inorganico e una vertigine per la purezza superficiale; opere per accendere l’udito che si allea con la vista, per evocare i rumori di fondo che questi oggetti, algidi eppure muscolari, sanno ricreare con la loro perfezione da maquette surreali.

 

DOMENICO BIANCHI da Lorcan O’Neill

La sfera col suo volume perfezionato può avere il climax delle mirabili ossessioni interiori. Domenico Bianchi (1955) racconta il suo pianeta ideale con un costante gioco di variazioni tra geometria, dosaggio e colore. A fare da cemento disarmato c’è, da oltre trent’anni, la cera con la sua pastosa morbidezza plastica, la sua solidità lattiginosa, la sua malleabilità permeabile e alchemica.

domenico bianchi 02

 

Per l’artista cera e sfera sono l’equazione del viaggio all’inizio della notte, un mantra paziente che stabilisce un centro copernicano dentro corpi (quadri) sempre diversi ma geneticamente parentali. I lati corti della galleria ospitano due opere che esaltano il pensiero virtuoso dietro la pazienza gestuale: nel primo una sfera argento si staglia su legno grezzo, librando diversi mattoncini con una scossa quasi elettronica, come se vedessimo una raffigurazione cosmica in AutoCAD; nel secondo, sanguigno col suo rosso espressivo, la sfera vibra per strisce filamentose, preda di una scossa elettrica che sembra riportarla al suo status analogico, dove ogni forma prende forma e dove il tempo conquista lo spazio infinito dell’opera. Le altre opere scivolano verso scale del bianco ma anche verso un verde olfattivo, come se la galleria fosse un cielo abitabile col suo sistema solare, fatto di tanti pianeti che parlano lingue comuni per un’alleanza poetica al di sopra della città.

 

MATTEO FATO

MATTEO FATO da Monitor

Fare della pittura pura un’equazione filosofica. Costruire quadri che usano il minimo possibile per una centratura plausibile del senso. Davanti a Matteo Fato (1979) senti l’innovazione persistente del quadro pittorico, ancora oggi l’aggregatore di contenuti più compiuto nell’arte visiva. Qui tutto si gioca per apparenze e distrazioni, evocando Vincent Van Gogh e Pierre Bonnard, Paul Cézanne e František Kupka. Dietro gli espliciti richiami si distende la voce complice del nostro artista, la sua indagine sui soggetti del quadro, sul colore come carburante comunicativo, sui materiali come superfici di attualità linguistica.

 

La personale da Monitor dà forma ai suoi codici con un triangolazione assonante: un quadro con Kyle MacLachlan che raccoglie un orecchio nel film “Blue Velvet” di David Lynch; un piccolo disegno di un orecchio, affiancato ad un testo dal contenuto “uditivo”, scritto dal filologo Gianni Garrera; infine lo straccio con cui l’autore ha pulito i pennelli, qui montato su un telaio autoportante in legno grezzo.

 

MATTEO FATO

Udito e vista si intrecciano in questo compendio che evoca Ludwig Wittgenstein e Ugo Mulas; al contempo, i materiali statici della pittura (legno grezzo, stracci, colori mescolati) riattivano il peso mai sopito degli archetipi, dei maestri che hanno compresso ogni futuro nella pienezza assoluta della loro intuizione.

domenico bianchi 01Gianluca MarzianiGianluca Marziani

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA