aurelio de laurentiis rudi garcia zlatan ibrahimovic stefano pioli

"DA DE LAURENTIIS A IBRAHIMOVIC: L’ESONERO È VINTAGE (E COSTA), ORA L’ALLENATORE FINISCE SOTTO TUTELA" - MASSIMILIANO GALLO: "MANDARE VIA UN ALLENATORE COSTA. E C'E' RISCHIO CHE IL NUOVO NON PORTI RISULTATI MIGLIORI DEL PREDECESSORE. COSÌ IL CALCIO ITALIANO HA PARTORITO UNA NUOVA IDEA: LA TUTELA. È UN’IDEA DI DE LAURENTIIS, CHE DI FATTO HA MESSO GARCIA SOTTO TUTELA" - "A MILANO HANNO DECISO DI SEGUIRLO. CARDINALE HA DECISO DI AFFIDARE IL TECNICO A ZLATAN IBRAHIMOVIC. IMMAGINIAMO LA GIOIA DI PIOLI NEL RITROVARSI UN PERSONAGGINO COME IBRA TRA I PIEDI. ALMENO AURELIONE E'..."

aurelio de laurentiis rudi garcia 4

ìMassimiliano Gallo per www.ilnapolista.it

 

Basta con questa pratica dell’esonero. Che alla fine della fiera non serve a niente e anzi rafforza il sistema allenatore-centrico con questa figura che negli ultimi anni è diventata sempre più centrale come se le squadre dipendessero unicamente dai tecnici. Tecnici che molto spesso, di fronte alla sovraesposizione mediatica e complice media esclusivamente ricettivi, non riescono a resistere alla tentazione di giocare a fare i guru. Anche basta, non se ne può più.

 

Esonerare un allenatore costa. Costa due volte. Bisogna pagare quello che viene licenziato. E pagare quello che gli subentra. Col rischio che il nuovo non porti risultati migliori del predecessore.

 

zlatan ibrahimovic stefano pioli 4

E così il calcio italiano ha partorito una nuova idea: la tutela. È un’idea di Aurelio De Laurentiis che, l’ha anche detto, ha attribuito la flessione e le difficoltà di inizio stagione del Napoli al suo trasloco degli uffici da via Ventiquattro Maggio a piazza Venezia. Ha provato pure a cambiare allenatore. Non ci è riuscito. E allora è tornato in azienda e ha cominciato a seguire quotidianamente il processo produttivo. Di fatto ha messo Garcia sotto tutela, la sua. Qualcuno ha parlato di commissariamento. Ciascuno scelga il nome che più gli piace.

 

aurelio de laurentiis rudi garcia 2

Fatto sta che a Milano hanno deciso di seguirlo. Cardinale non ha il tempo e forse ritiene di non avere le competenze, o semplicemente si annoia di stare tutto il giorno a Milanello a parlare con Pioli, a osservare l’allenatore e i suoi metodi. In effetti sai che palle. E allora ha deciso di affidare il tecnico a Zlatan Ibrahimovic. Immaginiamo la gioia di Pioli nel ritrovarsi un personaggino come Ibra tra i piedi. Almeno De Laurentiis è il datore di lavoro di Garcia, diciamo anche padrone. E al padrone, soprattutto se ti versa 3,2 milioni netti all’anno, si obbedisce sempre.

 

zlatan ibrahimovic stefano pioli 3

Senza dimenticare la gioia dei calciatori. Ibra è uno che quando giocava, non era tenero con i compagni più scarsi. A Milanello lo ricordano che portava nello spogliatoio la maglia dell’Albino Leffe con su stampato il nome del compagno che non riteneva adeguato e gliela regalava: un messaggio che non potremmo definire subliminale.

 

Zlatan non è il padrone, diventa un commissario. Come accaduto a Napoli con De Laurentiis, alle prime vittorie del Milan si parlerà ovviamente della mano di Zlatan.

 

Come scrive giustamente Repubblica:

 

aurelio de laurentiis rudi garcia 1

La situazione, con la Champions in bilico e il campionato scivoloso, gli cuce addosso la figura del dt taumaturgo, con gli annessi rischi. Nel caso, Ibra limiterebbesia i poteri di Pioli, investito a inizio stagione dell’incarico di plenipotenziario a Milanello, sia quelli dell’ad Furlani, che oggi rientra in Italia dall’estero e che, dopo il licenziamento di Maldini e Massara, è a capo del settore sportivo, sopra Moncada e D’Ottavio.

 

zlatan ibrahimovic stefano pioli 2

È scritto per Ibrahimovic, è perfetto anche per De Laurentiis. I due, Aurelio e Zlatan, sono accomunati da una modestia naturale. Per nulla debordanti. Hanno tanti punti in comune. Adl direbbe che la differenza, non da poco, è che l’azienda è sua mentre Zlatan sempre un dipendente rimane. Ed è vero. Sarebbero stati una grande coppia, De Laurentiis si divertiva molto nelle videoconferenze con lo svedese. Anche se gestirlo non sarebbe stato semplice. E infatti con l’esonerò di Ancelotti saltò tutto. Amen.

sarri lotito

 

In fin dei conti Lotito comincerà a essere geloso. Quanto gli piacerebbe mettere sotto tutela Maurizio Sarri che ieri – in perfetto linguaggio sarrita (che noi ben conosciamo) – ha ricordato al padrone che se non gli garba più, deve cacciarlo e ovviamente pagargli fino all’ultimo quattrino. Questo significa la dichiarazione: «Ho sempre detto il contrario, ossia che qui voglio rimanere a lungo e vorrei chiudere la carriera. Un inizio di campionato altalenante non mi può fare cambiare idea. Si combatte tutti insieme, con il mio presidente, con il direttore sportivo, con i miei giocatori e il mio popolo. Mi spiace che le mie parole contino meno delle voci messe in giro». Cioè: caro Lotito, che hai capito? Sgancia sennò zitto.

 

Vedremo se l’idea prenderà piede. Il tutor del pallone. Per ora siamo a due club italiani anche importanti.

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