cattelan arte generali

“NE AVEVO BISOGNO? NO. L’HO COMPRATO? SI’” – LE REGOLE DI CATTELAN PER I COLLEZIONISTI – L’ARTISTA CON IL SUO CESSO D'ORO RUBATO IN INGHILTERRA TESTIMONIAL DELLA CAMPAGNA (GRIFFATA TOSCANI) DI GENERALI - LA PROVOCAZIONE, IL GUSTO PER LA BEFFA E "QUELL'ARTE CHE FA RIDERE MA POI, COME LE BARZELLETTE, SI DIMENTICA SUBITO” - ENTRO LA PRIMA METÀ DEL 2020 LA TORRE GENERALI DI MILANO SARÀ "RIVESTITA" CON UN... - NASCE LA POLIZZA PER COLLEZIONISTI

Roberta Scorranese per il "Corriere della Sera"

 

maurizio cattelan

«Did I need it? No. Did I buy it? Yes». Ne avevo bisogno? No. L' ho comprato? Sì. É il secondo comandamento di Maurizio Cattelan, testimonial della campagna di lancio di Arte Generali. Un artista che da trent' anni non segue le regole del mercato, ma le scrive. Condizione essenziale per resistere e «storicizzarsi»: nel caso di Cattelan la storicizzazione si è avvitata in un à rebours nel passato. La provocazione, il gusto per la beffa, lo stretto legame con le gallerie importanti e la plateale ironia sugli aspetti commerciali dell' arte lo hanno reso simile a un artista primonovecentesco, forse proprio per questo così... sempre giovane.

 

Il secondo comandamento di Maurizio Cattelan parla chiaro: compro qualcosa anche (forse perché) non ne ho bisogno. E qual è il primo?

« Being broke is hard, becoming rich is hard : choose your hard. Essere al verde è difficile, diventare ricchi è difficile: scegli la tua difficoltà». E Maurizio Cattelan è stato entrambe le cose: nella sua vita è stato al verde ed è stato ricco, ma la biografia è inaffidabile. Meglio far parlare i suoi comandamenti, i colpi di scena - l' ultimo che lo tocca da vicino: il water d' oro «America» rubato a Blenheim Palace -, le sue parole («Un' arte che fa ridere ma poi, come le barzellette, si dimentica subito»: così ha definito il suo lavoro affidando la sentenza a Francesco Bonami).

installation view, america, 2016, victory is not an option, maurizio cattelan at blenheim palace, 2019, photo by tom lindboe, courtesy of blenheim art foundation

Parliamo di collezionismo.

 

Per un artista nelle cui opere la complicità dello spettatore è essenziale (non dico «coinvolgimento», ma «complicità», dunque parte attiva) qual è il collezionista ideale?

«Idealmente tutti gli attori coinvolti, dall' artista al gallerista, dal museo al collezionista, lavorano in maniere diverse per produrre, vendere, santificare e preservare l' opera d' arte. In diverse misure e con diverse competenze tutti aggiungono qualcosa al lavoro dell' artista».

 

I collezionisti più interessanti?

«Non sono solo quelli che aggiungono un valore economico, ma anche e soprattutto un significato. Come fanno? Danno vita a collezioni basate su concept molto forti, in cui le opere non vengono scelte in base ai trend commerciali o alla moda del momento. Sono collezioni capaci di creare forti legami fra lavori ed artisti che non sono stati ancora entrati nei radar di curatori o dei critici. Negli anni Novanta due mostre seminali di quel periodo, Post Human e Sensation , sono state basate sulle collezioni di Dakis Joannou e Charles Saatchi, e hanno dominato il dibattito di quegli anni e influenzato fortemente le pratiche di tanti artisti e altri operatori dell' arte».

 

silence! the opening maurizio cattelan 01 ph alex amoros

Nel momento in cui la realtà diventa più imprevedibile e provocatoria di un artista imprevedibile e provocatorio, quale può essere la risposta dell' arte e in particolare dell' arte di Maurizio Cattelan?

«Molto semplice: mettersi da parte e lasciare spazio agli artisti più giovani con idee diverse, fresche ed innovative».

 

Eppure, se tutto andrà bene, entro la fine della prima metà del 2020 la Torre Generali di Milano sarà «rivestita» con un poster raffigurante l' artista vestito solo di un water d' oro. E, d' altra parte, l' ottavo comandamento recita: «Everything will be ok, so choose something fun».

 

 

ARTE GENERALI
Cinzia Meoni per “il Giornale”
 
Generali scommette sui collezionisti d' arte per ampliare il proprio pubblico di riferimento e diventare leader in un settore redditizio e dalle alte prospettive di crescita. «Con Arte Generali vogliamo diventare life partner dei collezionisti allargando l' offerta di prodotti e intercettando un target di particolarmente interessante» ha detto Phillippe Donnet, ad della compagnia, ieri a Milano alla presentazione della start up sviluppata a Monaco di Baviera e guidata da Jean Gazançon.
 
Generali stima che il settore arrivi a un giro d' affari di 4,3 miliardi entro il 2022 con una crescita del 21,9% rispetto ai 3,5 miliardi del 2017 con una raccolta complessiva di premi pari a 2,3 miliardi. Si tratta di un ambito al momento non molto presidiato e dove i margini sono elevati: secondo le stime del top management, il combined ratio (ovvero il rapporto tra premi e danni) delle assicurazioni sulle opere d' arte si attesta sul 70-75% (contro il 92,5% medio del Leone).
 
«In questo scenario, caratterizzato da un numero esiguo di operatori e da un' offerta concentrata sul prodotto, puntiamo a divenire uno dei primi tre assicuratori a livello internazionale» sottolinea Giovanni Liverani, ad di Generali Deutschland a cui riporta la divisione. L' obiettivo è quello di arrivare entro cinque anni a una raccolta di 200 milioni. L' idea è quella di mettere al centro il cliente garantendogli una polizza modulare in grado di prevenire e assicurare danni oltre che fornire servizi di assistenza (per restaurare, conservare e riparare il bene. L' offerta di Arte Generali debutterà a fine mese in Germania e dovrebbe arrivare in Italia entro il marzo prossimo.

 

 

 

philippe donnet

 

silence! the opening maurizio cattelan e grafologo 02 ph alex amoroshouse of job maurizio cattelan ph antinoriBlenheim Palaceinstallation view, novecento, victory is not an option, maurizio cattelan at blenheim palace, 2019, photo by tom lindboe, courtesy of blenheim art foundationinstallation view, victory is not an option, 2019, maurizio cattelan at blenheim palace, 2019, photo by tom lindboe, courtesy of blenheim art foundationCATTELAN CESSO D'OROblenheim palace installation view, la nona ora, 1999, victory is not an option, maurizio cattelan at blenheim palace, 2019, photo by tom lindboe, courtesy of blenheim art foundationinstallation view, la nona ora, 1999, victory is not an option, maurizio cattelan at blenheim palace, 2019, photo by tom lindboe, courtesy of blenheim art foundationmaurizio cattelan

 

Ultimi Dagoreport

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?

matteo piantedosi khalifa haftar giovanni caravelli

FOLLOW THE MONEY! - DIETRO AL RESPINGIMENTO DI PIANTEDOSI IN LIBIA, PROBABILMENTE, CI SAREBBE IL VIL DENARO! SADDAM HAFTAR, FIGLIO DEL GENERALISSIMO KHALIFA E GOVERNANTE DI FATTO DELLA CIRENAICA, AVREBBE CHIESTO ALL'ITALIA UN SOSTEGNO ECONOMICO PER "GESTIRE" I MIGRANTI (TENERLI IN GABBIA SENZA FARLI PARTIRE), COME QUELLO CHE ROMA CONCEDE AL GOVERNO DI TRIPOLI - L'AISE DI CARAVELLI, CHE HA OTTIMI RAPPORTI CON HAFTAR JR, TANTO DA AVERLO PORTATO IN ITALIA PER UN TOUR DEI MINISTERI (UN MESE FA HA INCONTRATO PIANTEDOSI, CROSETTO E TAJANI), HA CONTATTATO GLI 007 DI GRECIA E MALTA, PER CHIEDERE DI CONDIVIDERE L'ESBORSO. QUELLI HANNO RISPOSTO "NO, GRAZIE" - E COSÌ, È PARTITA LA "RITORSIONE" DEGLI HAFTAR, CHE HANNO ORGANIZZATO LA TRAPPOLA PER LA DELEGAZIONE EUROPEA (COMPOSTA OLTRE A PIANTEDOSI DAI MINISTRI DI GRECIA E MALTA)