qatar

MAZZETTE, SCHIAVISMO E MORTI BIANCHE: TUTTE LE OMBRE SUI MONDIALI DEL QATAR – UN FIUME DI PETROLDOLLARI SUL CALCIO: PER GLI EMIRI IL PALLONE NON È SOLO UN GIOCATTOLO COSTOSO MA UNO STRUMENTO PER RIPOSIZIONAMENTI GEOPOLITICI. IL QATAR GRAZIE AL CALCIO PORTA NEL MONDO I SUOI MESSAGGI POLITICI NELLA GUERRA (ANCHE COMMERCIALE) ALL'ARABIA - I CASI PSG E CITY E LA COPPA DEL MONDO IN INVERNO CHE FA DISCUTERE....

Romolo Buffoni per “il Messaggero”

 

qatar 2022

Il calcio ha trovato nel deserto la risorsa per placare la sua sete sempre più pressante di denaro. Emiri e sceicchi hanno riversato nelle casse dei club europei un fiume di soldi capace di deviare il rimbalzo del pallone, cambiando la storia di due club come il Paris Saint-Germain e il Manchester City, strappati dall'eterno anonimato, e anche quella della Coppa del Mondo Fifa che nel 2022, per la prima volta, sarà disputata quando in Europa sarà inverno. Tutti sognano un emiro.

 

L'ultimo a confessarlo è stato Francesco Totti lunedì, nel giorno del suo addio alla Roma americana: «Tornerò con un'altra proprietà e il club piace molto agli emiri». In un certo senso il club giallorosso beneficia già dei petrodollari grazie allo sponsor Qatar Airways (39 milioni fino al 2021).

 

 

CALCIO GIOCATTOLO

MANSOUR

Per i ricchi arabi il calcio non è solo un giocattolo costoso. Il Qatar porta nel mondo, grazie al pallone, i suoi messaggi politici nella guerra all'Arabia. Anche per questo Nasser Al-Khelaifi, patron del Psg, stregato dal brasiliano Neymar due anni fa non esitò a pagare la clausola rescissoria per liberarlo dal Barcellona: 222 milioni di euro sull'unghia. Anzi, ne tirò fuori dal portafogli 300: il resto fu mancia per il giocatore. E non gli è da meno Mansur bin Zayd Al Nahyan, che non è qatariota ma degli Emirati Arabi Uniti, patron dal 2008 degli inglesi del City e cugino di Tamim bin Hamad al-Thani, fondatore della Qatar Sport Investments che detiene, appunto, il Psg.

 

Mansur con campagne acquisti faraoniche ha ribaltato le gerarchie di Manchester dove, prima del suo avvento, solo lo United collezionava trofei. Oggi invece è la squadra di Guardiola a vincer. Per entrambi, ovvero per Al-Khelaifi e Al Nahyan, è la Champions League il sogno, l'oggetto del desiderio che le centinaia di milioni spesi finora non riescono ad acquistare.

 

Real Madrid, Barcellona, Bayern Monaco, Liverpool, Manchester United, Juventus e tutte le altre grandi del calcio continentale hanno accusato il colpo. Pur con fatturati e patrimoni monstre, nessuna può contare su interi Stati alle spalle. Per questo la Uefa ha tentato di salvare il salvabile introducendo il Fair Play finanziario, ossia il divieto di rimpinguare le casse sociali con iniezioni dirette di denaro da parte dei patron. Ostacolo aggirato attraverso sponsorizzazioni fittizie, alle quali per ora sembra non esserci rimedio.

al khelaifi

 

La guerra diplomatica divenuta anche commerciale fra emiri ed Arabia Saudita, il nemico giurato nello scacchiere geopolitico del Golfo, con tanto di embargo pesante per il Qatar. L'Arabia viene accusata di supportare attivamente la pirateria televisiva attraverso il canale beoutQ. Polemica che lo scorso inverno ha coinvolto anche la nostra Lega di Serie A per la scelta di disputare la Supercoppa italiana Juventus-Milan a Gedda.

 

INVERNO CALDO

I Mondiali del 2022, per il Qatar, rientrano in questo quadro. Per assecondare questi potenti finanziatori l'universo pallonaro ha scarificato addirittura la ritualità del Mondiale estivo. Gli avveniristici stadi sorti nel deserto hanno, ovviamente, sistemi di aria condizionata di ultimissima generazione ma costringere i giocatori a giocarsi la Coppa a 50 gradi all'ombra rasentava il tentato omicidio. Ma non importa, si sposta il calendario e di gioca da novembre a dicembre. I tifosi? Capiranno. Del resto quelli del Sudamerica hanno sempre visto la Coppa del Mondo in maniche lunghe. Gli europei per una volta sacrificheranno pizza, birra & caroselli con polenta, vino rosso e cioccolato caldo. Pecunia non olet.

 

2 - MAZZETTE E SFRUTTAMENTO: QUANTE OMBRE SULLA COPPA

Alec Cordolcini per “il Giornale”

qatar 2022

 

Sulla carta Qatar 2022 dovrebbe essere la 22ª edizione del Mondiale di calcio. Nella realtà invece è tutto fuorché calcio. Ci sono corruzione, squalifiche, arresti, morti sul lavoro, violazione dei diritti umani, frizioni geopolitiche, tutto messo a mollo in uno sterminato oceano di petrodollari. Presto o tardi, però, la sporcizia finisce a riva. L' ultimo carico è arrivato ieri dalla Francia con l' arresto di Michel Platini nell' ambito di un' inchiesta aperta due anni fa dal Parquet National Financier, la superprocura anti-corruzione transalpina istituita nel 2014.

 

Epicentro dell' indagine la cena organizzata all' Eliseo nel novembre 2010 tra Platini, il Presidente Nicolas Sarkozy, lo sceicco Tamim bin Hamad Al Thani e Sébastien Bazin, all' epoca proprietario del Paris Saint-Germain.

AL THANI

 

 

ne - ha sempre dichiarato di aver deciso di votare per la candidatura del Qatar prima della cena, ma secondo l' indagine fu in quell' occasione che venne ufficializzato il tutto: Al Thani si sarebbe impegnato a effettuare una serie di investimenti, tra i quali l' acquisto del PSG, in cambio del pieno sostegno dell' Uefa alla candidatura del Qatar, promossa grazie a pagamenti per 5 milioni di dollari a diversi funzionari del calcio mondiale. Mazzette finite nelle mani di membri della Concacaf, dell' Oceania e di federazioni africane. Un caso divenuto noto come Qatar-gate e che ha portato alla squalifica a vita dell' ex presidente della AFC (la federazione asiatica) Mohamed Bin Hammam per violazioni ripetute al codice etico.

 

Dopo il businessman qatariota è caduto anche Sepp Blatter, nonostante nel suo caso la controversa assegnazione di Qatar 2022 abbia rappresentato solo la scintilla capace di fare luce su un malgoverno consolidatosi nel corso degli anni.

 

roma qatar airways

Il mondo del pallone attorno al Qatar scotta anche per motivi geopolitici. Un esempio è arrivato dal tentativo, fallito, del Presidente Fifa Gianni Infantino di anticipare di quattro anni il Mondiale a 40 squadre, introducendolo già in occasione di Qatar 2022. L' operazione necessitava però di un paese co-organizzatore, ma dal giugno 2017 il Qatar ha rotto i rapporti diplomatici con Arabia Saudita, Emirati Arabi e Bahrain, con tanto di chiusura delle frontiere.

 

Tra i paesi non confinanti, l' Oman ha declinato l' invito, mentre il Kuwait presentava enormi problemi a livello di logistica, di infrastrutture ma anche politici, basti pensare che il divieto di bere alcolici rimane totale (il Qatar per contro ha previsto un' esenzione per gli stranieri), e un main sponsor come Budweiser non avrebbe sicuramente gradito.

 

nasser al khelaifi neymar

Fino a qualche tempo fa nel mondo del lavoro del Qatar era in vigore la Kafala, un meccanismo di reclutamento che prevedeva la confisca dei passaporti ai lavoratori migranti.

stadio doha qatar

 

Pochi giorni fa l' Organizzazione Internazionale del Lavoro ha definito una farsa la riforma del lavoro che avrebbe abolito questo moderno sistema di schiavitù, denunciando la permanenza di un sistema di concessione di permessi in uscita dal paese, nonché del potere eccessivo dei datori di lavoro nei confronti della manodopera. Lo sfruttamento della forza lavoro straniera, le centinaia di morti nei cantieri per la realizzazione delle infrastrutture per il Mondiale e l' assoluta mancanza di tutele sono state oggetto a più riprese di denunce da parte di Human Rights Watch, Amnesty International e dell' International Trade Union Confederation.

nasser al khelaifi 2al thani qatarqatar giapponeal jazeera tamim al thani qatarzah hadid qatarnasser al khelaifi 3il qatar foundation stadiumal khelaifi

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…